Capitolo 59

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  "Non troverai mai la verità se non sei disposto ad accettare anche ciò che non ti aspetti"

Eraclito 

N.d.A.: Leggete lo Spazio Autrice quando terminerete la lettura, vi prego <3


Mi ridesto, rimanendo ad occhi chiusi.

Non ho idea se sia tornata, o meno, alla realtà, ma qualora fosse così, preferisco rimanere ancora in questo stato di dormiveglia, non pienamente cosciente del mio corpo e con i sensi ancora quietati.

Realizzo soltanto di essere distesa sulla pancia, con la testa girata verso destra, poggiata su un cuscino.

Un cuscino...

Mmm...

Si... Probabilmente sono tornata.

Se è così però, non voglio vederlo.

Inevitabilmente il mio corpo però si risveglia, iniziando a farmi percepire maggiormente ciò che mi circonda.

Su di me avverto il peso di quella che probabilmente è una coperta, percependo allo stesso tempo freddo al braccio sinistro, segno che lascia intuire che fuoriesce dalla coperta e penzola fuori dal materasso.

Un materasso... si... sono decisamente tornata.

Mi acciglio leggermente, un po' malinconica per non essere potuta rimanere con lui.

Sono tornata indietro prima che potessi parlargli.

Spiegargli ciò che è successo.

Prima che potessi rassicurarlo ancora che tornerò.

Il mio corpo continua a risvegliarsi e...

Oddio...

Sono...

Sono nuda?

Oddio no.

Chi mi ha svestita?

E soprattutto, perché?!

A meno che...

Inizio ad avvertire qualcos'altro.

Il mio braccio destro è piegato accanto al mio viso e la mano è intrecciata a qualcosa, mentre i miei capelli, che ricadono sul viso, provocandomi un fastidioso pizzicore al naso, si muovono... si muovono?

Devo aprire gli occhi.

Ora.

Ma non appena lo faccio, come previsto, non vedo nulla a causa dei miei ricci.

Mi sollevo di scatto e quando la mia visuale finalmente si libera, sento il cuore balzarmi in gola.

Il mio sguardo viene ricambiato da un paio d'occhi grigi, che adesso mi guardano con un'espressione a metà tra il colpevole e il divertito.

Draco.

Sono ancora nel limbo.

Sono ancora nel limbo ed io sono...

Spalanco gli occhi, afferrando immediatamente il cuscino con la mano sinistra e coprendomi come posso.

Lui, per tutta risposta, ghigna divertito, spostando lo sguardo, ed io mi sento arrossire come un pomodoro.

Abbasso gli occhi e mi accorgo che la mia mano destra, che sentivo bloccata da qualcosa, non è altro che racchiusa nella sua.

Le nostre dita sono intrecciate e la sua presa è delicata, ma decisa.

Sorrido, tornando a guardarlo, ma lui non ricambia questa volta: è distratto.

Sta guardando qualcos'altro.

E quel qualcosa riguarda i miei capelli che continuano ad essere mossi.

Seguo il suo sguardo ed infatti vedo immediatamente un mio ricciolo chiuso tra il pollice e l'indice della sua mano sinistra che viene tirato avanti e indietro.

Lo sta studiando attentamente, con sguardo concentrato e non posso fare a meno che stupirmene.

-Non montarti la testa, stavo solo cercando di capire come tu possa combattere ogni giorno con questo nido di rondini-

Mi giro immediatamente a guardarlo male, offesa, tentando di liberare la mano dalla sua e con l'altra dandogli un piccolo schiaffo sulla spalla.

Ma prima che possa anche solo ribattere, mi stupisce ancora: scoppia a ridere.

Aggrotto le sopracciglia, ma quasi immediatamente inizio a sorridere anch'io, rimanendo inevitabilmente ipnotizzata.

Mi fermo per un secondo a guardarlo, o meglio, a spiarlo, mentre ride.

E' la prima volta che lo fa così apertamente.

"Senza filtri e senza censure"

E non posso far altro che ripensare a ciò che ho già pensato una volta.

"E' bello"

E la sua risata lo rende ancor più bello di quanto già non sia.

Continua a ridere di gusto, mentre io mi sento arrossire di nuovo e, imbarazzata, abbasso lo sguardo, con le labbra inarcate in un leggero sorriso.

E so che, in fin dei conti... ha ragione.

Ho sempre saputo che i miei capelli sono indomabili.

Un nido di rondini.

Esatto.

Definizione azzeccata.

La sua risata si esaurisce, e lo intravedo tornare a girarsi verso di me e guardarmi.

Il mio rossore aumenta, ne sono certa, ma lui non dice niente, rimane fermo ad osservarmi con l'ombra di un sorriso ancora sul volto.

Non so neanch'io perché, ma l'imbarazzo mi pervade del tutto e sto quasi per riabbassarmi sul cuscino, quando lascia andare il mio ciuffo ribelle e si gira su un fianco, circondandomi la vita con la mano ed il braccio appena liberati, per poi sollevarsi sul gomito destro, continuando a tenere intrecciata la mano alla mia.

Il suo viso torna di nuovo a pochi centimetri dal mio e il mio respiro automaticamente si azzera.

Lui ghigna di nuovo, perché, ne sono certa, attraverso il legame riesce ad avvertire ciò che sto sentendo e per quanto mi sforzi, non riesco a nasconderlo.

E' ancora tutto terribilmente nuovo.

Viverlo in questo modo è qualcosa di davvero strano per me.

Strano, ma così terribilmente meraviglioso che quasi me ne stupisco io stessa.

Non avrei mai pensato che... ci saremmo ritrovati così alla fine.

-Offesa Granger?- mi sussurra, provocandomi irrimediabilmente un brivido lungo la spina dorsale.

-Per niente Malfoy- rispondo immediata, tornando a guardarlo con finta determinazione, ma la mia voce non esce decisa per come vorrei. Sembra più un lamento.

Ghigna di nuovo, pienamente consapevole della lenta tortura a cui mi sta sottoponendo, e sempre lentamente sposta la mano con cui mi ha circondata poco fa, facendola risalire lungo la schiena e lasciando che le dita sfiorino le mie vertebre una dopo l'altra, causandomi tutta una serie di brividi che mi attraversano dalla testa ai piedi.

-Dra... Draco...- cerco di ammonirlo, ma la mia voce risulta ancor più fievole di prima.

-Mmh?- dice lui, non abbandonando mai il suo ghigno divertito.

La sua mano raggiunge i miei capelli, sparsi sulla spalla e con un gesto lento e calcolato, li sposta da un lato, causandomi un'altra serie di brividi.

Non riesco a dire nient'altro, perché la sua mano torna a poggiarsi sulla mia spalla accarezzandola ed è sempre lì, che subito dopo avvicina le labbra, e con delicatezza mi bacia.

Chiudo automaticamente gli occhi: vorrei pregarlo di smetterla, perché questa è una tortura che non mi merito, ma improvvisamente sembra che la mia facoltà di parola sia venuta meno.

Non riesco a dire nulla, neanche una sillaba.

L'unica cosa che percepisco in questo momento sono le sue labbra sulla mia pelle e la sua mano sul collo, dove mi tiene ferma e allo stesso tempo continua ad accarezzarmi.

Irrimediabilmente lascio uscire un piccolo mugolio di piacere, ma per fortuna, o forse no, lui non sogghigna e anzi, continua a baciarmi con lentezza calcolata, risalendo lentamente lungo la mia clavicola, e poi lungo il mio collo, dove si sofferma invece per un po', nei punti che, sa perfettamente, mi faranno completamente abbandonare al suo volere.

-D... Draco- provo a dire di nuovo, in un ben poco deciso tentativo di fermarlo.

E lui, ovviamente non si ferma: continua a baciarmi con delicatezza e allo stesso tempo a farmi distendere sul cuscino.

E lo lascio fare, ritrovandomi ben presto intrappolata tra le sue braccia e con il suo petto sul mio.

Sento il cuore battere all'impazzata e il corpo completamente in fiamme.

Ma, all'improvviso, come nelle più crudeli torture, tutto si interrompe.

Le sue labbra si staccano dalla mia pelle e non posso impedirmi di emettere un altro piccolissimo lamento, questa volta di protesta.

Riapro gli occhi, e ci metto qualche secondo a rimettere a fuoco la scena.

Lui mi sta guardando, ancora con quel ghigno stampato sul viso e i ciuffi biondi dei suoi capelli, di solito così ordinati, che ricadono verso il basso, ad oscurargli lo sguardo.

-Ho forse trovato il modo per zittire l'insopportabile So-Tutto- Io che alberga in te?- mi dice provocatorio, con voce roca.

E cercando di mettere a tacere i brividi che il mio corpo mi rimanda per tutta risposta alla sua voce, seguo l'istinto: -Mai- rispondo in un soffio, ghignando anch'io di rimando e velocemente mi sollevo baciandolo.

Lui risponde immediato, ma lo sento sorridere sulle mie labbra.

E lo faccio anch'io.

Poi mi sposto, scendendo lungo l'incavo della sua gola, ma, per quanto voglia continuare, sfiorando anche la sua pelle, mi impongo di fermarmi, esattamente come ha fatto lui.

Una piccola vendetta.

Ed infatti riabbassa lo sguardo, inizialmente confuso, poi consapevole di ciò che ho appena fatto.

-Questo legame inizia a non piacermi- dice serio, ma la sua voce continua ad essere bassa.

-Che c'è? Dispiaciuto Malfoy?- gli chiedo con lo stesso tono che ha usato con me qualche minuto fa, ma con una nota ancor più divertita della sua.

-Per niente, Granger- mi risponde ghignando, riabbassandosi e avvicinandosi di nuovo alle mie labbra.

Sta per baciarmi, o almeno è quello che credo, perché non appena sto per chiudere gli occhi, si ritrae nuovamente.

Li riapro, mettendo su il broncio, fintamente offesa.

E lui sorride: -Ricordati: sono io la Serpe qui-

Il mio broncio aumenta e lui inizia a ridacchiare, tornando ad abbassare la testa: -Mai sfidare una Serpe, Granger. Non dimenticarlo-

Sto per replicare, ma lui mi zittisce baciandomi ed io mi abbandono di nuovo a lui.

Ci baciamo per chissà quanto, ignorando deliberatamente i nostri polmoni che reclamano ossigeno, finchè, dopo quella che mi sembra un'eternità, ci separiamo.

Io, sempre sotto di lui, sempre intrappolata tra le sue braccia.

Lui, sempre sopra di me con il busto, che mi guarda attentamente, e sempre con quei ciuffi leggermente arruffati che scendono giù e che stavolta sfiorano la mia fronte, solleticandomi.

Ricambio il suo sguardo, cercando di capire a cosa stia pensando.

Mi sta studiando di nuovo, è evidente, ma non ho idea di cosa possa avere in testa.

-A cosa pensi?- chiedo quindi.

Il suo sguardo cambia leggermente, me ne accorgo: si fa pensieroso.

Forse sta soppesando l'idea di essere sincero o se invece rispondermi attraverso il sarcasmo, com'è abituato a fare.

Ma, prima che possa attuare il suo solito modo di fare, sollevo una mano, poggiando l'indice sulle sue labbra leggermente dischiuse.

-La verità- dico semplicemente, con tono di invito e non di imposizione, per poi spostare di nuovo la mano e lasciarlo libero.

Non mi risponde subito, ma lo immaginavo: so perfettamente che fatica stia facendo ad aprirsi così tanto.

Ma ciò che voglio che arrivi a capire alla fine, è sempre e solo una cosa: di me può fidarsi.

Tra noi non devono esserci barriere.

E forse... qualcosa inizia ad intuirla attraverso il mio sguardo deciso, perché per un attimo abbassa leggermente la testa, interrompendo il contatto visivo.

E quando lo rialza, il suo sguardo è inevitabilmente cambiato ancora: è di nuovo preoccupato.

-Cos'è successo?- mi chiede seriamente, con una leggera fatica.

Sapevo che questa domanda e questo momento sarebbero arrivati.

E adesso non mi resta che raccontargli ogni cosa.

-Sono andata al cimitero dopo la festa di Blaise...- inizio, fermandomi subito a studiare la sua reazione, ma qualsiasi cosa stia pensando, non la lascia trasparire, perché continua a guardarmi completamente concentrato e attento a ciò che sto dicendo.

-Pioveva, ma dovevo fare ciò che mi avevi detto, lo sapevo benissimo- sollevo una mano, poggiandola sul suo braccio destro –Non pensare che l'abbia fatto solo perché me l'hai detto tu. Alla fine credo che lo avrei fatto comunque- specifico. Non voglio che si senta in colpa neanche per un secondo.

Lui per tutta risposta, serra la mandibola e inizio a leggere allarme nei suoi occhi.

-Ho scavato fin quando ho ritrovato la tua... ingoio, distogliendo lo sguardo dal suo. Non riesco a pronunciare quella parola, non davanti a lui.

Perché pronunciarla significherebbe ammettere che tutto ciò che stiamo vivendo... non è altro che una bugia.

Chiudo gli occhi solo per un secondo, per ricacciare indietro le lacrime: non è il momento di piangere.

-L'ho aperta e... avevi ragione...- dico, recuperando il controllo e tornando a guardarlo –Il tuo corpo non c'è più- dico seria.

-Cosa?- chiede immediatamente, sgranando gli occhi, ma per fortuna non ritraendosi da me.

Annuisco, abbassando lo sguardo.

Lui non risponde, ma lo sento perfettamente: è agitato.

-Stavo per richiuderla quando...-

-Chi ti ha aggredita?!- mi interrompe immediatamente, tornando a guardarmi e il suo sguardo mi fa rabbrividire: rabbia è tutto ciò vedo.

Ma rimango senza parole non per questo: come fa a sapere che sono stata aggredita?!

Lo guardo stupita: -Co... Come fai a saperlo?- chiedo quindi.

Non sono tornata, è vero. Ha capito che mi era successo qualcosa, ma... come fa a sapere esattamente che sia stata aggredita?

-Rispondimi- mi intima, ma so che la rabbia con cui pronuncia la parola non è diretta a me.

Stringo per un momento le labbra, per poi sospirare: devo lasciar da parte per un attimo il discorso libri. Gliene parlerò tra poco.

Devo rispondere alla sua domanda.

-Stavo per uscire dalla buca e... mi ha attaccata. Il... Il tuo assassino mi ha attaccata, ma è successo qualcosa di strano. Mi ha lanciato un Avada Kedavra...- lui spalanca di nuovo gli occhi, ma prima che mi interrompa, continuo –Ma si è infranto contro un Protego che non ho lanciato io-

Si acciglia immediatamente, non capendo.

-Credo sia stato il legame a proteggermi. Non so perché... E non chiedermi cosa sia successo di preciso, perché non saprei spiegartelo- dico con sincerità.

Lui assottiglia le labbra, ma non replica.

Così continuo: -Abbiamo iniziato a duellare, fin quando un suo Cruciatus mi ha sfiorato la gamba e la ferita che mi ha provocato ha iniziato a sanguinare... molto- spiego senza guardarlo e fissando lo sguardo sul suo pomo d'Adamo, che mi lascia intravedere anche il suo petto, poco più in basso, che si alza e si abbassa sempre più velocemente: è sempre più agitato, ma se il suo viso è ancora una maschera di rabbia, sento perfettamente ciò che prova in realtà.

-Mi ha sopraffatta nel giro di pochi minuti e stava per uccidermi. Ma per fortuna è arrivato Blaise- dico, tornando a guardarlo.

Trattiene il fiato, stupito e la sua espressione inizia leggermente a cambiare, rilassandosi.

Devo dirgli di suo padre.

Devo dirgli dei libri.

Ma ancora per qualche secondo è importante che io lo rassicuri.

-Mi ha stabilizzata credo, per poi portarmi via. Mi ha portata ad Housel Bay-

E a queste parole, inevitabilmente, lo vedo sussultare.

-Housel Bay?- chiede cercando di mantenere un tono distaccato, ma non riuscendo a nascondere il desiderio di saperne di più.

Annuisco ancora: -Si... Tua madre ci ha soccorsi- lui sussulta di nuovo, ma faccio finta di nulla e continuo –O meglio... ha aiutato Blaise a bloccare l'emorragia alla gamba e al braccio dove mi ero spaccata a causa della Smaterializzazione-

Il suo petto ricomincia ad alzarsi e abbassarsi velocemente ed io torno a guardarlo negli occhi, anche se immediatamente lui sposta lo sguardo.

Non vuole farsi vedere.

Sollevo la mano poggiata ancora sul suo braccio, portandola poi sulla sua guancia e ricominciando ad accarezzarlo: -Lei sta bene. Stai tranquillo- gli dico con dolcezza.

Torna a guardarmi, con espressione ancora preoccupata.

Gli sorrido, cercando di rassicurarlo: -Dico davvero. Sta bene-

Mi guarda ancora, non cambiando espressione.

-E' venuta da me qualche ora fa, chiedendomi cosa fosse successo- gli spiego quindi.

So perfettamente che finché non gliel'avessi detto, non mi avrebbe creduta.

Ed è solo così che si rasserena, chiudendo gli occhi e piegando, in un gesto probabilmente istintivo, la testa verso la mia mano.

Si raddrizza subito dopo, riaprendo gli occhi e tornando a guardarmi serio: -Dove sei adesso?-

Abbasso la mano: -Nella tua stanza. Sempre ad Housel Bay. Non so chi mi abbia portata fin lì. L'ultima cosa che ricordo è il sotterraneo-

Ma noto immediatamente che c'è qualcos'altro.

Qualcosa che non mi sta chiedendo.

Mi acciglio: -Cosa c'è?- chiedo non capendo.

Lui si affretta a mascherare tutto.

-Niente Granger- mi risponde, distogliendo lo sguardo dal mio.

Ma mentre queste parole vengono pronunciate, capisco immediatamente cosa non va.

-Le emorragie si sono fermate. Blaise mi ha medicata. Sto bene. Ti giuro che sto bene. Mi aveva somministrato la sua pozione soporifera ed è per questo che non sono tornata subito, ma davvero credimi, sono ancora viva e sto bene-

Ho azzeccato.

Lo capisco immediatamente.

Perché ecco che la sua espressione si rasserena di nuovo e torna a guardarmi, stupito forse che abbia capito tutto.

Gli sorrido, sollevandomi leggermente e lasciandogli un bacio veloce.

E mentre mi riabbasso, lui mi segue, non interrompendo mai il contatto tra le nostre labbra.

Dopodiché fa qualcosa che non mi aspettavo.

Si distacca da me e si abbassa un po', poggiando la testa sul mio petto e girandola alla sua sinistra.

Il mio respiro si azzera nuovamente, mentre inevitabilmente arrossisco di nuovo e ringrazio Godric che non possa vedermi.

Il mio cuore però accelera e so perfettamente che lui lo sente.

Ma non mi importa.

Mi impongo di calmarmi.

Poi, sempre con la stessa mano di poco fa, gli circondo la testa, iniziando ad accarezzargliela, soffermandomi a giocare con qualche ciuffo dei suoi capelli.

I suoi capelli che adesso sfiorano il mio mento, solleticandomi ancora.

Rimaniamo in silenzio, mentre sento il suo respiro, via via, farsi sempre più regolare.

E la mia mente, nel frattempo inizia a lavorare freneticamente: devo dirgli il resto.

Ma c'è una cosa che mi preme sapere più di ogni altra cosa.

-Ehi...- dico quindi, quasi sottovoce, delicatamente.

Per una volta, niente nomi o cognomi, ma solo la semplicità di chiamarlo con un "Ehi" e sapere che lui mi sta ascoltando.

Gli accarezzo ancora una volta la testa, dietro l'orecchio, scendendo fino al collo, aspettando che mi risponda, ma rimanendo delusa.

Non mi arrendo: -Draco- lo richiamo.

Ma ancora, non ricevo risposta.

Ma che?

Non dico niente ma tento di inclinarmi di lato, evitando movimenti bruschi.

E ciò che vedo mi lascia senza parole. Ha gli occhi chiusi e dal suo respiro lento e regolare e le sue labbra leggermente dischiuse, capisco solo una cosa: si è addormentato.

Una mano ancora stretta alla mia, l'altra ad afferrare un lato del mio corpo, proprio accanto al mio seno.

E mi ritrovo a sorridere intenerita: lo accarezzo un'ultima volta, raddrizzandomi e lasciandogli un ultimo bacio sulla testa.

Poi afferro la coperta (che sicuramente ha evocato lui stesso mentre dormivo, così come il cuscino ed il materasso), scesa fino al suo bacino, e la sollevo, coprendo entrambi come meglio posso.

Vorrei tornare a sfiorarlo, ma non lo faccio.

Mi limito soltanto a distendere il braccio accanto al corpo e a rimanere ferma ad osservarlo, o meglio, ad osservare i suoi capelli che, come al solito, a causa del fuoco, assumono delle leggere sfumature arancioni.

Forse proprio a causa del baluginio delle fiamme stesse che si riflettono sul soffitto, o forse più semplicemente del tepore che il suo corpo, a contatto col mio, mi trasmette, chiudo lentamente gli occhi, abbandonandomi anch'io alle tenebre.

***

Inizio a riavvertire qualcosa.

E come ogni volta, mi ritrovo a sperare di non essere tornata alla realtà.

Ma per fortuna l'udito arriva in mio soccorso.

Ciò che sento, mi fa automaticamente calmare: lo scoppiettio del fuoco.

Sono ancora qui.

Lentamente riapro gli occhi, rendendomi conto di essere distesa su un fianco e raggomitolata su me stessa.

Metto a fuoco la scena, ancora leggermente stordita dal sonno che mi abbandona, riconoscendo subito un braccio davanti a me.

Il suo braccio.

E' disteso su un fianco, ma il suo viso non è poggiato sul cuscino.

Sposto solo lo sguardo, notando il suo petto rivolto nella mia direzione, sempre all'altezza del mio viso.

E allora capisco: tiene la testa sollevata con una mano.

Se ne sta proprio accanto a me ed essendo sollevato, quasi mi sovrasta.

Riesco a vedere il suo mento, il suo naso, il suo zigomo destro e parte degli occhi.

Occhi che tiene fissi sul fuoco.

Sembra perso nei suoi pensieri.

Forse però avverte il mio movimento, perché dopo neanche un secondo, li abbassa nella mia direzione, permettendomi di tornare a guardare totalmente il suo volto, illuminato per metà.

-Ti sei svegliata- dice senza una particolare inflessione nella voce, ma qualcosa mi suggerisce che c'è qualcosa che non va.

Mi acciglio leggermente, studiandolo, ma lui continua ad osservarmi con un apparente sguardo sereno.

-Cosa c'è?- chiedo quindi di nuovo, con voce tranquilla.

Gli lascio campo libero.

Non voglio forzarlo a parlare di ciò che non vuole.

Non è nella sua natura confidarsi apertamente, questo mi è chiaro; neanche con Blaise l'ha mai fatto. E' sempre stato il suo migliore amico a sapergli leggere dentro e ad "estrapolargli" informazioni.

E neanche lui, ultimamente, a quanto pare, era riuscito in questo difficile compito.

Ma ci voglio provare.

Voglio fare un tentativo.

Non posso forzarlo, altrimenti otterrei solo l'effetto opposto.

Ecco perché la mia domanda è così semplice: cosa c'è?

Tre parole: due possibilità.

Parlare apertamente o non farlo.

Lui stringe le labbra e distoglie lo sguardo dal mio, tornando a puntarlo sul camino.

Non farlo.

Ecco la sua scelta.

Mi giro, distendendomi sulla schiena, per poi sollevare la mano destra e avvicinarmi al suo volto.

Gli sfioro la guancia: -Draco- dico quasi sottovoce.

Non ricevo risposta.

-Cosa c'è che non va? – insisto.

Lentamente, sorprendendomi, riabbassa lo sguardo su di me, ma non incrocia subito il mio, quasi come se stesse lottando con sé stesso.

Quando però lo fa, ecco che noto un cambiamento: tutto ciò che leggo nei suoi occhi adesso è... smarrimento.

Continuo a carezzargli la guancia: -Cos'hai?- gli chiedo quindi più diretta.

Non voglio forzarlo è vero, ma sento di dover capire di più.

Non sarebbe da me non farlo.

Sospira, poi ecco che anche lui cambia posizione.

Distacca il braccio dal cuscino e si distende accanto a me, iniziando a fissare il soffitto.

Immediatamente mi giro verso di lui, per poi sollevarmi e poggiarmi contro il suo costato.

Inizio a studiarlo di nuovo.

Gli ho raccontato tutto.

Tutto ciò che è successo.

L'ho rassicurato sul fatto che io stia bene. Che anche sua madre stia bene.

Quindi...

Cosa può esserci ancora?

Un momento.

-Stai pensando a tua madre?- chiedo di getto e lui, probabilmente non aspettandoselo, trattiene per meno di un secondo il fiato, distogliendo lo sguardo da me.

Ma certo...

Sua madre.

-Stai pensando a lei, non è così?-

Ovviamente so di aver azzeccato.

Non dice niente, ma immediatamente qualcosa inizia a formarsi nel mio petto: un senso di ciò che percepisco chiaramente essere tristezza.

Mi sollevo leggermente e raggomitolandomi sulle ginocchia, mi sposto in avanti, fronteggiandolo.

Il mio viso sopra il suo, faccia a faccia.

I miei capelli inevitabilmente ricadono verso il basso, sfiorandogli i contorni del volto e richiudendo entrambi all'interno di un piccolo spazio, quasi a voler ricreare un'atmosfera intima.

Lui però non ne sembra infastidito, ma rifugge il mio sguardo, tenendo gli occhi puntati sui miei ricci, senza osservarli realmente.

Stavolta porto entrambe le mani sulle sue guance e con i pollici lo sfioro con delicatezza.

-Sta bene, ma so che non è questo ciò che vuoi sentirti dire, per cui ti dirò la verità- inizio a dire, con voce bassa.

Torna a guardarmi.

L'espressione non cambia, ma è di nuovo il suo sguardo a dirmi tutto.

E ciò che vedo è una preghiera silenziosa: mi sta chiedendo di parlargli sinceramente.

Ed è ciò che farò.

Ricambio il suo sguardo, seria: -Ti ho già detto che non stava bene...- inizio, con dolcezza. Una dolcezza che al momento, mi sembra l'unico modo che ho per cercare di risanare la voragine che avverto all'altezza del mio cuore.

La voragine che lo sta fagocitando in questo stesso istante.

Lo accarezzo con la mano destra, anche se tutto ciò che vorrei fare in questo momento è abbracciarlo e stringerlo a me, dicendogli solo che andrà tutto bene.

Continua a guardarmi, con sguardo sempre più agitato.

-Non posso negarti che non sia così anche adesso, ma c'è qualcosa di diverso-

Silenzio.

-Ha una luce diversa negli occhi-

Ed è vero. Perché per quanta stanchezza e dolore io abbia visto in lei, adesso sembra davvero più determinata che mai ad arrivare fino in fondo a questa storia.

-Ha trasformato il dolore della tua perdita in nuova forza. Tu gli manchi... tanto... esattamente come lei manca a te-

A queste mie parole sposta di nuovo lo sguardo, come se cercasse di nascondersi da me.

-Non c'è nulla di male in questo. Mostrare ciò che si prova non è mai una debolezza, Draco. Mai- continuo, sempre a mezza voce.

Anche se non mi guarda, so che mi sta ascoltando.

-E' tua madre. E tu sei suo figlio. E' il legame più puro che possa mai esistere e non c'è assolutamente nulla di male nell'amare la propria madre e nell'ammetterlo-

Un'altra carezza leggera.

-Lei ti ha amato prima e ti ama ancor di più adesso. E ciò che ho visto nei suoi occhi questa sera è determinazione. E' determinata ad arrivare in fondo a questa storia. Sta mostrando la sua debolezza, se vuoi definirla così, ma ti assicuro che per lei non lo è. Ha reagito e lo sta facendo a testa alta, mostrando a tutti il suo dolore, ma allo stesso tempo la sua forza d'animo. La stessa che anch'io vedo in suo figlio-

Lo sento rabbrividire sotto le mie mani, mentre chiude gli occhi del tutto.

-Tu sei come lei e, come lei, hai una grande forza interiore...- la mia voce viene meno, facendomi rendere conto dell'inevitabile nota che ha preso la mia voce da qualche secondo –E hai avuto un grande coraggio nell'affrontare ciò che hai affrontato-

Riapre gli occhi, tornando a guardarmi e stavolta sono io a rabbrividire: ha gli occhi lucidi.

Rimango in silenzio, limitandomi a ricambiare il suo sguardo e guardandolo nel modo più sincero possibile.

La mia mente lavora, lavora e lavora ancora, alla ricerca spasmodica di qualcosa da dire, per potergli spiegare ciò che ancora devo dirgli e farlo nella maniera più giusta, ma quasi subito mi rendo conto che sarà difficile.

Molto difficile.

Perché i suoi occhi, stanno inevitabilmente cambiando le carte in tavola.

Stanno letteralmente cambiando le regole del gioco.

I suoi occhi mi stanno scavando dentro, mandando all'aria qualsiasi strategia la mia mente avesse elaborato e riscrivendo i piani di attacco. Piani di attacco diretti dal mio cuore. Messi in atto come dardi scagliati da una balestra, a tutta velocità, contro la mia mente e con l'unico scopo di rovesciare l'ordine naturale della fisiologia umana: il cervello organo pensante; il cuore semplice organo pulsante.

Che sciocchezza.

Perché adesso, davanti a questi occhi, ecco che il mio cuore ha già preso il comando, ribellandosi alla ragione e tutto quello che volevo dirgli è appena saltato in aria come una bomba ad orologeria, lasciando intorno a sé uno spazio completamente vuoto.

Uno spazio che però, ben presto viene occupato da altre parole.

Nuove parole che, come soldati di un esercito, vengono mandate su un campo di battaglia già conquistato, a sbandierare la propria vittoria.

Parole che... portano con sé nuove consapevolezze.

Consapevolezze che però... fanno paura.

Quando è successo?

Quand'è che esattamente questo nuovo esercito è stato formato?

Com'è possibile che io non me ne sia accorta?

Come ho potuto non organizzare bene le difese?

Ma, purtroppo, o per fortuna, c'è ancora qualche soldato ferito sotto il comando della ragione, che mi grida di non farlo.

Di non parlare; di non lasciare che quei nuovi eserciti prendano il comando. Non adesso.

Non è il momento.

Ed è vero.

Non posso lasciare uscire ad alta voce ciò che sto pensando.

Non posso.

Non posso espormi così tanto.

Non quando non so cosa troverei sulla fazione opposta.

Perché per quanto il mio cuore e la mia mente possano scontrarsi, devono sempre considerare la presenza di una terza forza in questa guerra.

Una terza forza che si trova esattamente oltre le due pozze grigie che sto fissando in questo preciso momento.

Chi avrà vinto dall'altra parte?

La ragione o il cuore?

Chi incontrerei?

Ingoio, ritrovandomi senza fiato e, lo avverto perfettamente, adesso sono io che lo guardo completamente smarrita.

Mi blocco.

Mi blocco senza più riuscire a muovere un muscolo, con la testa in completo subbuglio ed il cuore che batte impazzito.

Ma ecco che, stavolta è lui a fare qualcosa per me.

Avverto uno spostamento d'aria, giusto un attimo prima che le dita della sua mano destra sfiorino il mio collo, e lui mi afferri con leggerezza dalla nuca; dopodiché mi tira a sé, ed io lo assecondo immediata, incontrando subito dopo le sue labbra.

Chiudo gli occhi, grata per essere riuscita a trattenermi dal parlare, ma allo stesso tempo consapevole che, in questo istante, posso lasciar uscire quelle nuove parole sotto un'altra forma.

Ed è quello che faccio.

Lascio uscire tutto, cercando di trasmettergli, attraverso il mio bacio, quello che non posso e non potrò mai assolutamente dirgli a voce alta.

E quando, dopo dei minuti che mi sembrano delle ore, ci separiamo, sono io a rifuggire il suo sguardo, avvertendo un nodo allo stomaco.

-Granger- mi richiama, con un tono di voce che non avevo mai sentito prima d'ora.

Un tono serio, ma... allo stesso tempo... che suona quasi... dolce.

Ma non riesco a sollevare lo sguardo.

E se... avesse... se mi avesse letto dentro attraverso il legame?

Se avesse sentito... tutto?

Oddio...

Se avesse sentito tutto ciò che sento io?

Se sapesse la verità?

Ed è così che torno a guardarlo, terrorizzata.

E lui ricambia il mio sguardo: uno sguardo diverso, di nuovo.

Improvvisamente sembra più sereno.

-Grazie-

Spalanco gli occhi: cosa?

Apro la bocca: forse stavo per rispondere? Non lo so.

Non so più niente.

La mia mente si è appena annodata, impedendomi di ricordare ciò che stavo per fare, o meglio, ciò che volevo fare.

Mi ha davvero detto grazie?

Draco Malfoy che ringrazia?

E soprattutto, ringrazia me?

Richiudo la bocca rendendomi conto di sembrare un pesce fuor d'acqua, ma soprattutto, ridicola ai suoi occhi, quando lui, per tutta risposta, mi sorride con leggerezza.

Arrossisco.

Perché deve farmi questo effetto?

Perché?!

Ok, calma.

Devo recuperare il controllo.

Adesso.

Calma.

Riesco a prendere un respiro.

Un respiro profondo.

E quando torno a guardarlo, gli sorrido anch'io, molto più tranquilla.

E, con gli occhi lucidi per l'emozione, mi abbasso e lo abbraccio, incastrando la testa nell'incavo del suo collo.

Chiudo le palpebre e rimango così, ferma, con le gambe ormai inevitabilmente formicolanti, ma di cui non mi importa molto: il mio cuore, traditore per certi versi, batte talmente veloce, che so per certo che a breve ristabilirà la normale circolazione sanguigna.

Sento la sua mano spostarsi ancora, cingendomi le spalle e così, lentamente, cambio posizione distendendomi al suo fianco e facendo passare la mia mano dall'altro lato del suo torace.

Lui si affretta a risistemare la coperta sopra i nostri corpi ancora nudi e di nuovo rimaniamo fermi così, ad ascoltare semplicemente il battito dei nostri due organi pulsanti che sembrano essersi sincronizzati ancora una volta.

Con molta lentezza riesco a calmarmi...

Vorrei abbandonarmi tra le sue braccia; chiudere gli occhi e magari dormire un po', ma so benissimo di non poterlo fare.

C'è ancora qualcosa che devo dirgli e devo farlo prima che sia troppo tardi.

Ma come?

Come posso affrontare il discorso senza turbarlo?

Non ne ho la più pallida idea.

Sospiro silenziosamente.

-Draco- lo richiamo quasi sottovoce.

Sento il pollice della mano che tiene sulla mia spalla, spostarsi, sfiorandomi e capisco che è il suo modo per dirmi che mi sta ascoltando, ma non posso rimanere ferma qui; devo assolutamente guardarlo negli occhi e assicurarmi che stia bene.

E' per questo che torno a girarmi, distendendomi sulla pancia e rimanendo sollevata sui gomiti.

Poggio le mani sul suo pettorale destro e sul braccio e lo guardo.

La mia espressione si fa tesa: lo intuisco subito quando inizio a mordicchiarmi nervosamente il labbro inferiore.

Lui ha assecondato i miei movimenti, lasciando scivolare il braccio con cui mi cingeva, sulla schiena, ma non muove un muscolo, tornando a guardarmi e ad accigliarsi subito dopo.

-C'è una cosa che devo ancora dirti-

Lo vedo contrarre la mandibola, ma non risponde.

-Ti ho detto che è stato Blaise a salvarmi e a portarmi via da lì-

Il suo sguardo si fa più concentrato.

-Ma il tuo assassino non era ancora andato via-

-Ha attaccato anche lui?! Sta bene?!- scatta immediatamente cercando di sollevarsi, con il viso completamente stravolto da un'espressione preoccupata.

-Sta calmo. E' tutto apposto!- lo rassicuro subito, afferrandolo per la spalla e cercando di bloccarlo –Non è successo niente. Con lui c'era qualcun altro, che si è frapposto tra noi e quel maledetto e ha permesso a Blaise di portarmi via- continuo.

-Chi Granger?!- mi chiede ancor più velocemente, quasi interrompendomi, sempre con lo stesso tono di voce agitato.

-Tuo padre- dico senza giri di parole, continuando a guardarlo caparbia.

Si blocca: -Cosa?-

La sua voce si è abbassata, facendosi incredula.

-Era tuo padre. Inizialmente...- faccio una pausa, inevitabilmente imbarazzata per ciò che sto per dire –Mi eri sembrato tu...-

Abbasso solo per un secondo lo sguardo: -Ma ero ferita... Stavo per... morire... E... Ed era buio. Quando mi sono risvegliata stasera, ho chiesto subito dove ti trovassi, ma Blaise mi ha spiegato tutto- continuo, ricordando esattamente tutto ciò che ho vissuto qualche ora fa.

La delusione... E' ancora bruciante.

-Mio padre...- ripete lui sottovoce -...Era lì?- mi chiede visibilmente incredulo.

Annuisco.

-Non può essere-

Lo guardo stranita: -Perché?-

Domanda stupida.

Assottiglia le labbra, spostando lo sguardo da me.

Silenzio.

-Draco...-

-Non poteva essere lui- mi interrompe, senza alcuna particolare intonazione, ma allo stesso tempo con voce ferma.

-Si invece! E' arrivato insieme a Blaise. Dopo l'omicidio di Clarke hanno apposto un incantesimo di allerta sulla tua tomba. Se fosse stata violata, le bacchette dei tuoi genitori e quella di Blaise, avrebbero iniziato a vibrare ed emettere scintille rosse. Ed è quello che è successo- gli spiego, cercando di mantenere la calma.

Se ripenso a ciò che ho fatto e a cosa avrei potuto trovare invece del libro...

Un brivido mi scuote, ma mi impongo di non agitarmi e aspetto che mi risponda.

Ben presto però, capisco che non riceverò alcuna replica.

-Ne ho avuto conferma indiretta anche da tua madre. Neanch'io credevo che fosse lui, fin quando lei è entrata e Blaise le ha chiesto come stesse- continuo quindi.

-E' rimasto ferito?- mi chiede immediatamente, cercando di nascondere, senza ovviamente riuscirci, tutta la sua preoccupazione.

Rialzo lo sguardo: -Narcissa ci ha detto che le ferite non sono gravi e che entro domattina dovrebbe riprendersi del tutto, ma non so cosa sia successo. Non ho avuto modo di parlarne con Blaise-

Il suo sguardo si rasserena immediatamente, ma la sua espressione, che da qualche minuto si era fatta indifferente, non cambia.

Ed io... che raramente non trovo qualcosa da dire, mi ritrovo in completo silenzio, di nuovo con gli occhi puntati verso il basso ed i suoi puntati addosso, ma che, di nuovo, non mi stanno realmente guardando.

So che sta pensando.

E sta pensando a suo padre ovviamente.

Ma... Cos'è successo realmente?

Fino a che punto si era spinto il loro litigio?

Da quanto non si parlavano più?

Possibile che avessero chiuso qualsiasi tipo di rapporto?

E soprattutto, dovrei chiedergli qualcosa? O forse è meglio rimanere in silenzio e aspettare che sia lui a raccontarmelo, quando e se vorrà?

-E' passato molto tempo...- lo sento dire.

Rialzo gli occhi, guardandolo meravigliata.

Che stia davvero... per raccontarmi tutto?

E soprattutto: come faceva a sapere ciò a cui stavo pensando?

Lo ha letto sul mio viso?

Probabile.

Ad ogni modo, scelgo di non rispondere, aspettando che sia lui a continuare.

Non mi guarda, fissando invece un punto nel vuoto, alla mia destra, ma non mi importa.

-Quest'anno saranno quattro anni...-

Già... Ricordo perfettamente le parole di Blaise...

"Quando finì la guerra, Draco... si ribellò ed annullò le nozze rivolgendosi direttamente al Wizengamot"

La guerra... finita ormai da quasi quattro anni...

-Lui non ha mai capito perché, ma non mi importa-

Ed è così che torna a distendersi e a fissare il soffitto.

E so che non dirà altro.

Lo sento perfettamente.

Ma va bene così.

Si è aperto, e anche se per me è poco, so che a lui è costato un grandissimo sforzo farlo.

Quindi va bene.

Mi abbasso, lasciandogli un bacio sul braccio, ma non dicendo nulla.

So che capirà che è il mio modo di ringraziarlo.

Dopodichè mi riappoggio, su di lui, riprendendo ad accarezzarlo, questa volta sul petto e lasciandogli tutto il tempo che gli serve per calmarsi.

Perché so che è agitato, nonostante il legame questa volta non mi faccia percepire nulla.

Il rapporto con suo padre si è interrotto da anni ormai.

E so perfettamente come ci si sente, anche se non posso permettermi di pensarci adesso.

Non posso farmi vedere debole ancora una volta.

Devo essere forte per lui.

Devo pensare ad altro.

Ad altro...

Altro...

Il libro.

Devo dirgli del libro.

-C'è un'altra cosa...- inizio a dire seria.

Lo sento trattenere il fiato: -Ancora?!-

-Stavo per dirtela poco fa, ma mi hai interrotta- continuo a spiegarmi, in modo che non possa arrabbiarsi per non averglielo detto subito.

-Cosa Granger?-

La sua voce tradisce una nota di nervosismo.

Sospiro, e di nuovo mi risollevo, questa volta mettendomi seduta e girandomi a guardarlo.

I nostri sguardi si incrociano e lui inizia a studiarmi.

-La tua... bara... non era vuota-

Sgrana gli occhi: -Cosa?!- chiede alzando la voce e scattando a sedere anche lui.

Ci ritroviamo a pochi centimetri l'uno dall'altra, ma questa volta non avverto niente, o meglio, il nodo allo stomaco che mi sta facendo mancare l'aria, non è dovuto alla sua presenza.

-Ho trovato un libro-

La sua reazione è immediata: solleva un sopracciglio.

-Un libro?- mi chiede scettico.

Annuisco e, come ho già fatto con Blaise, gli spiego tutto ciò che so sul libro Lumen e sul fatto che io avessi completamente dimenticato di averlo visto. Gli racconto di come ai miei occhi risulti bianco, mentre il suo migliore amico veda qualcos'altro.

E non appena concludo la descrizione del simbolo del Serpente che ho visto tra quelle parole, scritte in un'altra lingua, mi fermo.

Adesso, è arrivato il momento che sia lui a dirmi la verità sul libro Noctem.

-Adesso puoi dirmi tutto-

La sua espressione passa dall'essere stupita alla confusione nel giro di un secondo.

-Tutto cosa?-

-La verità Draco- specifico, senza fastidio nella voce.

Se non me ne ha parlato finora, lo capisco perfettamente, ma adesso può farlo con tranquillità e anzi, deve farlo, perché forse è l'unico modo per arrivare a capire qualcosa di tutta questa storia.

Ma la sua espressione si fa ancora più confusa: -Quale verità?-

Mi acciglio anch'io: perché non capisce?

-La verità sul libro Noctem- rispondo, stavolta impaziente.

-Noctem? Granger hai detto che si chiama Lumen- chiede, non cambiando espressione.

Perché continua a far finta di non saperne niente?

-Draco, l'ho trovato nel tuo armadio. Non mentirmi, so tutto- rispondo infastidita.

-Il mio... Cosa? Granger sei tornata a casa mia?- mi chiede ancora, con il mio stesso tono di voce.

Ed improvvisamente mi rendo conto che lui non sa che io ho passato gli ultimi giorni a casa sua.

Dovrò dirglielo.

-Non cambiare discorso- rispondo, cercando di suonare convincente –Sto parlando dell'armadio ad Housel Bay. L'avevo già trovato lì l'altra volta, quando sono scappata da Blaise, e l'ho letto, ma com'è successo con il libro Lumen, avevo dimenticato di averlo trovato. E' stato il legame a suggerirmi di riguardare lì dentro e quando Blaise l'ha tirato fuori, ho ricordato tutto-

E così gli racconto di come mi sia ritrovata ad Housel Bay la prima volta, di come mi sia nascosta in camera sua e di come, a quanto pare, l'Incanto Fidelius, a causa del legame, non funzioni.

Quando termino, la sua espressione è furente e mi fulmina con un solo sguardo.

Mi do immediatamente dell'idiota.

Avrei dovuto raccontargli tutto questo molto tempo fa.

-Draco, io...- inizio a dire, ma mi interrompo immediatamente, perché lui afferra la coperta, scostandola e rimettendosi in piedi.

E' così che mi accorgo che ha rimesso i pantaloni.

Fa due grandi passi in avanti, allontanandosi da me e rimanendo voltato di spalle.

-Draco...- lo richiamo titubante.

So che è arrabbiato.

Lo sento.

Ma perché fa così?

Che bisogno c'è di arrabbiarsi così tanto?

-Quando avevi intenzione di dirmelo, eh Granger?!- mi chiede con veemenza, senza girarsi.

-Non ce n'è stato modo! Te l'avrei detto quando fossi tornata, ma dopo aver scoperto che Blaise era innocente e aver incontrato i tuoi genitori, mi è sfuggito!-

Si gira di nuovo, guardandomi rabbiosamente per un attimo, per poi avviarsi verso l'uscita.

-Aspetta!- gli grido dietro, rialzandomi anch'io, ma ritrovandomi ben presto a parlare contro un portone che è appena stato chiuso.

Mi affretto a recuperare i vestiti, che a differenza sua non avevo ancora avuto il tempo di rimettere, per poi corrergli dietro.

E non appena apro il portone, ciò che mi si presenta davanti mi lascia senza fiato.

Mi guardo alle spalle, come a volermi assicurare di trovarmi ancora nel limbo.

Ma ovviamente so che è così.

E' solo che quello che vedo davanti ai miei occhi è qualcosa di molto, ma molto diverso, rispetto a ciò che c'era fino all'ultima volta che sono stata qui fuori.

Sembra quasi un altro luogo.

Il sole splende più forte che mai, stagliandosi contro un cielo completamente azzurro, senza alcun accenno di nuvole. L'erba è più verde, e i raggi solari giocano con le gocce di rugiada intrappolate tra i suoi fili, creando dei giochi di luce particolari.

Gli alberi tutt'intorno sono rigogliosi e anche la parte esterna del mausoleo, è ricoperta di vegetazione: piante rampicanti ricoprono le colonne del patio, e tra le pietre che ne formano la pavimentazione, spunta qualche altro filo d'erba.

Sembra davvero un altro posto, se non fosse per la presenza costante del mandorlo in fiore e della lapide.

Ed è proprio su quest'ultima che i miei occhi si posano, perché è proprio lì accanto che si trova lui.

In piedi, e girato di spalle.

Scendo come al solito i gradini e lo raggiungo.

-Draco!-

Nessuna risposta.

Gli afferro un braccio, tentando di farlo girare, ma oppone resistenza e sono costretta a rinunciare.

Mi sposto davanti a lui: -Mi spieghi perché sei così arrabbiato?- chiedo infastidita –Non volevo nasconderti nulla!-

Ancora silenzio.

Lo guardo accigliata, ma lui non ricambia, tenendo lo sguardo fisso davanti a sé, la mandibola serrata e le braccia rigide ai lati del corpo.

C'è qualcosa che non va: è arrabbiato, ma, quando ce l'ha con me, di solito, mi urla contro, cosa che adesso non sta accadendo.

Quindi... c'è qualcos'altro.

Gli poggio una mano sull'avambraccio: -Per favore...- inizio, cercando di calmarmi leggermente –Spiegami- gli chiedo addolcendo la voce.

Lui chiude gli occhi, per poi girare la testa di lato.

Avevo ragione: c'è davvero qualcos'altro.

-Per favore, parlami- dico di nuovo, a voce ancora più bassa, guardandolo preoccupata.

-Sono stanco-

La sua voce esce quasi come un grido strozzato. E' rauca e mi colpisce in pieno come un treno in corsa.

Rimango in silenzio, sperando che continui.

Torna a guardarmi.

-S... Stanco?- gli chiedo, anche se inizio ad intuire ciò che vuole dirmi.

-Sono stanco di tutta questa storia- mi risponde con irruenza.

Le sue parole mi colpiscono come lame, ma nonostante tenti di ripetermi che ciò che ha appena detto non è quello che sembra, sento una piccola parte di me rimanerne ferita.

Abbasso gli occhi lasciando ricadere la mano accanto al mio corpo.

I miei occhi si fissano sui suoi piedi e lo vedo fare un passo avanti: -Sono stanco di rimanere bloccato qui. Di non poter tornare indietro e agire in prima persona. Sono stanco di dover aspettare che sia tu a dirmi cosa stia succedendo e sono stanco di arrabbiarmi per delle normali dimenticanze- continua, con voce più bassa e leggermente più tranquilla.

Sembra quasi che stia spiegando cosa intendesse dire.

Sussulto e rialzo lo sguardo, sentendo le mie labbra inarcarsi a formare una piccola "o" di stupore.

Lo guardo meravigliata, ma la mia mente conferma ciò che avevo pensato inizialmente: non era ciò che sembrava.

-Mi dispiace- dico immediatamente, riabbassando lo sguardo.

Come può sentirsi... come può far fronte a tutto questo? Io sarei riuscita a mantenere la calma così a lungo o avrei già perso il senno mesi fa?

Anche se...

Non posso non ammettere che lui abbia già perso la calma più volte.

Che dietro la sua apparente tranquillità ci fosse molto altro.

L'ho visto piangere, l'ho visto arrabbiarsi.

L'ho visto mostrare i suoi veri sentimenti tante di quelle volte che quasi me ne stupisco.

Non ha mantenuto la calma, non si è mai arreso, anzi... la sua rabbia è cresciuta giorno dopo giorno, fino a questo momento.

-Lo so- mi risponde.

-Non avrei dovuto dimenticarlo. Scusami- continuo.

Mi afferra la mano che avevo lasciato ricadere e la stringe leggermente, in una risposta silenziosa.

Quando torno a guardarlo, mi rendo conto di avere gli occhi lucidi per via dei contorni sfocati che assume il mio campo visivo, ma cerco immediatamente di dissimularlo, battendo le palpebre più volte.

Mi tira a sé, abbracciandomi ed io ricambio immediatamente, tentando di infondergli sicurezza.

-Mi impegnerò di più. Blaise ha già iniziato a cercare tra i libri a nostra disposizione. Lo farò anch'io- dico.

-No-

Rialzo la testa: -Cosa?- chiedo non capendo.

-Dovete trovare quel bastardo. Non preoccupatevi di me-

Rimango senza parole per un attimo: -Draco...-

-Non voglio discuterne. E' questa la priorità, prima che succeda ancora-

Che succeda ancora... Che uccida ancora.

Ecco cosa intende.

-Ci stiamo lavorando lo sai. E cercare una soluzione anche per tutto questo non è una perdita di tempo, anzi, tutto il contrario- dico ferma.

Lui rimane in silenzio.

-Puoi parlarmi di quel libro adesso?- torno a chiedere quindi.

Non mi arrenderò finchè non mi dirà la verità.

La sua reazione però è immediata: mi lascia andare, tornando a fare un passo indietro.

-Granger, non ho la più pallida idea di che cosa tu stia parlando- dice e stavolta è lui ad essere visibilmente infastidito.

Mi acciglio: possibile che davvero non sappia?

-Penso che siano collegati entrambi con il legame. Forse racchiudono la soluzione per... farti tornare indietro- dico sinceramente.

Per quanto non voglia dargli false speranze, non mi sento neanche di mentirgli.

Lui sussulta, sgranando leggermente gli occhi, ma non commenta.

-Non so se sia veramente così- aggiungo immediatamente, guardandolo seria –Ma poco prima di afferrare il libro Lumen, avvertivo una strana sensazione al petto, simile al dolore, ma non faceva male. Era come qualcosa che mi spingeva ad afferrarlo e non appena l'ho fatto, è sparita. Era il legame con te, ne sono certa. Ecco perché credo che ci possano aiutare-

-Granger, non ho mai visto quel libro, né l'altro, il Noctem-

La mia mente lavora veloce: lui vuole uscire da qui più di qualunque altra cosa al mondo. Io gli ho detto che i libri hanno a che fare con il legame e che probabilmente racchiudono la soluzione che sto e, soprattutto, che sta cercando disperatamente. Quindi no. Non sta mentendo. Non può mentirmi perché andrebbe a suo svantaggio.

Non sa davvero di cosa io parli.

Ma allora... Com'è possibile che quel libro si trovasse nel suo armadio?

-Granger?-

Sollevo una mano, interrompendo sul nascere qualunque cosa stesse per chiedermi.

C'è qualcosa a cui la mia mente sta per arrivare, lo sento.

Com'è possibile...

Com'è possibile che non sappia...

Il libro Lumen...

Il libro Noctem...

Io che sembravo averli...

Un momento.

-L'ho dimenticato-

Lo diciamo contemporaneamente.

Perché si... E' questa l'unica possibilità: l'ha dimenticato.

Torno a guardarlo, mentre una scarica di adrenalina mi attraversa.

Lui annuisce: -Credo di sì-

-Si! Dev'essere per forza così! L'hai dimenticato esattamente come avevo fatto io!-

Ma certo! Ecco perché!

E' semplice!

Solo che, quando ero nella sua stanza è stato il legame a suggerirmi di aprire quell'armadio.

E' stato il legame a spingermi a prendere il libro Lumen dalla bara.

E solo quando ho rivisto le copertine ho ricordato ogni cosa.

Ho rivisto le copertine...

Quindi...

-Vieni con me!- dico velocemente, afferrandogli una mano e iniziando a camminare velocemente verso il mausoleo.

-Granger, ma che...- dice lui, colto alla sprovvista, quasi perdendo l'equilibrio, ma non lo lascio andare e per fortuna mi segue senza opporsi.

Forse so come fargli ricordare tutto.

Torniamo dentro, rimanendo in silenzio, fin quando non ci ritroviamo davanti al camino.

Gli unici rumori che si sentono sono lo scoppiettio del fuoco e lo scalpiccio dei nostri piedi nudi sulla pietra.

-Per Salazar, vuoi spiegarmi?!- mi chiede irritato.

-Io ho ricordato tutto quando li ho rivisti! Quindi adesso faremo la stessa cosa con te!-

-E come pensi di fare?- mi chiede scettico.

-Mi hai detto tu che questa...- dico sollevando un indice e indicando l'ambiente che ci circonda –Funziona come la stanza delle Necessità, no?- continuo, sorridendo trionfante.

Lui si blocca e non dice altro.

Chiudo gli occhi e mi concentro quanto più possibile.

Ripenso alle copertine: al verde e all'argento; alle loro pagine, bianche, tranne per la prima; ai loro simboli, il serpente ed il drago.

Ripenso alla poesia del libro Noctem.

"Astra autem dirigat viem"

Riapro gli occhi e mi guardo subito intorno.

Ma...

Non può essere.

Inizio a camminare: devono esserci.

Dove sono?

Mi guardo intorno ancora, ma so già che non ha funzionato.

E' impossibile.

Allargo il mio spazio di ricerca.

-Granger, non ha funzionato- mi richiama lui.

-Non può essere, devono essere qui! Aiutami!- rispondo immediata, iniziando a percorrere ben presto tutta la stanza, avanti e indietro.

Mi imita, ma alla fine ci arrendiamo entrambi.

Non ha davvero funzionato.

Ma perché?!
-Ci riprovo-

Forse devo pensare ad un libro alla volta.

Chiudo gli occhi, concentrandomi sul libro Lumen.

Copertina, colori, pagine, simbolo.

Torno a guardarmi attorno.

Niente.

Ci riprovo.

Libro Noctem.

Copertina, colori, pagine, simbolo.

Niente.

-Maledizione, non funziona!- impreco.

Lui mi si riavvicina.

-Fermati-

-No! E' importante! Non capisci?! Perché non funziona?!-

Sembra quasi che il legame stesso adesso si opponga al farmi trovare una soluzione?!

Perché?!

-Basta Granger, non funzionerà- dice ancora lui.

-No... Te lo descriverò. Così forse ricorderai-

Stringe le labbra, non aggiungendo altro e così capisco di avere il suo consenso.

Inizio a parlargliene: gli descrivo la copertina, il titolo e la poesia contenuta al suo interno. Gliela recito a memoria, per poi raccontargli di come Blaise, anche in questo caso, veda altro: quella stessa poesia come tante righe senza un apparente significato e di come quelle linee compongano il simbolo del drago, esattamente come le linee sul libro Lumen compongono il simbolo del serpente.

Mi fermo solo alla fine, timorosa della sua reazione.

Alzo gli occhi titubante, accorgendomi soltanto adesso di averli abbassati.

Ma lui non mi guarda.

Ha di nuovo lo sguardo fisso nel vuoto e il suo petto si alza e si abbassa più velocemente di prima.

I suoi occhi sono leggermente spalancati, così come la bocca.

-Draco, cosa...-

-L'ho avuto durante la missione. Me l'ha dato quel mago quando gli abbiamo restituito i folletti- dice velocemente, lasciandomi spiazzata.

-Cosa?!- chiedo incapace di nascondere una nota emozionata nella voce.

Sembra riscuotersi e torna a guardarmi, sempre più scioccato: -Devi trovare Shafiq-

Sento la terra mancarmi sotto i piedi: -Hai... Hai ricordato tutto?!- chiedo quindi, sempre più emozionata.

Lui annuisce: -Si-

Mi sento quasi svenire.

Lo abbraccio di slancio: -Oddio!-

Shafiq.

Shafiq è il mago anziano purosangue che abbiamo incontrato durante la missione sui folletti della Cornovaglia. Gliene era stato rubato un gran numero da alcuni trafficanti... ma... Mi sarei aspettata di tutto, ma non questo.

-Shafiq ti ha dato il libro Noctem?- chiedo incredula, scostandomi da lui.

Annuisce ancora.

-E... Cosa ti ha detto?- chiedo sempre più stupita.

-Non lo ricordo-

Mi acciglio: -Non ricordi?-

Com'è possibile che ricordi tutto quanto, ma non ciò che gli è stato detto da quel mago?

Lo studio un attimo, ma mi accorgo subito che la sua espressione è sincera. Non sta mentendo.

-Neanche una parola? Prova a fare uno sforzo- rispondo.

Mi guarda male.

-Draco, è importante- mi spiego subito.

-Credi che non lo sappia?-

Mi zittisco.

Ok... Non lo ricorda... Ecco ciò che farò domattina appena sveglia.

-Andrò a parlarci io- lo informo.

Lui non risponde, ma non importa: c'è ancora qualcosa che devo chiedergli.

-Perché l'hai portato ad Housel Bay? Perché non l'hai tenuto con te? Magari avresti potuto tenerlo a casa tua-

-Quando sono rientrato non sono andato a Fife Road-

-Ma avresti potuto portarlo con te subito dopo...-

-E cosa avrei dovuto farmene di un libro completamente bianco Granger?-

Strabuzzo gli occhi: -Bianco?!- chiedo sbalordita.

Che significa?

-Si esatto. Bianco!- risponde, imitando il mio tono di voce.

-Quel libro non è bianco! Sulla prima pagina c'è la poesia di cui ti ho parlato prima!-

-Io non vedevo niente- si limita a dire.

Ma il mio stupore ben presto si affievolisce, ricordando un particolare: anche per me il libro Lumen è completamente bianco.

Che cosa può significare?

Per me... sul libro Noctem c'è scritto qualcosa... invece il libro Lumen è bianco...

Per lui... il libro Noctem è bianco... quindi...

Oddio... Possibile che...

Oddio, possibile che lui veda cosa c'è scritto nel libro Lumen?

-Draco!- lo richiamo subito.

-Granger, giuro che se lo rifai, ti affatturo!-

-Ascoltami!- lo interrompo –Sei sicuro di non aver mai visto il libro Lumen?-

Lui sospira impaziente: -Per Salazar... No Granger, non l'ho mai né visto, né sentito nominare-

-Forse tu riusciresti a leggerlo!- gli spiego –Io lo vedo completamente bianco, esattamente come tu vedevi bianco il libro Noctem! Ma sappiamo perfettamente che non sono immacolati! Ed io riesco a vedere cosa c'è scritto su uno dei due! Quindi con molta probabilità tu riusciresti a vedere la filastrocca dell'altro!-

C'è un solo problema però...

Per chissà quale motivo non posso portare il libro qui!

-Granger...-

-Mezzosangue-

Sussultiamo entrambi.

No.

No! Non adesso!

Non adesso!

-Non posso tornare indietro!- grido, ma più che a lui, mi rivolgo all'ambiente che mi circonda e al serpente che, lo so benissimo, sta per comparire.

-Mezzosangue-

-No! Per favore!-

-Granger!-

Torno a prestargli attenzione.

-Troverò una soluzione- dico.

-Devi trovare quel maledetto. Non distrarti!-

-No! Devo fare entrambe le cose-

-Granger!-

-Mezzosangue-

Sto per rispondere, quando una luce improvvisa e una folata di vento, entrambe alle mie spalle, mi zittisce.

Draco solleva immediatamente lo sguardo, socchiudendo le palpebre per l'illuminazione inattesa.

Ma che?

Mi giro di scatto e sono costretta a fare lo stesso: la luce è bianca e davvero forte.

-Mezzosangue-

Sollevo un braccio, per ripararmi leggermente e cercare di guardare oltre, ma è tutto inutile: davanti a me è tutto terribilmente bianco e luminoso.

-Ma... che cos'è?- chiedo a fatica, alzando la voce per farmi sentire da Draco alle mie spalle, dato che il vento continua a soffiare ed ululare.

-Non lo so- mi risponde quasi gridando.

Lentamente la luce inizia a diminuire, permettendomi di notare come non provenga da tutta la parete, come avevo inizialmente pensato, bensì da un punto ben preciso.

Un punto che adesso sta iniziando ad assumere dei contorni ben definiti e che... mi fanno rabbrividire.

-Non di nuovo- mi limito a dire.

-Mezzosangue-

Sento i miei piedi inumidirsi, ma so già di cosa si tratta, man mano che quei contorni diventano più nitidi e la luminosità si abbassa.

Faccio un passo indietro...

Non voglio vedere.

Non voglio vedere cosa c'è a terra.

Sbatto contro Draco.

-Granger- mi ammonisce, ma la sua voce ha il potere di farmi calmare leggermente.

Chiudo gli occhi, respirando a fondo.

-Mezzosangue-

Li riapro, sentendo quella maledetta voce molto più vicina.

Giro la testa di scatto ed eccolo lì: il serpente dorato che striscia nella nostra direzione.

E a terra...

A terra... non c'è più la pietra...

E' tutto... Tutto... Coperto di sangue...

Ingoio, mentre il cuore batte impazzito.

Allungo una mano dietro di me e trovo subito quella di Draco, che la stringe forte.

-Guarda avanti- mi dice subito dopo.

Ed io, leggermente titubante, lo ascolto.

Trattengo il fiato: davanti a noi la scena è cambiata.

-Mezzosangue-

I confini che conosco bene... si sono delineati... e ancora una volta ecco la finestra con i vetri rotti da cui proviene il sangue che si riversa sul pavimento in grandi quantità...

Ma adesso... C'è qualcosa di diverso...

Adesso, oltre quella finestra, non c'è più solo dello spazio vuoto...

E' comparso qualcos'altro...

E quel qualcos'altro è l'ennesima scritta:


"Per aspera ad lucem"


"Attraverso le asperità fino alla luce" traduco involontariamente.

Scarlatta e luminescente si staglia contro lo sfondo bianco, facendo quasi male agli occhi ed infatti sto per distogliere lo sguardo, quando la vedo tremolare.

-Mezzosangue-

Batto le palpebre: ma che sta succedendo?

Ho appena il tempo di pensarlo che ecco che le parole sembrano liquefarsi.

-Draco, lo vedi anche tu?!- chiedo quindi stupita.

-Si- lo sento rispondere.

Si sciolgono velocemente, scendendo verso il basso, ed ho un brivido: adesso somigliano terribilmente al sangue che c'è sul pavimento.

-Mezzosangue-

Il cuore batte sempre più velocemente e, nel momento in cui mi aspetto di vederle fondersi con il sangue sui vetri, ecco che si bloccano.

Sussulto, mentre le vedo risalire e cambiare forma, diventando, molto lentamente, un'unica sfera scarlatta e quasi perfetta.

Si muove ancora: sembra quasi roteare.

E mi rendo effettivamente conto che è proprio così: rotea, creando ben presto un vortice, o meglio, un cerchio, dai cui margini esterni, subito dopo fuoriesce qualcosa...

-Draco... quello è...- dico senza fiato.

Una coda...

Ed una testa...

Tento ancora di fare un passo indietro, ma lui mi trattiene, stringendomi a sé e rinchiudendomi tra le sue braccia.

Davanti a noi... Oltre quella finestra...

Si è appena formato un piccolo... drago.

Un drago scarlatto.

Si staglia nitido contro il resto e inizia muoversi, battendo le ali nello spazio vuoto che lo circonda, "volando" da una parte all'altra.

Ma che sta succedendo?

Che significa?!

-Mezzosangue-

E adesso... La voce del serpente è esattamente davanti a me.

Abbasso lo sguardo e, come al solito, l'ultima cosa che vedo, sono delle zanne affilate.

Sento il mio corpo sobbalzare sul materasso.

-Signorina Granger! Signorina Granger si svegli! La prego!-

Questa voce.

Questa voce appartiene a...

Apro gli occhi di scatto, incrociando immediatamente delle iridi azzurre che mi studiano preoccupate.

Narcissa Malfoy è china su di me e tiene le mani poggiate sulle mie spalle, stringendole saldamente.

Sono tornata.

-Sta bene?!-

-Io... Credo di sì... Perché?!- chiedo confusa, con voce rauca.

Ho la gola completamente asciutta.

-Stava avendo un incubo? Era agitata e sta sudando-

E' vero: mi sento fradicia ed ho ancora il cuore che batte impazzito.

-Io... Non ricordo. Forse si- mento, cercando poi di sollevarmi a sedere e di calmarmi.

Quel drago...

Che sia il drago del libro Noctem?!

E se fosse davvero così?!

Oddio...

Noto immediatamente che fuori è giorno.

-Blaise?- chiedo quindi.

-Dovrebbe arrivare a momenti- mi risponde lei, rimanendo al mio fianco e continuando a studiarmi preoccupata.

Le faccio un cenno con la testa: -Sto bene- le dico subito -Ma...-

-Ma?-

Abbasso lo sguardo, iniziando a sentire la vergogna pervadermi.

-Signora Malfoy... Avrei... Avrei bisogno di un po' d'acqua- dico.

-Oh ma certo!- mi risponde subito, facendo un passo indietro e voltandosi verso la scrivania.

Ma improvvisamente, tutto l'imbarazzo provato fino ad un secondo fa, sparisce.

Sparisce non appena i miei occhi notano un movimento in lontananza.

Anzi no: è più vicino di quanto potessi immaginare.

Sparisce non appena i miei occhi si risollevano, registrando la presenza di qualcun altro qui dentro.

Qualcun altro, la cui vista mi era preclusa per via del corpo e delle vesti di Narcissa.

Qualcuno che non mi sarei mai aspettata di vedere.

O di rivedere, se vogliamo essere precisi.

Perché...

Davanti a me...

Seduto sulla poltrona accanto all'entrata, c'è l'ultima persona che avrei voluto vedere in questo momento.

-Buongiorno- dico irrigidendomi.

E per tutta risposta, ricevo solo un cenno lieve del capo.

Anche la sua postura è rigida, nonostante se ne stia poggiato allo schienale.

-Oh ecco, sì... signorina Granger...- interviene Narcissa e stavolta non me la sento di invitarla a chiamarmi Hermione.

Sposto però lo sguardo su di lei, che sta tornando verso di me con un bicchiere in mano, grata di poter interrompere quel contatto visivo.

-Lucius voleva scambiare quattro chiacchiere con lei, se non le dispiace- continua, tradendo una leggera nota di nervosismo nella voce.

Ed io torno a guardare la persona che ho davanti.

Perché si... quello che ho davanti... non è altro che Lucius Malfoy.





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Spazio Autrice:

MA BUONASERAAAAAAAAAAAA :D SONO TORNATAAAA :D 

Vi sento esultare non preoccupatevi xD

Eccomi qui finalmente :D Dopo... mmm... due o tre settimane? Oddio non ricordo... 

Ad ogni modo, qui ci sono la bellezza di 16 pagine di Word e 10017 caratteri ;) Non sono riuscita a fare di meglio xD Quindi spero siate soddisfatti :D 

Beh, beh, che ne dite?? PIACIUTO?? 

Innanzitutto, le scene Dramione come vi sono sembrate? Draco come vi sembra? Siate sinceri: secondo voi è un'evoluzione coerente con il suo personaggio di base? E di Hermione che ne dite? 

Della sua intuizione?? ;) Secondo voi, Draco riuscirà veramente a leggere il libro Lumen? E che cosa nasconderanno davvero questi due libri? ;) Ditemi la vostra sono curiosa ;) Vi aspettavate che c'entrasse il caso a cui avevano lavorato?? ;) A quanto pare... come vi ripeto da un anno ormai, niente è messo a caso, eh? ;) Scusate, ma, se penso a quante cose ancora scoprirete... xD Credo che davvero verrete a cercarmi xD ahahah Ad ogni modo... Continuando... Vi aspettavate il drago alla fine? Cosa vorrà significare secondo voi? E il serpente? Avete qualche nuova teoria al riguardo? :D Lo so, lo so, al momento sembra tutto un grande e vero e proprio casino, ma lo sapete, io immagino, o meglio, ho sempre visto Lumos come un grande (enorme) cerchio, o forse sarebbe meglio dire più cerchi concatenati tra loro, e fidatevi davvero, quando vi dico, che ogni cosa PRESTO andrà al proprio posto ed ogni cerchio si chiuderà ;) Avete la mia parola <3 

E dato che mi sento particolarmente buona questa sera, vi dico: preparatevi al prossimo capitolo ;) PREPARATEVI PERCHE' CI SARA' UN COLPO DI SCENA... ANZI DUE... Non dico altro ;) 

Vi sembro esaltata? Ehm... Chiedo scusa umilmente... Sono soltanto emozionata perchè finalmente stiamo per giungere alla verità :D STIAMO PER FINIRE *-* E sono emozionata perchè non vedo l'ora di leggere le vostre reazioni *-* A tal proposito, ci tengo a specificare che la lunga attesa per ogni nuovo capitolo di questo ultimo periodo è dovuta non solo al fatto che io abbia praticamente pochissimo tempo ormai (perchè grazie al cielo ho trovato lavoro), ma anche perchè, come sicuramente avrete notato, i capitoli sono più complessi, contengono più informazioni, e devo necessariamente stare attenta ad inserirle tutte, perché se ne dimenticassi anche solo una, andrei a stravolgere ciò che viene dopo. Sono nella classica fase de "E' la storia che mi dice cosa devo scrivere, non sono io a decidere". Credetemi quando vi dico che è davvero così :/ Quindi vi chiedo solo un po' di pazienza in più. Sapete benissimo (soprattutto i miei lettori più vecchi) che ho sempre aggiornato Lumos con regolarità, una volta a settimana e per un periodo anche due, quindi non dubitate che io non mi stia impegnando al massimo o che abbia poco interesse nel concludere questa mia creatura. E' tutto il contrario. 

Ok... Scusatemi ancora per questo spazio autrice versione papiro, ma volevo comunicare un po' con voi stasera <3 Vi ringrazio davvero tutti, uno per uno, dai lettori più "antichi" ai nuovi arrivati, per il sostegno che mi dimostrate ogni giorno *-* Grazie per i voti, i commenti e le visualizzazioni al capitolo precedente; do come al solito il benvenuto ai nuovi lettori *-* E ci tengo a ringraziare tutti quanti per i bellissimi commenti che ogni giorno mi lasciate :D Chiedo scusa se non riesco a rispondere sempre, ma sappiate comunque che vi leggo :D Vi ringrazio anche per il sostegno che mi date *-* Il vostro affetto è qualcosa di inimmaginabile per me *-* Grazie per i messaggi in bacheca, in privato, i commenti su Instagram e i messaggi in direct *-* Grazie per il vostro follow e grazie per ogni passaparola che avete fatto e che continuerete a fare *-* E scusate se ultimamente sono un'autrice cattiva che vi abbandona per più di due settimane :'( 

Stasera sto diventando sdolcinata o.O AIUTO XD

Sarà meglio andare a dormire ;) (Naaa... meglio scrivere xD)

Vi abbandono e vi do appuntamento al prossimo capitolo che spero di far arrivare presto *-* :D

Mi raccomando fatemi sapere cosa pensate, se avete critiche, consigli o qualsiasi altra cosa da dirmi :D Per me è importante, lo sapete :*

Stay Tuned :*

Iron9208 (Arlen)

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