Capitolo 27

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Lo guardavo, era li proprio di fronte a me. Il mio cuore iniziò di nuovo a battere, a far sentire fortemente la sua presenza. Le mie gambe erano molli e tremavano a stento riuscivo a tenermi in piedi.

Paolo, il suo è il nome che dentro si sè contiene l'amore.

Avevo ignorato i suoi messaggi, le sue chiamate, tutto questo per il desiderio che lui sparisse dalla mia vita.
Avrei voluto che fosse solamente un piccolo ricordo da conservare, una delle tante sfumature della mia esistenza, un dettaglio, quel quasi nulla, quel piccolo granello, un niente quasi: ma quando i miei occhi inciamparono nuovamente nei suoi capii che quel "quasi nulla" sarebbe diventato il tutto, il bene e il male, l'amore e l'odio, il sentimento, la passione, il desiderio.

Una passione che distrugge, un amore che annienta, ma una vita che risveglia. Il tutto e il nulla.

Non dissi niente, lo guardavo in attesa che pronunciasse almeno una parola, ma lui non faceva altro che continuare a guardarmi, a farmi sentire ancora più fragile.

"Stai bene?" le sue parole uscirono di getto dalla sua bocca delineata.
"Cosa vuoi Paolo?" domandai in modo scontroso e cercando di trovare tutta la forza che mi era rimasta per non scoppiare di nuovo a piangere.
"Voglio sapere se stai bene, perché a me questo interessa." disse con il suo solito tono dolce e guardandomi dritta negli occhi.
"Si sto bene ora puoi andartene" continuai, cercando di chiudergli la porta in faccia per farlo andare via, ma la sua mano fu più pronta della mia e la mise sopra la porta spingendola nuovamente indietro e facendomi indietreggiare. Entrò dentro casa senza dir nulla e si mise di fronte a me chiudendo la porta di scatto.
"Non puoi mandarmi via" disse in tono autoritario.
"È casa mia, sono ancora in grado di decidere chi far entrare o meno, quindi visto che la tua presenza non è gradita, vattene." risposi gettando fuori quelle parole con tutta la rabbia possibile mentre il mio cuore urlava disperatamente un resta.
"Beatrice, a me dispiace." disse continuando sempre a guardarmi negli occhi e facendomi sentire sempre più fragile.
"Si anche a me dispiace Paolo." gli risposi buttando giù la mia maschera, mostrandomi come un velo bianco, come una donna affetta da un amore non corrisposto.
"Beatrice, per te provo cose molto particolari, emozioni che erano state sepolte per troppo tempo. Mi hai fatto rinascere, mi hai risvegliato, hai fatto tornare in me la forza. Io sono confuso, ho provato amore e questo è stato gettato in un angolo polveroso come se fosse nulla." disse cercando di avvicinarsi sempre di più a me, ma io mi scansai indietreggiando.
"Sei tu che ora stai gettando il mio di amore in un angolo polveroso come se fosse nulla. Sei tu che ora mi stai lasciando in disparte cercando gli occhi della donna che ti ha abbandonato. Sei tu che ora mi stai facendo esplodere dentro, sei tu la persona che amo." gli dissi mentre delle leggere lacrime uscirono dai miei occhi, attraversando il mio viso.
"Mi dispiace per averti fatto così tanto del male, per essere andato da lei lasciandoti sola. Io ti voglio Bea, ti desiderio più di ogni altra donna, ma non è amore, non lo so cosa sia, con te tutto è diverso." disse avvicinandosi al mio viso e prendendolo fra le sue mani.
Le sue labbra si trovarono vicino alle mie, sentivo il suo respiro, ci guardammo negli occhi, ed il mio cuore batteva così forte che il suo battito era quasi udibile, sentivo una stretta allo stomaco e un nodo in gola.
"Ti voglio Bea" sussurrò e le sue labbra si posarono sulle mie ed io mi abbandonai a quel bacio desiderato, passionale di quelli che ti prende l'anima, un bacio che aveva il sapore di un addio.
Feci cenno al mio buon senso e mi feci indietro, staccandomi immediatamente.
"Paolo, vai via per favore." dissi mostrando un tono calmo e controllato.
"Perché? Sai bene quanto vuoi che io resti, perché anche se sai che non ti amo mi desideri si vede dai tuoi occhi e dal tuo corpo." disse rivelando sempre il tono autoritario e controllato che aveva sempre avuto.
"Vattene" urlai.
Lui non stette a sentire e mi prese fra le sue braccia stringendomi forte e baciandomi nuovamente. Cercai di togliermi ma fu tutto inutile, lui era troppo forte.
"Smettila" urlai "vattene".
Lui lasciò la presa e si fece serio di nuovo.
"Beatrice, impazzisco se so che non mi vuoi, mi fai andare fuori di testa, perdo il controllo. Voglio che tu sia solo mia, che non mi respinga." disse alzando leggermente il tono.
"Per favore lasciami sola" dissi con tono calmo cercando di rimettere a posto il mio cuore frantumato.
"Non lo sarai mai, io sarò sempre nel tuo cuore perché so cosa significa amare" disse lui avvicinandosi alla porta per andarsene.
Non dissi nulla, l'unica cosa che feci fu aprire quella porta e lasciarlo andare via dalla mia casa e forse anche dalla mia stessa vita.

I nostri occhi si smisero di guardare, ma il mio cuore continuava a battere e ad ardere d' amore.

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