Prologo (parte 2)

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Ormai i gattini avevano quasi un anno: i maschi erano sani, forti e meravigliosi; Grace, invece, era rimasta piccola, magra e debole. Ma in ogni caso non fu mai esente dallo svolgere tutti i compiti in quel "clan". Non credo si possa definire tale, dopo un anno erano ancora solo loro sette. Ma intanto, occupavano una parte del vecchio territorio del Deathclan. Quello spazio, forse il territorio più ampio dell'intero ShadowWood non era stato reclamato da nessun clan, nessuno. PineScent diceva sempre che era perché erano tutti dei codardi, che avevano paura di un'eventuale guerra e che erano troppo deboli. Ma la verità era un'altra: tutti avevano rispetto di quel luogo, il luogo dove era sorto e caduto il più grande clan mai esistito, il più forte e crudele; e tutti avevano già capito che quel luogo era maledetto. Ma PineScent non aveva la capacità di comprenderlo e decise di insediare il suo "clan" proprio lì.

Quel giorno, per una volta, Grace si stava riposando: si era fatta male ad una zampina, cadendoci pesantemente durante un allenamento con suo padre ed i suoi fratelli. Loro le avevano detto di rialzarsi e non frignare. Ma quando lei non ci riuscì e la zampa si piegò in modo innaturale, le concessero un paio di giorni di riposo. Così, lei, si stava godendo l'aria tiepida sotto l'ombra di un alberello. Il sole stava ormai tramontando, ed il cielo si tingeva di rosato, sfumando piano nel violetto. Grace inspirò a fondo, godendosi quel meraviglioso momento.

Dall'altra parte del campo, il resto i fratelli si stava consultando su qualcosa. ClearSky gnaulò un po', non del tutto convinto, ma un ruggito di Perfect e RockBack lo misero a tacere. Così, dopo il piccolo litigio, alla fine della consultazione, tutti i fratelli annuirono, allontanandosi piano, senza farsi sentire dai genitori.

-Grace, Grace! Svegliati quando ti chiamo!- la voce seccata di Perfect le fece aprire gli occhi. Sollevò piano le palpebre e rivolse ai fratelli un dolce sorriso:

-fratellone! Dimmi, c'è qualche problema? È successo qualcosa?-

-sta' zitta e alzati. abbiamo una missione- Grace si stiracchiò e cercò di alzarsi lentamente, ma RockBack l'afferrò dalla collottola e la costrinse bruscamente sulle zampe. I cinque fratelli si incamminarono verso la foresta, nella parte più interna. Grace cercava di fare domande, ma veniva sempre zittita con un ringhio o un morso. Non fecero molta strada, era già buio, ma il soriano decise che era abbastanza. Aveva gli occhi un po' lucidi, ma la gattina bianca pensò che fosse solo la luce delle flebili stelle a far sembrare i suoi occhi così brillanti. PrideStone guardò gli alberi e ne scelse uno molto alto e disse:

-credo che questo vada bene. Saliamo- iniziarono tutti ad arrampicarsi, ma Grace non ci riusciva per la zampa infortunata. Così, ClearSky l'afferrò dalla collottola (anche quella dolorante) e la portò sull'albero con sé. Arrivarono praticamente in cima all'albero, che già svettava sulla foresta: era uno spettacolo meraviglioso: sopra di lei poteva vedere il cielo stellato, limpido e perfetto; non molto lontano, le luci della città, che le cancellavano. Camminò attentamente sul ramo dove l'avevano portata, ammirando le luci e facendo attenzione a non cadere

-fratelloni- disse sognante –è... è stupendo!-

-ti piace?- chiese ClearSky, sistemandosi il ciuffetto e ghignando –questo spettacolo è per te- gli occhi di Grace riflettevano le stelle mentre li guardava

-auguri, Grace- disse Perfect, per la prima volta forse, sorridendole. Lei lo guardò un po' confusa

-ma oggi... oggi non è il nostro compleanno-

-lo so.- il gatto zampettò sui rami, i fratelli la circondavano. Le avevano fatto una sorpresa? Forse per ringraziarla di tutto quello che aveva fatto! – Grace, sai perché ti abbiamo voluto portare qui? Perché tutto questo?- sorrideva dolce, ora, notò, gli occhi erano ancora più lucidi

-perché, fratellone Perfect?- lui chinò la testa, e vide la sua schiena alzarsi e abbassarsi, come se stesse singhiozzando. –fratellone? P-perché piangi?- le si avvicinò preoccupata e Perfect alzò la testa di scatto: non stava piangendo, ma ridendo

-O Moira amato! Io, piangere? Per te?! ma che stai dicendo!-

-Grace- la chiamò RockBack, anche lui sorrideva debolmente –dobbiamo tutti dirti una cosa- il cerchio dei fratelli si chiuse intorno a lei, minaccioso –te ne devi andare, Grace. Andare via. Sei solo un peso per tutti noi-

-e lo sai perché?- chiese PrideStone

-perché tu...- e tutti insieme completarono la frase, ruggendole minacciosi:

-NON SARESTI MAI DOVUTA NASCERE!-

Loro non lo sentirono, ma nessuno lo sentì: un suono leggero, inudibile. Come un artiglio silenzioso che tagliava la neve. Quel suono inesistente echeggiò silenzioso nella foresta.

-f-fratelloni ma... ma cosa dite?- chiese la micina, disperata: no... non era vero!

-è così! Solo noi dovevamo nascere, ma poi sei nata anche tu!-

-e... e allora? S-si lo so che la mamma si aspettava solo quattro cuccioli m-ma...!- Perfect le graffiò la guancia, in profondità –Perfect....-

-MA NON TI VOLEVANO! Tu non dovevi nascere! Loro non volevano un disgustosa gatta come te!-

-ma non potevano certo farti fuori, no?- fece RockBack, annoiato –insomma... avremmo perso tutto il rispetto degli altri clan- quale rispetto? Nessuno sapeva della loro esistenza! –e così ti abbiamo dovuta tenere-

-sei sempre stata lenta, incapace, non facevi mai niente!- iniziò PrideStone –ma i nostri buonissimi genitori non ti hanno mai cacciata via. Eppure soffrivano! Ogni volta che non li sentivi, parlavano di quanto inutile eri tu!-

-e noi, che li amiamo, abbiamo deciso di fare una... cosina- fece ClearSky, leccandosi le labbra –farà male solo per un po' Grace... credimi!- tirarono tutti fuori gli artigli

-fratelloni! Vi prego! Non potete farlo! Io.. io...- voleva scappare, ma con quella zampa, non poteva. Finì la frase sussurrando –sono la vostra sorellina... vi ho donato il mio cuore...- ma non la sentirono e senza cuore, iniziarono ad affondare artigli e zanne nella sua carne, tranciando la pelle. Dissero molte altre cose, che lei non sentì, sopraffatta dal dolore. Un odore familiare le arrivò nelle narici: i suoi genitori! Erano sotto l'albero! Sentiva anche l'odore di sangue, ma credeva fosse il suo. Magari, se avesse gridato, PIneScent e FlowerBouquet l'avrebbero salvata! Ma loro non sembravano sentirla. Uno dei suoi fratelli la lanciò con la schiena che sbatté contro un ramo, sarebbe caduta da un momento all'altro. I fratelli lasciarono passare Perfect, che si avvicinò a lei seccato e minaccioso –t-ti prego fratellone... non... non è vero che non mi vogliono... mi... mi hanno chiamata Grace!-

-oh... lo pensi davvero?- Perfect si chinò su di lei –la vuoi sapere un'altra cosa? Un'altra cosa che sappiamo solo noi: a te mamma e papà non l'hanno mai detto. Vedi... il tuo nome è solo un diminutivo- gli occhi della micina di spalancarono dal terrore –il tuo vero nome è ...DISGRACE!!!- Perfect le si stava per avventare addosso, ma lei, riuscì a graffiarlo, poco sopra lo zigomo. Il gatto ruggì di sorpresa e dolore, ma reagì buttandola giù dal ramo con una zampata. Tutti i fratelli gli si misero accanto, per vederla precipitare, e sussurrarono

-addio, Disgrace- i suoi occhi restarono socchiusi, i suoi arti come paralizzati. Non voleva cercare di atterrare e salvarsi. Non voleva più niente. Cadde dall'albero come un bocciolo bianco mai fiorito. No, cadde

-...come una stella...- disse qualcuno

Ma lei non lo sentì. Sbatté sulla terra dura e fredda con l'angolo della testa, l'impatto fu fortissimo, quasi ruppe il cranio. Dopo l'urto, il corpo cadde floscio, di schiena. Si inzuppò in qualcosa di caldo, liquido, viscido e buonissimo. Con vista annebbiata, riuscì a scorgere qualcosa: un soriano era non troppo lontano da lei, era PineScent, ed era morto. Vide qualcuno buttare a terra, nella pozza di sangue un corpo elegante, per lo più bianco, dopo aver dato un altro taglio netto alla gola. FlowerBouquet, anche lei, era morta. Ora lo sentiva, quel suono inudibile, quell'artiglio silenzioso: era una figura grigia un occhio coperto, l'altro estremamente luminoso. Accanto alla figura ve ne comparve un'altra, nera, indistinguibile, due occhi fiammeggiavano sul lavoro compiuto dall'altra, i due si leccarono la testa. Disgrace allora, sussurrò piano, a sé stessa, vedendo le tenebre oscurarle la vista

-ad-d-io Di-s-Gra-ce- gli occhi si chiusero e l'oscurità l'inghiottì. Il caldo misto di sangue la abbracciava. Le due figure si avvicinarono, e una, con voce femminile, parlò terrorizzata

-OMoira amato.... Blood! A-avevano una figlia! Cosa abbiamo fatto?-

-io... io non credevo avessero figli...-

-f-forse ci ha visto e... e ha deciso di suicidarsi...- qualcuno accarezzò la testa sfregiata ed inerme della piccola.

–è morta, Blood-

***

*Author's Note*

Sono riuscita a pubblicare prima, come avrete letto; spero che il prologo vi sia piaciuto!

Credo abbiate capito chi siano le due figure ma... bhe, la storia avrà davvero inizio solo nel prossimo capitolo

Ma stavolta niente sconti! Dovrete aspettare la prossima settimana!

Spero vi sia piaciuto! E grazie per i meravigliosi commenti

Sempre Vostra,

MoonScythe-shi


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