7 - Mr. Beagles, Jes e Scottie: mi ami ancora?

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Sette anni dopo

Benjamin

"Amore scendi immediatamente da lì! Benjamin aiutami!"

Ero appena rientrato ma le urla isteriche di Federico, che nel frattempo era diventato mio marito, mi avevano subito messo in allerta e fatto lasciare la borsa della spesa per terra. "Che succede?" Seguendo il suono della sua voce mi ero diretto in giardino con Mr. Beagles, il nostro golden, che mi zampettava dietro con curiosità.

"Succede che tuo figlio si è arrampicato sopra quel ramo! Ecco che succede!" aveva gridato agitato guardandomi con gli occhi striati di panico e una mano tra i capelli chiari.

"Fede stai calmo altrimenti agiterai ancora di più Jes." l'avevo avvisato per poi cercare con lo sguardo il ciuffo biondo di mio figlio, comodamente seduto su un ramo con il nostro gatto sulle ginocchia: non era salito molto in alto, ma se fosse caduto da quell'altezza avrebbe potuto farsi male sul serio. "Ehi piccoletto! Che ci fai lassù?"

Nostro figlio, che era entrato nelle nostre vite grazie all'inseminazione artificiale, aveva dimostrato fin da subito un quoziente intellettivo superiore alla norma e spesso e volentieri aveva iniziative di quel genere: il casino era che, pur sbagliando, sapeva anche dare risposte semplici ed efficaci che nemmeno un adulto avrebbe potuto formulare.

"Scottie non voleva scendere pa' e quindi sono salito a prenderlo." Ecco, appunto.

"Amore sarebbe bastato chiedere a noi due, non credi? Comunque adesso che l'hai preso puoi scendere per favore?" Il silenzio che aveva accolto quella richiesta mi aveva fatto aggrottare la fronte: Jes era sempre stato un ragazzino molto sensibile, oltre che intelligente, ma difficilmente ci aveva escluso. Qualcosa non andava. "Ok arrivo, resta lì."

Ma prima che potessi fare un solo passo le dita di Federico si erano chiuse intorno al mio polso in una stretta ferrea. "Sei impazzito?! Che vuoi fare Ben?!"

"Fidati di me amore ok? So quello che faccio."

Una frazione di secondo dopo mio marito aveva annuito per poi lasciarmi andare. "Ok ma fa attenzione ok?"

"Tranquillo biondino, due secondi e saremo da te, promesso." gli avevo risposto dandogli un leggero bacio a stampo. Qualche graffio di ramo e imprecazione dopo avevo raggiunto mio figlio senza, però, azzardarmi a sedermi: volevo che fosse tranquillo, non metterlo in pericolo. "Allora amore vuoi dirmi quello che ti preoccupa? E non mentirmi: sai che ti conosco bene! Sono oppure no, quello che ti cambiava i pannolini, quando tu nemmeno sapevi parlare?"

Un'occhiata verde, tinta di divertimento, e uno sbuffo mi avevano raggiunto ma non erano riusciti a nascondere la risata divertita di mio figlio. "Allora? Finché non parli starò qui con te anche se sembro una specie di koala." l'avevo avvisato tenendomi stretto al tronco.

"Ecco... Stamani vi ho sentito parlare in camera: davvero volete avere un altro bambino?"

Quella domanda diretta mi colse totalmente alla sprovvista ma avrei dovuto aspettarmelo: Jes era un ragazzino sveglio che amava andare al punto della questione. Sempre. "Per te sarebbe un problema?"

Un'occhiata indecifrabile, striata d'azzurro, mi aveva raggiunto. "Dipende."

"Da cosa, se posso sapere?"

Ancora un piccolo silenzio poi la verità. "Continuerete ad amarmi come ora, anche se ci sarà qualcun altro che chiederà le vostre attenzioni?"

L'insicurezza presente nella sua voce e il fatto che Jes non mi guardasse nemmeno, mi fecero stringere il cuore; tra poco io e Federico avremmo festeggiato otto anni di matrimonio e pensare di avere altri figli ci era venuto naturale.
"Amore guardami." gli avevo dolcemente ordinato mettendogli due dita sotto il mento cercando di non cadere "Ecco così, bravo: io e papà Dede stavamo solo valutando l'idea di avere un altro bambino oppure no per non farti crescere da solo, ma non abbiamo ancora deciso nulla e di certo prima ne avremo parlato con te Jes. Visto che ci siamo che ne pensi?" Sapevo quanto fosse importante quella conversazione e lo sapeva anche Federico che ci osservava dal basso in silenzio.

"Potrò continuare a dormire con voi se c'è un temporale?"

"Certo che sì!" avevo esclamato confuso.

"E il mio posto a tavola resterà sempre lo stesso?"

"Sì." avevo confermato, capendo il perché di quella piccola crisi.

"E tu e papà Dede continuerete a venire sulla spiaggia con me e Mr. Beagles la domenica mattina?"

"Certo che lo faremo Jes! Avere un fratellino o sorellina non ti priverà di queste cose, anzi, ti darà altra gioia; promesso amore. Ora che ne dici se scendiamo e magari ne parliamo tutti insieme? Papà Dede non sa quello che ci diciamo quassù ed è preoccupato che tu possa farti male: vieni qui e abbracciami; vi porterò giù entrambi." In silenzio mio figlio si era fatto spazio tra i rami per poi raggiungermi con Scottie e stringermi forte: sentire il suo piccolo corpicino contro il mio mi fece sospirare sollevato, ma solo quando mi baciò sulla guancia sorrisi. "Ti voglio bene pà."

"Anch'io tesoro reggiti forte, ok?" Con attenzione scesi appoggiandomi ai vari rami che avevo memorizzato nella salita per poi toccare finalmente il soffice manto erboso: immediatamente Federico corse ad abbracciarci. "Ero così preoccupato Jes! Non farlo mai più, ok?" Un lieve cenno d'assenso aveva anticipato mio figlio tra le braccia di Federico che d'istinto lo strinse a sé, una mano dietro la nuca e l'altra sulla schiena, per poi sussurrargli parole dolci e confortanti, mentre Jes gli chiedeva scusa a voce bassa.

Nostro figlio, oltre che essere speciale, aveva un rapporto diverso con ognuno di noi: se con me si apriva, imparava e giocava, con Federico diventava dolce come un piccolo panda ma anche dispettoso. Ormai avevo perso il conto delle baruffe che facevano ma anche dei dolci momenti in cui li beccavo a farsi le coccole sul divano, oppure addormentati nel letto di Jes.

Scegliere la strada dell'inseminazione artificiale ci aveva fatto conoscere Kelly che ci aveva regalato la cosa più bella della mia vita; Jes. "Ragazzi che ne dite di andare dentro e preparare la nostra cioccolata calda alla cannella? Staremo più comodi."

Quel pomeriggio ci osservò parlare del nostro futuro e soffiare via le preoccupazioni dal cielo di nostro figlio che, finalmente, tornò ad essere quello di sempre.
"A che pensi Ben?"
Il sussurro di Federico contro il collo mi aveva fatto sorridere: erano le due di notte, Jes dormiva nella stanza accanto e Scottie e Mr. Beagles erano acciambellati ai piedi del nostro letto. Tutto regolare insomma. "Se ti dicessi a nulla mi crederesti?"

"No, parla." mi aveva risposto prima di lasciarmi un dolce bacio dietro la nuca: durante quegli anni passati insieme avevo osservato Federico entrare in confidenza con la sua nuova essenza maschile e accettarsi così com'era; l'incantesimo di Zayn aveva cancellato del tutto la sua vita di ragazza consentendogli di rinascere come uomo. Inoltre Fede era diventato uno scrittore di successo raccontando la sua storia che in molti credevano essere un'opera di fantasia; se solo avessero saputo!

Io invece avevo rilevato "Klaus" il bar dove lavoravo e ne ero diventato il proprietario aprendo poi altre due sedi a San José: gli affari andavano alla grande per entrambi e desiderare di allargare la famiglia era stato naturale. "Pensavo a quanta strada abbiamo fatto per arrivare qui e a come sono felice." gli avevo rivelato per poi intrecciare le nostre dita e far tintinnare le fedi "E tu? Perché sei sveglio?"

"Sai che non dormo se prima non lo fai tu; inoltre stasera ho ricevuto poche coccole."

"Stai scherzando Fede?" gli avevo chiesto stupito prima di voltarmi e cercare il suo sguardo nella penombra "Oltre le solite che ti faccio sempe, ti ho anche ceduto la mia parte del letto e sussurrato a bassa voce tre pagine di "Cinquanta sfumature di grigio"; ho dimenticato qualcosa forse amore?"

Un bacio sul naso, seguito da dolci carezze tra i capelli, mi aveva fatto rilassare all'istante. "No e oggi sei stato stupendo con Jes ma il fatto è che non mi basti mai Ben: c'è chi dopo sette anni va in crisi e noi invece stiamo parlando di concepire un altro bambino! Adoro stare con te e il giorno in cui ho scelto di restare un uomo è stato il giorno più importante della mia vita perché mi ha permesso di stare con te." aveva detto tutto d'un fiato mentre mi voltavo per accoglierlo tra le mie braccia.

"Nessun ripensamento?"

"Nessuno amore, ma visto che oggi sei stato così bravo con Jes credo che tu meriti una ricompensa." mi aveva sussurrato prima di baciarmi con passione e intrufolare la mano dentro i miei boxer azzurri.

"Adoro quando prendi l'iniziativa Fede." avevo boccheggiato mentre le carezze di mio marito ed i suoi baci si facevano sempre più incandescenti "Ma sei consapevole che se avremo un altro bambino questi momenti caleranno?" gli avevo chiesto mentre il mio compagno mi faceva voltare sulla schiena per poi leccarmi i capezzoli e scendere verso il basso "Che il tempo per stare insieme sarà poco? Che... oh cazzo, sì!"

Con la testa sepolta tra le mie gambe Federico aveva accolto la mia erezione tra le labbra per poi iniziare succhiare con fare esperto. Ben presto raggiunsi il punto di non ritorno per poi mordermi forte un pugno, mugolare ed esplodere in densi filamenti color miele sulla sua lingua. "Oh cazzo... sei... Dio come ti amo Fede."

Soddisfatto dalla mia resa, mio marito mi aveva coinvolto in un altro bacio bagnato prima di iniziare a stuzzicarmi l'entrata con l'indice. "Ti amo Benjamin e sono certo che finché restiamo insieme ce la faremo; un secondo figlio sarà solo un altro passo in avanti per noi... mh... come sei caldo!" aveva mugolato per poi spingere il suo sesso dentro il mio corpo e farmi gridare di piacere.

"A-ah!"

"Shh Ben! Non svegliare Jes altrimenti dovremo fermarci tesoro... mh... Se dovessimo avere un altro figlio mia madre... a-ah... si è offerta di venire a stare nella dependance finché sarà piccolo..." mi aveva rivelato per poi prendere un ritmo sempre più costante e intenso, "Oddio sì!".

Il miagolio infastidito di Scottie, seguito dalle zampe di Mr. Beagles sul pavimento, ci fece ridacchiare ma ormai ci eravamo spinti troppo in la per fermarci.

Man mano che le spinte aumentavano l'eccitazione cresceva: la voglia di venire di nuovo, unita a quella di sentire il suo seme riempirmi, mi fece allacciare le gambe dietro la sua schiena per poi cercagli la lingua che subito rispose al mio assalto erotico. "Ti amo Fede... ti amo." Colpo dopo colpo il secondo orgasmo ci colse all'improvviso facendoci crollare uno nelle braccia dell'altro felici, innamorati e soddisfatti.

Dopo aver strofinato il naso contro il suo collo avevo sorriso: "Il nostro bambino si chiamerà Sam, avrà il tuo carattere e la tua bellezza Federico."

"Così come la tua forza e unicità Benjamin... Davvero lo vuoi fare? Ne sei certo?" mi aveva chiesto scrutandomi con attenzione.

Sapevo che la mia risposta avrebbe cambiato per sempre le nostre vite ma ero pronto; prontissimo a dire il vero. "Sì amore; come hai detto tu finché resteremo insieme ce la faremo." gli avevo ricordato prima di ribaltare le posizioni e spingerlo sulla schiena. "Ma adesso... Che ne dici di mettere in pratica le pagine che ti ho letto stasera?"

Un gemito d'anticipazione era rotolato tra i nostri petti uniti mentre la mia mano apriva un cassetto per afferrare i foulard di seta. "Fammi quello che vuoi Ben, mi fido di te." Bastò quello a innescare la nostra passione composta di strisce di seta legate intorno ai polsi e giochi proibiti sotto le lenzuola: con il passare del tempo Federico aveva realizzato ogni fantasia sessuale con me e lasciato emergere del tutto il suo desiderio di essere dominato mentre facevamo l'amore.
Certo, capitava che accadesse anche il contrario, ma il più delle volte era lui che mi cedeva le redini del comando e io ero ben felice di esaudire i suoi desideri.

Quando volevamo concederci una serata un po' più spinta - con tanto di pizzi, manette e giochi erotici - Jes dormiva dai nonni con Mr. Beagles: essere due genitori non ci aveva fatto scordare l'importanza di avere una sana intimità. Durante quei sette anni di matrimonio la passione e la complicità, unite all'amore che ci legava, ci avevano visti donarci l'uno all'altro senza riserve o inutili tabù e anche tenere accesa la fiamma della passione.

Il mattino dopo, quando i primi raggi del mattino avevano fatto capolino tra le tende, avevo stretto a me il corpo caldo e profumato di Federico: erano solo le otto ma sapevo che di lì a poco tutto il resto della famiglia - cani e gatti compresi - si sarebbe svegliato, però niente avrebbe fatto saltare il mio buongiorno a mio marito.

"Buongiorno tesoro." Tocchi delicati e leggeri erano finiti sulla sua erezione mattutina che già stava reagendo al mio calore.

"Mh... Ben... è già l'ora di portare Mr. Beagles fuori e Jes a scuola?"

"No, tranquillo, ti ho svegliato prima: abbiamo venti minuti prima che si scateni l'Inferno, non sprechiamoli."

Angolo Autrice:

Continuo?

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