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                       HERMIONE

Sono passati già tre mesi.
Tre mesi da quell'incidente.
Il mio migliore amico è morto tre mesi fa.

Io e Draco l'abbiamo buttato dalla torre di Astronomia, per far svanire ogni sospetto su di me.
In realtà, quando è caduto, la McGrannit ha visto Draco.
L'ha convocato e si è preso la colpa.
Ed ora è ad Azkaban. Con i suoi genitori. Per colpa mia.

Ginny continuava a dare la colpa a me. E l'hanno rinchiusa al San Mungo, sezione psichiatrica. Solo per colpa mia.

La signora Weasley quando ha saputo dei suoi due figli ha avuto un attacco isterico, ed è finita all'ospedale per due settimane, ma fortunatamente ora sta bene. Continua a piangere disperata, e la capisco.

Solo colpa mia.

Seriamente, ora vorrei essere nei panni di Ron.

L'unico che mi è rimasto è Harry, il solo che sa quello che è successo veramente e con cui ormai passo ogni pomeriggio.
Avrei voluto continuare a dare ripetizioni a Draco, infatti ogni giovedì mi ricordo questo evento. Un evento che ora mi è rimasto impresso nei sogni, che si trasformano incubi. Ogni notte rivivo quello che è successo quei due giorni. Il cui secondo, quel venerdì, il più brutto della mia vita. Prima uno scontro con Voldemort in cui rischiavo di lasciarci le penne e poi..... tutto il resto.

Tra poco arriva Harry.

                          HARRY

Oggi vado di nuovo da Herm.
Come sempre del resto.
Apro la porta e la vedo come sempre piangere sul suo letto, a faccia in giù.
<Hermione....... non piangere. Ne abbiamo già parlato abbastanza. Hai sofferto troppo e ti dispiace.>
Visto che non smette di piangere mi avvicino a lei, sedendomi sul letto.
Le accarezzo la testa per un pò di minuti, e pian piano si calma.

Dopo un pò di tempo alza la testa: ha le occhiaie, i capelli scompigliati e l'espressione di chi vuole solo un abbraccio. Perciò l'abbraccio. Un abbraccio lungo, forte e più potente di mille parole.

<Harry, basta. Basta piangere. Basta soffrire. Basta, basta, basta tutto. Io voglio farla finita. Mi sono stancata. È proprio vero che la morte si sconta vivendo. Ma non la posso più aspettare: ho sofferto abbastanza. Ti prego. Fallo tu.>

Ho perfettamente capito quello che intende.
Ma non voglio perdere anche lei. Non voglio rimanere da solo, senza amici, senza niente. Senza il trio che è sempre stato presente.
Ma ormai è andata. Il trio è finito, e un duo mi farebbe soffrire troppo.

Con le lacrime agli occhi, prendo la mia bacchetta e trasformo il libro di pozioni sul comodino in un pugnale.
Non ho la forza di parlare.
Io non sono un assassino, ma è una mia amica. Me lo chiede con tutto il suo cuore.

<Hermione...... io ti voglio bene. E non ti dimenticherò mai.>
<Neanch'io Harry. Tu sei stato una delle migliori persone che abbia mai conosciuto. L'unica cosa che non vorrei è che poi tu ti prenda la colpa. E che finisca anche tu ad Azkaban, come Draco. Non voglio che per colpa mia finisca così, come per gli altri.>
<Hermione neanch'io voglio questo> dico con le lacrime che mi rigano il volto <Non lo voglio. Ti prego, rimaniamo insieme. Non voglio rimanere da solo per tutta la mia vita.  A rimpiangere questi maledetti giorni che hanno rotto il nostro legame. Ti prego: rimani.>
A queste parole lei mi salta addosso e mi abbraccia fortissimo, quasi a non farmi respirare.
<Harry, facciamo qualcosa. Ripariamo questa situazione. Usiamo...> e si avvicina al mio orecchio <la Necromanzia......>
A quelle parole salto per lo spavento. La Necromanzia?!?!? Non solo è pericolosissima, ma è anche impossibile. Nessuno ci è mai riuscito. Se fosse esistita, a quest'ora avrei i miei genitori ad aspettarmi a casa per le vacanza natalizie.
<Herm, sei pazza? Cioè, sei in preda al dolore e ti capisco, ma non ti sembra di esagerare? Nel senso, riportare Ron in vita?> dico quasi gridando.

Il pugnale è ancora sul letto dove l'avevo lasciato. Siccome non me ne accorgo mi pungo.

<Si Harry. Tra poco il nostro Ron sarà di nuovo in vita. Ma dovremo cercare di comuncare con lui. Gli scriverò una lettera. E..... conosco una persona che mi aiuterà con l'incantesimo.>
Detto questo sfoggia un sorriso a trentadue denti e mi invita ad uscire.

Boh, sono strane le ragazze. Soprattutto quelle in crisi.

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