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DRACO

Le dieci di sera. Da stamattina quando è morto Potter mi è venuta a trovare solo Hermione. Lei era venuta per l'amico, io le ho solo parlato. Tutti quanti erano venuti a vedere Potter disteso nel letto, il bambino sopravvissuto ucciso. A me lanciavano solo occhiate. Ecco cosa si prova ad essere una nullità. Finalmente ho provato questo senso di vuoto.

<Professore, sa anche quello che è successo, vero?> parla una voce che mi fa sobbalzare. Io d'istinto spengo la luce e mi metto sotto le coperte.
La porta da socchiusa si apre.
<Si, purtroppo.> risponde il professor Vitious.
<Che la guerra non è terminata.> prosegue Lumacorno.
<Per essere morto Harry Potter, l'assassino è un mangiamorte che si sarà vendicato. Dovuto anche alla recente evasione di massa. E tutto è cominciato di lì.>
<Minerva, dovremmo dirlo?> chide Lumacorno indicando verso di me. O almeno, so che sta indicando me perchè sono l'unica persona viva in questa stanza.
<Per ora no. Andrebbe di matto. Sappiamo quanto tiene alla madre e sappiamo anche che è perchè lei non fosse uccisa che è diventato uno di loro. Ma penso.... che per il ragazzo questo sacrificio sia stato vano.>

Mamma? Cosa è successo a mia madre?

<Minerva, deve affrontare il presente. Sua madre è morta e non glielo vogliamo dire? Per la sua reazione? Lo scoprirebbe comunque e darebbe di matto!> esclama Vitious.

Mia madre.... è..... morta?!?!

Le lacrime mi scendono sulle guance. Ma non voglio sembrare neanche a me stesso un debole.
<Cosa è successo a mia madre?> mi lascio sfuggire, ma quando mi accorgo di aver parlato è troppo tardi.
<Oh cielo!> esclama la McGrannit.<Mi.... mi.... dispiace non averlo detto subito.... ma...> intanto la preside si era seduta alla punta del letto. Io guardo i tre professori con disprezzo e poi mi alzo, scappando dall'infermeria.

MINERVA MCGRANNIT

<Mi spiace che l'abbia saputo così. Colpa mia.>
<Infondo perchè non biasimarlo. Teneva alla madre. Lasciamo che si sfoghi.> dico ai professori.
In quanto preside devo tenere d'occhio gli studenti, e non lasciarli girovagare di notte. Soprattutto se sono ancora in punizione. Ma per oggi farò un eccezione.

HERMIONE

<Allora ragazzi, sono le dieci di sera, siamo qui da questo pomeriggio e in biblioteca non è ancora venuta anima viva? Menomale che abbiamo trovato cosa fare, sarei impazzita.> esclama Astoria.
<Zitta, sorellina, è ovvio che qua non viene nessuno. Solo la qui presente Hermione vive qua dentro. E non penso che abbia qualcosa per salvarci.>

.............Ma certo! Perchè non ci ho pensato subito!
Il mio volto si illumina, e i Serpeverde se ne accorgono.
<Ti è venuto in mente qualcosa, vero?> mi chiede Daphne, rimangiandosi le parole dette prima.
<Si! Mille volte si! Leggevo un libro la settimana scorsa, che parlava dei passaggi segreti di Hogwarts. E ce n'è uno.... proprio qui in biblioteca!> esclamo, e faccio segno agli altri di seguirmi. <Proprio nel reparto proibito...... QUI, ECCO!> dico emozionatissima.

<Ma....è strettissimo!> esclama Nott.
<Ma che hai da dire, Theodore! Qua ci entriamo eccome!> esclama Astoria.
È ovvio che ci entra, è magra come uno stecchino!
<Grazie, Granger.>
<Ma cosa.... aspetta... CHE?>
<Lascia perdere.>
Ok......

Entriamo nel condotto uno dopo l'altro, io per prima a guidare la fila.
OVVIAMENTE i ragazzi, essendo più 'coraggiosi' si offrono per stare davanti alle altre, dietro di me, considerando che oggi porto LA GONNA e stiamo strisciando in un condotto. Se Draco li sentisse, loro sarebbero già morti.
<Ahahah concordo con te, Hermione!> dice Astoria.
<Ma che hai oggi?>
<Niente, ti ripeto.>
Ok...... di nuovo.

Dopo...... un oretta siamo fuori a quel viscido passaggio. Dove? Ovviamente nel dormitorio Serpeverde ed OVVIAMENTE chi trovo appena uscito dall'infermeria?

DRACO
Un'ora prima

No... no.... non mia madre..... non posso vivere senza vedere il suo viso sorridente e i suoi abbracci che mi sciolgono il cuore! Perchè non mio padre? Non sono cattivo, ma se potevo scegliere e dovevo scegliere chi tra i due avrebbe dovuto morire....avrei scelto mio padre. Mi dispiace, ma a Narcissa Black tengo troppo.

Corro come un pazzo verso il dormitorio dei Grifondoro.

<Parola d'ordine?> mi chiede quella campana della signora grassa.
<Fammi entare o ti strangolo in modo che non possa più cantare.> ringhio verso di lei.
<Oh. Ok, ok, va bene. Ti ho visto in giro e penso di conoscerti. Ma non fare gesti affrettati.> mi risponde. Così dicendo apre la porta e mi fa entrare.
Gioco da ragazzi. A parte che è impossibile strangolare un quadro. Idiota.

Appena entro vedo nella sala comune Finnigan e Thomas, che appena mi notano mi ordinano di andare via.

<Prima: dov'è Hermione?>
<Hermione Granger?> mi chiede Finnigan.
Io faccio cenno con la testa e il suo amico continua la frase.<L'hai chiamata per nome?>
<Ooh, ma non avete capito niente? Apparte che noi due stiamo insieme, ma dettagli.>
I due si guardano con stupore.
<È per questo che Hermione ha ucciso Ron?>
<QUANTE VOLTE DEVO RIPETERE CHE LEI NON L'HA UCCISO?>
<Ok, ok. Calmati. Comunque non c'è.> dice Thomas.
<Dean, vedi che oggi pomeriggio l'ho vista, e te l'ho anche detto! Vedi che non mi ascolti mai?!> gli dice l'amico.
Stanno litigando. Peggio di due bambini babbani.

Dopo un pò di tempo mentre vedo la scena, li fermo.
<Basta ora. Sai dove è andata?> dico verso Finnigan.
<Stava assieme alle altre..... Serpi (?), penso. Prova a vedere in biblioteca, aveva un libro in mano.>
<Lei ha sempre un libro in mano.> lo corregge l'amico.
<Vabbe, ok. Comunque che devi chiedere ad Herm?> chiede rivolgendosi a me.
Ho un assolutissimo bisogno di lei in questo momento, che mi consoli. Ma non lo vado certo a dire a dei Grifondoro che conosco appena.
<Non sono affari vostri.> rispondo.
<Ok....> e i due si lanciano gomitate ed occhiate, mentre io me ne vado squotendo la testa.

Sono stato un idiota stamani, ma ora voglio SOLO che mi consoli. Scommetto che quei due hanno pensato male. Anzi, dallo sgardo che avevano non scommetto. È sicuro.
La prossima volta dovrei evitare di dire al primo che capita le relazioni personali..... ma vabbe, non mi importa nulla di quello che pensano quei due.

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