11. RIFLESSIONI DI LAUREN

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Mi misi seduta nel letto, le lenzuola attorcigliate intorno al mio corpo. Non riuscivo a prendere sonno. Sospirai. Troppe emozioni tutte insieme. Scivolai silenziosamente giù dal letto e andai a prendere il diario di Lauren. Era tempo di sapere. Continuai la lettura.

"Ho rivisto di nuovo Wolly. Mi ero ripromessa che non lo avrei mai più visto, ma ci sono promesse che non si possono mantenere. Questa volta è stato lui a salire nella mia stanza. Come ogni mostro che si rispetti è arrivato allo scoccare della mezzanotte.

-Sei venuto per prendermi l'anima?- gli ho chiesto in un soffio. L'odio per lui è scomparso. Mi è bastato vederlo. Sono proprio patetica, eh? Sì, sono patetica.

-Sono venuto per te- si è piegato in avanti e mi ha sfiorato la guancia bollente con le sue dita gelide.

Mi ha fatto venire in mente una poesia. Non ricordo il nome né l'autore, ma è certamente adatta.

"Perché ti amo, di notte son venuto da te così impetuoso e titubante e tu non mi potrai più dimenticare l'anima tua son venuto a rubare. Ora lei è mia - del tutto mi appartiene nel male e nel bene, dal mio impetuoso e ardito amare nessun angelo ti potrà salvare."

Mi ha portata con lui, nella notte che profumava di rose selvatiche. Le sue dita erano dolcemente strette intorno alle mie. Abbiamo attraversato il bosco, l'erba che mi sfiorava le caviglie nude. Ero felice, un senso di calda gioia che mi esplodeva nel petto e che non ho mai sentito prima. Avevo tantissime cose da dirgli, ma la mia gola era secca, non riuscivo quasi a parlare. Il cuore mi martellava nel petto. Mi ricordava quando da bambina mi alzavo dal letto la mattina di Natale, non vedendo l'ora di scartare i regali.

La vecchia cripta è comparsa all'improvviso, preceduta dal profumo, avvolta da una spessa nebbia, degna di un romanzo gotico. Ci ho messo un attimo a comprendere che tipo di profumo fosse. Tuberosa. Lo stesso profumo di Wolly Wood. Una mia cara amica -la mia più cara amica- mi ha raccontato che nei secoli passati alle fanciulle veniva impedito di annusare questo profumo, perché altrimenti sarebbero state colpe da una passione irrefrenabile. Non ho potuto fare a meno di pensare a questa cosa. La cripta era abbastanza grande, ma trascurata. Crepe scure percorrevano il marmo bianchissimo, che pareva brillare nella tenue luce della luna. Sul tetto c'era la statua di un piccolo angelo dalle ali spiegate.

-Dove mi hai portato?- ho chiesto, la mia voce stranamente roca. Conoscevo già la risposta.

-Questa è la mia casa- mi ha risposto Wolly Wood.

-Questa è una tomba- ho risposto io, l'aria che mi sfiorava il viso come una carezza. Mi sono guardata intorno e solo in quel momento le ho viste. Vecchie lapidi che spuntavano tra l'erba, rovinate dal tempo e dalle intemperie. La gola mi si è stretta. possibile che fossero quasi distrutte? In molte non si vedeva neppure più il nome del defunto.

-Sì, la mia- ha sussurrato Wolly, la voce simile a una carezza.

-Cosa sei?- gli ho chiesto allora.

Lui ha riso, una risata capace di scaldarmi completamente. Ho lasciato che mi posasse le mani sui fianchi, i pollici che mi sfioravano il ventre, leggeri come farfalle. Il cuore mi martellava nel petto e le gambe mi tremavano. -Sono il tuo solo amore- e mi ha baciata.

Non sono mai stata baciata in quel modo. Sembra folle, incredibile, ma è così. Wolly mi ha stretta a sé, le mani premute contro la mia schiena. Io ho accarezzato le sue spalle, bisognosa di quel contatto, desiderosa di essere stretta a lui, di essere quasi ingoiata da lui.

-Vieni- ha sussurrato contro le mie labbra - vieni a vedere il mio regno-

-Sì, portami con te- ho risposto, un debole gemito.

Wolly mi ha portata con sé, un braccio stretto intorno alla mia vita, mi ha trascinata, fino a quando le mie gambe non hanno ceduto.  A quel punto Wolly mi ha presa in braccio e mi ha portata oltre come se fossi una sposa. Quello però non era un matrimonio, no era un'unione con l'aldilà.

La cripta era piccola e gelida. Un gelo che mi ha fatta rabbrividire. Wolly mi ha stretta di più a sé, sussurrandomi dolci parole. Ero ben consapevole di ciò che stava succedendo, ma il mio cuore batteva così forte che non riuscivo quasi a pensare. Il profumo di tuberosa m'inebriava, con la sua dolce esuberanza. Ho lasciato che Wolly mi posasse dolcemente su un letto di marmo.

-Ti amerò per sempre- mi ha sussurrato, prima di baciarmi nuovamente. Sono affondata nel suo mondo.

Non so quanto tempo siamo stati insieme. I secondi, i minuti, le ore sono volati. Il tempo non è più esistito, c'eravamo solo noi due, i suoi baci, le sue carezze. Ho dimenticato tutto mentre c'era lui. Non avrebbe potuto esserci nulla di diverso. Ero inebriata da lui.

Non ricordo come sono tornata in camera. È tutto confuso. La testa mi gira e ho la nausea. Non capisco cosa mi sta succedendo. Non è normale questa debolezza."

Proseguii la lettura, il cuore in gola.

"Nemmeno questa mattina sto bene... e poi ho questa sensazione. Avete mai notato che le vampire della letteratura sono creature indesiderate dalla società? Non necessariamente per il loro comportamento immorale, ma soprattutto perché sono potenti, minacciose. Io mi sento come loro. Sono una creatura incompresa."

"Sto male. Ormai la fine si avvicina. Lo sento, non posso nasconderlo. Spero solo che qualcuno legga queste parole, che qualcuno sappia cos'è successo. Potrebbero essere le ultime, potrebbe essere il mio congedo dal mondo. Un inchino prima che cali il sipario. Credo di aver capito chi è lui... non è chi dice di essere. Avrei dovuto capirlo subito che è un bugiardo, mente a tutti. Ha mentito anche a me... io... devo fermarlo, devo dirlo al mondo. Prima che sia troppo tardi. Sempre che non sia già troppo tardi."

Fissai confusa quelle parole. Il diario finiva lì. Che cosa dovevo fare? Restai immobile, lo sguardo fisso su quelle pagine.


 

NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao!

Cosa ne pensate di questo capitolo? Secondo voi cosa vuol dire Lauren?

La poesia che cito è di Herman Hesse.

A presto

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