Capitolo 2

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Ci sono ventiquattro ore in una giornata, per un totale di millequattrocentoquaranta minuti, che se li passi annoiandoti ti sembrano durare il doppio.
E se stai tutto il giorno in un maledetto box con una gamba bendata e l'ordine di stare assolutamente immobile, come aveva prescritto il Due Zampe con il camice bianco detto veterinario, quel tempo sembrava durare anche il triplo.

Già, il signor Winner non mi lasciò più andare nel paddock, ero obbligato a stare in un box di nemmeno tre metri.

Il veterinario era stato chiamato non appena il mio padrone mi sparò, arrivò immediatamente e Winner si inventò che era stato un cacciatore a farmi questo, il medico, dopo aver fatto le sue strane magie da scienziato disse che non era gravissimo, dovevo fare tanto riposo e sopratutto avere tante attenzioni, cosa che non ricevetti.
Anzi l'unica cosa che mi diedero fu una frustata non appena il veterinario se ne andò e mi rinchiusero nel box.

Passai un giorno lì dentro, Winner e suo figlio non si fecero vedere, non si degnarono nemmeno di darmi da mangiare e cambiare la benda, altra cosa da fare che il veterinario aveva scritto sul quel bigliettino che poi consegnò a Winner, ma che infine venne subito buttato nella pattumiera

Capii di non essere del tutto abbandonato quando vidi Robert che veniva verso il mio box con in mano due secchi, era una splendida mattina ed erano più di quaranta ore che non toccavo cibo né acqua.

Il ragazzo si avvicinò a me e allungò il braccio per accarezzarmi ma subito indietreggiai.
Caro Robert, pretendi che dopo due giorni che non mi considerate io faccia il bravo cavallino che vuole le coccole?

Vorrei solo prendervi a calci.

Il figlio di Winner iniziò a parlare << Ehi, Night, lo so che sei arrabbiato... >> Ovvio che lo ero, poi continuò << Ma vedi non è colpa mia, è quel cattivo e di mio padre, a me dispiace molto per come ti ha trattato, non doveva farlo e volevo aiutarti ma lui non me l'ha permesso, ora però che è fuori casa ti sistemerò io, sai, mi piaci come cavallo >>

Non mi fidai, troppo bello per essere vero, ma dovetti ricredermi quando sollevò i due secchi, uno conteneva del mangime e l'altro dell'acqua.
Complimenti Nightmare, hai appena ottenuto un alleato, forse se faccio la figura del povero cavallo bastonato ne otterrò altri... E magari posso fare un esercito e scacciare Winner.

Smisi di galoppare con la fantasia e mi fiondai sul cibo, immediatamente una sensazione di sollievo mi pervase, avevo davvero fame.
Robert sorrise << Ehi piccolo... >> Piccolo lo dici a tuo padre, peso qualche, ma giusto qualche chilo in più di te << Sei davvero affamato, fai pure con calma >> Cosa ti aspettavi? Che avrei snobbato il cibo? Ti ricordi che sono due giorni che non mangio nulla.

Una volta che ebbi finito Robert cambiò la benda, era incredibilmente maldestro ma trattenni i miei istinti di mandarlo a quel paese anche quando mi fece abbastanza male, dopotutto con la sua gentilezza mi aveva intenerito.

La vecchia benda era in una situazione pietosa, sporca di sangue e terra, era un miracolo che la ferita non aveva fatto infezione.
Poi prese la cavezza che era appesa al fianco del box, e disse sventolandomela davanti al muso << Che ne dici di fare quattro passi senza sforzare la tua gamba, solo te ed io? >> Non aspettavo altro, le mie povere gambe si sarebbero suicidate se avrei passato un'altro giorno immobile.

Nitrii per far capire la mia gioia, scalciando contro il box oer fare un po' di casino e rizzando le orecchie << Va bene, ho capito che hai voglia di uscire >> intuitivo il ragazzo.
Mi mise la cavezza blu elettrico sul muso anche sta volta con un indelicatezza degna di nota è poi aprì la porta per farmi uscire.

Libertà.

Certe volte trattenere la voglia di farsi una corsa è irrefrenabile, così, noncurante di essere legato ad una corda, partii al galoppo.
Ma non appena feci un paio di falcate trascinando nel mentre il povero Robert per qualche metro, la mia povera gamba ferita si fece sentire.

Un dolore atroce mi immobilizzò, impedendomi di muovermi, imprecai, mentre il ragazzo cercava di accarezzarmi dolcemente sul collo per tranquillizzarmi e dicendo frasi del tipo "Buono bello" che sinceramente non servirono ad un cavolo.

Passai qualche minuto immobile cercando di riprendermi, ma anche se il dolore non si attenuò, deciderti di continuare a camminare, ma sta volta ovviamente al passo.

Robert camminava tranquillamente ora al mio fianco con i vestiti strappati per la caduta che gli avevo fatto fare pochi minuti prima, osservava con lo sguardo ogni mio minimo movimento per vedere come mi muovevo per via della ferita.

Era rilassate camminare così, e poi per la prima volta potei vedere meglio com'era fatto il ranch, capii che era fatto da cinque paddock: due dedicati ai cavalli e tre al resto del bestiame tipo mucche, nella parte più a sud, di fronte ad essi c'era la casa del signor Winners e di Robert, una costruzione in legno su tre piani con sopra al portone due corna di non so quale animale, attorno all'abitazione c'era un cortile di sabbia, con un laghetto abbastanza squallido per i miei gusti, verso ovest c'era in recinto circolare in cui si addestravano i cavalli e si montavano, dietro e a fianco della casa invece c'erano i box dei cavalli, tutti disabitati tranne quello in cui vivevo io, e la selleria.

Ancora sul retro c'erano le stalle delle mucche, dei maiali e delle pecore, ovviamente giravano anche galline, oche e altri animali da cortile che di volta in volta qualcuno di loro spariva per poi finire nei piatti dei Winner.

Mi fermai a brucare un po' di erba che cresceva vicino al viottolo che portava alla casa, quando sentii il rombo di un motore.
Mi voltai e vidi la Jeep del signor Winner parcheggiare a qualche centimetro di distanza da noi, Robert fece una smorfia scocciata per l'arrivo del padre.

Ecco questo non ci voleva, il ragazzo voleva proprio evitare di farsi vedere dal padre mentre era con me.
Ora nessuno poteva sapere come avrebbe reagito Winner, che in quel momento stava scendendo dalla macchina sbattendo la porterai con rumore.

<< Rob! Ma che diamine ci fai con quel cavallo, ti ho detto di non toccarlo! >> Eccolo che iniziò a urlare come previsto.
<< Ma papà, non puoi tenerlo chiuso la' dentro senza dargli da mangiare e curarlo, ha bisogno di muoversi... Appena ho aperto il suo box è subito partito al galoppo per la voglia di correre... >>

Stranamente le rughe sul volto di Winner create dall'espressione arrabbiata si affievolirono, sostituendosi ad un accenno di sorriso.
Due secondi prima era furioso ed ora stava quasi sorridendo, cosa diavolo gli stava passando per quel suo cervello.

Di sicuro nulla di buono, e anche Rob sospettava che il padre stesse tramando qualcosa.
Winner si avvicinò a me e strappò la corda dalle mani del figlio << Hai detto che ha galoppato? Bene, questo cavallo non ha più nulla, posso iniziar finalmente a domarlo. Oggi stesso >>

Ecco, ci risiamo con la storia sulla doma, come caspita pretendeva di farmi lavorare, io non sto per nulla bene, anzi il veterinario aveva detto che dovevo riposare.
Ma un decerebrato insensibile come Winner non poteva arrivare a certe cose.

Mi limitai a sbuffare pensando rapidamente all'ennesima via di scampo a questa tortura, anche Robert tentò in qualche disperato modo a convincere il padre che io non ero ancora pronto ma finì con il farfugliare qualcosa di incomprensibile del tipo "Male, la zampa gli fa male" oppure "Non puoi"

Sono messo bene, mi dovrò trovare un avvocato migliore.

L'uomo, anche se secondo me è più bestia che altro, tirò la lunghina con violenza facendomi avanzare di qualche passo, io lo seguii riluttante e maledicendolo, seppur volevo scampare alla doma non ero riuscito a trovare un modo per sfuggirci, ero troppo debole e la zampa mi faceva troppo male e qualsiasi idea che mi veniva comportava saltare oppure acrobazie da circo, non era il caso.

Winner arrivò al tondino di addestramento e legò la lunghina alla staccionata in legno, si assicurò più volte che fosse ben legata, così che io non potessi fuggire, mentre il figlio andava nelle sellerie.

Robert tornò poco dopo con la sella, sottosella, la testiera, una corda ben robusta e una frusta che solo nel vederla mi venne da star male, arrivato davanti al padre quest'ultimo gli ordinò di appoggiare tutta la roba sulla staccionata.

Io continuavo a fissarlo supplichevole, ma lui non mi degnò, obbediva al padre seppur a malincuore.
Il signor Winner prese il sotto sella blu elettrico e lo appoggiò sul mio dorso, mi correggo: tentò di farlo e anche più volte, perché ogni volta che si avvicinava io mi muovevo beccandomi però una gran quantità di insulti e frustate.

Capii che non mi conveniva e che Winner avrebbe continuato fino a sera, così mi arresi sbuffando sonoramente, il primo round lo avevo perso così ingiustamente.

Ma ora passiamo al secondo: la sella.
Quel mostro, dopo aver appoggiato la sella nera di cuoio, la strinse tramite quella corda chiamata sottopancia, che appunto passa sotto la pancia e permette alla sella di essere legata al cavallo, ma per stringerla ci mise tutte le sue forze, potei giurare che, anche se la sella non si sarebbe mossa di un centimetro lui continuava a tirare.

Rob non disse nulla, il che mi sorprese, allora mi lamentai nitrendo, ma giustamente non venni ascoltato.

Secondo round: perso.
Mancava la testiera, alias quella roba che ti mettono sul muso e nella bocca ma che io non mi sarei fatto mettere.
E invece mi sbagliavo.
Nemmeno il tempo di controbattere e mi ritrovai tra le fauci un pezzo di ferro che sapeva di disinfettante, non so come diamine fece a mettermelo così rapidamente visto che cercavo di muovermi in continuazione, l'unica cosa a cui pensavo è che ero stato sconfitto da quel dannato che ora tentava di farmi entrare nel tondino tirando o meglio strattonando le due redini.

Eh no, questa volta non mi farai muovere, pensai restando in mobile, allora Winners prese tra le mani la lunga frusta e la fece sferzare contro il mio posteriore.
Automaticamente avanzai di qualche passo, quanto bastava per entrare nel recinto.

Rob nel frattempo scavalcò la staccionata con un balzo e chiese al padre << Pa' lo cavalcherai già oggi? Non ti sembra presto? Insomma non l'hai mai domato >> Winners scosse la testa, avvicinandosi a me e attaccando la corda alla mia testiera << Sono pazzo ma non fino a questo punto, oggi lo farò semplicemente girare alla corda >> staccò le redini e le buttò a terra << Sperando che sia un bravo cavallo, ma ho i miei dubbi, se tutto andrà bene lo cavalcherò domani, così potrò venderlo all'asta della prossima settimana >>

Non sapevo se essere felice visto che almeno quel giorno non venivo cavalcato e perché la settimana prossima mi avrebbero comprato e me ne sarei andato da quel manicomio oppure essere triste perché ora dovevo obbedire da bravo cavallino nonostante il dolore lancinante alla zampa ma sopratutto, ammettiamolo, al mio ego smisurato.

Iniziai a camminare in tondo, tranquillamente aspettando che Winners mi impartisse degli ordini, infatti dopo qualche secondo la frusta colpì nuovamente il mio posteriore.
Inizialmente partii al trotto, e vi lascio immaginare la fatica che feci, la zampa implorava pietà, io volevo fermarmi ma non potevo e la cosa che mi fece imbestialire era che avevo regalato così in fretta la vittoria al mio nemico.

Per la seconda volta la frusta sibilò nell'aria e mi colpì obbligandomi a galoppare, ogni falcata che facevo era come se mille chiodi mi la perforassero la zampa, ad ogni falcata imploravo che Winners la smettesse con questa tortura.

Winners mi fece cambiare direzione, ormai mi mancava il respiro ed ero madido di sudore, ma nonostante tutto continuavo miracolosamente ad avanzare.
"Il mio miglior affare" ecco come continuava a chiamarmi fieramente Winners mentre galoppavo.

Ma ero così incentrato nel mandare al diavolo il mio proprietario che non la vidi, anzi non mi accorsi minimamente del mio sbaglio: misi la zampa ferite in una buca, bastò solo questo a farmi inciampare.

Scivolai a terra sporcandomi il manto di sabbia, mi rialzai subito zoppicando ancora di più, così Robert finalmente diede segni di vita.
Il mio caro salvatore.

Si avvicinò al padre con espressione corrugata e disse convinto << Papà, credo che per oggi hai fatto abbastanza, lo riporto nel box >>
Sinceramente pensai che il padre avrebbe scacciato Robert come fa una mucca con una mosca, ma invece Winners annuì e senza dir nulla porse la corda a cui ero legato a Robert.

Era finita, beh almeno per quel giorno lo era, la vera e propria guerra sarebbe iniziata quando quel Due Zampe avrebbe provato a cavalcarmi.
Ma diamogliela almeno una soddisfazione, perché poi non ne avrebbe avute più, il "Miglio Affare" avrebbe potuto trasformarsi nel "Peggior Incubo".

SPAZIO DELL'AUTRICE (CHE È RISORTA)
Si, sono ancora nel mondo dei mortali, avevo pronto questo capitolo da una vita e mezza e finalmente sono riuscita ad aggiornare.
Spero che vi sia piaciuto, nonostante tutto .-.
Al prossimo capitolo
Tizia Che Corre Coi Lupi

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro