12.3

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<<Cosi finalmente uscirete da soli?>> Brianna seduta sul mio letto
scarta i vari outfit provati.

<<Già.>> continuo a frugare dentro il mio misero armadio.

<<Sapete gia dove andrete? Hai già il suo numero?>> mi chiede curiosa.

<<No, non ancora. Però abbiamo appuntamento al parco dietro casa.>> le rispondo.

<<Non ho nulla da mettere.>> urlo disperata, cascando col sedere a terra.

<<Smettila di crearti problemi inutilmente, lui ti apprezzerà qualunque cosa indossi e poi opta per qualcosa di semplice, farete una comune passeggiata.>> interviene, prendendo dei vestiti dall'armadio.

<<Andiamo a farci belle, su.>> mi obbliga ad alzarmi da terra e dirigermi in bagno a prepararmi.

Arrivo al parco sotto casa in anticipo, mi avvicino ad una panchina per mettermi seduta ad aspettarlo, abbasso lo sguardo e leggo ancora nostri nomi incisi con la penna.
Ricordo quel giorno, quei piccoli bambini tutti concentrati ad incidere i loro nomi per simboleggiarne la proprietà della nostra panchina. 
Lo vedo camminare a passo lento verso la mia direzione, guardarsi intorno e avvicinarsi sempre più verso il luogo del nostro appuntamento.  
«Eccomi!» Sussurra dopo avermi raggiunta con un sorriso stampato sulle labbra.
«Ciao.» Sorrido, mentre mi alzo per scambiarci un semplice bacio sulla guancia.
«Non avevo il tuo numero di telefono per avvertiti del mio ritardo, è molto che aspetti?» Domanda apprensivo.
«Tranquillo, è tutto apposto sono appena arrivata. Non ho aspettato molto.» Lo rassicuro.
«Ok!» Sembra titubante. «Potrei avere allora il tuo numero, sai per rimediare in caso la prossima volta...» Mi chiede imbarazzato. 
«Si certo.» Sorrido estraendo il mio telefono dalla borsa e lo poso a disagio sulle sue grandi mani. 
Lo vedo muovere il telefono tra le dita e dopo qualche attimo di esitazione digita il mio codice di sicurezza. 
«Ma come cavolo?!» Esclamo alzando il tono di voce, sorpresa.
«Confesso che te l’ho visto digitare alcune volte durante le nostre uscite ed essendo quasi sempre vicino a te, mi son preso la briga di sbirciare.» Confessa colpevole sorridendo.
«Oh tu, brutto... brutto...» Sto cercando un insulto adatto da potergli additare.
«Non osare.» Mi minaccia lui bloccando la mia frase, esortandomi a non offenderlo.
«Stronzo megagalattico!» Sussurro soddisfatta, fregandomene del suo avvertimento e rivolgendogli una linguaccia.
Termina di registrare il suo numero sul mio telefono, mandandosi uno squillo per registrarsi il mio. 
«Fatto!!» Mi avverte restituendomi il telefono.
«Sei ancora più bella quando sorridi.» Si lascia sfuggire mentre mi guarda sorridere.
Arrossisco per il complimento inaspettato. 
«E sei ancora più bella quando quel tuo sorriso sono semplicemente io a causartelo.» Continuo a sorridere, non riesco a rispondere, mi limito a guardarlo imbarazzata sussurrando un semplice «grazie.»
Fa toccare la sua spalla con la mia continuando a guardarmi.
«Che c’è?» Sussurro, vedendolo avvicinarsi. 

Volto contro volto. 

«Che c’è? C’è che ho voglia di baciarti.» Confessa a bruciapelo. 
Nascondo il mio volto imbarazzato, poggiando la mia fronte sulla sua spalla. 
Lo sento ridere di me e delle mie reazioni. 
Sfiora con il naso la parte del mio collo scoperta dai capelli, provocandomi dei piccoli brividi lungo tutto il corpo. 
Provo ad inclinare il volto e spostare il mio sguardo dentro i suoi occhi. 

Neri

Neri per il desiderio di avermi in questo momento. 
Fa scorrere la punta del suo naso lungo la mascella per salire sopra le mie guance, sfiorando volutamente la giuntura delle mie labbra. 
Pizzico le mie labbra con i denti. 
Gesto che sono solita fare involontariamente quando sono nervosa o sotto pressione. 
Stacca i suoi occhi con fatica dalle mie labbra per tornare a fissare i suoi occhi nei miei. 

Occhi dentro occhi

La mia frequenza cardiaca è alle stelle. 
Il nostro respiro è sempre più pesante.
«Vorrei stringere io quelle morbide labbra tra i denti e morderle.» Sussurra avvicinando il volto ancor di più al mio. 
Schiocco le labbra, lasciando una scia di piccoli baci lungo la sua squadrata mascella, per provocarlo. 
Socchiude gli occhi sopraffatto, così spingo le mie labbra sempre più vicine alla sue per poi allontanarle prima di sfiorarle.
«Baciami.» Lo sento sussurrare sofferente e voglioso delle mie labbra, quando mi allontano ancora una volta.
Rimaniamo naso contro naso, con soli pochi centimetri a dividere le nostre labbra. 
Apre gli occhi per scoprirmi ad osservarlo.
«Sii la mia fidanzata!» Sussurra guardandomi negli occhi.
Ed è imparando a parlarci, ridere e scherzare, a essere felice quando lo vedi, perché se lui c’è ti senti meglio, perché basta un suo solo sorriso o sguardo per renderti impotente e fragile.
Perché speri sempre che lui ti cerchi ancora e un’altra volta ancora. 
Ed è proprio così che finisci per innamorarti.   
«Conquistami!»

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