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Se per baciarti dovessi poi
andare all’inferno, lo farei.
Così potrò poi vantarmi con i diavoli di aver visto il paradiso senza mai esserci entrato.
— William Shakespeare

18 Dicembre 2009
 
L’inverno e le sue fredde giornate erano ormai tornati a farci compagnia da un paio di mesi, di Ben dal giorno in cui lo avevo sfidato dicendogli ‘conquistami’ non me ne ero più liberata.
Sorrido pensando che oggi sarà una giornata speciale per noi...
L’inizio di tutto.
 
«Sbrigati Riley, Simon ci attende giù in auto. È da dieci minuti che suona quel maledetto clacson, che poi cosa suona a fare se sa già che siamo sempre in ritardo.» Sento Brianna vaneggiare nell’altra stanza. 
Continuo a guardare il mio riflesso nel piccolo specchio dentro il bagno. 
Osservo i miei capelli, se ho fatto un buon lavoro con il trucco.
«Sei bellissima, andiamo!» Mi interrompe Brianna esasperata, stringe con forza la mia mano nella sua e mi trascina fuori casa, raccogliendo con la mano libera i nostri giacconi e le borse dal divano. 
«Non ci speravo più!» Si lamenta Simon rassegnato.
Gli rispondo facendogli una linguaccia per placare il suo nervosismo e far cessare le sue lamentele.
Li vedo amoreggiare davanti i miei occhi e fingo un colpo di tosse per farli smettere.
«Zitta te, questo è il minimo della tua penitenza dopo quanto mi hai fatto aspettare.» Mi rimprovera Simon, rinfacciandomi i pochi minuti di ritardo.
«Melodrammatico.» Sussurro sperando che lui non mi senta, al contrario di Brianna che continua a guardarmi e sorridere per l’insulto appena sussurrato al suo fidanzato. 
Abbiamo appuntamento con i ragazzi al “Rosee Coffe”. 
Il resto del gruppo ci attende alla solita panchina difronte al locale.
«Alla buon ora.» Rafael ci accoglie sbuffando.
Vedo Ben guardarmi e sorridere.
«Ci accomodiamo dentro o vogliamo restare qui a morir di freddo.» Interviene Alex interrompendo i saluti.
«Sei sempre il solito esagerato.» Lo prende in giro Brianna.
«Entriamo su.» Prende posizione Joseph, incominciando a camminare verso l’interno del locale seguito a ruota da tutti gli altri.
Vedo Ben camminare verso di me, che cammino involontariamente verso lui. 
«Noi vi raggiungiamo dopo.» Ben avverte i ragazzi mentre stringe la mia mano con la sua. 
Camminiamo infreddoliti verso la fine della strada ed ancora mano nella mano ci sediamo su una panchina.
Fa sfiorare le nostre spalle, poi posa dolcemente le mie gambe sopra le sue. 
Stende comodamente la sua testa sul mio seno, ed istintivamente porto le mie mani tra i suoi lunghi capelli, iniziando a giocarci con le dita. 
Socchiude gli occhi in estasi.
«Non smettere, ti prego.» Chiede come se fosse quasi una supplica. 
«Non smetto.» Sussurro in risposta, sorridendo.
Alza i suoi occhi scuri verso il mio volto, facendo spostare con un gesto involontario le mie mani dai suoi capelli alle sue guance. 
Continuo a far scorrere le mie piccole dita lungo la sua mascella, tracciando delle linee immaginarie, delimitandone i contorni. 
E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile.
Osserva le mie labbra dischiuse. 

Un singolo passo

E le nostre labbra si incontrano.
E sono certa che avrei potuto vivere ancora altri cento anni, ma niente avrebbe mai potuto eguagliare l’intensità di quell’istante, l’intensità di quel bacio.

«Sei Mia.» Sussurra dolcemente Ben fra le mie labbra.

Ed io vorrei essere la persona che hai sempre sognato di trovare, la persona che hai sempre cercato negli altri ed una volta trovata non la lasceresti scappare per nulla al mondo. 
Vorrei essere l’amore della tua vita, la parte mancante del tuo cuore.
Vorrei stringermi a te e sentirmi completa in quell’unione imperfetta che sappiamo essere soltanto io e te, senza lasciarmi andare più via, per sempre.

«Sono Tua.» 

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