13.3

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Son passati giorni dall'inaspettata sfuriata di Ben.

I nostri amici non si son stupiti, ormai hanno imparato a conoscerlo.

È sempre stato un ragazzo dal carattere particolare, ma anche per questo è l'amico di tutti.

Tra lui e Brianna si è stato instaurato un legame forte.

Così tanto che la mia migliore amica ci mette sempre lo zampino per aiutarlo a riconquistarmi quando esagera.

«Hai più sentito Ben, pulce?» Chiede cauta proprio lei, dato che sono stranamente silenziosa.

«Son due giorni che non lo sento.» Le rispondo.

«Sai non lo credevo un ragazzo tanto geloso, sembra così sicuro di sè a volte.» Confessa stupita.

«Già, sembra!» Replico sconfortata.

«Poi scusami, ma geloso di cosa? Come si fa ad essere geloso di Rafael?» Commenta sperando in una risposta più loquace.

«Non chiederlo a me, Brianna, te ne prego.» La supplico nascondendo il volto completamente sul cuscino.

E lei mi guarda ancora distesa sul letto, quando avverto il trillo del suo telefono sulla scrivania.

Simon.

Son mesi che si frequentano ormai.

«Cosa stai pensando?» Le chiedo distraendomi dai miei pensieri.

«Hai finalmente tolto la testa da quel cuscino?» Mi prende in giro lei provando a non rispondere alla mia domanda.

«Non cambiare discorso.» La rimprovero furbamente.

«Simon, mi ha mandato un messaggio.» Ammette semplicemente.

«Sì, e cosa dice?» Chiedo curiosa.

«Beh, ci propone di uscire.» Mi risponde sorridente, cercando già di convincermi a terminare la mia quarantena volontaria.

«Non ho intenzione di reggervi la candela, è escluso.» Le rispondo categorica.

«Ma non saremo soltanto noi tre, stupida. Quindi corriamo a prepararci che Simon sarà qui a momenti e sai quanto lui odi aspettare.» Mi obbliga non lasciandomi alcuna via di fuga.

«Me lo ricordo bene.» Esclamo ridendo, ricordando l'ultima volta che ci siamo presentate alla sua auto in ritardo.

Sorridiamo insieme.

«Hai visto che siamo state puntuali PESCIOLINO?

Quanto siamo state brave?» La sento chiedere con voce da bambina al suo fidanzato, mentre inizia a premere un po' tutti i tasti per provare ad accendere la radio.

«Non è in questo modo che la farai funzionare Brianna devi soltanto toccare il tasto del volume, non so più quante volte devo spiegartelo per fartelo finalmente entrare in quella testa dura che ti ritrovi.» La prende in giro lui, il suo pesciolino... Accendendo una volta e per tutte quella stupida radio.

"Bleh." Simula un singulto la mia Io Interiore, provocando le mie risa.

«Credo che forse vada ancora a cassette questa meravigliosa reliquia del passato.» Metto il dito nella piaga seduta sui sedili posteriori.

«Scusate, ma dove siamo diretti, se non sono indiscreta?» Chiedo di punto in bianco, sbucando tra i due sedili anteriori, intuendo già il luogo del nostro appuntamento.

«Perché non glielo hai detto?» Chiede l'ingenuo Simon voltandosi a guardare la sua fidanzata.

«Detto cosa?» Replico spostando lo sguardo verso la sua direzione.

«Non saresti mai venuta se ti avessi detto dove volevano andare i ragazzi a trascorrere la serata.» Confessa colpevole guardandomi adesso anche lei.

«Tu cosa? Sei una Stronza Traditrice.» La accuso.

«Sai benissimo che non avevo alcuna intenzione di vederlo.» Continuo a lamentarmi, già in preda al panico.

«Ed è proprio per questo che devi vederlo, perché è arrivato il momento di smetterla di fare gli stupidi, mettete da parte l'orgoglio, ed una volta e per tutte parlatevi guardandovi in faccia, perché con quei cavolo di messaggi non concluderete mai un bel niente.» Risponde sicura di sé, senza mezzi termini, come ha sempre fatto con me, sbattendomi la verità in faccia.

«Brava amore.» Si complimenta con lei Simon dandogli un bacetto sulle labbra per smorzare l'atmosfera, ma lei è me che sta guardando.

Me che continuo a non risponderle, me che continuo a rielaborare le sue parole dentro la testa.

«Ok ci vengo, tanto non ho altra scelta. Non faccio storie, ma non aspettarti che sia io a fare il primo passo verso di lui, almeno non sta volta.» Replico convinta.

Posteggiamo l'auto alle spalle del locale e ci accomodiamo all'interno del "Rosee Coffe" dove i nostri amici sono già seduti ad aspettarci.

Prendiamo posto, salutiamo tutti e stranamente lui non c'è.

Come immaginavo non fa il turno al locale di pomeriggio.

Mi rilasso.

«Joseph e Ben son fuori a fumare una sigaretta, aspettiamo loro e poi ordiniamo.» Rafael interviene, accennando un occhiolino.

Sento il sonaglino della porta suonare, volto il mio sguardo verso la mia amica e la sua espressione mi fa soltanto intuire che Ben Roberts, ha appena fatto il suo ingresso all'interno del locale. 

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