16.1*

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I gemiti del cuore

Erano trascorsi giorni dal nostro litigio alla stazione, le cose tra noi stavano andando finalmente bene, Ben aveva magicamente smesso di farmi pressioni, e la nostra storia aveva ripreso ad essere magica. Aveva detto di aver organizzato una sorpresa per me ed adesso mi aveva portata qui, al vecchio casolare abbondato del signor Roger.

Stranamente mi sentivo a mio agio qui dentro ed ancora non sapevo che quello, presto, sarebbe diventato il nostro rifugio segreto.

Attorno a me un immenso giardino.

«Wow!» Sussurro guardandomi intorno immersa in tutto quel verde.

Guardo Ben sorridere soddisfatto della mia reazione.

«Vieni.» Sussurra stringendo la mia mano, per incamminarsi dentro la piccola villa rovinata dal tempo.

Mi scruto intorno, curiosa.

Un grosso telo era posto al centro della stanza.

Tante cianfrusaglie facevano da contorno, donando uno stile retrò all'ambiente.

Una vecchia auto, ormai non più usata.

I resti di un carretto in legno e tante piccole lanterne.

Lanterne che Ben aveva provveduto ad accendere con candele profumate.

«C'è odore di vaniglia ovunque.» Sussurro mentre prendo posto sull'enorme telo rosso, accanto a Ben. Ce ne stavamo seduti lì, in silenzio,

a farci accarezzare da quel piacevole soffio di vento che di tan-

to in tanto filtrava dal portone d'ingresso.

«Nessun essere umano a questo mondo ha mai odiato l'alba, con la sua fottuta luce del sole, come la sto odiando io in questo momento.» prorompe Ben interrompendo il magico silenzio che si era creato, voltandosi a guardarmi.

«Perché?» domando in un sussurro guardandolo anch'io.

«Perché, hai pure il coraggio di chiedermi perché.» Borbotta sottovoce.

«Perché ormai sogno tutte le sante notti di far l'amore con te, Riley Cohen.

E lei, come tutte le sante mattine,

viene a risvegliarmi dai miei stupidi sogni, interrompendoli.» Sussurra, cogliendomi di sorpresa.

Sfioro la sua nuca con le dita, iniziando a giocare con i suoi capelli.

Avvicino le labbra alle sue, schioccando un tenero bacio sulla giuntura delle sue labbra.

Con lievi carezze sfioro le sue guance, avvicinandolo lentamente al mio corpo, fino a far adagiare il suo volto sulle mie gambe congiunte.

Continuo a far scorrere le mani tra quei capelli neri come la notte.

E finalmente avverto il suo corpo rilassarsi sotto il leggero tocco delle mie dita.

Sospiro, sentendolo irrigidirsi in tensione dopo pochi minuti.

Lo osservo tirarsi su d'un tratto, come se fosse appena stato attraversato da una forte scarica elettrica.

Avvolge il mio viso tra le sue mani, bloccando ogni mio minimo accennato movimento ed avvicinando il mio viso al suo, mi bacia.

E quel bacio cambia piano piano intensità, fino a trasformarsi in passione pura, come un fuoco che arde durante un incendio. Come un uragano che travolge completamente tutta me stessa, fino a far tremare di brividi anche la più piccola e nascosta parte del mio corpo.

La sua mano scorre lentamente all'interno del mio cappotto, sfiorando di tanto in tanto la mia pelle, e la mia pelle brucia a contatto con la sua.

Scoppiamo a ridere senza un motivo, guardandoci.

Sfiora le mie labbra arrossate con la punta delle dita.

«Ti prego Riley se vuoi tirarti indietro anche sta volta, io lo accetto, lo capisco e non voglio farti alcuna fretta. Ma ti prego, non farlo.» Sussurra ad un soffio dalle mie labbra, guardandomi negli occhi, come solo lui sa fare, riuscendo a non far ragionare più la mia testa.

E mi rassicura, lasciando leggere carezze con le sue lunghe dita sulla mia pancia.

Le sue mani sono fredde e mi provocano dei leggeri brividi al loro passaggio.

Ignora le mie silenziose lamentele, continuando calmo la sua estenuante corsa.

Slaccia il bottone dei miei pantaloni e lentamente li fa scorrere giù, fino a farli sparire sotto ai nostri piedi.

Marchia la mia pelle candida con caldi baci.

Continua a tenere fermo verso lui il mio volto, per mantenere distratta la mia mente.

I suoi baci continuano a salire e scendere lenti, riempendo di attenzione devota ogni parte del mio corpo.

Sfiora il mio orecchio con le sue labbra, posa un lieve morso sulla mia spalla e stringendo tra i denti il tessuto sottile del reggiseno libera il mio seno, che con un balzo sbuca fuori da quella scomoda copertura.

Si stacca dal mio corpo soltanto per sfilare via la sua maglietta e torna nuovamente su di me, pelle contro pelle.

E Ben Roberts, ancora una volta, con il suo modo di fare dolce e sicuro di sé, era riuscito a spogliarmi dalle mie mille paure ed il nostro amore esplode quando i nostri corpi si fondono in un solo ed unico corpo.

Le sue mani invitano le mie gambe ad allacciarsi ai suoi fianchi.

Stringo il suo corpo tra le mie gambe, ed i nostri gemiti fluttuano nell'aria sostituendosi al brusio del vento.

Lo accarezzo facendo scorrere su e giù le mie mani sulla sua schiena, fermando le mani lungo i suoi fianchi.

Stringo il suo sedere.

Marchio la sua pelle con le dita.

Le sue labbra continuano a torturare il mio collo, un lieve ansimo scappa inconsapevole dalle mie labbra quando con un ghigno soddisfatto fa scorrere la punta della sua lingua sul mio seno teso.

E forse, indipendentemente che tu lo voglia o no, arriva un momento in cui non ti rimane altro da fare che affidarti completamente al tuo istinto, ed il tuo istinto continua a suggerirti che è arrivato il momento di affidarsi a quella persona, quella persona che credi di amare, per cui hai letteralmente perso la testa e per cui daresti tutta te stessa.

E sarà proprio lì, mentre fate l'amore e le sue mani si perdono a sfiorare il tuo corpo, ed i tuoi occhi fanno fatica a rimanere aperti, perché le sensazioni e l'amore che riesci a provare in questo momento son troppo forti da riuscire a gestirle, che capirai che i vostri corpi, plasmandosi e diventando indivisibili, stanno stringendo una promessa, una promessa che forse coltivata con passione e dedizione durerà nel tempo.

Ed io mi perdo a guardare quei suoi maledetti occhi, mentre i nostri corpi tremano a causa del piacere provocato dalle intense spinte, ed è la visione più bella che io abbia mai visto.

E lui mi guarda, con quei suoi maledetti occhi che riescono a fregarmi sempre, quei maledetti occhi a cui non riesco mai a dir di no, quei maledetti occhi di cui mi sono perdutamente innamorata e di cui continuo ancora adesso ad innamorarmi perdutamente.

Quei maledetti occhi che, senza averci fatto l'amore, riuscivo a farci l'amore anche soltanto attraverso il modo in cui lui continuava a guardarmi. 

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