2.2

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Le ore trascorrono lentamente, così tanto che l’ultima ora sembrava un miraggio lontano.
«Il sogno è la soddisfazione di un desiderio. Tutto si spiega con il fenomeno della deformazione nel sogno...» 
Mi perdo ad ascoltare la signorina Gomez mentre spiega l’interpretazione dei sogni di Sigmund Freud.
La nostra professoressa di filosofia, una paffuta signora solita indossare prendisole lunghi fino alle caviglie, era seduta svogliatamente a gambe aperte nella sua comoda poltrona.
Vago con la mente fino a quando sento trillare finalmente il suono dell’ultima campanella, suono che stabilisce la fine di questa giornata scolastica.
Raccolgo velocemente tutto il casino che mi prefisso tutte le volte di non mettere sul banco e corro a prendere sottobraccio Brianna per dirigerci insieme verso l’uscita della scuola. 
Oggi c’è una bella giornata di sole ed i ragazzi passeggiano con tutta calma verso le fermate degli autobus, nessuno ha molta fretta di tornare a casa. 
Appoggiato al muretto vicino la fermata dell’autobus, tra quella marmaglia di gente che cammina, lo intravedo. 
Lui che non studia più in questa scuola, ma che si ostina ancora a deliziarci con la sua presenza. 
Tiene una gamba ben salda al pavimento per mantener fermo il suo peso, mentre l’altra la tiene sollevata e ancorata al muro dietro alle sue spalle, con la solita aria da cattivo ragazzo.
Le sue lunghe braccia se ne stanno svogliatamente ricadute sui suoi scarni fianchi e sulle sue invitanti labbra tiene saldamente uno spinello acceso, poggiato in maniera svogliata, proprio come il suo stato d’animo, svogliato. 
Ben Roberts.  
Mi perdo a guardare ogni suo dettaglio. 
Me ne rendo conto, lo sto proprio fissando come una rimbambita, ma sono sicura che con quel ghigno accennato e la sua solita aria da sbruffone, nascosti dietro quegli occhiali da sole i suoi occhi stiano guardando me.
Punta i suoi occhi nei miei, e questo “giochetto di sguardi” siamo soliti farlo tutte le volte che ci ronziamo intorno.
Un gioco rischioso che ci portò al nostro primo bacio durante l’ultima gita scolastica del terzo anno alle medie. 
«Il mio primo bacio.» Sussurro perdendomi tra i ricordi.
 
Inizio flashback
“«Angel sono stanca è tutto il giorno che camminiamo a piedi, so che i professori è la prima sera che ci concedono libera, ma sono stanca.» Mi lamento con la mia compagna di stanza.
«No tu non hai capito, l’hotel ha allestito una mini discoteca nella Hall per noi studenti che alloggiamo qui, e tu che fai vuoi stare in camera? No ma dico hai visto come Ben ti ha mangiato con gli occhi tutto il giorno, che occasione migliore di questa potrebbe presentarvisi per concedervi un’occasione?» Mi accusa in risposta, facendo zittire i miei pensieri, come solo lei è capace di fare tutte le sante volte.
«No tu sei matta!» Dico, già rossa come un peperone al sol pensiero di me e Ben possibilmente insieme.
«E tu devi correre a cambiarti, andiamo.» Ordina risoluta.
Mezz’ora più tardi esco di fretta da quella finta discoteca, su di giri, a causa di quello stupido che continuava a ballare con quella stronza della 2 b, com’è che si chiamava? 
«Cindy.» Borbotto sottovoce, imitando una voce disgustata. 
Cammino, sono una furia, maledicendo Angel e le sue stupide idee, cercando un punto del giardino più riparato dato che per la fretta ho persino dimenticato il giacchetto dentro.
«Riley.» Sento richiamare il mio nome con tono autorevole.
«Non è il momento Ben, torna dentro a continuare quello che stavi facendo... Strusciarti con Cindy!» Sussurro l’ultima parte, ma dal ghigno presente sulla sua brutta faccia sono certa che mi abbia sentita.
«Qualcuna qui è gelosa?» Chiede con tono provocatorio, soddisfatto dalla mia reazione. 
«Gelosa? Sei matto? Per nulla, anzi sai dov’è Joseph per caso?» Rispondo civettuola giocando al suo stesso gioco, lo provoco bloccando i miei passi e voltandomi a guardarlo.
«Tu non vai da nessuna parte.» Digrigna fra i denti, stringendo possessivo il mio polso con la sua mano quando provo ad avanzare qualche passo per superarlo.
Mi fermo, bloccando i miei movimenti.
Col fiato sospeso sollevo il volto ancorando i miei occhi ai suoi.
E lui avvicina il suo corpo al mio, sicuro di sé, non staccando mai lo sguardo dal mio.
E te lo leggo negli occhi che hai voglia di baciarmi Ben.
Ed il mio corpo è fermo, immobile fra le tue mani.
Ed osservo il suo viso farsi sempre più vicino al mio.
Ed i nostri nasi adesso si sfiorano.
E le sue labbra sono ad un soffio dalle mie.
E Ben mi bacia sul serio, sorprendendomi.
E le nostre labbra adesso si toccano, ed i suoi occhi son ancora ancorati ai miei. 
E le nostre lingue si cercano, si rincorrono, giocando ad un pericoloso gioco, per noi nuovo, che forse chissà si chiamerà amore.”
 Fine flashback
 
Riesco ancora a ricordare il sapore delle sue labbra sulle mie.
E da quel giorno Ben Roberts si aggiudicò il podio, classificandosi come vincitore per diventare il mio pensiero fisso.
Ed anche se ancora non ne ero completamente a conoscenza,
Ben Roberts, sarebbe diventato anche il mio incubo peggiore, e purtroppo lo sarebbe diventato presto.


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Angolo Autrice:

Ciao ragazzi come procede?
Lui era chi inizialmente avevo deciso come prestavolto per il nostro caro protagonista Ben Roberts,
poi però ho cambiato idea, volevo renderlo più realistico e simile alla descrizione del personaggio.
Io ho già qualcuno in mente, ma ve lo rivelerò più tardi, nel frattempo voi avete qualcuno in mente?🤔🤗

Aspetto volentieri tutti i vostri
consigli e le vostre opinioni,
e lasciate una stellina se il capitolo
vi è piaciuto.

A presto ♡

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