2.3

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Scorgo da lontano il bus avvicinarsi alla nostra fermata, quasi si muovesse a rallentatore, lentamente. 
«Riley è arrivato l’autobus, saliamo sú.» Sento la mia amica prendermi sottobraccio spezzando quel nodo di sguardi, durato anche troppo a lungo.
Salgo sull’autobus quando si ferma davanti ai nostri occhi, continuo a camminare e a farmi trascinare da Brianna fino ai posti in fondo, ed alle nostre spalle Ben ci segue dentro. 
Osservo Brianna sedersi vicino al finestrino, e sorrido pensando a quante volte ce lo siam giocate a “carta, forbice, sasso” quel posto. Estrae silenziosamente dallo zaino il lettore mp3, quello con tutte le nostre canzoni preferite, e ognuna con la propria cuffietta nell’orecchio ascoltiamo la nostra play-list preferita.  Inizio a viaggiare con la mente, mi perdo a guardare quello che mi circonda, le nuvole che mi rincorrono, il sole che riflette sugli alberi donandogli un colore più intenso, le macchine che strimpellano il clacson perché il vecchietto di turno non parte con lo scattare del verde, mi estraneo dal resto del mondo. 
Nella vita ho sempre agito d’impulso, seguendo il cuore, senza pensare mai alle conseguenze.
E sorrido guardando la ragazza seduta al mio fianco.  
Gli antipodi, siamo come il giorno e la notte.
Due poli opposti, due mondi diversi. 
Siamo cresciute insieme, potrei raccontare migliaia di aneddoti, quante avventure, siamo due anime gemelle e lei è la mia parte mancante, la mia migliore amica.
Si volta a guardarmi, accorgendosi del mio sguardo su di lei, mi sorride, poi volta un po’ la testa e la noto osservare con aria scettica alle mie spalle. 
Ed è una sensazione strana quella che avverto quando noto la sua ombra avvicinarsi dietro di me.
Piccoli brividi scorrono attraverso il mio corpo seguendo il flusso del suo sguardo. 
E li sento i suoi occhi famelici posarmisi addosso con insistenza.
Ed i miei occhi si socchiudono quando lo avverto in piedi di fianco a me, senza dire una parola, come un abile giocatore di poker a cui non piace far scoprire le sue carte.
E sussulto, trattenendo un sospiro, quando le sue mani prendono a scorrere lentamente sulla mia folta chioma bionda. 
Ed il mio cuore prende a battere frenetico, talmente forte che temo possa avvertirlo persino lui al di fuori.
E le mie guance si tingono di rosso per le sensazioni che riesce tutte le volte a provocarmi. 
E la mano di Ben continua a scendere lenta sul mio braccio fino a poggiarsi con una dolcezza che non credevo possedesse sulle mie mani.
E rimangono lì, intrecciate alle mie, a giocare con le mie dita, mentre continua a divorarmi con il suo profondo sguardo. 
Ed un sorriso lieve prende vita sul mio volto a constatare quanta differenza ci sia fra le nostre mani.
E le mie mani sembrano ancora più piccole strette alle sue.
E continuo ad osservare di nascosto quelle mani intrecciate giocare fra loro, in silenzio, senza accennare mai ad alzare lo sguardo, fino a quando non raggiungiamo la nostra destinazione.
Ed è Brianna a spezzare quell’incantesimo, con un movimento sicuro si alza, e premendo quel piccolo pulsantino rosso che lampeggia sopra le nostre teste, prenota la nostra fermata.

Lo spettacolo è terminato, il sipario si chiude e mentre ancora al di là delle tende si odono gli applausi, è arrivato il momento di abbandonare il palco.
 
Sussulto ritornando in me, ed ecco la fine dei giochi.
Allontano bruscamente le mie mani tremanti dalle sue, controvoglia, uscendo dal mondo dei sogni che tutte le volte è così bravo a creare, la piccola bolla è appena scoppiata, di nuovo, ancora.
Scendiamo dall’autobus senza emettere alcun suono. 
Ben ancora alle nostre spalle.
«Ci vediamo ragazze!» Ci saluta e con un sorriso trionfante sulle labbra cammina a passo sicuro verso casa sua.
E rimango ferma, silenziosa, non rispondo nemmeno alle domande che Brianna mi porge.
E il mio cervello si perde ad elaborare mille pensieri in un secondo.

“Sei una stupida!” Penso.

“Ti sei fatta abbindolare ancora.” Sussurro.

“Sei caduta di nuovo nella sua trappola.” Continuo ad infierire e mi perdo a guardare Brianna osservarmi con sguardo affranto conscia del fatto che sarà costretta a vedere ripetersi questa scena, tutte le volte come se fosse uno stupido Rewind

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