28.3

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E Piango, al pensiero che questa sia la nostra ultima volta insieme.

La mia vista è offuscata.

Piango, come forse non avevo mai pianto in vita mia.

Sono sul mio scooter, sto correndo.

Corro dalle uniche persone con le quali posso parlare, perché loro non mi giudicheranno mai.

Corro, perché ho bisogno di urlarlo a qualcuno che il cuore fa così male che vorrei tanto tirarlo fuori dal petto.

Corro, perché lui rimarrà sempre il solito stronzo di sempre.

Varco il cancello di casa loro.

Spengo il motore.

La mia mano pulsa, sento come se un tir vi sia appena passato sopra.

Suono il citofono.

Gli zii non sono in casa, meglio.

Attraverso velocemente il giardino, corro da lei, da loro e dal pianto liberatorio pronto a sgorgare fuori dai miei occhi.

Apro la porta.

Le vedo, mi vedono.

Silenzio.

«Riley tesoro che cosa ti è successo?» Chiede Serena spezzando questo silenzio assordante e dà il via a quella che sarà una lunga crisi di pianto.

Inizio flashback

"«Baciami Riley.» Sussurra con voce dolce per conquistarmi.

Sfiora il mio viso con le sue dita, e quasi riesce nel suo intento, incantarmi.

«Non posso.» Sussurro.

«Come?» Sbotta stringendo con forza il mio volto tra le sue mani, obbligandomi ad incastrare i miei occhi con i suoi.

«Non posso...» Sussurro ancora più lievemente, «non possiamo continuare in questo modo, guardarci... Sono stanca di vedere come ogni giorno continuiamo a distruggere ciò che di così bello eravamo riusciti a creare.»

I miei occhi ancora intrecciati coi suoi si riempiono di lacrime e la mia voce trema mentre con voce atona mi costringo a sussurrare...

«Non ti ricorderò come una persona qualunque incontrata in un luogo speciale, ma voglio ricordarti come una persona speciale incontrata in un luogo qualunque.»

«Tu non puoi lasciarmi.» Sbraita avvicinando sempre più il suo corpo al mio, per intimorirmi con la sua stazza.

Stringe il mio polso con la sua mano.

Stringe così tanto che lo sento stringere fino alle ossa.

«Mi fai male Ben.» Mi lamento.

«Bene, perché è proprio quello che tu stai facendo a me Riley...

Male.» Confessa poggiando il mio palmo ancora incastrato nella sua morsa sul suo cuore per farmi ascoltare i suoi battiti che vanno di pari passo col mio.

«Fammi andare via.» Lo supplico.

«Non ti lascerò scappare via, te lo leggo negli occhi che non lo desideri realmente.»

«Tu non sai nulla di cosa desideri io realmente, non mi hai mai capita.» Lo accuso.

«Tu sei mia.» Urla avvicinando il suo volto ad un palmo dal mio, ed il suo respiro si infrange sulle mie labbra.

«Sei mia Riley e di nessun altro, e lo sarai sempre, anche se le nostre strade dovessero dividersi i nostri corpi rimarranno comunque legati per sempre da un indistruttibile filo invisibile, il nostro amore.» Confessa, ed i suoi occhi diventano lucidi facendo di specchio ai miei.

«Non farmi questo, ti prego.» Sussurro.

«Io ti amo Riley, voglio che tu sia l'unica donna della mia vita.» confessa mollando la presa sul mio povero polso e racchiudendo il mio volto tra le sue mani.

«Il nostro amore lo hai calpestato quando quel giorno mi hai mancato di rispetto.» Sussurro ed una lacrima solitaria solca il mio viso. «Mi dispiace Ben ma non ci riesco a far finta che tutto questo non sia mai accaduto.»

Mi volto e raggiungendo il mio scooter recupero il suo telo mare, la scusa, il motivo futile per cui mi trovo qui oggi.

«È davvero finita allora?» Domanda al limite dallo esplodere.

Silenzio.

Me ne sto in silenzio ad osservare il mio braccio teso ed il suo telo stretto ancora tra le mie mani.

Ma lui non accenna alcun movimento.

Mi osserva soppesando le mie reazioni, le parole dette e quelle che non avremo mai il coraggio di confessarci.

Non rispondo, non ne avrei il coraggio.

Come potrei mai mettere fine a questo qualcosa che il mio cuore continua con disperazione a bramare.

«Forse non era scritto nel destino, forse è meglio che vada a finire così, forse...»

«Forse è meglio che chiudi quella bocca Riley.» Dice nervoso interrompendo i miei pensieri ad alta voce.

«E' meglio che vada.» Sussurro avvicinandomi nuovamente al mio scooter, dopo aver posato il suo telo sul muretto.

«Non andare.» Blocca nuovamente il mio polso nella sua stretta.

«Ti prego.» Lo supplico con sguardo assente.

«Vuoi davvero andare a casa? Beh Riley sappi che se salirai su quel maledetto scooter non potrai più ripensarci, basta... Sarà finita per davvero, niente più Ben e Riley.» Minaccia.

«Niente più Ben e Riley.» Vaneggio ripetendo le sue ultime parole.

«È sul serio questo che vuoi?» Chiede serio in volto.

Silenzio.

Ed i miei piedi si avvicinano inconsciamente allo scooter, approfittando del fatto che la sua presa sul mio polso si sia affievolita, compiendo piccoli passi all'indietro.

Lo guardo.

Ed i miei occhi ti stanno urlando fa che io "sia libera di scegliere".

E forse la loro risposta non è quella che speravi di ricevere.

La mia mano scivola lentamente fuori dalle tue dita.

E mi ritrovo seduta sopra lo scooter, e non mi son nemmeno resa conto come.

Silenzio.

«Non farlo.» Mi supplica con voce affranta.

Ma la mia mente ha già preso la sua decisione.

«Lasciami andare Ben.» Sussurro girando la chiave del quadro accendendo il motore."

Fine flashback

«E poi cosa è successo?»

Brianna interrompe la mia breve pausa.

Respiro.

La mano ha smesso di pulsare grazie ai benefici del ghiaccio.

«E poi ha iniziato a dare di matto... Non voleva che mi allontanassi da lui, ha iniziato a lanciarmi offese gratuite dicendo che se lui mi avesse tradito era solo e soltanto a causa mia, e che me lo meritavo tutto il male che lui mi stava provocando. Diceva che sono una poco di buono perché non appena ci siamo lasciati ho iniziato a sentire altri ragazzi che non erano lui. E come ciliegina sulla torta mi ha urlato contro che non mi sarei mai e poi mai liberata di lui.» Confesso mentre i miei occhi sfogano tutto il male che anche il solo ripetere quelle infondate accuse mi stia provocando.

«E tu cosa hai fatto?» Chiede con un pizzico di rabbia mista a curiosità Serena stringendomi stretta tra le sue confortevoli braccia.

«Sono stata una stupida.» Singhiozzo ormai facendo sgorgare le mie lacrime in un fiume in piena corsa.

Inizio Flashback

"«Tu sei completamente fuori di testa Ben, non puoi pensarlo sul serio.» Singhiozzo. «Basta... Voglio andare a casa.»

«Smetti di piangere.» Borbotta infastidito.

Lo scooter ancora acceso, lui fermo di fianco a me a bloccare ogni mio movimento.

Accelero.

«Non osare muoverti da qui.» Ringhia togliendo con forza le mie dita dall'acceleratore.

«Ahi... Mi fai male.» Mi lamento cercando di bloccare i suoi movimenti con l'altra mano.

Un'auto passa di fianco a noi.

Rallenta, ci osserva.

«Problemi?» Lo affronta Ben con arroganza.

«Smettila.» Borbotto, perché non sono in vena di fare ulteriori scenate.

«Adesso difendi pure gli sconosciuti?» Si prende gioco di me.

«Sai che ti dico... Vuoi andare via da me, vai. Tanto lo so che ritornerai strisciando.» Termina sicuro di sé.

Ed io accolgo subito questa misera via di fuga.

Accelero, e quando sto per alzare i piedi da terra ed effettuare un'inversione a U per tornarmene da dove sono venuta, lui blocca i miei movimenti, e accade tutto troppo velocemente.

Mi ritrovo a terra con una mano incastrata sotto lo scooter per attutirne la caduta.

Mi isso in piedi in un balzo, finendo proprio di fianco ad esso. E non capisco nemmeno come, ma la mia mano adesso fa un male cane.

Si sarà incastrata sotto il freno, dato che il mio polso destro è ancora stretto in una morsa nel palmo della sua mano.

«Ma cosa cavolo ti salta in mente?» Sbraito ormai fuori di me. «Sei per caso impazzito? Potevo farmi male!» Continuo ad urlargli contro, e se mi conosco abbastanza bene, per Ben Roberts adesso non vi è più alcuna via di scampo."

Fine flashback

«Ed il resto lo sapete già.» Sussurro affranta dopo aver consumato tutte le mie lacrime di dolore, frustrazione e soprattutto delusione.

E tu sei anche questo, sei il ragazzo che ama, ama così tanto da star male...

Ma il problema è che il tuo amore è come l'arsenico uccide lentamente e poi si pente, e mi domando ancora a cosa possa servire chiedere perdono se poi non si fa nulla per rimediare! 

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