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Nota:
Salve ragazzuoli belli, questa nota autrice la scrivo per chiedervi intanto come va? La vostra estate è cominciata? State andando al mare?
Ho ricevuto nel capitolo precedente un commento sulla lunghezza del capitolo e questo mi ha fatto riflettere. So che i capitoli al momento son un po' corti, ma vi prometto che con il tempo la lunghezza dei capitoli cambierà. Detto questo per compensare sto cercando di pubblicare più capitoli, più volte a settimana (spero lo abbiate notato), per riuscire a completare presto la ripubblicazione di tutti i capitoli della nostra #toxiclove.
Buona lettura ♡
~la vostra kikka

***

Che sapore ha la felicità?

<<Ciao Riley sono Chris, sono sceso qualche giorno giù in sicilia, per il compleanno di mo nonno, è stato strano non averti lì, ogni giorno mi dicevo di chiamarti, per provare a vederci e cercare di risolvere le cose. Non riesco a credere che stiamo buttando via la nostra storia in questo modo. Non è la fine che mi aspettavo. Ma nonostante mi facessi coraggio, non son mai riuscito a compiere il primo passo, ma adesso sto per partire, la mia famiglia mi attende in auto per accompagnarmi all'aeroporto, e prima di salire su quel maledetto aereo dovevo chiedertelo: sei davvero sicura che non possiamo rimediare? Se solo tu mi dessi la possibilità di vederti, di poterne parlare a quattrocchi, io sono sicuro che cambieresti idea. Non possiamo buttare questi anni così.>>

Mi ritrovo così distesa sul letto, la testa poggiata sul cuscino ed il telefono poggiato sull'orecchio ad ascoltare ancora le numerose suppliche del mio ormai credo ex fidanzato, perchè dopo quel dramma di Natale la nostra storia è rimasta ancorata ad un punto interrogativo, ed erano trascorsi mesi da quel giorno.

<<Posso farmi lasciare lì, non mi importa niente dell'aereo. A me importa solo di te.>> continuo ad ascoltare la voce di Chris al telefono, stesa ed il cuscino ormai zuppo delle mie lacrime.

<<No Chris davvero, vai in aeroporto. Non è mica un addio questo, te lo prometto ci sentiremo ancora. Continueremo a parlare, ma non possiamo continuare così. Devi accettarlo. Parti, ok? >> provo a convincerlo.

Pulisco il mio volto segnato dopo aver concluso la telefonata, e questa giornata era proprio cominciata con il piede sbagliato.

Scendo le scale, pronta per raggiungere la fermata dell'autobus stranamente in perfetto orario.

Entro in cucina dove seduti al bancone trovo mamma e Seth che mangiano tranquillamente la loro colazione, in silenzio.

«Santo cielo è già così tardi?» Esclama Seth prendendomi in giro, facendo ridere anche la mamma.

«Devo correre.» Urla continuando la sua sceneggiata, alzandosi persino dalla sedia.

«Smettila Seth.» lo rimprovero ancora giù di morale.

«Si smettila Seth, stamattina è avvenuto un MIRACOLO!» Gli dà corda mia madre.

«Che c'è tesoro, ti senti bene?» Alle mie spalle mio padre si avvicina e posa la sua grande mano dolcemente sulla mia fronte per controllare se per caso io abbia la febbre.

Li vedo ridere e prendersi ancora gioco di me.

Mi alzo per prendere un toast alla nutella dal vassoio e a passo lento mi incammino verso il portone di casa.

Brianna non è ancora arrivata alla fermata, poggio una spalla al palo della luce quando la vedo uscire ancora assonnata dal vialetto di casa sua.

«Che è successo? La fine del mondo è vicina?» Esclama stropicciando i suoi occhi assonnati e prendendosi gioco di me anche lei, mentre mi si avvicina.

«Succede che non sarò mai più puntuale in vita mia, se questo è il risultato, questo succede.» Le rispondo voltandomi a darle le spalle ed attendiamo l'arrivo dell'autobus in completo silenzio.

Mi lascia a rimurginare con i miei stessi pensieri.

Una volta preso posto all'interno dell'autobus, mi giro verso Brianna e provo ad iniziare una conversazione.

<<Ha provato a scusarsi stamattina.>> confesso, facendole capire la causa del mio malumore.

<<Immaginavo ci fosse qualcosa che non andava.>> commenta lei conoscendomi.

<<Non so che fare.>> faccio scorrere una mano tra i miei capelli, gesto che tendo a fare quando sono nervosa.

<<Non fare niente allora! Su, forza dai. Affrontiamo questa lunga giornata scolastica. VERSO L'INFINITO...>> esclama suonando la nostra fermata e lasciando appositamente la sua frase a metà.

<<...ED OLTRE!!>> mi alzo di rimando anch'io dal mio posto e, con il sorriso sulle labbra ed un braccio rivolto verso il cielo, completo la sua famosa citazione.

*****

L'ultima ora di questa giornata scolastica.
Tiro una gomitata alla mia vicina di banco che continua a smanettare con il suo cellulare.

<<Brianna a chi stai scrivendo?>> le chiedo sussurando per non farmi sentire dall'insegnante.

<<Bruno, passa a prendermi dopo scuola per farci un giro.>> confessa, sussurando anche lei.

<<Soli, soletti?>> la stuzzico un po'.

<<Si, soli soletti scema.>> confessa imbarazzata.

<<Mi sa che stavolta allora sarà la volta giusta per fare il famoso primo passo.>> le faccio una linguaccia, continuando a prenderla in giro.

Finalmente sentiamo suonare la campanella, segno che questa giornata scolastica è terminata.
Raccogliamo le nostre cose sul banco per metterle dentro lo zaino e ci incamminiamo insieme verso l'uscita.

<<Sai, devo confessarti una cosa, Bruno non è venuto da solo a prendermi.>> Bree mi informa interrompendo la nostra passeggiata con ancora il suo cellulare tra le mani.

<<Ah, davvero?>> mi fermo di conseguenza a guardarla.

<<No, ci sono i ragazzi insieme lui.>> confessa.

<<Ma non dovevate uscire da soli voi due? Che fine ha fatto la prima mossa, primo bacio... devo fare due chiacchiere con quel ragazzo!>> sbotto, facendola ridere.

<<Infatti si sono autoinvitati. Sei dei nostri anche tu vero? Non mi lasceresti mai da sola in mezzo a quei quattro scimmioni, non è così?>> mi chiede guardandomi con quegli occhioni dolci che solo lei sa fare, a cui nessuno oserebbe mai dire di no.

<<Ho altra scelta?>> le chiedo rassegnata, roteando i miei occhi all'insù.

<<Effettivamente no.>> ride intrecciando il mio braccio con il suo e braccia contro braccia terminiamo il resto della strada che ci separa dai nostri amici e dal grande cancello alla fine del lungo vialetto scolastico.

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