Capitolo 21 (seconda parte)

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Esco sul retro dell'Osteria e prendo il telefono dalla tasca. Yuri sta finendo di fumare la sua sigaretta di pausa e mi trapassa con un'occhiataccia feroce.

«Non prendertela con me, stasera sono di turno» gli dico, infastidita.

«Scusa, principessina.» Butta il mozzicone a terra. «Ci fai anche la cortesia di venire a lavorare, di fare presenza con la tua faccia carina e ti prendi anche il miglior trattamento da Riccardo.»

«Ho due lavori, Yuri. Quando non sono qui sono a guadagnarmi il pane da un'altra parte» ribatto.

«E visto che ci sei di meno, ti fai anche dare più responsabilità. Ti piace fare il capetto, eh, principessina?»

Cosa ha? Gli rode perché Riccardo mi ha detto che in sua assenza sono io a dirigere il tutto?

«Lavoro in questo posto da tre anni, credo di avere abbastanza esperienza per avere responsabilità. Torna di là, o dovrò riferire il tuo atteggiamento irrispettoso.»

Non mi importa essere stata dura, perché non sopporto più lo sprezzo e le occhiate di ghiaccio con cui Yuri ha tutta l'aria di volermi ferire non appena gli sono nel raggio di cinque metri.

Rientra all'interno, approfittandone per darmi una spallata.

«Ma cosa hai, cinque anni?» gli chiedo alzando la voce, visto che è sparito dietro la porta. Uno dei cuochi mi guarda confuso, continuando a tagliuzzare delle verdure.

Non riesco a capire tutto questo risentimento nei miei confronti. Mi faccio il mazzo, lavoro tutti i giorni della settimana, probabilmente non riuscirò a vedere neanche una seconda partita a palazzo, per quanto sono incasinata... e lui mi tratta come se stesse a me stabilire i turni. Come se non mi fossi guadagnata la fiducia di Riccardo nel corso del tempo, dandogli tutte le ragioni per mettermi a capo dell'organizzazione dei camerieri in sua assenza. Il che, comunque, non accade tutti i giorni, forse solo una o due volte a settimana. Perché se gli dà tanto fastidio non ne parla direttamente con lui, invece di rifarsi con queste frecciate nei miei confronti?

Me lo faccio scivolare addosso, perché sono uscita per tutt'altro motivo. Di solito non faccio pause per sgattaiolare fuori – vado solo in bagno o mangio qualcosa al volo in cucina – ma ho chiesto a Mike se potessi telefonargli durante la serata e mi ha detto di sì.

«Lavinia?» La sua voce è bassa, ha di nuovo quel tono da baritono. Un suono melodioso quando pronuncia il mio nome, tanto che non arrossire è impossibile. Sono su una nuvola, ancora stento a crederci.

«Ciao» mormoro anch'io.

«Sta andando bene al lavoro?»

«Sì. Ci sono Pala e la ragazza, Elena.»

«Me l'hanno detto. Non ti hanno dato fastidio, vero?»

«No, no. Stanno al loro tavolo e chiacchierano tra loro. La tua serata con tuo figlio?»

«Gli sto facendo vedere un film animato di Spiderman.»

Sorrido. Immagino suo figlio che a carnevale chiede solo costumi del suo supereroe preferito. Mi scalda il cuore sentire Mike che parla di lui.

«Senti, ehm» esito, incerta. Non starò facendo un passo troppo lungo?

«Ti ascolto

«Domani devo registrare il brano che ho scritto. Ti va di... di venirmi a prendere? Se non hai l'allenamento» preciso, perché non accetterei mai che metta da parte la Vulnus per me. Solo chiedergli di vederci domattina mi spedisce in orbita, non sono più su una nuvola, probabilmente sto volteggiando dalle parti di Saturno.

«Non so a che ora finisco, però mi piacerebbe. Posso farti sapere domattina?»

«Certo.» Sorrido da sola, imbambolata. Il suono dello sfrigolio delle padelle dalla cucina mi riporta sulla Terra e ai miei doveri. «Scusami, devo rientrare. Buonanotte.»

«Buonanotte

Ho il cuore che mi batte forte, le mie emozioni sembrano non finire mai. Vedrò Mike domattina, con calma, dopo che avrò inciso la Sinfonia Uno. Rientro in cucina, scrutata da un paio di cuochi che prima di certo mi hanno sentita inveire contro Yuri. Controllo che siano pronti i piatti per Elena e Pala, ma non ci sono.

«Il tavolo sette?» chiedo ad alta voce.

«Li ha portati Yuri» mi risponde qualcuno.

Trattengo la lingua, perché mi sta infastidendo. Con quale diritto si è preso uno dei tavoli di cui mi stavo occupando io?

Esco dalla cucina e cerco Yuri, che ha la fortuna di essere salvo perché sta prendendo delle ordinazioni.

Per mia ancora più grande fortuna, Riccardo è arrivato mentre ero al telefono e si è piazzato in cassa. Così mi dirigo spedita da lui. «Yuri ha preso in consegna un mio tavolo» sibilo.

«Quale?»

«Il sette.»

«Non ci ho fatto caso. Ho visto Palanca, ma non pensavo che te ne occupassi tu» risponde, sinceramente sorpreso. Fa un cenno a Yuri di avvicinarsi.

Il diretto interessato mi rivolge una nuova occhiata astiosa. «Che succede, principessina?»

Lo fulmino con lo sguardo. «Succede che devi essere trasparente quando prendi iniziative. Stavo pensando io al sette.»

«Il sette torna a Lavinia» stabilisce Riccardo, autoritario. «Non litigate e lavorate.»

Inspiro ed espiro profondamente, e vado subito al tavolo incriminato. Elena mi scruta confusa, arrotolando gli spaghetti attorno alla forchetta, e si sistema gli occhiali sul naso, mentre Pala in un primo momento neanche si accorge che sono qui.

«Tutto bene?» chiedo abbassando la voce. «Il mio collega non vi ha dato problemi?»

I due negano e mi chiedono di portare loro un'altra bottiglia d'acqua, cosa che faccio subito.

Prendo in consegna altri tavoli, con gente che continua ad arrivare, e arrivo stanchissima all'orario di chiusura.

Yuri se ne va senza neanche finire di sparecchiare i suoi ultimi tavoli, ma Riccardo è impegnato nel far pagare gli ultimi clienti e non se ne accorge.

«Ma l'hai visto?» Jasmine fissa scocciata l'ingresso dell'Osteria. «Se l'avessi fatto io, me ne avrebbe dette quattro. E anche a ragione.»

Concordo: a chiunque sarebbe arrivata una giusta ramanzina. Domani Riccardo prenderà Yuri da parte e gli darà una bella lavata di capo – sempre che lo venga a sapere.

Mi occupo anche dei tavoli rimasti scoperti, ma poi, una volta che il ristorante è chiuso il pubblico, vado di nuovo da lui.

«Yuri se n'è andato un'ora fa» gli dico.

«In che senso?» mi chiede, sbigottito.

«Nel senso che si è cambiato, messo la giacca ed è andato via. Non l'hai visto?»

«Ma forse ti sei sbagliata, sarà andato a fumare e invece è uscito di là...» prova a scusarlo Riccardo.

«No, no.» Jasmine mi dà man forte. «L'ho visto anche io, se l'è filata appena si è accorto che eri distratto in cassa.»

«Domani gliene parlerò, voi intanto continuate qui.»

Jasmine scuote la testa rassegnata e va subito ad acciuffare una scopa. «Spero che lo conci per le feste» borbotta iniziando a spazzare per terra.

Anche lei inizia a non tollerare più i comportamenti anarchici di Yuri. Posso capire che alcune dinamiche lo infastidiscano – anche se no, non lo capisco – ma andarsene durante il proprio turno non va bene. Non è giusto nei nostri confronti, visto che stiamo ancora lavorando, né verso Riccardo che ci paga a ore.

«Mi stupisce che non si sia accorto che se l'è squagliata» mormoro invece io.

«Era una serata piena di gente, stare dietro a tutti è difficile» commenta Jasmine. «L'importante è averglielo detto.»

Spazio autrice
Ed ecco che Lavinia prende un po' di coraggio e chiede a Mike di vedersi! Ha fatto bene, vero?

Intanto Yuri continua a rendersi insopportabile... e a fare come gli pare (nonostante accusi Lavinia di fare esattamente la stessa cosa :/ ). Quanto è detestabile? Tanto?

Ho aggiornato oggi (e non domani come avevo previsto, perché il capitolo ha solo due parti), perché domenica c'è un capitolo extra. Così avete tutto il tempo per leggere <3

Vi ricordo sempre che "Amore all'Overtime" è disponibile su Amazon!

Baci a tutti e grazie per la lettura,
Snowtulip.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro