CAPITOLO 14

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Madelaine's Pov

C'e ancora poca luce nella mia piccola camera quando sento i piedini scalzi del mio fratellino battere sul pavimento in legno e attraversare la stanza fino al mio letto.

Tengo ancora gli occhi chiusi e sento la sua risatina convinto che io stia ancora dormendo, si posiziona davanti a me e preme il suo ditino sul mio naso apro gli occhi di scatto e gli faccio la linguaccia mentre lui ride ancora di più.

Salta sul letto e si sistema di fianco a me per essere coccolato "cosa volevi fare eh?" chiedo guardandolo con una finta faccia indispettita.
"Nulla" dice fra le risatine, sa già cosa gli aspetta.

"Bugiardo tu mi volevi far spaventare, è vero o no?" Dico facendoli il solletico sul pancino e lui ride ancora di più senza riusicre a parlare o a darmi risposta.

Charlie mi sveglia ogni sabato mattina in questo modo sa già che tanto gli farò il solletico e gli dedicherò qualche coccola e a lui piace da morire.

Smetto di fargli il solletico e lo osservo, i capelli scuri come i miei che ora avrbbero bisogno di una spuntatina e gli occhietti dolci, è un bambino estremamente buono per la sua età quasi come se avesse dovuto crescere in fretta.

Indossa il pigiamino blu dei supereroi che gli ha regalato la zia lo scorso natale ed è a piedi nudi caratteristica che ha preso da me.

Mi rilasso nel cuscino e prendo il telefono dal comodino sengna le 10:30 e direi che è arrivata l'ora di alzarmi, ieri sono tornata verso l'una ero al locale con Sim Kate e Su che si è scusata per la scenata di Dakota almeno venti volte nonostante le mie rassicurazioni sul fatto  che di quello che dice non me ne possa fregare di meno, odio ammetterlo ma mi sono guardata intorno verie volte in cerca di quello sguardo cupo e di quel sorriso da stronzo ma di Eliot fottuto Johnson non c'era traccia.

Dopo la nostra chiacchierata nel giardino della scuola ho avuto la conferma che il ragazzo fuori dalla mensa non era lui ma nonostante tutto non sono ancora giunta alla risposta che cercavo.

"Forza alziamoci" dico dando un buffetto sul muso di Charlie che in risposta scende con un saltello dal letto.

"Vado a svegliare Ryan" dice correndo verso la camera del maggiore anche se non so quanto ne sarà felice.

Pochi secondi e sento le lamentele con un "Charlie vattene ho sonno."

Sorrido pensando alla faccia di mio fratello ed entro nel bagno, lavo la faccia e i denti e dopo essermi infilata un paio di leggins ed una felpa della scuola scendo al piano di sotto dove trovo mia zia intenta a lavorare al pc.
Addento un toast e la saluto ritornando al piano di sopra, mentre mio fratello si trascina al piano di sotto
con Charlie alle calcagna.

La mia camera è un casino come sempre e visto che oggi sono di buon umore decido di darle una pulita apro le tende e la persiana in modo che la luce riempia completamente la stanza e noto che la situazione è ancora peggio di come pensavo.

Apro Spotify ed inizio il lavoro sulle note di "American Idiot" dei miei adorati Green Day, cambio le lenzuola e spolvero alla perfezione ogni mensola colma dei miei amati libri ed inutili oggettini che però amo collezionare.

Passo in rassegna tutte le piccole foto appese alla parete tutte scattate con la polaroid che mi regalò anni fa mio padre, che mi ritraggono felice con i miei amici e la mia famiglia compresi quei genitori che mi sono stati strappati troppo presto.

"Mad verresti a darmi una mano con il pranzo?" urla mia zia dal piano di sotto.

"Si arrivo" dico stoppando la musica e raccogliendomi in capelli in una coda alta
Scendo velocemente le scale e la trovo trafficando con delle padelle.

"Cosa prepariamo di buono" chiedo lavandomi le mani.

"Pensavo di fare pasta al ragù ti dispiace preparare il sugo?" chiede portando fuori una cipolla e un tagliere.

"Nono faccio io, tranquilla" dico affettando il tutto e sentendo già gli occhi pizzicare.

Circa un'ora dopo ci sediamo tutti a tavola, e io spazzolo tutta la mia razione di pasta, nonostante non sia una grande cuoca devo ammettere che il ragù non era niente male e visto che anche i miei fratelli non si sono lamentati suppongo che sia piaciuto anche a loro.
Ray aiuta la zia a sparecchiare mentre io ne approfitto per mandare qualche messaggio di riposta a Simon, mi alzo diretta al piano di sopra quando parla.

"Ragazzi per favore sedetevi un'attimo vi devo parlare di una cosa" dice lei facendoci un cenno di avvicinarci, io e Ray ci guardiamo negli occhi confusi su cosa ci debba dire di così importante.
Mi siedo e poggio i gomiti sul tavolo aspettando una spiegazione.

Lei ci guarda e quando è sicura di avere la nostra totale attenzione continua "So che oggi è sabato e probabilmente avrete degli impegni, ma oggi dovrete partecipare ad una cena, era prevista tra qualche settimana ma si è ritenuto necessario anticiparla a stasera mi diapiace" dice con un mezzo sorriso.

"Che cena e da chi" dico anticipando le parole di mio fratello che annuisce in mia direzione.

"A casa del sindaco" dice in un sussurro mia zia.

"Cosa?!" Diciamo all'unisono io e Ray, insomma ma che significa tutta questa storia.

"Okok" dice portando le mani avanti mia zia "praticamente dovete discutere di un progetto che i vostri genitori avevano iniziato prima della loro morte, quindi il sindaco ha deciso che sarebbe stato meglio discuterne in una cena in modo da trovarvi più a vostro agio" sorride cambiando subito espressione alla vista delle nostre facce, insomma non ho idea di come sia la mia ma quella di Ryan non preomette nulla di buono ma non posso dargli torto che è sta storia?

"Di che progetto stai parlando" dice questa volta mio fratello.

"Non lo so ragazzi"  dice la zia scuotendo la testa "so solo che è un progetto a cui i vostri genitori tenevano molto, quindi vi chiedo di andare e sentire cosa hanno da dire dopotutto non avere niente da perdere."

"E tu che fai non vieni?" Chiedo, il sindaco è la madre di Lucas non ho voglia di affrontare una cena con lui e la sua famiglia più chissà quali avvocati.

"No ragazzi io starò qui a badare a Charlie, riguarda voi non me" dice lei speranzosa

L'ultima cosa che avrei immaginato era che stasera avrei cenato con la famiglia del sindaco ma come posso non partecipare se riguarda una cosa a cui teneva mia madre? Io e mio fratello ci guardiamo e prima che rovini tutto dico per entrambi "va bene andremo" guadagnandomi  un'occhiataccia da parte sua ma non mi importa.

"Perfetto" dice mia zia sorridente "per le otto dovete essere li, e mi raccomando eleganti" dice guardando sopratutto me, e ha fatto centro perché avevo intenzione proprio di andare in jeans.

                                       ......

"Quindi non hai idea di che cosa si tratti?" Chiede ancora una volta Kate guadagnandosi un'occhiata scocciata da parte mia e di Sim.

Siamo seduti sul prato del parco vicino a casa proprio davanti allo stagno delle anatre che di solito adoro guardere, ho portato Charlie che voleva giocare un po' all'aperto e ne ho approfittato per vedermi anche con i miei amici visto che stasera non potrò uscire con loro al locale per colpa della maledetta cena a cui dovrò prendere parte.

Ho raccontato tutto e ovviamente al solo nominare Lucas e la sua casetta del cazzo Kate è uscita fuori definendomi molto fortunata a partecipare a tale cena nonostante a me non la racconti per nulla giusta e sarei molto felice di cederle il mio posto.

"No Kate" dico per l'ennesima volta "non ne ho idea e la zia non si è persa in dettagli" dico frustrata.

"Non è che vi sta nascondendo qualcosa?"dice Sim lanciando un sassolino "qualcosa dovrà pur sapere."

"Non credo ci stia nascondendo qualcosa, ha detto che ci avrebbe spiegato tutto il sindaco e avremo capito" e lo spero vivamente.

"E tu non potevi dire di no se proprio non ti andava?" chiede la mia amica sistemandosi le pieghe della gonna, mentre io sono uscita esattamente come ero stamattina con la differenza che ho sciolto i capelli.

"No non potevo, insomma odio l'idea di andare a quella cena ma se è una cosa a cui mia madre teneva la voglio sapere, anche se Ryan non è molto d'accordo" dico con una risata "ma ovviamente non mi importa se non si presenta andrò a quella cena anche da sola" aggiungo mentre gli altri ridono di gusto.

Vedo Charlie avvicinarsi ad una panchina dove è seduta una signora intenta a leggere un libro, lui si poggia e la guarda mentre lei abbassa il libro e le chiede qualcosa.
Mi alzo e vado verso di loro non voglio che disturbi le persone anche se gentili.

"Buonasera, Charlie vieni non disturbare la signora" dico con un sorriso prendendo la mano del mio fratellino.

"Oh no cara tranquilla mi fa piacere vedere dei bambini che giocano, come si chiama?" Chiede emozionata guardando Charlie.

Ha un sorriso affettuoso e sincero nei nostri confronti i capelli scuri ma abbastanza ingrigiti per la sua età, insomma deve essere ancora giovane e due occhi scurissimi.

"Charlie rispondo" visto che lui si è nascosto dietro di me timido come sempre.

"Beh ciao Charlie, sei molto carino" dice lei " sai mi ricordi molto mio figlio quando aveva la tua età  solo che lui di marachelle ne combinava proprio tante" aggiunge con gli occhi lucidi probabilmente persa nei ricordi del suo bambino.

Sto per ribattere quando una vecchina arriva verso di noi "oh Miranda eccomi forse dovremo tornare a casa, sai che ha detto tuo figlio" dice la nuova arrivata rivolgendomi poi un sorriso.

Miranda alza gli occhi al cielo "lo so lo so cosa ha detto mio figlio Amelia ora andiamo, il mio piccolo bambino è cresciuto e ora è un uomo autoritario" dice scherzando e procurandomi una risata.

"Beh allora arrivederci è stato un piacere" dice prendendo a braccetto Amelia e allontanandosi.

"Piacere mio" mormoro mentre anche io e Charlie torniamo verso casa.

                                       .......

Quando sono tornata a casa in compagnia di Kate mia zia ne è stata molto felice perché ha capito che mi avrebbe obbligato a vestirmi elegante come da lei richiesto, Simon invece ha preferito tornare a casa e non immischiarsi nelle 'faccende da donne' come le chiama lui soprattutto se c'e di mezzo Kate.

Salgo le scale e mi affaccio da Ryan che se prima era scocciato ora è di pessimo umore visto che la zia lo ha obbligato ad indossare una camicia con dei piccoli disegnetti che non rispettano minimamente il suo gusto, tanto che mi ha praticamente chiuso la porta in faccia.

Entro nella mia stanza dopo averli urlato che è un coglione e mi dirigo nel bagno per fare una doccia veloce nel mentre che Kate fruga nel mio armadio.

Mezz'ora dopo esco con i capelli che ho deciso di fare mossi portati leggermente indietro da un piccolo fermaglio e in biancheria, mentre Kate mi tira addosso dei pantaloncini neri in tessuto leggero a vita alta e una maglietta bianca con le maniche in pizzo, il tutto contornato da un paio di tacchi 10.

"Perfetto" esclama Kate soddisfatta "ed ora pensiamo al trucco " dice indicandomi una sedia.
La mia amica continua a parlare mentre io penso alla sua faccia quel giorno in palestra dopo la frecciatina di Dakota e alla sensazione che mi stesse nascondendo qualcosa.

"Kate devi dirmi qualcosa?" Chiedo mentre lei smette di truccarmi rimanendo interdetta per un momento, si riprende e scuote la testa "no che cosa dovrei dirti "dice riprendendo il lavoro.

"Il giorno in palestra Dakota ti ha tirato una frecciatina su Lucas e tu sei rimasta molto colpita, volevo solo assicurarmi che stessi bene sono tua amica e puoi dirmi tutto" concludo guardandola negli occhi mentre lei annuisce.

"Lo so Mad tranquilla, sicuramente sa che lui mi piace e mirava a farlo sapere a tutti ma è tutto ok " dice " e ora fammi finire altrimenti farai tardi".
Annuisco e faccio cadere il discorso nonostante non sia totalmente convinta ma non vedo motivi per cui mi dovrebbe mentire.

Un'altra mezz'ora e sono praticamente pronta ringrazio Kate e scendiamo giù dove mia zia mi riempie di complimenti mentre Ryan sbuffa.
Sta bene con questo look è solo fissato diversamente, dopo le mille raccomandazioni della zia saliamo in macchina diretti alla cena.

Nel tragitto mio fratello non ha spiaccicato quasi parola se non per lamentarsi del poco anticipo con cui ci è stato riferito della cena, percheggia davanti alla  casa che si presenta immensa proprio come la ricordavo.
"Andrà tutto ok, dopotutto è solo una cena" dico guardandolo per rassicurare forse più me stessa che lui.

"Si a cui dovranno parlarci di chissà quale progetto dei nostri ormai defunti genitori, che gioia" dice sprezzante scendendo dalla macchina, faccio un lungo respiro e lo seguo verso il grande cancello che circonda la villa dei Garrison.

Al citofono risponde una donna che fa scattare la serratura e ci invita ad entrare, l'ultima volta che ho messo piede in questa casa era la sera della festa ma eravamo tutti sul retro, non pensavo avessero un terzo ingresso e così maestoso, circondato da un enorme prato e da tantissimi fiori che disperdono il loro profumo in tutto il cortile.

Sto attenta a ogni gradino non vorrei cadere visto che con questi cosi non sono per nulla affidabile ed iniziare la cena con un bel ruzzolone non mi sembra il caso. Come metto piede in casa rimango ulteriormente estasiata, le pareti sono di un bianco antico in perfetta armonia con i mobili moderni e i quadri che riempiono i muri, al centro della sala due enormi divani che circondano un piccolo tavolino da thè, sembra quasi un palazzo.

"Buonasera ragazzi, entrate " dice il sindaco Garrison venendoci incontro con un sorriso un po' troppo largo, porta un elegante abito rosso e aderente e due orecchini pendenti che devono costare metà di questa casa, i capelli biondi sono raccolti in un perfetto chignon  alto sulla testa. 

"Buonasera signora" diciamo io e mio fratello stringendole la mano e abbozzando il nostro miglior sorriso.

"Oh ma per favore chiamatemi Anais ragazzi stasera siamo come una grande famiglia, siete proprio cresciuti  e Madelaine sei bellissima ogni anno che passa assomigli sempre di più a..." ma la interrompo.

"A mia madre si, me lo dicono in tanti" dico cercando di nascondere l'imbarazzo e guadagnandomi un'occhiataccia da Ryan.

Cosa?ora è lui che mi rimprovera? Bella faccia.

"Beh è senza dubbio un complimento cara, Celine era una donna meravigliosa" dice quasi volesse farci credere di conoscerla meglio di noi i suoi stessi figli.

"Oh ragazzi lui è l'avvocato contabile Frederik Michaelson, era avvocato e fedele amico dei vostri genitori" dice indicando l'uomo che viene verso di noi, poco più altro di me con i tacchi avrà più o meno una quarantina d'anni capelli castani e sorriso amichevole.

"Piacere di conoscervi ragazzi abbiamo molto di cui  discutere"  dice stringendoci la mano e soffermando lo sguardo su ognuno di noi.

Nonostante la Garrison dica che era amico dei miei io non ho idea di chi sia non lo ho mai visto.

"Ma non restiamo qui, la cena è pronta andiamo a prendere posto" dice lei indicandoci la strada verso la grande sala da pranzo che si presenta con una ampia tavolata già piena di prelibatezze e con delle candele come ornamento, noto però che è stato apparecchiato per cinque che ci sia anche il marito del sindaco?

"Prendete pure posto cari, oh Lucas eccoti" dice mentre lui entra nella stanza con pantaloni e camicia "ragazzi lui è mio figlio Lucas parteciperà con noi alla cena, ma vi conoscete no? Andate a scuola insieme " dice guardandoci.

"Si mamma" dice lui salutando poi Ray e me  soffermandosi un po' troppo ad osservarmi il che ricorda la sera della festa quando non smetteva di fissare le mie gambe nude, il ricordo mi provoca un conato che rimando giù .

Prendiamo posto e mi ritrovo vicino a Ray e con Lucas davanti,  la cameriera serve l'antipasto costituto da numerose tartine con sopra non so cosa che osservo pensierosa per poi dire "quindi di che dobbiamo parlare?" chiedo impaziente mentre Frederik fa un sorriso.

"Oh no Madelaine, parleremo dopo di affari ora godiamoci la cena in tranquillità, buon appetito" dice la signora Garrison iniziando a mangiare mentre io e Ryan ci scambiamo un'occhiata.

La cena trascorre tra domande scomode della signora su fidanzati,  programmi per il futuro e occhiate fin troppo loquaci di Lucas che mi sta costantemente addosso senza preoccuparsi di darlo a vedere, vorrei rovesciarli il bicchiere di champagne sulla sua testolina bionda ma mi trattengo non farei esattamente una bella figura.

"Bene gi lascio ai vostri argomenti" dice Lucas alzandosi "mamma ci vediamo più tardi, arrivederci" ci saluta ma visto quello scimmione così educato, esce chiudendosi la porta alle spalle e io mi sento un po' meglio, mi stava decisamente irritando.

Ci spostiamo nel grande salone e ci sistemiamo nel divano, sono un po' nervosa onestamente  sapere qualcosa sui miei genitori mi rende felice ma allo stesso tempo mi spaventa infatti quando Frederik poggia una cartella con numerosi documenti sento un fremito alle mani tanto che le devo allacciare per farle stare ferme, e dalla sue espressione lo stesso vale per mio fratello.

"Bene" dice guardandoci negli occhi "prima di tutto vorrei dirvi che tenevo molto ai vostri genitori erano non solo colleghi di lavoro ma anche amici per me, la loro morte mi ha distrutto ma non posso paragonare di certo il mio dolore a quello che avete provato voi" e con un velo di amarezza prosegue  "prima di quell'orribile giorno vostra madre come ben sapete era sindaco di questa città mentre vostro padre sua spalla nell'amministrazione" ci guarda e noi annuiamo incitandolo a continuare "vostra madre oltre a essere nel cuore dei cittadini e a svolgere bene il suo lavoro stava lavorando duramente ad un progetto, prese dei terreni che appartenevano alla città e decise tramite delle donazioni di chiunque avesse voluto aderire di construire qualcosa, una clinica."

Di tutte le cose che mi aspettavo di sentire sui progetti di mia madre questa le batte tutte, " una clinica?perché se Toronto è piena di ospedali?" chiedo ansiosa di saperne di più.

"Perché questa ragazzi sarebbe stata una clinica specializzata in malattie che molti dei nostri ospedali se pur all'avanguardia non riescono a curare, malattie rare che purtroppo mietono le vite di quei pochi sfortunati, beh vostra madre aveva avuto questa idea che fu appoggiata in pieno dal consiglio ed iniziarono le donazioni che furono veramente veramente numerose" dice lui mostrandoci tutti gli assegni versati da numerosi pezzi grossi della città, avvocati contabili e banchieri.

"Anche io donai parecchi soldi per questa grande causa" disse Anais fiera e con gli occhi lucidi.

Abbozzai un sorriso per risposta mentre continuavo a leggere le cifre esorbitanti mentre un Ryan sorpreso quanto me boccheggiava improvvisamente sbiancato.

"Vostra madre stessa donò una grande somma e dopo un'anno dalla proposta riuscì a recuperare tutto il denaro necessario per iniziare i lavori, il materiale venne acquistato e mancava solo qualche firma e i lavori sarebbero cominciati " dice l'uomo probabilmente perso nei ricordi.

"E perché il lavoro non venne portato a termine?" chiese Ryan con ancora in mano gli assegni.

"Perché lei morì" rispondo anticipando Frederik che annuisce, la clinica non è ancora stata costruita a causa dell'incidente.

"Si ma la nuova commissione non poteva portare il progetto avanti?" Dico questa volta rivolta alla signora Garrison che scuote la testa.

"Le somme ragazzi erano state donate all'associazione di vostra madre e a lei appartengono non alla città di conseguenza nemmeno io che sono il sindaco posso gestirli o toccarli" risponde bevendo elegantemente una sorsata di the caldo che io mi accorgo di non avere ancora toccato.

"Si ma perché ce lo state dicendo ora" dice mio fratello e ha ragione perché dircelo proprio ora? Dopo tutti questi anni dalla loro morte poi.

"Perché ragazzi" dice Frederik porgendoci un'altro documento "ora sta a voi decidere cosa farne del progetto".

Sento la gola improvvisamente secca e mi fiondo sulla bevanda nella speranza che mi renda un po' di voce.

"Che significa che tocca a noi?" Dice Ryan spazientito evidentemente non ci sta capendo molto esattamente come me.

L'avvocato ci porge il foglio mentre mi avvicino a Ray per leggerlo meglio "quello ragazzi è una copia del testamento che hanno lasciato i vostri genitori e il progetto con tutti i soldi delle donazioni sono inclusi" dice lui sottolineando la parte di cui sta parlando.

"Ha lasciato a noi i soldi e l'ospedale?" Dico con gli occhi spalancati non posso credere che ci abbiano lasciato una tale responsabilità è impossibile.

"Si, ma non sono ancora vostri il testamento parla della cessione del progetto e tutto ciò che comporta ai suoi figli quando il maggiore avrà compiuto il diciottesimo anno che tu compierai tra qualche mese Ryan e allora il tutto sarà vostro per ora è nelle mani di un'ente nominato da vostra madre" solleva lo sguardo quasi fosse consapevole delle mille domande che  vorrei porli ma che allo stesso tempo non riesco a formulare.

"E quindi perché ce lo dite ora e non fra qualche mese quando Ryan sarà maggiorenne? E soprattutto chi è questo ente che ha custodito i soldi fino ad ora?" mi scoppia la testa voglio risposte ma ho solo più domande.

"Ve lo dicamo ora perché nonostante non sia ancora vostro, Celine ha specificato di far prendere a voi la decisione, nel caso non  ve la sentiste di portarlo avanti i soldi verrebbero restituiti, l'ente purtroppo preferisce rimanere segreto e non posso dirvi chi sia." Ma quando  ci vede accigliati continua "voglio che sappiate che accettando non verrete lasciati soli ragazzi so quanto sia difficile ora per voi "

"Quando tempo abbiamo per decidere" chiede Ryan dopo un lungo silenzio da parte di tutti.

"Qualche giorno, i lavori devono iniziare altrimenti abbiamo l'obbligo di restituire tutto, quindi pensateci bene perché è molto importante" risponde la Garrison.

Mi volto e vedo il viso di mio fratello spaventato quanto me, e capisco che sarà una dura decione.

"Bene ci terremo in contatto" termina l'avvocato.






**** Capitolo 14 gente.
  Spero che vi piaccia e ringrazio come sempre tutti coloro che  hanno votato e stanno seguendo la mia storia.
Ci tengo inolte ad augurare a tutti una buona Pasqua nonostante tutto ciò che sta succedendo.❤
Mi raccomando le🌟🌟🌟🌟🌟

-Lostshadow.


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