Capitolo 8 - Lesath

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Capitolo 8 - Lesath
(aculeo)

Ottobre è volato via, i suoi giorni sono scivolati l'uno sull'altro. Il mese di transito, che deve prepararci al freddo inverno di dicembre, è già a metà del suo corso. Eppure, il tempo sembra particolarmente capriccioso quest'anno. Accade di provare a misurarlo, il tempo. Ci si chiede come controllarlo, adattandolo ai nostri desideri per non rimpiangerlo in futuro. Ma sono tentativi destinati a fallire, poiché non esistono unità di misura adatte ad un qualcosa di tanto irrimediabilmente astratto. Qualcosa la cui velocità non è costante, né oggettiva.
E, tornando al discorso di prima, questi mesi sono stati belli a tal punto... da durare un istante. Ho cominciato a frequentare regolarmente Mat, Rosie e Denny; ho anche conosciuto meglio Alex ed Olivia, trovando il primo estremamente simpatico e la seconda irrimediabilmente testarda e cocciuta. Finalmente ho qualcuno con cui divertirmi il sabato sera, con cui ridere ed essere me stessa. E, nonostante mi manchi Pamela, sto molto bene con loro. Anche le lezioni sono state interessanti, le ore a scuola sono volate altrettanto velocemente. I corsi che ho scelto sono per lo più scientifici, volti alla mia formazione prefissata ed incastrati nelle mie giornate dense di impegni. Ma alla sera, quando chiudo i pesanti volumi di scienze e preparo la borsa per il giorno seguente, ho spesso un sorriso sul volto. Mi sento leggera, come su una nuvola.

Oggi è domenica. Non mi è mai piaciuta la domenica, perché ti senti come se potessi fare qualsiasi cosa e poi, alla fine, non fai nulla. Le tue ore si svuotano, i pensieri ti riempiono la testa e devi prepararti ad affrontare un'intera settimana. Per quanto mi riguarda, ho solo intenzione di affrontare Pamela. Sono giorni che mi riprometto di parlarle, dicendomi che desidero solo riavvicinarla. Ma so perfettamente che la verità è un'altra. Tengo a lei, ho sempre tenuto a lei, sono felice che abbia trovato Adam. Ma mi sono sentita usata, messa da parte come un giocattolo vecchio, come una copia di riserva delle chiavi di casa. Per molto tempo ho lasciato che sparisse, le sono andata dietro come un cagnolino fedele dicendomi che, comunque, avevo da seguire i corsi e tutta la sua disattenzione aiutava il mio studio. Ma ho smesso di correrle dietro da un po', ormai. E se oggi voglio vederla non è neanche per dirle queste cose. Ad essere sincera, voglio parlarle di Adam. Di Adam che presta particolare, troppa attenzione a Mat; che lo provoca in ogni modo possibile. Di Mat che non reagisce, che si limita a scappare, ogni volta, e che non vuole mai dirmi niente. Di Denny che quando i due si fronteggiano lancia sguardi apprensivi da tutte le parti. E credo che Pamela ne sappia o abbia la possibilità di saperne abbastanza. Per questo, quando mi si avvicina, non le faccio notare che l'appuntamento era mezz'ora prima.

-Sono stata trattenuta.- dice, con un sorriso malizioso.

-Oh.- la guardo, confusa, prima di capire –Oh!- ripeto, questa volta con un lampo di comprensione nello sguardo.

Lei ride.

-Non farti strani film, adesso.- dice, sembra su una nuvola –Intendo che Adam aveva bisogno di aiuto, con suo padre.

Mi ero ripromessa di non deviare il discorso, ma quelle parole mi confondono. Adam che aiuta qualcuno? Qualcuno che non sia Pamela, è chiaro.

-Suo padre?

Lei sospira, stanca.

-Non dovevi dirmi qualcosa?

Si lascia cadere sulla sedia, chiamando la cameriera per ordinare: prendiamo due creme al caffè.

-Sì.- sillabo, incerta.

Pamela mi lancia un'occhiata dubbiosa, accavallando le gambe ed esortandomi a continuare con un gesto svogliato della mano. È sempre stata così sicura di sé, così fredda e precisa e perfetta, che io in questo momento mi sento un moscerino che imita un'aquila. Ma devo farmi forza, e ricordarmi che ho a lungo reputato la persona che mi sta di fronte la mia migliore amica.

-Riguarda Adam.- comincio –Adam e Mat, Mat Rivers.

-Ah.- i suoi occhi sono dello stesso colore del ghiaccio adesso.

-Lo conosci?

-Ti ho vista con lui, parecchie volte.- scrolla le spalle.

-Oh.- di nuovo, non posso impedirmi di apparirle incerta ed insignificante.

-Ti chiederei se state insieme.- non capisco se sia una domanda oppure no, fino a quando non continua –Ma non saresti venuta da me, altrimenti.

Mi acciglio, stringo le labbra.

-Siamo solo amici.- dico –E sono preoccupata. Per questo sono venuta da te, sai se in passato è successo qualcosa tra loro?

Pamela mi guarda dritto negli occhi, scrutandomi appena. Mi fa uno strano effetto parlare con lei di qualcosa che mi riguarda, di solito parliamo sempre e solo di lei. A dire il vero, mi ero già preparata ad affrontare i suoi bruschi cambi di argomento, non mi aspettavo che mi ascoltasse, deve essere stato il nome di Adam ad incuriosirla.

-Non ne abbiamo mai parlato.- dice alla fine, con semplicità.

-Ne sei sicura? Perché-

-Ellie, se ne avessimo parlato te lo avrei detto.- mi interrompe, sembra annoiata –Ma non è successo.

-Oh.- prendo fiato –Be', allora se dovesse parlartene...

-Ti farò sapere.- completa la mia frase.

Restiamo in silenzio per qualche secondo, prima che lei inizi a raccontarmi del viaggio e di tutto quello che ha fatto. Io resto in ascolto, limitandomi a rivolgerle delle domande ogni tanto. La sua vita è così interessante, ricca di colpi di scena, mai niente di programmato o previsto. È tutto quello che la mia vita non è mai stata: un'avventura.

***

È incredibile quanto le tue abitudini, le tue azioni e le rispettive conseguenze possano dipendere dalle persone che frequenti. Solo questa mattina, in compagnia di Pamela, sono stata la ragazza remissiva, pacata e silenziosa di sempre. Quella che si contiene, che fa di tutto per risultare simpatica e non mandare via le persone. Mentre adesso, seduta al tavolino di un locale, rido senza contegno. Rido e mi accorgo di avere una risata acuta, fresca e forte. Rido e mi chiedo quante volte io abbia riso davvero.

-E cosa mangiano i cannibali a cena?- continua Denny, tenendosi la pancia per le troppe risate –Insalata condita! Con-dita!

Continuiamo a ridere. Stasera Alex ha ingaggiato una sorta di sfida a chi trova le battute più squallide, ed abbiamo decretato che il vincitore è senza dubbio Denny. Ne avrà già buttate fuori una decina.

Olivia ridacchia.

-Oh oh!- Denny sembra ancora più divertito –La regina di ghiaccio ha riso ad una mia battuta!

Accanto a me, Mat scuote la testa divertito. Io, lui ed Olivia siamo gli unici a non aver bevuto niente. Si avvicina e mi sussurra qualcosa all'orecchio, ma la musica è troppo forte e devo chiedergli di ripeterla.

-Vieni all'osservatorio, dopo?- dice a voce piuttosto alta, facendo voltare Ros, che ci rivolge uno sguardo malizioso.

Annuisco, imbarazzata che tutti ci abbiano sentiti. Abbiamo preso l'abitudine di andare all'osservatorio insieme piuttosto spesso, svolgendo lì le eventuali relazioni per Castor e fermandoci a parlare. Ci siamo raccontati molte cose, ma la sua vita mi appare comunque piuttosto oscura. Anche gli altri sanno dell'osservatorio, ma nessuno ha mai mostrato particolare curiosità nel visitarlo, così è come se fosse rimasto il nostro rifugio.
A salvarci da eventuali battutine è il suono del cellulare di Ros, che sobbalza spaventata. Alex lo afferra prima di lei, rispondendo. Rosie ha avuto qualche problema con Tompson, il prof di matematica, ultimamente. Nelle altre discipline è piuttosto brava, se la cava alla grande con inglese ed è molto brava in letteratura. Ma matematica... non le è proprio mai andata giù. Ed il professore le ha già anticipato che ha intenzione di rimandarla al primo semestre, motivo per cui la rispettabilissima signora Wilkins, nonché sua madre, l'ha messa in punizione. Ogni sera a casa prima delle undici, divieto valido anche per Alex, poiché è lui a guidare. Questo ultimo tranquillizza la madre, sembra accondiscendente e calmo, ed alla fine rimedia che mezz'ora di ritardo è passabile. Quando chiude il cellulare, afferra le chiavi dell'auto e si alza in piedi.

-Noi andiamo.- dice, sorridendo a tutti –Forza, Rosie.

-Non chiamarmi Rosie!- borbotta lei, rimettendosi a stento in piedi.

Per un attimo barcolla, sul punto di perdere l'equilibrio. Ma, proprio quando si abbatte all'indietro, due braccia forti la sorreggono. Ros si volta, ancora trattenuta da Denny, e per un attimo tutti ammutoliamo. Hanno ripreso ad ignorarsi e l'atmosfera sembra piuttosto densa quando sono presenti entrambi, quasi pesante.

-Stai bene?- quello di Denny è appena un sussurro.

Ma lei si strattona, quasi spingendolo via. Cammina a zig zag, mentre si avvicina all'uscita, tanto velocemente che Alex stenta a starle dietro. Ho imparato a conoscere Ros, abbiamo legato molto in questi ultimi giorni e più volte siamo uscite insieme. È una ragazza coraggiosa, una persona istintiva dal grande cuore. E quello che c'è (o, come direbbe lei, non c'è) fra lei e Denny è parecchio complesso.

Mat si alza, raggiungendo il suo migliore amico e toccandogli la spalla. Denny sospira, triste, il sorriso di poco prima è scivolato all'ingiù e l'allegria è scemata. Lui e Mat si guardano per un secondo di troppo, in modo parecchio significativo. Io ed Olivia ci limitiamo a distogliere lo sguardo, entrambe a disagio.

-Ti accompagniamo a casa?- chiedo a Denny, quando lo vedo afferrare le chiavi della moto.

So che anche Mat ha la patente, nonostante preferisca andarsene in giro in bici. Gli rivolgo uno sguardo d'intesa, e lui immediatamente si offre di guidare fino a casa di Denny. Ma questo ultimo insiste che è tutto a posto, ed Olivia gli corre in aiuto.

-Ha promesso di accompagnarmi.- dice, prendendo Denny a braccetto e trascinandolo verso l'uscita –Non me ne tornerò a piedi!

Io e Mat li seguiamo. E, dieci minuti dopo, camminiamo verso l'osservatorio. Lui spinge la bici a piedi, io cammino sul marciapiede.

-Denny dovrebbe prendere una decisione.- dico ad un certo punto –Ros non può più sopportarlo.

Mat si volta a guardarmi, sorpreso. Poi prende un respiro profondo.

-Non è così semplice.- risponde –E Denny non è mai stato indeciso su questo.

-Allora cosa li blocca?- chiedo, testarda.

-Non è uno stupido.- continua, ignorando la mia domanda –A volte ti senti solo... spaventato. Insomma, ci sono così tante cose di cui hai paura, e magari non è semplice come credono gli altri. E... e, anche se provi a buttare fuori qualcosa, alla fine non ci riesci.

Mentre parlava, ha continuato a spingere la bici, ma aveva lo sguardo puntato lontano. Un allarme suona nella mia testa, poso una mano sul manubrio e lo costringo a fermarsi.

-Mat...- cerco di incrociare il suo sguardo, incerta –Di che stai parlando?

Lui fa un respiro profondo, raddrizza la schiena e scuote il capo. I suoi occhi fuggono ancora i miei, stanchi. Mat ha gli occhi castani, ma è più un castano unico che ordinario. Sono... luminosi, ha uno sguardo determinato e vivo.

-Dobbiamo andare.- dice semplicemente, riprendendo a camminare.

***

Infinito è una parola strana. In matematica, due rette parallele si incontrano all'infinito, che è un modo gentile per dire mai. Ma nella vita... cosa c'è di infinito? Noi siamo esseri volubili, fragili vittime del vortice del tempo. Le nostre costruzioni, come dimostra la storia, crollano. Qualcuna può essere più forte, con mura più spesse o una fortuna sfacciata, ma alla fine crollerà comunque. Eppure i ricordi, le emozioni e i libri sono la vera definizione di infinito. I ricordi perché non cesseranno mai di esistere in noi, come una realtà infinita. Le emozioni forti, come marchi indelebili nei nostri cuori: ci sembrerà di sentirle ancora, quando le riporteremo alla memoria. Ed i libri, perché le loro pagine rendono infinito anche tutto il resto. Ci permettono di andare oltre il tempo ed oltre lo spazio, di tuffarci in un mondo che non si sgretolerà tra le nostre mani, ma che continuerà ad esistere. I libri sono una parentesi infinita.

Stringo tra le mani "Capitan tempesta", ricordando la prima volta che lo lessi. Non abbiamo mai avuto molti libri in casa, o almeno non romanzi. Mia madre era un'avida lettrice. Nonostante si dedicasse prevalentemente ai suoi studi, trovava il tempo di leggere cose più leggere e spesso mi invogliava a prendere i suoi libri. Certo, ero troppo piccola per capirci qualcosa, ma secondo lei dovevo provarci comunque. Come se ogni informazione si assopisse in me, ogni emozione si addormentasse, in attesa del giorno in cui io sarei stata in grado di risvegliarla. Questo libro è stato il primo che abbiamo letto insieme. E, ancora adesso, sfogliandone le pagine ed immergendomi in quest'avventura, posso quasi sentire la voce di mia madre che me la racconta. Le parole sono di quanto più forte possediamo, perché la memoria non può scalfirle ed il tempo vi dona forza. Negli ultimi due anni la mia vita è stata confusa ed io ho dovuto adattarmi ad un ritmo piuttosto frenetico, studiando come una matta per qualcosa che ancora adesso dubito di poter raggiungere. Ho avuto poco tempo per pensare, per farmi degli amici. Ho avuto poco tempo persino per me stessa. Ma ultimamente è come se mi fossi presa una pausa, sono spesso distratta e prendo le cose con più leggerezza. Mi piace uscire la sera, non importa quanto sia tardi, e rifugiarmi all'osservatorio.
Comincia a fare davvero freddo, ma il potere che ha questo posto su di me neutralizza qualsiasi ostacolo. Ho persino scritto un racconto di cui sono particolarmente soddisfatta in questo periodo, è ispirato ai tempi medievali, ma proiettati in un futuro distopico. Questo pomeriggio ho aperto il cassetto dove tengo tutti i miei quaderni, pronta a riporvi anche questo fascicolo di fogli ingialliti; ma, all'ultimo momento, ho cambiato idea e l'ho infilato in borsa. Non vi ho dato peso per tutta la serata, la presenza degli altri mi ha distratto.

Ma ora che sono sola con Mat, mentre lui analizza l'ennesimo telescopio e cerca di provarlo da tutte le angolazioni, ricordo improvvisamente il perché ho deciso di prenderlo.
Mat si ferma per un attimo, soffocando uno sbadiglio e stropicciandosi gli occhi.

-Sei stanco?

Alza lo sguardo, sorpreso. Fino a poco prima sfogliavo il mio libro, non deve essersi accorto che ho smesso di leggere.

-Non ho dormito stanotte.- mi risponde tranquillo, ma non mi basta.

Sento che qualcosa non va e, se solo me lo dicesse, darei anche me stessa per riuscire ad aiutarlo.

-Perché?- gli chiedo immediatamente.

-Non... insomma, non ti capita mai di non riuscire a dormire?- distoglie lo sguardo –Non avevo sonno e basta.

-Non è vero.- mormoro, facendogli aggrottare le sopracciglia.

-Sì che lo è.

-Smettila!- sbotto, non riuscendo più a trattenermi -Smetti di fare così!

-Così come?- spalanca le braccia, sembra esasperato.

-Di fare finta di niente!- dico, alzandomi in piedi -C'è qualcosa che ti preoccupa, io lo so! Ma non so cosa... e preferirei che tu mi dicessi che non ti fidi di me, piuttosto che fare così!

Mi sento arrossire, quando mi rendo conto di avergli urlato contro. Forse pretendo di occupare un posto troppo importante nella sua vita, quando invece non è così. Ci conosciamo solo da pochi mesi e, nonostante le cose siano andate avanti velocemente, siamo effettivamente molto lontani. Siamo amici. Usciamo insieme. Siamo qui, insieme. Ma io non so niente di lui, conosco a stento il suo cognome e lui pare terrorizzato ogni volta che qualcuno lo pronuncia. Chiudo gli occhi, tornando a sedermi. La vergona mi assale e mi sento in dovere di giustificarmi.

-Scusa.- mormoro -Non volevo aggredirti.

Afferro il libro e me lo stringo al petto, come se potesse proteggermi il cuore.
Il silenzio è un masso che grava sulle nostre spalle.

-Non scusarti.- la sua voce è sicura e lieve.

E, quando alzo lo sguardo, noto che Mat si è inginocchiato di fronte a me e mi sta sfilando il libro dalle mani. Glielo lascio, osservandolo mentre lo sfoglia distrattamente e lo posa a terra. Poi torna a guardarmi, questa volta con una tristezza che gli si legge chiara nello sguardo e che io vorrei tanto riuscire a comprendere. Ma mi sento andare a pezzi, tanti, piccoli pezzettini di me che si spargono sul pavimento dell'osservatorio.

-Non è perché non mi fido di te che non voglio parlartene.

-E perché?

-Perché non mi fido di me stesso.

La sua ammissione mi fa spalancare gli occhi, mentre un moto di tenerezza mi stringe il cuore. Ho una voglia matta di abbracciarlo, sembra così indifeso in questo momento, così solo e preoccupato. Mat appare sempre molto sicuro di sè, con tutta l'arroganza che lo contraddistingue e la semplicità con cui ignora ogni volta le provocazioni di Adam. Ma adesso è come se fosse se stesso e la stessa persona. Quel lui stesso di cui non si fida, ma che io trovo semplicemente fantastico.

Non lo abbraccio, ma gli stringo la mano.
Gliela stringo forte per fargli capire che ci sono.
E non importa quanto invisibili siano i suoi mostri, io li affronterò al suo fianco.

Poi, all'improvviso, mi viene un'idea.
Afferro lo zaino e ne estraggo il fascicolo di fogli, ingialliti e scritti da entrambe le parti.

Sorrido allo sguardo interrogativo di Mat, porgendoglieli. Lui li prende titubante, rigirandoseli tra le mani e cercando di capire di cosa si tratti.

-Ma io mi fido di te.- dico semplicemente, riferendomi alle sue parole di poco prima.

Mat alza lo sguardo di scatto, puntando nei miei due occhi luminosi più che mai. La luce della luna gli illumina il viso e milioni di stelle incorniciano noi due, qui e adesso, soli in questo luogo abbandonato.

Gli sorrido ancora.

-Volevi leggere qualcosa di mio.- continuo, indicando i fogli che ha in mano con un cenno del capo.

Le intenzioni sono anch'esse stelle cadenti: un luccichio esaltante di pochi secondi, e subito dopo un lento, progressivo spegnersi per sempre. Io credo che ogni stella cadente sia una storia che si esaurisce, un lieto fine o una frase triste che conclude un libro, l'ultima pagina di qualcosa che vale la pena raccontare. Mi chiedo se esista una stella anche per me, e quale sia la sua storia. Quando cadrà. E se ci sarà qualcuno a vederla, a crederci, per esprimere un desiderio.

Voglio condividere con te un pezzo di me.
Perchè credo che tu possa capire, perché voglio che tu mi conosca.
Ma vorrei che ti fidassi di me.

Spazio Autrice:
Nel bel mezzo della notte, ecco a voi l'aggiornamento!
Sono parecchio insicura riguardo questo capitolo, non mi piace molto ed ho provato davvero in tutti i modi a modificarlo. Ma niente da fare... pare proprio che le cose dovessero andare così...
Voi che ne pensate? Nuove teorie su cosa possa esser successo?
Cosa ci starà nascondendo Mat, e per quale motivo?

Io vi ringrazio davvero di cuore per tutte le stelline ed i commenti ai capitoli precedenti. Significano davvero tanto per me.
Un enorme abbraccio, a prestissimo!

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