Epilogo

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EPILOGO

A volte ti senti come in una gabbia, alla ricerca di un modo per scassinare il lucchetto e riuscire ad uscire. Hai già provato a chiedere gentilmente di lasciarti andare, o di darti la chiave. Ma non sono stati gli altri a chiuderti lì, né sanno dove si trovi la chiave. E anche tu, che frughi nella stanza attraverso quelle sbarre arrugginite, non riesci a vederla. Eppure sei certo che c'è un modo per scappare, che esiste una chiave: puoi quasi immaginarne la forma, come se la stringessi tra le mani. Quel lucchetto può essere aperto e tu puoi uscire da quella gabbia.

Devi solo smettere di cercare al di fuori di essa.

Perché il modo migliore di scappare, paradossalmente, è proprio rimanere intrappolati. Di più, rendersi conto di non avere via di uscita. Devi lasciarti inghiottire dalla tua prigione, sprofondare nell'oscurità che ti circonda e comprenderne l'origine. Ed è allora che capisci quanto inutilmente hai cercato: perché la chiave che non riesci a vedere, quella che ti renderà libera, sei tu stessa.

La chiave è dentro di te.
La chiave sei tu.

Se stai attraversando un brutto periodo, se ti senti come se la tua vita stesse andando a rotoli e non riesci a trovare neanche un punto di riferimento, se ti senti intrappolato, cerca dentro di te. Cerca quella chiave, la chiave per uscire da lì, e stringila nel cuore. Non devi arrenderti. Molte cose ti spingeranno a farlo, ti sentirai sull'orlo di un precipizio ed avrai paura di precipitare. La terra ti mancherà sotto i piedi, la vista si annebbierà per via delle lacrime e non ci sarà nessuno, dall'altra parte, a tenderti la mano per tirarti su. Quindi devi rialzarti da solo.

Se le stelle non possono realizzare i desideri, allora devi pensarci da solo.

Devi essere forte, perché puoi farcela. Ma al tempo stesso devi avere speranza e fiducia e affidarti alle persone che ami. Potrebbero non essere abbastanza puntuali da tenderti una mano o abbastanza forti per tirarti su, ma rimarranno al tuo fianco e si dimostreranno pronte a precipitare con te. Trova qualcuno che non tema la tua esplosione, ma che si lasci avvolgere dalle fiamme pur di starti accanto. Trova qualcuno che ti conosca, che ti ami e che ti protegga. E gettatevi insieme, ad occhi chiusi nel vuoto più totale e oscuro, fino a che vi spunteranno le ali ed imparerete a volare.

Volerete fino alle stelle.
Le stesse stelle che non esprimono i desideri, ma illuminano il cammino da seguire per realizzarli.

Piccoli, incredibili puntini di luce nell'universo, lo spettacolo più potente che si sia mai offerto alla mente umana. Lo stesso spettacolo che è sopra le nostre teste, stanotte, e che non mi stancherei mai di guardare.
La stanza è inondata di luce, quel tipo di bagliore di cui non sapresti indicare la provenienza, ma che senti dentro. È quel tipo di luce che riconosceresti ad occhi chiusi, qualcosa che ti fa battere il cuore e rende un momento indimenticabile. E le stelle sono fisse nel cielo come finestre sul Paradiso, puntini luminosi che fanno da sfondo al quadro di un ricevimento organizzato con cura. Mi sento come in un quadro. Un disegno in cui tutto, finalmente, si trova al proprio posto. E cattura lo sguardo dell'osservatore, ne rapisce l'attenzione e s'imprime nella memoria. Non importa se si tratti di qualcosa di reale o di astratto, di permanente o duraturo, di concreto o immaginario. In questo disegno tutto esce dai margini, i colori coprono i contorni e la figura è poco chiara. È sfocato come un sogno.

Ma meravigliosa come un sogno che si realizza.

Perché l'Osservatorio, questa notte di San Lorenzo di sei anni dopo, è esattamente come ho sempre desiderato che tornasse. I muri sono blu scuro, dello stesso colore del cielo nelle notti più serene, tappezzati di mappe di costellazioni e riproduzioni in scala di galassie e oggetti stellari. Il pavimento è di marmo lucido e pulito, freddo come quando ero bambina e mi ci stendevo sopra per guardare le stelle. E le macchine funzionano, veloci ed efficientissime come quando era mio nonno a farle lavorare. La stanza circolare è piena di persone sorridenti, che parlano tra loro riempiendo l'aria di voci e risatine. Le sedie nuove sono tutte occupate ed un tavolo con sopra alcune carte e qualche stuzzichino per festeggiare è stato sistemato in un angolo, accanto ad un telescopio nuovissimo. Denny si è appostato lì vicino, più per gli stucchini che per il telescopio, guadagnandosi continue occhiatacce da Ros. Ma io continuo a guardare un'unica cosa. La libreria, lo scaffale di legno in mogano scuro che occupa la parte destra dell'ampia stanza, appena dopo l'entrata. Quella libreria è stata svuotata sotto i miei occhi, alla morte di nonno Albert. Libro dopo libro, come le foglie di un albero in autunno. Quegli scaffali sono stati vuoti per anni, abbandonati come mi sentivo io. Ma adesso sono stracolmi di libri, pesanti tomi di scienze e classici antichi, enciclopedie e manuali sullo spazio. Traboccano di storie come il mio cuore trabocca di felicità. L'Osservatorio è stato riaperto e ristrutturato, è tornato al vecchio splendore di un tempo, quando mio nonno ne era il guardiano. Pare che la posizione non sia più propizia come anni fa, ma male che vada farà da luogo di attrazione in città, o occasionale appoggio per studiosi che passano di qui. Mat ha pensato di affidare a Castor il compito di guardiano e il nostro vecchio professore di astrofisica è stato felicissimo di accettare. Mio padre è rimasto a bocca aperta quando gli ho dettoche avevo i soldi per ristrutturarlo, soprattutto quando gli ho spiegato che Mat ne era il proprietario. E Mat ha nervosamente accettato di conoscere mio padre, presentandosi a casa mia come se stesse andando al patibolo. Abbiamo deciso che vivremo qui, per il momento, a Staithes. Nonostante tutto è il posto che sentiamo come casa, quello in cui siamo cresciuti e dove la nostra storia è cominciata. Qui, in un posto lontano dal mondo, dove tutto sembra ordinario. Ma non c'è niente di ordinario nella vita, nell'amore e nel coraggio di inseguire i propri sogni. È quello che ho imparato, ma anche ciò che avrei voluto sapere prima di commettere tutti i miei errori.

Anche gli altri se la passano alla grande. Ros e Denny si sposeranno, pare che lui stia avendo molto successo come ballerino e lei voglia entrare nel mondo spettacolo. Alex non ha ancora trovato una ragazza, ma rimane un ottimo partito ed il capitano migliore che una squadra di basket possa avere; si sta occupando dell'attività di famiglia Wilkins ed è l'orgoglio dei genitori, oltre che l'amico migliore che esista. Adam e Pamela sono tornati insieme e da come si guardano sembra che si siano appena innamorati, ma in realtà sono anni che si guardano in quel modo. Luna e Will sono venuti a trovarmi un paio di volte, ci teniamo sempre in contatto e mi portano ogni volta notizia di Flick: non che ci siano tante novità, poiché passa tutto il tempo nel suo studio.

E io... be', ho deciso di continuare qui il mio lavoro. Scrivo delle tesi di astronomia e di tanto in tanto vado a Londra a partecipare a dei congressi, accompagnata da Mat, che ormai è abbastanza famoso perché lo si riconosca in ambiente scientifico. Nel tempo libero aiuto mio padre al ristorante, cosa che sorprendentemente ho scoperto farmi sentire bene, e scrivo. Scrivo e sento di aver ritrovato la mia voce, di averla cercata dentro di me ed inseguita per anni.

Ho passato tutta la vita a seguire i consigli degli altri, mi avevano dato una meta ed io come una stupida ho sacrificato me stessa per poterla raggiungere. Non mi sono mai fermata, neanche per un attimo, a guardarmi intorno e chiedermi cosa volessi io.

Ora conosco la risposta, ma spero che non sia troppo tardi.

Mi piacerebbe sedermi su una spiaggia in inverno, nel silenzio assoluto dei luoghi abbandonati alla loro sconsolata tristezza. Mi piacerebbe correre verso il mare, come una bambina, e tuffarmi di peso. Vorrei nuotare lontano, senza stancarmi, vorrei viaggiare e scoprire luoghi incredibili. Mi piacerebbe imparare il greco, che sono anni che mi incuriosisce e vorrei fare cose talmente stupide che, solo a pensarci, mi facciano scoppiare a ridere.

E poi... poi vorrei scrivere un libro.

Non perché qualcuno me lo abbia detto, ma perché sento io di doverlo fare. E mi piacerebbe raccontare al mondo delle stelle cadenti e di quanto sia meraviglioso tutto ciò che ci circonda.

Bisogna fare attenzione, perché noi siamo tutti delle stelle cadenti in rotta di collisione: e bisogna dare il meglio, prima di andare a fuoco. Non dimenticherò mai queste parole, né quello che ho imparato dalla mia storia. Ci sono cose, a questo mondo, che valgono più di qualsiasi altra cosa. Ed il nostro compito è trovarle nel labirinto della vita, dopo averle cercate a lungo, e riuscire a salvarle. Dobbiamo scegliere i nostri sogni ogni giorno ed avere fiducia in noi e in loro. L'amore è una supernova pronta ad esplodere, una stella che brilla e illumina l'oscurità.

E le stelle sono lì per ricordarci che non importa quanto le cose precipitino, quanto tutto vada male. Le cose stanno in piedi proprio in attesa del momento in cui precipiteranno. Ma, forse, la bellezza sta proprio in questo: nel modo in cui noi scegliamo di cadere.


FINE

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