«rooks and knights» "max verstappen"

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{Angel Morandi-Leclerc}
Gli scacchi sono una guerra idealizzata, richiedono tattica, strategia,
freddo calcolo e intuizione.

- ♟️ -

«ciao Angel» Charles le diede un bacio sulla guancia. Lei era seduta fuori dall'hospitality Ferrari in quella calda giornata di sabato a Monza.

Aveva sul tavolino un libro di scacchi, la sua scacchiera ed era comparsa una borraccia con il suo amato cappuccino freddo che il ragazzo le aveva portato.

«ora mi devi dire perché sei qui» la ragazza inclinò la testa, guardando il pilota della rossa in cagnesco.

«non farmi credere che sei qui per me» «e perché non dovrei? Sei mio cugino, la Ferrari sta facendo delle cavolate e ti serve del supporto morale»

«allora, che sono tuo cugino è corretto, tu però tifi Mercedes quindi non capisco perché dovresti aiutarmi»

Angel prese la borraccia e, con la sua cannuccia di metallo, iniziò a bere il contenuto aspettando che suo cugino continui con la sua spiegazione.

«ma tu non sei qui né per George e neanche per Lewis» «non posso essere qui per te?» «no, te l'ho già detto perché»

La milanese iniziò a ridere. «e allora Sherlock Holmes, per chi sarei venuta?»

Qualcuno si aggiunse ai due cugini. Quel qualcuno aveva una divisa bianca e nera ed era sicuramente in combutta con Charles.

«tu sei venuta per Max» disse Russell sedendosi accanto a lei.

Lei stava spostando lo sguardo da uno all'altro. Poi la risata della ragazza inondò l'aria.

«io sarei qui per Verstappen? Cosa avete bevuto ieri? Non potete guidare così sbronzi»

«siamo seri, amica»

Lei si zittì. «spiegatemi, sono tutta orecchi»

«sei sicura di averci detto tutta la verità?»

«cosa non dovrei avervi detto?»

«che tu e Max state insieme»

- ♟️ -

{Clarisse Bersani}
La tua migliore amica può dirti cose che tu non vuoi dire nemmeno a te stessa.

- ♟️ -

«ve chi abbiamo qui» Angel era scappata da Leclerc e Russell e aveva trovato Clarisse, fidanzata di quest'ultimo, telecronista di Sky Italia e una delle sue migliori amiche.

Angel le buttò le braccia al collo e la strinse a sé.

«sei qui per Max?» le sussurrò la romagnola. Neanche una mosca avrebbe potuto sentire quella frase. Angel si staccò e annuì.

«sono felice. Devi stare chillata prima dei mondiali. Quest'anno Magnus lo si batte» «certo che lo si batte»

Le due si mossero all'unisono nel paddock quasi vuoto della pausa pranzo prima delle qualifiche.

«Max ha dieci posizioni di penalità» disse Angel. «anche Sainz, Hamilton e Perez» le appuntò Clarisse, mentre riguardava le sue note che aveva scritto proprio nelle note del suo iPhone.

Passarono davanti all'hospitality Red Bull. Angel la guardò. Voleva entrare e andare dal suo ragazzo, ma non sapeva se fosse un bel momento.

«a cosa stai pensando?» «a quale apertura dovrei fare contro Carlsen» Clarisse la guardò male, anche perché non aveva capito mezza parola.

Sapeva molto di motori, ma pochissimo di scacchi.

«se dovrei entrare o meno» «tu vai. È il tuo ragazzo, no?»

Lei annuì. Non lo aveva mai definito così. Non ad alta voce almeno.

Angel non aveva mai amato i paparazzi ed essere la fidanzata di un campione del mondo di Formula 1 sicuramente ne attirava molti. O almeno lei pensa sia così.

Quindi entrambi hanno deciso di tenere la loro relazione segreta.

«vado allora» «vuoi che stia qui un paio di minuti?» «no no, vai pure» Clarisse la guardò come per dire "sei sicura?". Angel annuì.

«okay, ci vediamo dopo. O nel caso mandami un messaggio. Fino alle quali sono libera»

- ♟️ -

Ovviamente lo staff Red Bull la conosceva e la lasciarono salire da Max. Alcuni la salutavano anche. Lei ricambiò timidamente.

«ciao Angel» «ciao Checo, come va?» «non c'è male. Dovresti andare da Max: si deve calmare prima della qualifica»

Perez diede una pacca sulla schiena alla ragazza e la salutò andando probabilmente nei box.

Lei aprì la porta dello stanzino del campione del mondo, senza bussare.

Era seduto sul divanetto con già la divisa addotto. Era accucciato, con gli avambracci sulle ginocchia e la testa bassa.

«Checo, ti ho già detto che sto benissimo» «da quello che vedo non mi sembra proprio, Maxie»

Il primo pilota della squadra austriaca alzò lo sguardo e accennò un sorriso.

Lei si sedette di fianco a lui e appoggiò la testa sulla spalla sinistra del ragazzo. Max le circondò le spalle con un braccio.

«cos'è che ti turba?» «nulla»

«Max...sembri un leone pronto ad attaccare. Dimmi perché»

«tu» lei alzò un sopracciglio. Poi sospirò. Era abbastanza preoccupato per tutti quelli che, pensando fosse single, iniziano a provarci con lei.

L'olandese vorrebbe intervenire, ma così tutto ciò di cui avevano parlato sarebbe andato in fumo.

«se ti concentri e domani vinci, ti sorprenderò» «mi sorprenderai?»

Max ridacchiò, dando poi un bacio alla ragazza. Angel sorrise.

Le due fronti si appoggiarono l'una all'altra. «ricordati sempre che io ti amo, Max»

- ♟️ -

«quindi neanche dopo la mia pole position sarai sincera con me?»

Angel ridacchiò. Stava sempre ripassando le tattiche che avrebbe usato nei mondiali, che si sarebbero tenuti la settimana dopo ad Amsterdam.

E suo cugino la distrò per l'ennesima volta.

«sei come una torre, lo sai?» «se mi spieghi, capisco» lei iniziò a muovere le mani.

«mi urtano sempre loro, se devo sacrificare un pezzo sono questi due» indicò le due torri nere.

«quindi non era un complimento» «pensavi veramente fosse un complimento?» «non mi fai mai un complimento»

«domani probabilmente sarai accontentato, comunque» «perché probabilmente?» «se lasci vincere Max, avrai quello che vuoi» «tranquilla che non sarò io a volere che vinca, vincerà lo stesso per un paio di motivi mistici tipo...» «guarda, non serve che ti spieghi»

Russell ci raggiunse. «domani verremo accontentati mi è stato detto. Dobbiamo solo lasciare che vinca Max» «EASY»

Angel ridacchiò. «dai io secondo e tu terzo, Charlie» «no, io secondo e tu terzo. Siamo a Monza» «c'hai ragione, te lo concederò»

La Leclerc guardò George. «non dovresti essere con Clarisse?» «è in diretta fino alle 19:30» «e che ore sono?» «le 19»

«poi mi abbandonerete?» Charles fece un faccino triste. «sei tu che hai deciso di essere single» «hO dEcIsO» «non ti dobbiamo spiegare che hai almeno metà della popolazione femminile della nostra età ai tuoi piedi» il monegasco non ribattè, anzi se la rideva sotto i baffi.

«e comunque se noi siamo delle torri, perché ti rompiamo sempre in cazzo, Max e Clarisse cosa sono?» «dei cavalli: sono i pezzi più strani, imprevedibili e i soprattutto i miei preferiti»

«quindi noi contiamo di meno di Max e Clarisse?» «che carini, ci siete arrivati»

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«Angel, devo andare» «cazzi tua» risposta in un italiano molto brusco, ma che comunque fece scoppiare a ridere l'olandese.

La ragazza era accoccolata a lui e si stava godendo le sue ore di sonno meritate.

«cinque minuti e ti lascio andare» «cinque minuti?» lei annuì.

Angel prese gli occhiali che erano sul comodino e se li mise sopra il naso. «mi fai strano con gli occhiali» «non mi piaccio con gli occhiali» «stai benissimo» le disse dandole un bacio sulla fronte.

«va beh, faccio i mondiali e poi mi operano e occhiali, lenti e qualsiasi altra cosa potrà andare benissimo a farsi benedire» Max ridacchiò per la reazione della ragazza.

«cinque minuti passati» Verstappen diede un bacio alla sua ragazza per poi alzarsi.

«Max» Angel era seduta a gambe incrociate sul letto, con ancora il suo pigiama delle Super chicche addosso. «mh?» «mi dai una tua polo?»

Max frugò nella sua valigia e gliene lanciò una che non aveva ancora usato. «è la prima volta che vuoi metterti del mio merch» «te l'ho detto ieri...il vento sta cambiando» «vorrai dire che potrò baciarti quando e dove voglio» «solo se vinci la gara» «se mi avessi detto "solo se perdi la gara", sarebbe stato più difficile»

Lei roteò gli occhi. Si alzò e tirò fuori dalla valigia una gonna a balze bianca che le arrivava poco sopra il ginocchio. Come scarpe avrebbe usato le Dr Martens basse platform, che erano poi le uniche scarpe che aveva. Poi dei lunghi calzini arcobaleno ai piedi. Si truccò e poi si mise le lenti a contatto.

A mente stava ripetendo alcuni schemi di gioco che aveva studiato il giorno precedente.

«ma quanto vincete ai mondiali?» «quindici milioni chi vince, otto chi arriva in finale, quattro semifinale e due i quarti. In più dipende se nel tuo stato le medaglie mondiali valgono qualcosa. In Italia valgono solo quelle olimpiche, non quelle mondiali»

«dai che ce la farai» «Magnus vince dal 2013» «e ciò non vuol dire nulla» «e sarò l'unica ragazza» «a scacchi non si misura la forza»

«si misura più di quella: serve concentrazione, pazienza, adattabilità, flessibilità, freddezza e devi essere pronto a sacrificare anche la donna pur di poter vincere»

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{Sophia Cremonini}
Il cinema è più vicino alla musica che alla pittura, perché è fatto non di immagini ma di inquadrature, dove dentro scorre il tempo come nella musica

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«devi fartelo dire amica: sei una gran figa» lei lanciò un bacio alla sua migliore amica.

Erano appoggiate all'hospitality Mercedes e si stavano guardando intorno.

«comunque neanche tuo cugino ce la  racconta giusta, secondo me» «e perché?» «conosci Sophia Cremonini?»

Eccome se la conosceva. È stata solo sua compagna di scuola dalla materna fino alle superiori.

È sempre stata una grande amica: molto calma e timida, ma che quando è sul palco o dietro alla telecamera si trasforma.

Non a caso già a sedici anni è stata messa sotto contratto da Netflix. In quel momento a ventidue è solo candidata agli oscar come miglior attrice protagonista.

«come faccio a non conoscerla?» chiese lei ridacchiando.

Come si suol dire "parli del diavolo e spuntano le corna": una ragazzetta con gli occhi che brillano, una maglia con un sedici grande stampato dietro, dei jeans gialli a zampa strappati e delle Jordan apparì davanti alle due.

«ciao Angel» disse in un forte accento milanese sorridendo. Poi guardò anche la romagnola.

«Sophia» le porse la mano sorridendo. «Clarisse» rispose in un millisecondo la Bersani, stringendo la mano all'attrice.

Angel si ricordava quanto Sophia avesse una cotta per Charles, ma che lui la considerasse come una sorellina, al pari di lei. Finalmente forse aveva aperto gli occhi.

«quindi, tu fai la giornalista?» «telecronista di Sky Italia» «FIGATA»

«deve fare anche finta di essere imparziale» «come Carlo non lo è, neanche io lo sono...spostata dall'altra parte»

Tutte e tre scoppiarono a ridere. Sembravano tre amiche che si conoscevano da anni.

«tu invece candidata agli oscar» «non farmici pensare guarda...mancano sette mesi e c'ho già un'ansia che non mi fa dormire la notte»

Da piccola Sophia era destabilizzata dall'ansia. Poi Gioele, il padre di Angel, che è uno psicologo la prese sotto la sua ala e la aiutò non poco. La aiuta ancora oggi in verità.

«ma dai, sarai fantastica. Tanto il film sarà favoloso e se ti hanno scelta, un motivo ci sarà» le disse di getto Clarisse. Sophia le sorrise, ringraziandola.

«prodotto dalla regina indiscussa Shonda Rhimes» specificò Angel. «mi ero scordata del particolare che tu sei la sua più grande fan» ridacchiò Sophia. «quando l'hai scoperto mi hai solo tempestata di messaggi per avere un autografo»

Sophia le porse una busta di plastica con un foglio dentro. Angel lo piegò minuziosamente mettendolo nella borsa. «e io ti ho ringraziato almeno un centinaio di volte»

Poi una presenza della rossa apparve. «qui abbiamo un'attrice candidata agli oscar, una quasi campionessa del mondo di scacchi...» «non me la devi continuare a guidare, Charlie» «...e la telecronista più di parte dell'ultimo secolo»

«e qui non solo Angel la racconta sbagliata, eh Percival» Charles prese dolcemente per i fianchi Sophia e le stampò un dolce bacio sulle labbra.

- ♟️ -

«veloce veloce veloce» Angel stava correndo sotto al podio, assieme a Sophia. Max aveva vinto, Charles era secondo e George terzo.

Entrambe erano felici.

Finirono attaccate alle transenne, quando videro i ragazzi arrivare e scendere dalla macchina.

Entrambe avevano nelle orecchie la voce di Clarisse che commentava quel podio, accompagnando le voci di Carlo Vanzini e Marc Genè.

Il primo ad avvicinarsi a loro fu Charles che abbracciò la cugina e diede un bacio sulla fronte alla sua ragazza.

Poi George che abbracciò la mini Leclerc.

«Max» lo chiamò, poi applaudendogli. Lui, appena si tolse il casco, la guardò le sorrise.

Poi si avvicinò, le prese il viso tra le mani e le diede un dolce bacio sulle labbra.

«ti amo» «ti amo anche io, mio campione»

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