19.Ti va di farmi la barba?

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Mi sveglio avvolta dalle braccia di Jay e decido di godermi ancora per un po' la sensazione di protezione e amore che mi fa provare.
Quando la mia vescica mi da segno di non farcela più, decido di alzarmi per andare in bagno, ma Jan non sembra essere d'accordo, infatti stringe di più la presa, così da non farmi andare via.
"Jan devo andare in bagno".
"Puoi aspettare" sussurra con voce roca vicino al mio orecchio.
La mia pelle si riempie di brividi e per un momento penso quasi di poter resistere ancora un po', ma il mio corpo mi fa capire che non è così.
"Jay". In risposta lui inizia a passare le sue labbra sul mio collo, lasciando dei leggeri baci umidi.
Appena riesco a riprendere lucidità pronuncio di nuovo il suo nome e questa volta mi lascia andare, anche se dalla sua espressione capisco che lo fa solo perché è obbligato.

Mi avvio velocemente verso il bagno, per quanto la gamba me lo permetta, e cerco di fare tutto il più in fretta possibile, così da poter ritornare tra le braccia del ragazzo che da un po' di tempo ha rubato il mio cuore.

Quando apro la porta del bagno, lo trovo seduto con la schiena appoggiata alla spalliera.
Vado verso di lui e con il suo aiuto, mi siedo sulle sue gambe.
"Buongiorno". Gli lascio un bacio a stampo sulle labbra e lo guardo felice.
Lui passa una mano tra i miei capelli e mi sorride.
"Qualcosa non va?" Chiedo guardandolo.
"Non mi piacciono molto le barche" dice guardando fuori dall'enorme vetrata.
"Hai paura?". Adoro stuzzicarlo, quando me ne da l'occasione.
"Certo che no". In pochi secondi mi ritrovo con la schiena sul materasso e il suo petto schiacciato sul mio torace.
"A no?". Un sorrisetto furbo mi compare sul viso.
"No" dice per poi baciarmi con passione.
Dopo poco le sue labbra iniziano a scendere lungo la mia mandibola per poi fermarsi sul collo, dove inizia ad applicare una leggera pressione, facendomi perdere il controllo.

"Ragazzi noi andiamo giù" urla Ethan da dietro la porta.
"Arriviamo" rispondo prontamente, mentre Jay ammira soddisfatto il mio collo.
"Mi hai fatto un succhiotto?". Lo guardo con disappunto e vedo che sul suo volto inizia a comparire un sorrisetto.
"Dobbiamo cambiarci" dice tirandosi su da me.

"Carino" dice Laila indicando il mio collo, quando arriviamo nella hall dell'albergo.
Jay mi guarda con aria innocente ed io gli lancio un'occhiata assassina.

Appena arriviamo al porto ci accoglie un ragazzo della nostra età, vestito con dei bermuda e una specie di polo con il nome del porto.
"Ethan?" Chiede guardandoci uno a uno, per individuare il detentore di quel nome.
"Si, sono io" risponde il ragazzo dai capelli lunghi.
"Perfetto, io sono Bart, la vostra guida". Sorride e poi inizia a farci strada verso quella che, per oggi, sarà la nostra imbarcazione.
Ci fermiamo davanti ad una graziosa barca bianca, che è dotata anche di uno scivolo da utilizzare per entrare in acqua.

"Mettetevi comodi si parte" dice Bart, non appena siamo tutti a bordo, per poi mettere in moto la barca.

Mentre gli altri si siedono sul retro e chiacchierano, io mi dirigo verso la prua della nave e mi siedo esattamente all'apice.

Adoro le sensazioni che mi suscita, ma soprattutto mi piace l'illusione di star volando sul mare.
Il vento mi scompiglia i capelli e il mare mi dona alcune goccioline della sua acqua salata, che si posano delicatamente sulla mia pelle.
Mentre sono qui che guardo l'orizzonte, alcune domande mi affiorano nella mente.
Cosa farò quando tornerò a casa, correrò di nuovo o no? Mia madre riuscirà capirmi?
Ad interrompere i miei pensieri ci pensa Jay, sedendosi dietro di me, avvolgendomi con un braccio, mentre l'altro è saldamente appoggiato ad uno degli appigli di ferro della barca.

Non da segno di voler parlare ed io non voglio rovinare questo momento con le parole, così appoggio la mia testa sul suo petto e chiudo gli occhi, godendomi il suono delle onde che si infrangono quando incontrano la barca.

"Come sta andando?" Chiedo quando noto le sue dita rese bianche per via della forte presa che sta esercitando su uno degli appigli della barca.
"Bene, ma non vedo l'ora di mettere piede sulla terra ferma" dice sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

La barca si ferma davanti ad un'enorme grotta.
"Da qui dovete proseguire a nuoto" dice Bart.
"Chi arriva ultimo è uno sfigato" urla Ethan poco prima di buttarsi in acqua, con un elegante tuffo a bomba.
Bella e Laila scendono dallo scivolo lanciando gridolini di gioia, mentre Ben decide di usare la scaletta così da entrare in acqua gradualmente.
"Andiamo?" Chiede Jan guardandomi.
Io annuisco e poi mi dirigo verso lo scivolo, ma all'ultimo momento mi blocco e mi giro verso di lui. "Vai prima tu".
"Paura?" Chiede sorridendo.
"No, però quando scendo devi prendimi".
Lui scuote la testa sorridendo e velocemente sale la scaletta, beandomi per qualche istante della vista del suo fondoschiena perfetto.

"Pronto?" Chiedo sistemandomi sullo scivolo.
"Vai".
Scivolo giu con facilità.
Appena tocco l'acqua spero con tutta me stessa che Jay mi prenda, non sono mai stata una grande nuotatrice e mi spaventa dover nuotare in acque molto profonde.

Vado sott'acqua, con anche la testa, per qualche secondo, poi due braccia forti mi tirano su.
"Presa" dice sorridendo.
"Devi rivedere i tuoi riflessi". Sposto indietro i miei capelli e mi stropiccio gli occhi.
Pochi secondi dopo aver fatto quella affermazione sento le braccia di Jay lasciarmi, ma prima che possa anche solamente lanciare un'urlo, mi riprende.
"Cosa dicevi riguardo hai miei riflessi?" Chiede sorridendo.
"Che sono fantastici".

L'interno della grotta è enorme e l'acqua è così cristallina, che sembra quasi di essere in una piscina.
"È bellissima" dice Bella guardandosi intorno.
"Molto" concordo io.

Dopo aver fatto qualche tuffo, rigorosamente attaccata a Jay, in modo da non dover preoccuparmi di tornare a galla, ci dirigiamo verso l'uscita della grotta, dove ci aspetta Bart con la barca.

Ci spostiamo un po' dalla grotta e poi Bart posa l'ancora e inizia a distribuirci il pranzo, che consiste in degli stuzzichini con il salmone, dei panini e come dolce biscotti al cioccolato super soffici.

Visto che Jay inizia a non sentirsi molto bene ritorniamo al porto, e dopo mezz'ora di discussione, riusciamo a convincere gli altri a continuare l'esperienza mentre io e Jan andiamo in albergo.

Accompagno Jay fino all'ascensore e mentre lui va in camera, io mi dirigo verso una farmacia, per prendere qualcosa contro la nausea.

"Tutto bene?" Chiedo appena entro in camera.
"Si, ora mi è passato". È sdraiato sul letto a pancia in su con un cuscino sullo stomaco.
"Prendi una di queste, per precauzione" dico passandogli una pastiglia.
Si mette seduto e manda giù senza bisogno di acqua, poi appoggia la schiena alla spalliera e chiude gli occhi.
"Lo sai che potevi restare anche tu sulla barca? Me la cavo anche da solo" dice aprendo gli occhi.
"Lo sai che non l'avrei mai fatto, e poi mi diverte farti da infermiera" . Mi siedo vicino a lui e gli appoggio una mano sul braccio.
"Sono felice di sentirtelo dire perché ho un gran male alle labbra, avrei proprio bisogno di un bacio" dice ammiccando.
"Oh ma povero, sarà una cosa grave?". Mi avvicino a lui sorridendo.
"Gravissima" afferma per poi prendermi il viso tra le mani.
Porto le mani tra i suoi capelli, mentre le sue scendono sui miei fianchi.
Sposto le mie labbra sul suo collo e inizio a lasciargli dei piccoli baci, nel frattempo sento le sue mani a contatto con la mia pelle, che salgono verso le mie scapole.
Stanca dei pezzi di stoffa che ci dividono, mi sfilo il pareo e Jay fa lo stesso con la sua maglietta.
Ci guardiamo per qualche istante e poi lui si fionda sulle mie labbra, iniziando a torturarle, mentre io, presa da un'impeto di coraggio, prendo le sue mani e le posiziono sul mio sedere, che dopo poco inizia a massaggiare, facendomi muovere il bacino sulla sua intimità.

Non saprei come descrivere le sensazioni che provo in questo momento, so solo che non voglio fermarmi.

Jay ribalta la posizione, facendomi sdraiare sotto di lui, per poi iniziare ad esplorare il mio corpo con le labbra.

Quando risale verso il mio viso, si ferma davanti al mio seno. Alza lo sguardo e silenziosamente mi chiede il permesso per togliermi il pezzo sopra del costume.
Io annuisco e inarco la schiena, in modo da facilitargli il compito.
In poco tempo sono libera da quel pezzo di stoffa. Per un momento sta fermo, sembra quasi incantato, quando finalmente riprende il controllo di se stesso, inizia a lasciare dei piccoli bacia su mio seno, per poi iniziare a succhiare la parte più sensibile di esso.
La sensazione è così piacevole che non riesco a trattenere un gemito.
Lo sento sorride per poi continuare quella lenta tortura, portando le mani sui miei fianchi e compiendo dei mi unenti circolari.
Quando decide di aver torturato abbastanza i miei capezzoli, riporta le sue labbra sulle mie, lasciando le mani a giocherellare con i laccetti dei miei slip.
Questa volta, però, sono io a prendere il sopravvento su di lui.
Ribalto la situazione, facendolo straiate sotto di me, e inizio a baciargli il collo, soffermandomi su un punto vicino alla mascella, fino a quando non sento un gemito di piacere uscire dalle sue labbra.
"Bee voglio farti provare una cosa" sussurra Jan con uno sguardo lussurioso negli occhi.
Io lo guardo facendogli capire che accetto e lui mi fa sdraiare sul materasso.
"Puoi fermarmi quando vuoi" dice guardandomi negli occhi.
Io annuisco e poi poso lo sguardo sul soffitto.

Lascia dei piccoli baci sul mio collo, per poi spostarsi sul seno e giù fino all'orlo dei miei slip.
Sento il suo sguardo su di me.
Posa le mani ai lati dei miei fianchi e slaccia i due piccoli fiocchi che tengono chiusi gli slip.
Chiudo gli occhi e faccio un respiro profondo.
Apro gli occhi di scatto non appena sento le sue labbra sulle mie.
"Possiamo fermarci se vuoi". Mi guarda con uno sguardo dolce e comprensivo.
"No è solo che è strano..." sussurro guardandolo.
"Possiamo provare in un'altro modo, se vuoi"
"Va bene".
Si sdraia su un lato, di fianco a me, e fa scorrere una mano sulla mia pancia, fino ad arrivare agli slip, ora slacciati.
Lentamente toglie il tessuto dalla mia pelle e fa scorrere la mano sulla mia intimità, lasciandomi per qualche secondo senza respiro.
Mi lascia una scia di baci sul collo e poi una delle sue dita si fa largo tra le mie labbra, trovando il centro del mio piacere.
Chiudo gli occhi e mi godo la sensazione di piacere che si diffonde dal basso ventre verso tutto il corpo.
Nel frattempo Jan inizia a baciarmi il collo e la mandibola, senza fermarsi mai.
I movimenti sulla mia intimità si fanno regolari, intervallati solo da dei cambi di pressione.
"Jay" sussurro con il respiro mozzato.
"Si Bee". La sua voce roca vicino al mio orecchio fa come da amplificatore per la mia eccitazione e credo che lui se ne sia accorto perché lo sento sorridere sul mio orecchio e dopo poco ricomincia a parlare.
"Brava Bee, lasciati andare". Mentre lo dice inizia ad aumentare la velocità e l'intensità delle sue dita sul mio clitoride, cosa che mi manda fuori di testa.
Inizio a mugugnare e a dire il suo nome senza controllo, fino a quando raggiungo il picco del piacere e mi lascio andare sul letto.

"Wow" dico non appena il mio respiro si regolarizza.
"Già wow" risponde, per poi farmi appoggiare la testa sul suo petto.
Mentre mi accarezza i capelli mi rendo conto che io a lui non ho, come dire, fatto niente, e che magari lui, invece, vorrebbe. "Posso fare qualcosa...".
"Non preoccuparti, vederti così ha fatto effetto sul mio amico" sussurra sorridendo.
"Senza toccarlo?".
So di non essere la persona più esperta su questo argomento, ma da qual che so, bisogna stimolare la parte per farla "venire", come lui ha fatto con me.
"Puoi ritenerti onorata, non mi è mai successo" commenta lasciandomi un bacio sulla testa.

"Ti va di farmi la barba?" Chiede Jay passandomi una sua maglietta.
"Con la lametta?".
Non ho mai avuto un'ottimo rapporto con questo arnese, la prima volta che l'ho usata dovevo farmi i peli sulle gambe, e posso solo dirvi che nel lavandino c'era più sangue che peli.
"Tranquilla non è difficile" dice avviandosi verso il bagno.
Mi siedo sul ripiano del lavandino e con le gambe avvolgo i suoi fianchi.
"Devi mettermi questa". Mi passa una specie di lattina contenente la schiuma da barba.
Dopo avergliela spalmata sulle guance e sul mento, Jay mi passa la lametta, ma poco prima che possa prenderla, mi posa un bacio sulle labbra, lasciandomi della schiuma sui bordi delle labbra.
"Hey" esclamo indispettita, ma con un grosso sorriso sulle labbra.
Lui sorride e poi mi lascia un veloce bacio sul naso, sporcando anch'esso con la schiuma.
"Me la devo fare io la barba o tu?" Commento ridendo.
"Forse tu ne hai più bisogno". Non appena dice questa parole entrambi scoppiamo in una risata.
"Sei uno stronzo" dico con il fiato corto per via delle risate.
"Però ora sei più tranquilla" commenta sorridendo.
"Vero". Prendo coraggio e avvicino la lametta al suo viso.
"Sei proprio sicuro?" Domando poco prima di iniziare il lavoro.
"Mi fido di te Bee" dice guardandomi.
Inizio dalle guance e lentamente mi sposto sul mento, in pochi minuti ho già finito e gli sto spalmando il dopobarba sul viso.
"Visto non è successo niente" dice lasciandomi un bacio sul naso.
"Già" affermo sorridendo.

Oggi, essendo l'ultimo giorno al mare, decidiamo di passarlo in totale relax in spiaggia.

Dopo aver pranzato, con un'insalata e un immancabile dolce a base di nocciole, partiamo per andare all'aeroporto.

"Allora come ti è sembrata questa vacanza?" Chiede Jay accarezzando la mia coscia, mentre siamo seduti in aereo.
"È stata interessante e molto bella, non vorrei più tornare a casa" dico chiudendo gli occhi.
Sento il suo sguardo su di me, ma non apro gli occhi, voglio imprimermi i ricordi di questa vacanza nella mente.

Nel breve viaggio dall'aeroporto a casa mia, io e Jay cantiamo le canzoni che passano alla radio e ridiamo delle stonature altrui.

Appena entrò in casa, trovo mia madre seduta al tavolo in cucina, intenta ad aspettarmi.
"Mi dispiace" dice appena mi vede.
"Non avrei dovuto impedirti di prendere la patente e neanche di iscriverti a quelle lezioni di go-kart, quando avevi dieci anni. Mi dispiace, mi dispiace tanto, pensavo che quella delle macchine fosse un fissa passeggera, e invece... mia figlia è Shadow".
"Dispiace tanto anche a me di non avertelo detto subito". Mi avvicino lentamente a lei.
"Vuoi continuare?" Chiede guardandomi dritta negli occhi.
"Si, ma ho pensato di partecipare a corse legali". Accenno un sorriso alla parola legali.
"Mi sono arrivate varie richieste da alcune case automobilistiche, potremmo guardarle insieme" aggiungo.
"Ne sarei felice" dice per poi abbracciarmi.

Spazio autrice

Ciao a tutti! Ecco finalmente un nuovo capitolo, scusatemi veramente tanto per il ritardo ma con la scuola e i vari impegni non riesco mai a fare tutto quello che vorrei. Spero con tutto il cuore vi sia piaciuto e vi ringrazio infinitamente per le 800 letture, veramente grazie!!!❤️

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