Fiori? Perché no!

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng



«Tu pensi li accetterà davvero?» chiese Alec a Isabel.

«Ma certo, testone! Lui ama qualsiasi cosa provenga da te, perciò adorerà anche questi!» affermò la ragazza guardando quello splendido mazzo di fiori.

Alec era stato due ore dalla fioraia e alla fine, dopo domande imbarazzanti da parte di quest'ultima sul perché un bel ragazzo come lui portasse tutti quei tatuaggi, aveva scelto delle bellissime rose rosse e bianche, con l'aggiunta di nebbiolina e edera. Alla fine, aveva chiesto alla donna anche una spruzzata di glitter, cosa che, era sicuro, sarebbe piaciuta da morire a Magnus.

La fioraia era stata bravissima nel confezionare quel bouquet. Era spettacolare, o almeno lo aveva pensato fino a cinque minuti prima, ora era nel bel mezzo di un attacco di panico e gli Shadowhunters non avevano mai paura. Mai...

«Fratellino, coraggio: va dal tuo stregone!»

Alec annuì. «Vado...vado!»

Il giovane shadowhunters, a quel punto, scese dalla macchina, salutò la sorella, che ripartì alla velocità della luce, e si mosse verso il portone che magicamente si aprì per lui senza che avesse nemmeno bisogno di suonare. Magnus lo aveva già visto arrivare, Alec sperava soltanto che nella penombra avesse visto solo lui e non avesse notato i fiori.

Salì in fretta le scale e bussò alla porta. «Sono qui!» disse la voce che tanto amava.

Alec lo raggiunse, coi fiori ben nascosti dietro la schiena.

Magnus aveva ordinato la cena. O meglio, Alec sperava provenisse da uno dei tanti ristoranti che erano soliti frequentare, perché sebbene lo amasse tanto, il suo stregone non sapeva cucinare. Metteva sempre troppo sale, sempre. E fin troppo spesso cuoceva al limite del bruciato le pietanze.

Magnus fece una piroetta e fissò i suoi occhi da gatto nei suoi blu e a Alec mancò il respiro.

«Ecco... cioè... Sai che non sono bravo in queste cose... Usciamo insieme da un po'... ed ecco oggi... beh... sì..." affermò balbettando così tanto che anche alle sue orecchie, il discorso sembrò un vero caos di parole.

«Alexander calmati».

«La fai facile tu! Sei così bravo con le parole... Io, lo sai, sono più da fatti...» esclamò piazzando sotto la faccia di Magnus il bouquet.

lo stregone guardò i fiori e poi Alec. E poi... scoppiò a ridere e il cuore di Alec si fermò.

«Per l'angelo, lo sapevo che non ti sarebbero piaciuti! Non dovevo dar retta a Isabel...»

Magnus lo zittì. «No, Alec, sono bellissime, hai frainteso...» asserì sorridendo Magnus, mentre apriva lo sportello della credenza.

Alec spalancò gli occhi, davanti al grosso mazzo di fiori che lo stregone teneva fra le mani. Gli aveva preso dei fiori. Anche lui.

«Pensavi avrei dimenticato il nostro mesiversario?» gli domandò poi aggiunse: «E sì, dobbiamo parlare con tua sorella, perché in fatto di consigli dovrebbe, quantomeno, diversificare...»

Alec sorrise, poi iniziò a ridere a crepapelle, almeno fino a quando Magnus non gli rubò i fiori dalle mani, li gettò sul divano e poi gli prese le mani: «Auguri amore».

Quella sera nessuno pensò più ai fiori o alla cena: avevano altro da celebrare e i loro corpi erano abbastanza. 

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro