So io come fare

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng


Piero, malgrado i 45° all'ombra, sentì un brividino gelido lungo la schiena. Aveva capito bene? Annalisa parlava di matrimonio? Dunque: il loro reddito complessivo mensile era, al momento, di 450 euro; nessuno dei due aveva un lavoro meno che precario; nessun patrimonio di famiglia; nessuna prospettiva di cambiamento sostanziale per l'immediato futuro.

Piero guardò Annalisa, che guardò Piero, in attesa di una risposta, di una reazione. Annalisa, sei completamente pazza amore mio: Piero la abbracciò stretta, si baciarono. Poi lui disse, guardandola negli occhi: "Sì, amò, non vedo l'ora: sposiamoci subito."

Annalisa parve stranita; forse non si aspettava una resa così totale e immediata. Poi realizzò e cominciò a ridere e a saltare sulla sabbia, sotto gli occhi più che perplessi dei vicini di ombrellone (quelli di sinistra, perché quelli di destra continuarono a limonare e non si accorsero di nulla). Piero aspettò che si fosse calmata un minimo e poi proseguì: "Certo, perché a noi che ci frega del lavoro, dei soldi? Ci amiamo, vivremo d'amore."

Annalisa ora non saltava e non rideva più, e lo fissava interdetta.

"E cosa ci importa di avere una casa? Si dice "due cuori e una capanna", no?"

Annalisa cominciò a capire a quale gioco Piero stava giocando. Infatti Piero continuò: "E il matrimonio, mica è necessario buttar via tutti quei soldi per vestiti, cerimonia, ricevimento, bomboniere, viaggio di nozze! Ci sposeremo in Comune, solo io e te e due testimoni fermati a caso sulla strada; jeans e maglietta andranno benissimo, e avvertiremo la famiglia e gli amici a cose fatte..."

"No!" urlò Annalisa, paonazza di rabbia "Così no! Se ci sposiamo sarà con tutti i crismi: abito bianco, pranzo di dieci portate, bomboniere e viaggio romantico." 

Piero rise: "Ma certo, amò! E come faremo? I soldi dove li prendiamo?"

Annalisa sogghignò, soddisfatta di sé: "Mi hai preso per scema? Ci ho pensato bene, e ho la soluzione per tutto..."

Piero si grattò la testa, non osando chiedere quale soluzione avesse mai escogitato la sua folle fidanzata: a lui venivano in mente solo una rapina in banca, oppure una truffa ben congegnata. Però non si sentiva ancora pronto per questo genere di attività criminali, malgrado avesse ormai parecchi anni di stage non retribuiti e di sfruttamento sulle spalle.

"Adesso ti spiego, amò." fece lei, prendendolo per mano e trascinandolo a sedere sulla sdraio più vicina.

– Ascoltami, però non interrompermi fino a che non ho finito. Per favore.

Piero, grattandosi la testa, fece Uhm e annuì.

– Ti ricordi che c'erano quei conoscenti vostri di Roma, benestanti e proprietari, che cercavano con urgenza una badante per la nonna?

– Sì, ma che...

– Aspetta, fammi parlare. Andiamo a Roma. Mi presenti ai nipoti della vecchietta come una brava ragazza straniera senza documenti e senza permesso di soggiorno, ma disposta a fare la badante della nonna con un compenso davvero modico e soprattutto con tanta pazienza e nessuna pretesa; la nonna, pessimo carattere, di badanti ne ha fatte già scappare parecchie mi diceva tua madre. Accetteranno. Tempo tre ore e sarò assunta (in nero, ovviamente).

– Ma co...

– Non c'è problema. Loro, i nipoti, a te ti conoscono e si fidano; a me invece non mi hanno mai vista, quindi possiamo fargli credere qualsiasi cosa.

– Ma perché?

– Perché cosa?

– Perché vuoi fare la badante a Roma? Quanto pensi di guadagnare? E come faremo dopo sposati? E, soprattutto, perché vuoi farti assumere sotto falso nome?

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro