CAPITOLO 19

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Appena uscimmo notai dei nuvoloni grigio scuro librarsi in cielo,di sicuro erano pieni di pioggia,quindi da lì a poco sarebbe potuto piovere.
Una volta arrivati di fronte la porta di casa sua,fu la madre di Abby,Jennifer Jones,ad accogliermi. "Oh,ciao Vanessa,cosa ti porta qui?" Mi chiese con un sorriso sulle labbra. "Sono venuta a riportare la felpa che Abby ha dimenticato a casa mia." Risposi mostrandogliela e sorridendo a mia volta.Lei annuì e poi fece un cenno con il mento verso Logan. "Tu devi essere Logan,giusto?" Gli chiese cordialmente lei.Quando lui annuì,gli tese la mano e si presentò: "Piacere di conoscerti,io sono Jennifer Jones, nonché madre di Abby." Lui gli strinse la mano. "Piacere, Logan Lerman." Sembrava ancora un po' timido,ma non ci feci molto caso,anzi gli dissi,mettendogli una mano sul braccio: "Tu resta qui,non ci metterò molto." Lui aprì la bocca per protestare,ma la richiuse subito dopo.
Percorsi le scale che portavano al piano di sopra,dove c'erano due camere da letto e un bagno.Quando fui di fronte la porta di camera sua,sentii dei gemiti dall'altra parte.Mi compave un sorriso sulle labbra:Abby aveva conquistato un ragazzo e non me l'aveva detto?
Socchiusi la porta cercando di non fare troppo rumore,e sbirciai oltre quello spiraglio per vedere chi fosse il fortunato.
Ed è in quel momento che il mondo mi crollò addosso.
Abby era seduta sulle gambe di un ragazzo,mentre le sue circondavano i fianchi di lui.Le mani erano tra i capelli biondi del ragazzo,quelle di lui erano sui suoi fianchi, spingendola sempre di più verso il suo corpo,per farlo aderire meglio.Non si accorsero della mia presenza,perché erano troppo occupati in un bacio con talmente tanta passione che sembrava che uno volesse mangiare l'altra e viceversa.
Mi venne un conato di vomito.
Il cuore perse qualche battito,e quando batteva lo faceva all'impazzata contro il mio petto,come se volesse uscire per non farmi provare più nulla,niente più dolore. "Che succede Vane?" Disse all'improvviso Logan alle mie spalle.Mi girai di scatto dietro di me,per guardarlo in faccia,ma non avevo calcolato di aver poggiato tutto il mio peso sulla porta,quindi appena sussultai dallo spavento,caddi nella stanza,spalancando la porta.
Cercai di alzarmi il più velocemente possibile,e quando rivolsi il mio sguardo davanti a me,vidi le due persone che stavo osservando dallo spiraglio della porta che mi guadavano con aria sorpresa e dispiaciuta.Lui la poggiò delicatamente sul letto e si alzò per avvicinarsi a me.Io rimasi immobile,il mio corpo non aveva più la forza di muoversi,come paralizzto,il cervello mi diceva di accasciarmi al suolo,ma ebbi la forza di rimanere in piedi.Le lacrime bruciavano come acido,ma non volevo ancora lasciarle uscire. "Vanessa,..." Disse Jason di fronte a me prendendomi il polso.Lo guardai negli occhi,il mio sguardo pieno di rabbia e odio contro la persona che non avrei mai pensato a cui indirizzarlo. "Non puoi neanche pensare lontanamente di avere il permesso di dire il mio nome.E non toccarmi!" Dissi strappando bruscamente il mio polso dalla sua stretta. "Ascolta,ti posso spiegare." Cominciò lui facendo un passo avanti.Io indietreggiai, incrociando le braccia al petto e lasciando andare le lacrime che ormai non riuscivo più a bloccare. "Sentiamo." Replicai con voce strozzata per il groppo in gola che si era formato. "Io..." Provò a dire,ma era evidente che non poteva spiegare niente per quello che stavano facendo. "Te lo dico io,..." Iniziai, volevo sfogare tutto quello che avevo in corpo,perché tenermelo stava diventando un peso troppo opprimente,da farmi stare male,ed erano loro a doversi sentire male,non io. "...tu sei un bastardo,stronzo che credeva di potermi tenere nascosto tutto.Speravi che non lo venissi a sapere?Oddio,..." Mi passai una mano sulla fronte irritata e presi un respiro profondo,prima di rivolgere la domanda che più mi premeva: "Da quanto va avanti tutto questo?Da quanto mi stai tradendo?"
"Dalla prima volta in cui me lo hai presentato." Mi rispose Abby,che era rimasta in silenzio fino a quel momento. "Ma tu lo odiavi,me lo ripetevi sempre."
"Così non avresti sospettato di nulla." Disse lei,con espressione indifferente, quasi non gliene fregasse niente di quello che stavo provando.Sentivo il cuore scoppiare e andare in frantumi, non sapendo se sarebbe tornato come prima. "Oddio,..." Spostai lo sguardo da un'altra parte e lo rivolsi verso il basso.Le lacrime che cadevano sul parquet rosa antico. "...te la scopi anche?Non potendolo fare con me,ti sei messo a scopare la mia migliore amica?L'unica persona di cui mi fidassi persino di più di me stessa!?" Non mi risposero,e fu quella la goccia che fece traboccare il vaso. Strappai violentemente dal mio polso il braccialetto che Jason mi aveva regalato per il compleanno e lo gettai ai suoi piedi. "Regalalo alla tua puttana questo,io non lo voglio." E detto questo marciai fuori dalla stanza,avvolta nel silenzio e nel dolore.Logan si spostò quando uscii,mi ero dimenticata della sua presenza.Non risposi neanche quando la madre di Abby mi salutò,decisi che non avrei avuto più niente a che fare con quella famiglia,né con quella di Jason.
Una volta fuori di casa venni investita da una pioggia che mi punse la pelle come aghi.Decisi di usare le ultime forze rimaste per correre verso il parco.Non volevo andare a casa per nascondermi in camera mia a piangere,ma mostrare che stavo soffrendo.Dopotutto,come c'è scritto in uno dei miei libri preferiti: 'Il dolore esige di essere sentito'.
O ti farà esplodere.

Quando arrivai al parco,trovai una panchina su cui sedermi,ma la sensazione di tranquillità non era presente come al solito.Poggiai i gomiti sulle ginocchia e mi presi la testa fra le mani.La pioggia cadeva scrosciante come le lacrime sul mio viso,il corpo scosso da singhiozzi violenti.Non potevo ancora crederci. Dopo tutti quei mesi in cui stavamo insieme,credevo mi amasse,invece scoprii solo allora che era un'illusione, fumo che si dissolveva nell'aria.
Vidi con la coda dell'occhio Logan correre nella mia direzione e sedersi accanto a me sulla panchina.Cercò il mio sguardo con il suo,ma io lo tenevo basso.
Alla fine ruppe il silenzio tra di noi,fragile come fosse vetro: "Stai bene Vanessa?" Si sentiva la preoccupazione nella usa voce,la percepivo come se fosse concreta.Si sforzava anche di tenere le mani in grembo,per evitare di toccarmi,forse per paura della mia reazione.
Lo guardai con tutta la rabbia che avevo in corpo concentrata in un solo sguardo. "Secondo te come posso sentirmi?!Ho appena scoperto che Jason mi tradiva con Abby a mia insaputa,che come se non bastasse a farmi soffrire è anche la mia migliore amica.Mi hanno usato entrambi,come dovrei stare allora?" Presi un respiro profondo e mi passai una mano sulla faccia,cercando di calmarmi.Il flusso delle lacrime stava cominciando a placarsi. "Scusa,..." Cominciai, riportando lo sguardo a terra. "...tu non centri niente in questa storia.È che adesso mi sento così...inutile,come se fossi l'unica rondine a non saper volare al mondo.Goffa, emarginata, senza sapere per quale motivo sia successo a me." Lui mi guardò compassionevolmente,leggevo uno strano desiderio nei suoi occhi,uno scintillio che fece fare un salto mortale al mio cuore.Finalmente trovò il coraggio di alzare una mano e sistemarmi delicatamente una ciocca di capelli zuppa dietro l'orecchio e far scivolare la mano sulla mia spalla. Quel tocco mi infuse un dolce calore in tutto il corpo.Entrambi eravamo fradici,ma non ci importava,almeno non a me.
Passò un po' di tempo prima che lui disse: "No,non è vero.Tu sei la rondine più abile e bella che io conosca."
All'improvviso sentii un brivido di freddo propagarsi in tutto il corpo.Provai a scaldarmi strofinandomi le braccia con le mani.Logan se ne accorse e tolse la sua mano,facendo in modo che il gelo diventasse più acuto e insopportabile. Si alzò in piedi e fece ciò che non mi sarei mai aspettata:si tolse la felpa nera come il carbone.Sotto indossava una semplice maglia verde a maniche corte,che aveva aderito al suo corpo mettendo in risalto petto e addome. Anche la mia camicetta bianca era appiccicosa a causa della pioggia,e in più era diventata trasparente, lasciando intravedere anche l'intimo. Scattai subito in piedi con sguardo interrogativo e lo fermai prendendolo per i polsi. "Cosa stai facendo?!" Logan mi guardò come a dire: 'Non è ovvio?'
"Ti presto la giacca,io non ho tanto freddo."
Lo lasciai fare.
Posò la sua felpa sulle mie spalle. "Scusa,è bagnata per colpa della pioggia." Disse lui dispiaciuto,ma io scossi la testa. "Non ti preoccupare, non fa niente." Alzai lo sguardo sui suoi occhi azzurri,che in quel momenti non stavano riflettendo il cielo sopra di noi,ma un cielo limpido in piena estate.I nostri visi erano vicinissimi,pochi millimetri l'uno dall'altro,i nostri nasi si sfioravano.Il cuore mi martellava forte nel petto, come per comunicarmi che c'era ancora.Logan teneva ancora le sue mani sul colletto della sua felpa intorno alle mie spalle.Il respiro di tutti e due era affannoso,come dopo aver corso una maratona.Poggiai le mie mani istintivamente sul suo petto,sentendo sotto le dita il pulsare accelerato del suo cuore,il calore che emanava il corpo e la linea dei pettorali.Ero consapevole che in quella posizione,il mio corpo era racchiuso davanti da quello di Logan,e ai lati e dietro dalla sua giacca.
"Vanessa,ti devo dire una cosa,non posso tenerla dentro di me ancora a lungo,o mi consumerà piano piano." Cominciò Logan,sussurrando.Io annuii semplicemente;avevo smesso di piangere,ma il nodo in gola era rimasto. "Quando ti ho vista di fronte casa tua,quel lunedì mattina di un tiepido giorno di settembre,il mio cuore fece una capriola,non so perché,ma sentii una strana sensazione di calore in tutto il corpo." Aveva il ciuffo di capelli,reso più scuro dalla pioggia,appiccicato alla fronte,come me,i capelli incollati sul collo e la nuca.Stava per riprendere a parlare,ma prima spostò una ciocca dei miei capelli dietro l'orecchio,che era sfuggita. "Quando ti parlai sull'autobus,mi ci volle tutta la mia forza di volontà per non rimanere in silenzio a causa dell'effetto che mi facevi.Quando seppi che Jason era il tuo ragazzo,provai una fitta di gelosia e dolore,consapevole che non sarei mai potuto stare con te.L'unica cosa che potevo fare era starti vicino come migliore amico." Spalancai gli occhi a quelle parole.Stare con me?Come mai?A meno che... "Logan,vuoi dire che..."
"Si,ti amo Vanessa.Sono innamorato di te da quando ci siamo visti quel giorno,qualche mese fa." Disse lui deciso.
Non so perché,ma il primo pensiero che mi apparse fu che era da tempo che volevo sentirgli dire quelle parole.Due semplici parole che mi fecero perdere qualche battito,e il desiderio di sentirgliele pronunciare si era espanso quando mi aveva sfiorato delicatamente la bocca quel giorno.
Lo vidi socchiudere le labbra e avvicinarsi lentamente a me,le palpebre appena abbassate.Sentii il cuore impazzire sotto il mio petto,gli occhi chiudersi e il mio corpo impaziente di sentire di ricevere quel bacio.
Quando le nostre labbra si incontrarono,il sangue ribollì dentro le mie vene,pompato all'impazzata dal cuore,i nostri respiri uniti insieme. All'inizio fu dolce e lento,dopo un po' Logan chiese l'accesso,e io glielo diedi.Portai le braccia dietro il suo collo e lui le sue attorno i miei fianchi.I nostri corpi aderinono uno all'altro.
Il bacio sapeva dell'acqua piovana,del sale delle mie lacrime e della dolcezza di quel momento.Ci separavamo solo per riprendere fiato,perché non riuscivamo più a stare lontani,le mie labbra che cercavano le sue e le sue che cercavano le mie.Quando gli morsi il labbro inferiore,lui gemette appena,ma riuscii a udirlo lo stesso,e quel suono mi fece affiorare un sorriso.
Quello era il regalo di compleanno più bello che potessi desiderare.

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