CAPITOLO 21

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Era la mattina dopo il giorno del mio compleanno,io e Logan eravamo rimasti insieme fino a tardi,fin quando i suoi genitori l'hanno obbligato a tornare a casa.
Avevo appena indossato una maglia a maniche lunghe nero pece e un paio di jeans blu chiaro.Afferrai le chiavi e il cellulare sul tavolo in cucina e uscii di casa,per andare da Logan.
La giornata prometteva bene dal punto di vista climatico,nonostante fosse febbraio.L'aria non era eccessivamente fredda e sembrava un giorno abbastanza tiepido.
Io e Logan non riuscivamo a stare uno senza l'altra per tanto tempo,come la calamita e il metallo,nonostante stessimo insieme da neanche un giorno.Lo sò,forse eravamo un po' avventati,lui mi avrebbe molto probabilmente fatto soffrire,magari non subito,ma siamo giovani e sconsiderati e abbiamo bisogno di imparare dai nostri errori.
La sera prima,dopo aver cenato,Logan mi aveva telefonato per parlare, informandomi anche che aveva raccontato di noi due ai suoi genitori,cosa che non mi dispiacque affatto.
Appena suonai il campanello,mi aprì la porta Logan,con un sorriso smagliante stampato in faccia. "Ciao Vane." Mi salutò stringendomi in un abbraccio,che io ricambiai.Affondai il viso nell'incavo del suo collo, aspirando l'odore che emanava.
"Hai fatto proprio una bella scelta." Disse una voce femminile e familiare dietro a Logan.Mi staccai per guardare il proprietario della voce, mentre Logan le rispondeva: "Ne avevi dubbi?" Linsdey fece una risatina sarcastica e ribatté: "Ho sempre creduto che saresti finito con quella,...come si chiama?..." Ci pensò sú,prima di schioccare le dita in segno che aveva trovato il nome. "Ah,sì!Abby si chiama,giusto?" Sul mio viso calò un velo di tristezza e dolore al sentir nominare quel nome. "Non pronunciarla più,per favore." Disse Logan,stringendomi a sé con un braccio.Io poggiai il viso sulla sua spalla e misi le braccia intorno i suoi fianchi,sentendo quel suo calore che mi aveva sempre dato protezione e sicurezza.
"Scusate,non volevo.Forse è meglio che vado a prendere il cestino." Si scusò Linsdey,prima di andare in cucina.Logan mi diede un bacio tra i capelli,prima di domandarmi gentilmente e con delicatezza: "Tutto okay?" Annuii,guardandolo negli occhi. "Cestino?" Gli chiesi dubbiosa. Lui rise,senza però rispondermi veramente,mi sussurrò soltanto: "È una sorpresa."
"Ecco qui,e buona giornata." Ci interrompe Linsdey,salutandoci per poi scomparire di nuovo dietro la porta di camera sua.

Dopo aver passeggiato per il parco, fino all'ora di mezzogiorno,Logan mi portò in una distesa d'erba un po' ingiallita.
Rimasi senza parole.
Cominciarono ad affiorarmi un sacco di ricordi,ma uno in particolare popolò la mia mente. "Questo è..."
"Il posto dove ci siamo incontrati la prima volta." Finì lui,per me.Una piccola lacrima mi scese lungo il viso, rigandolo.Logan se ne accorse e me la asciugò con il dorso della mano. "Stai bene Vane?" Chiese lui preoccupato, mettendosi di fronte a me e prendendomi il viso tra le mani. "Sì, sto bene,è solo che questo posto mi fa affiorare un sacco di ricordi."

Anni prima,sempre su quella distesa d'erba,una bambina di quattro anni stava raccogliendo delle margherite cresciute durante l'estate passata.Una ragazza,ingaggiata per sorvegliare la piccola,era seduta su una panchina intenta a parlare al telefono.La bambina stava creando una coroncina di fiori,il metodo le era stato insegnato dalla madre prima che tornasse al lavoro.
Stava armeggiando tra due fiori per fare in modo di completare la sua piccola ghirlanda,adatta perfettamente alla sua piccola testa, quando una voce la distrò: "Bello." La piccola alzò la testa nella direzione della voce,e si trovò davanti un bambino,all'incirca della sua età,che la guardava con occhi meravigliati e stupefatti. "Grazie." Rispose in modo timido,riportando lo sguardo basso. "Ne puoi fare una anche a me?" Chiese indicando la ghirlanda di margherite. Lei annuì,e cominciò a intrecciare i fiori l'uno con l'altro per formare una seconda coroncina. Il bambino si sedette di fronte a lei, osservandola compiere ogni singolo movimento, cercando di memorizzarli nei minimi dettagli.
Dopo qualche minuto,quando la bambina ebbe finito e regalato la ghirlanda al bambino,lui le chiese: "Vuoi venire a giocare con me e mia sorella?" La piccola lo guardò titubante,diresse il suo sguardo verso la sua cosidetta 'babysitter',che stava ancora parlando al telefono senza prestarle la minima attenzione. "Certo." Rispose sorridendo. Si alzarono entrambi,spazzolandosi via la terra che si era attaccata sui loro vestiti. "Mi chiamo Logan." Si presentò il bambino,porgendole una mano. "Perché hai allungato la mano?" Domandò lei,un po' incuriosita. "Di solito gli adulti fanno così quando si conoscono." Rispose semplicemente lui,scrollando le spalle e con un sorriso amichevole in viso. "Ora devi dire il tuo nome mentre mi stringi la mano." Spiegò lui a lei. "Ah,io sono Vanessa." Rispose lei, ricambiando il saluto stringendogli la mano,come le era stato detto.

Era stato quello il momento in cui avevo incontrato Logan per la prima volta,e ritornare in quel posto me l'aveva fatto ricordare così vivamente,che mi sembrava adì averli visti quei due bambini che una volta eravamo. "Vanessa?Ci sei ancora?" Domandò Logan a poca distanza dal mio viso.Sobbalzai per lo spavento, non mi ero resa conto quanto si era avvicinato. "Sì,sì ci sono.È solo che tornare qua mi ha ricordato quando ci siamo conosciuti." Gli spiegai con un sorriso. Era stato molto romantico da parte sua portarmi lì,il posto dal quale tutto iniziò. "Speravo ti facesse questo effetto." Sorrise,per poi baciarmi.
Quando ci staccammo,mi prese per mano e mi portò più al centro della piccola valle.Dopodiché prese dal cestino una coperta e la distese sul prato,mentre io lo guardavo dubbiosa. "Accomodati pure,così iniziamo il nostro pic-nic." Mi sedetti a gambe in crociate vicino a lui, stuzzicandolo un po' per divertimento: "Sarebbe questa la sorpresa?Mi deludi così,Logan." Lui prima rise,poi però ribatté: "Scusa,la prossima volta chiederò a mia sorella su cosa fare per impressionare una ragazza." A quel punto scoppiai a ridere anch'io. "Dai che ho fame!" Disse Logan tra una risata e l'altra. "Sei tu che hai il cestino,idiota,non arrabbiarti con me."
"An,sì,giusto,sono io quello che ha il pranzo." Detto ciò,tirò fuori dei panini imbottiti e dell'aranciata per cominciare il nostro pic-nic.

Dopo circa mezz'ora avevamo finito di mangiare,riordinammo un po' e ci stendemmo sulla coperta.Logan mi mise un braccio intorno le spalle, mentre io,su un fianco,poggiai la testa sulla sua spalla e una mano sul suo petto.Entrambi rivolgemmo lo sguardi verso l'alto,mentre una leggera brezza invernale soffiava nell'aria.
A un certo punto rabbrividii,come mio solito avevo dimenticato di portarmi dietro una felpa,che stupida. "Hai freddo?" Mi chiese Logan tirandosi su a sedere. "Sì,ma tranquillo,non ho poi così tanto freddo." Cercai di rassicurarlo,mentre mi sollevavo sui gomiti.Lui si tolse la felpa e me la mise intorno le spalle,come il pomeriggio prima aveva fatto sotto la pioggia,prima di baciarmi. "E tu?Non avrai freddo?" Domandai incerta,uno perché mi piaceva che lui fosse protettivo con me e i suoi abiti mi tenevano sempre al caldo,essendoci sopra il suo familiare calore;due non volevo che fosse lui quello a rimetterci per far sentire bene me. "No,in realtà sto bene." Mi tranquillizzò,aiutandomi, nonostante non ce ne fosse bisogno,a infilare le braccia nelle maniche. Dopodiché rimise il suo braccio intorno le mie spalle e ci risistemammo sulla coperta nella stessa posizione di prima.
Con il calore di Logan,trasmesso sia dalla sua felpa che dal suo corpo così vicino al mio,e la tranquillità e il silenzio,mi addormentai,mentre i miei respiri andavano a tempo con i battiti del cuore di lui.

Quando ci risvegliammo,la luce stava cominciando a cedere il posto al buio, quindi,molto probabilmente,avevamo dormito tutto il pomeriggio.Presi il cellulare e controllai sul display che ore fossero: 18:46. "Cazzo." Imprecai sotto voce,cercando di non svegliare Logan.Allora avevamo dormito davvero tutto il pomeriggio. Quando sentii un rantolo alla mia sinistra,mi girai per vedere la fonte del rumore,e notai che anche Logan si era svegliato. "Oh,mi dispiace,non volevo svegliarti." Mi scusai,ma lui fece segno di no con la testa. "Non mi hai svegliato,tranquilla." Si stroppocciò gli occhi cercando di scacciare i residui di sonno rimasta. "Che ore sono?"
"Quasi le sette." Risposi,rimettendo il cellulare in tasca. "Allora c'è ancora tempo." Disse Logan con un sorriso che,lo ammetto,mi fece preoccupare e inquietare allo stesso tempo. "Cosa intendi fare?" Domandai alzandomi dalla coperta e aiutandolo a piegarla. "È una sorpresa."
Una volta riposto tutto,mi prese per mano e mi condusse verso la cosiddetta 'sopresa'.

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