CAPITOLO 29

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

"Aspetta Vanessa!" Logan cercò di raggiungermi, ma io non mi fermai, anche perché mi avrebbe di sicuro raggiunta in poco tempo. "Vanessa, fermati. Va tutto bene?" Logan ebbe la faccia tosta di chiedermi se stavo bene, mentre si inchiodava di fronte a me. "Lasciami andare." Implorai con voce spenta, portando le stampelle davanti a me per sopparsarlo. "No, non andartene." Mi afferrò per le spalle e abbassò il suo sguardo in modo che i nostri occhi fossero paralleli; la stretta era delicata ma salda allo stesso tempo. "Secondo te? Dopo che mi hai risposto con talmente tanta rabbia come dovrei sentirmi? Onorata?" Replicai ironica, con gli occhi ancora lucidi e pieni di lacrime che aspettavano solo il momento di scivolare via. "Scusa, davvero; non so cosa mi sia preso." Cercò di giustificarsi Logan. "Io forse sì, mi succede quando ho un segreto dentro di me e mi fa male, contorcendomi le budella." Feci un respiro profondo, per cercare di trattenere le lacrime e non far tremare la voce. "È da qualche settimana che stiamo insieme, perché mi stai nascondendo qualcosa? Non ti fidi?" Lo guardai in quei suoi occhi che erano stati sempre luminosi e pieni di vita, ma in questo momento erano bui e spenti. "No, non è che non mi fidi, è solo che non volevo farti preoccupare." Lo disse in un tono talmente serio che, come non voleva accadesse, mi fece preoccupare. "Il dolore farà meno male se condividi il peso anche con un'altra persona, ti ascolto." Gli posai una mano sulla guancia, che si era fatta improvvisamente umida. "Ti ricordi quando mio fratello si è ammalato a dicembre? Quando sono anche stato investito?" Annuii senza aggiungere niente, non volevo interromperlo, notavo che gli era già difficile parlare. "Com'era successo altre volte l'influenza era dovuta all'allergia, ma questa volta è successo qualcosa. Quando ha avuto l'ultimo attacco d'asma neanche le medicine sono riuscite a fargliela passare, lo abbiamo portato in ospedale perché non riusciva più a respirare..." Un singhiozzo scosse il corpo di Logan, provai a confortarlo, sentendo il peso del dolore che stava provando che piano piano scivolava anche sulle mie spalle; la stretta su quest'ultime divenne forte da farmi male solo per un secondo, per poi allentarsi di nuovo. "È successo tutto più o meno qualche giorno fa, per non farti insospettire andavo a trovarlo di sera, dopo cena." A quel punto Logan crollò. Premette le mani sul suo viso per cercare di bloccare, fermare le lacrime e il dolore.
Era la prima volta che lo vedevo piangere.
Mollai le stampelle che causarono un tonfo simile a quello che avrebbe fatto un tubo di metallo che cadeva sul cemento. Gli circondai il collo con le braccia e gli sussurai dolcemente all'orecchio: "Se devi sfogarti, fallo pure." Tolse le mani dalla faccia e mi avvolse stretta tra le sue braccia sicure. Affondò il viso nell'incavo del mio collo e cominciò a piangere liberamente, senza avere paura di dover nascondere la sua sofferenza. Sentivo che mi stava inzuppando parte della maglietta e le sue lacrime calde sulla mia pelle nuda, ma non mi importava.
Dopo qualche minuto si staccò dall'abbraccio e si asciugò le lacrime rimaste. Provai a rimanere in equilibrio su una gamba sola, dato che avevo utilizzato (si fa per dire) Logan come sostegno. "Hey, appoggiati a me." Mi disse Logan avvicinandosi e prendendomi un braccio per poi portarselo intorno le spalle. "Tranquillo, devo solo recuperare le stampelle." Lo rassicurai, per poi piegarmi e con il suo aiuto recuperarle. "Grazie, che ne dici se andiamo da Lucas?" Gli proposi una volta che mi fui in grado di restare in piedi da sola. "No, non vorrei mai che tu facessi qualcosa contro la tua volontà." Si oppose Logan, però poco convinto. "No, anzi insisto perché ci andiamo; è da un po' che non vedo quella canaglia." Gli feci l'occhiolino e un sorriso, che lui ricambiò.
"Grazie." Mormorò mentre ci dirigivevamo verso l'ospedale. "Di niente." Gli risposi, provocandogli una risata. "Sai, è quasi strano."
"Cosa?"
"Che tu mi stia confortando come io avrei fatto per te. È una caso più unico che rara che un ragazzo pianga e la ragazza lo consoli." Ammise lui con un sorriso sghembo. "No, non è strano è umano, questo prova che sei più umano di tutti quei coglioni stronzi che girano nel mondo. Un esempio è Jason." Lo rassicurai, allargando quel sorriso tanto bello e gentile che mi scioglieva sempre.

"Eccolo qui." Logan mi aprì la porta della stanza d'ospedale di Lucas, suo fratello minore. Mi avvicinai al letto su cui era sdraiato, mi sedetti piano e cercai un appoggio per le stampelle. "Tranquilla, te le sistemo io." Logan me le prese dolcemente dalle mani e le posò su una sedia. Una vena del braccio del piccolo era occupata dall'ago di una flebo, mentre un tubo gli trasmetteva l'ossigeno nei polmoni deboli. Gli misi la mano sulla mia e accarezzai le piccole dita con il pollice. Lucas fece un mugolio e aprì gli occhi castani come quelli del padre. "Hey pestifero, ti ricordi di Vanessa?" Lo accolse Logan scompigliandogli dolcemente i capelli. "Sì." La vocina strascicata del piccolino era flebile e fragile. "Ciao Lucas, come va?" Cercai di essere il più dolce possibile, sapevo cosa voleva dire quando una persona a cui tieni non sta bene. "Bene." Rispose lui, come se non si trovasse lì in ospedale, ma come se si fosse appena svegliato nel suo letto dentro le solide e accoglienti mura di casa. Mi forzai di fare un sorriso di incoraggiamento per lui. Logan diede un bacio sulla fronte del fratello e si sedette sul lato opposto del letto rispetto a me. "Dove sono mamma e papà?" Chiese Lucas al fratello maggiore. "Non sono ancora venuti?" Rispose Logan con un'altra domanda. Il diretto interessato scosse solo la testa. "Arriveranno presto, vedrai." Lo rassicurai io. Logan si alzo e si diresse verso di me per sussurrarmi all'orecchio: "Puoi rimanere con lui mentre chiedo come procede il virus al medico?" Io annuii semplicemente.
"Vanessa?" Mi chiamò Lucas, una volta che Logan fu uscito dalla stanza. "Tu e mio fratello state insieme?" Suonava strana quella frase pronunciata da una vocina così piccola e sottile. "Sì."
"Lo ami?" Quella domanda mi colse un po' alla sprovvista; era un bambino eppure capiva perfettamente quello che gli accadeva intorno e sapeva dargli sempre un significato. "Perché il mio fratellone dice di amarti tantissimo e parla sempre di te, ma lo fa solo quando crede che io stia dormendo." La piccola risata di lui suono leggera e flebile nell'aria. "Sì Lucas, amo tuo fratello Logan."

"Eccomi." Sussurrò Logan entrando nella stanza. Erano passati qualche minuto da quando Lucas aveva poggiato la testa di lato sul cuscino e si era lasciato cullare dal sonno. "Si è addormentato da poco." Lo informai, mentre mi passava le stampelle. "Spero non ti sia annoiata." Diede un bacio sulla fronte del fratellino, come se fosse quello della buonanotte. "No, tranquillo."
Ci dirigemmo verso la porta per uscire e tornare ognuno a casa propria, mentre nell'aria si sentiva il lieve respiro del piccolo Lucas addormentato.

ANGOLO AUTRICE
Ciao gente! Contenti che abbia aggiornato? E con due capitoli al posto di uno! Lo so che non saranno i migliori capitoli che leggerete della storia, non so perché siano usciti così questi qui.
Beh, come dico sempre se vi è piaciuto il capitolo mettete una stellina e ditemi cosa ne pensate con i commenti.
Ciaooooo!

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro