CAPITOLO 38

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La mattina dopo mi svegliai nella stessa posizione in cui mi ero addormentata: la testa poggiata sulla spalla di Matthew, mentre lui mi avvolgeva come una coperta con un braccio.
Cercai di mettermi seduta con la schiena dritta senza svegliarlo, per poi sfilare il cellulare dalla tasca dei miei shorts.
"È lui, vero?" Chiese Matthew, osservando il display.
Non mi ero neanche accorta di averlo svegliato.
Annuii, continuando a fissare lo schermo del mio cellulare, dove sopra vi era scritto tre volte il suo nome: una volta per le chiamate perse, una per i messaggi e una per whatsapp.
Logan aveva provato a contattarmi tutta la notte con telefonate e messaggi, quest'ultimi dicevano più o meno tutti la stessa cosa: ti prego, rispondi al più presto; oppure mi manchi, torna da me, so di aver fatto una cazzata, ma ti prego, ti prego, ti prego, ritorna da me.
"Dovresti parlargli." Mi consigliò Matthew, una volta alzatosi in piedi.
"Non saprei..." Risposi indecisa, mordendomi il labbro inferiore con nervosismo.
"Mi correggo: tu devi andare a parlargli." Alzò le braccia al cielo per stiracchiarsi.
"E cosa dovrei dirgli?" Sbottai, alzandomi e avvicinandomi a lui, le idee più confuse che mai.
"Niente, ascolta solo ciò che ha da dire e poi il tuo cuore ti indicherà la strada giusta." Rispose, strofinandomi il braccio.
"Sarai con me?" Non so di preciso perché glielo chiesi, ma in quel momento sapevo che sarei riuscita ad affrontare faccia a faccia Logan solo se qualcuno a cui tenevo fosse stato accanto a me, in quel caso quel qualcuno era Matthew.
Annuì, per poi accogliermi tra le sue braccia quando mi ci accoccolai, in cerca di conforto.
"Sei diverso dagli altri." Ammisi a un certo punto.
"Cosa?" Chiese Matthew in tono confuso.
"Sei diverso dagli altri ragazzi." Ripetei, per poi specificare meglio: "Cioè, se fossi corsa letteralmente tra le braccia di un altro ragazzo, di sicuro mi avrebbe detto: 'Non ascoltarlo, ormai è acqua passata, non tormentartici più'; ma tu invece mi hai convinto a parlarci." Mi staccai da lui quel tanto che bastava per guardarlo dritto in quegli occhi scuri e profondi, come un buco nero che risucchia tutto ciò che ha intorno, che sia un enorme pianeta o un piccolo asteroide.
"Subito credevo che fossi uno di quei soliti bad boy che si trovano di solito nelle fan fiction, dal modo in cui mi stavi insultando."
"Non insulto le persone che soffrono." Mi disse, facendomi una carezza sulla guancia. "Se non ti fossi messa a piangere, probabilmente non ti avrei neanche degnata di uno sguardo; ti avrei insultata e me ne sarei andato." Trasse un respiro profondo, sentivo il suo petto alzarsi e abbassarsi contro il mio a causa dell'abbraccio. "E invece adesso sono qui con te, e non vorrei essere altrove." Mi lasciò un bacio sulla fronte.
Affondai di nuovo il viso nel suo petto, lasciandomi cullare dal silenzio per qualche minuto; quando il mio telefono vibrò sul divano a intermittenza, simbolo che stavo ricevendo una chiamata.
"Rispondi." Affermò deciso Matthew, staccandosi da me per permettermi di prendere il cellulare.
Lessi il nome sulla schermata: Logan.
"E che cosa dovrei dirgli?" Domandai più a me stessa che a lui.
"Ascolta e poi decidi cosa fare. Metti in vivavoce, così sento e ti posso suggerire il da farsi." Ribattè, facendomi sedere sul divano di fianco a lui.
Feci ciò che mi aveva detto: strisciai il pollice sull'icona verde del display verso l'interno, per fare in modo di accettare la chiamata; dopo di che cliccai sull'amplificatore per fare in modo che fosse attivato il vivavoce.
"P-Pronto?" Chiesi con la voce tremante, riconoscendo immediatamente la voce ansiosa e preoccupata che mi rispose dall'altro capo del telefono: "Vanessa? Oddio, sei davvero tu?" Aveva il tono di voce stanca, probabilmente non aveva dormito per cercarmi tutta la notte. "Dove sei? Ti prego torna, non ce la faccio più senza di te."
Avevo la bocca arida come il deserto, le parole mi si strozzavano in gola, soffocandomi quasi.
"C-Cosa vuo...vuoi?" Domandai con sempre più fatica; sentivo gli occhi pungermi come spilli.
"Voglio che torni indietro. Da me." Replicò deciso, senza esitare un secondo.
"Logan, allora tu non l'hai ancora capito?" La mia voce aveva assunto un tono fermo e duro, così, di punto in bianco, lasciandomi parlare come una persona normale, e non come una demente. "Tu mi hai ferita, mi hai fatto del male, e non solo..." fisicamente, ma anche psicologicamente.
Non ce la feci a continuare quella frase, perché un singhiozzo leggero mi scosse il corpo come un brivido.
"Stai piangendo?" A quanto pare non avevo fatto poi così tanto silenzio come volevo, perché a quanto pare mi aveva sentita; nel frattempo Matthew mi aveva passato un braccio sulle spalle, per darmi conforto.
"Non farlo, ti prego, non riesco a sopportarlo, soprattutto se so che ne sono io la causa." Percepivo appena un trinomio nella sua voce, come se fosse sul procinto di piangere anche lui. "Ascoltami, per favore. Incontriamoci sulla spiaggia, dove siamo andati quando siamo arrivati qui a Miami."
"Accetta." Mi sussurrò all'orecchio Matthew, vedendomi indecisa sul da farsi.
Ero paralizzata, la mia anima divisa in due: una parte mi gridava di accettare, incontrarlo sulla spiaggia e ascoltarlo fino in fondo; ma l'altra parte reclamava la vendetta, farlo soffrire come aveva fatto lui con me, rifiutando l'invito.
"Vanessa? Hey? Sei ancora lì?" La sua voce era carica di impazienza per la risposta che dovevo ancora dargli, sperando che fosse positiva fino all'ultimo.
Matthew continuava a incotarmi ad accettare, accogliere la proposta a braccia aperte per scoprire finalmente la sua versione dei fatti, e provare a intuire se stesse dicendo la verità o no.
"Va bene, ci sarò..." Lo sentii esultare dall'altra parte del telefono, ringraziando uno ad uno ogni santo possibile esistente al mondo. "...a una condizione pe..."
"Certo qualsiasi cosa!" Mi interruppe Logan prima che potessi completare la frase.
"Io verrò sulla spiaggia e ti ascolterò fino alla fine,..." Sentivo il suo respiro farsi sempre più pesante dall'altro capo del telefono ad ogni parola che usciva dalle mie labbra. "...ma Matthew potrà venire con me."
Il silenzio regnava sovrano tra di noi; non sapevo che aggiungere, e di sicuro Logan stava soppesando le opzioni che gli avevo dato: perdermi per sempre; oppure poter recuperare accettando che fosse presente anche lui, il ragazzo che aveva fatto traboccare la goccia dal vaso con un unico bacio.
Sentii un mormorio dall'altra parte, non riuscendo però a capire cosa avesse detto.
"Scusa, puoi ripetere?" All'inizio mugugnò un po', in senso di frustrazione, ma poco dopo ripetè: "Va bene."
Un sorriso spontaneo mi affiorò sulle labbra per ciò che le mie orecchie avevano appena ascoltato.
"Ci vediamo tra due ore in spiaggia, a dopo." Quelle furono le ultime parole che sentii di Logan, prima che il fischio della chiamata terminata risuonasse nella stanza.

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