CAPITOLO 6

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Quando arrivammo davanti la porta di casa sua,incitai Logan nel modo più calmo possibile ad aprirla. "Ti muovi ad aprire questa porta sì o no?" Okay,forse ero un tantino nervosa. "Un secondo che prendo le chiavi." Replicò lui,un po' scocciato dall'ansia che gli stavo mettendo addosso.
Appena la chiave fece clic nella serratura,mi precipitai oltre la porta.La prima cosa che mi saltò all'occhio fu il bianco accecante delle pareti,mentre il mogano scuro dei mobili era in netto contrasto.Di sicuro non era tra le case più colorate che avessi mai visto.L'ordine regnava in quella casa,rispetto alla mia che,anche se ci vivevamo in tre e Logan con la sua famiglia in cinque persone,
compreso lui,sembrava che un uragano fosse passato a distruggere tutto quello che c'era.I muri erano sormontati da varie foto di famiglia,di sicuro dovevano essere molto legati.Cercai con lo sguardo il camino e lo trovai di fronte a un divano bordeaux e ad altre due poltrone del medesimo colore.
Accelerai il passo in quella direzione.
Il camino era formato da mattoni rossi,con una canna fumaria che risaliva per tutto il muro fino a spuntare sul tetto.Sopra il davanzale c'erano varie foto,tra cui una di Logan e una ragazza di circa 22 anni,probabilmente sua sorella Linsdey,e un bambino di circa 8 anni,facilmente suo fratello Lucas,avvolti in un abbraccio.Dietro si poteva notare la Casa Bianca,di sicuro la foto era recente e stata scattata durante il periodo a Washington.
Ed eccola lì,un po' vecchia,ma in ottime condizioni,la cornice era di abete chiaro con rifiniture dorate.La foto.Allora era vero,anche lui aveva la stessa fotografia che avevo io.Ricordai che la tenevo tra i DVD che avevamo visto,io e il mio migliore amico,l'ultima sera che lui rimase a New York.La foto era stata scattata quella stessa settimana,qualche giorno prima che lui partisse,e prima che tutto il mio mondo crollò,
trasformando la mia vita in una nube di tristezza e amara delusione."Allora avevo ricordato giusto." Disse una voce alle mie spalle.Decisi di non voltarmi però,non ce n'era bisogno,poteva essere solo una persona. "Sì Logan,è la stessa foto,ma non riesco a capire..."
"Anche a me fu regalata dalla mia migliore amica..." Mi interruppe,prima di continuare: "...Mi ricordo che ne facemmo due copie,una per me e una per lei.Non ricordo il suo nome,perché il tempo bastardo ha cercato di cancellarlo dalla mia mente,quindi faccio fatica a ripescarlo dalla memoria,ma rimembro ancora cosa ci promettemmo prima che io partissi:Questa foto sarà..."
"...il segno della nostra amicizia.E fin che essa ci sarà,noi non ci dimenticheremo." Pronunciammo queste parole all'unisono,mentre mi giravo verso di lui.Non riuscivo a crederci,il mio cervello non riusciva a metabolizzare cosa stava accadendo.Mi dovetti appoggiare al davanzale del camino per evitare di cadere,mi sembrava di avere le vertigini. "Non è possibile,solo io e lui conosciamo queste parole,neanche la mia migliore amica Abby e i miei genitori sanno di questo,a meno che tu..." La voce mi si strozzò in gola a causa delle lacrime che cominciavano a premere per uscire. "...a meno che io e lui non siamo la stessa persona." Concluse lui per me. "Vanessa.Adesso che ci penso,si chiamava Vanessa la mia migliore amica,proprio come..."
"...me." Dissi,prima di potergli dare l'opportunità di finire la frase.
"Sei tornato." Riuscii a pronunciare,nonostante il groppo in gola che mi si era formato,dopo una lunga pausa dall'ultima parola che avevo detto. "Sì,sono tornato a casa,finalmente.Quanto tempo è passato." Si sentiva un tremolio nella sua voce,ma non vidi se stava per piangere,perché percorsi velocemente la distanza che c'era tra noi e gli gettai le braccia al collo,lasciando uscire le lacrime che avevo cercato di bloccare.Lui mi strinse a sé,ricambiando quell'abbraccio pieno di amore e calore.
"Logan." Riuscii a dire tra un singhiozzo e l'altro. "Shh,sono qui adesso,e non ho intenzione di andarmene,mai più.Mi sei mancata tantissimo,Vanessa."
"Anche tu." Mi risultava difficile pronunciare anche quelle semplici parole.Le lacrime erano troppe e la voce tremolava come delle corde di violino che vengono pizzicate dal musicista.Mi rendevo conto che gli stavo inzuppando la felpa e,in minor parte,la maglietta,ma a nessuno dei due interessava.Era come se fossimo isolati dal mondo,esistevamo solo noi due,nient'altro.Finalmente eravamo riuniti e nessuno,e ripeto nessuno,sarebbe riuscito a separarci,neanche se un tornado si fosse abbattuto su quella semplice via di New York,saremmo rimasti insieme,come le pagine di un libro e le sue parole,cuore e anima.
L'unica cosa che fermò quel momento fu la porta che si aprì all'improvviso,rivelando una donna sui 40 anni,un uomo sui 50,e la ragazza e il bambino della foto. "Logan..." Sussurrò la donna,un po' titubante.Io e Logan ci sciogliemmo dall'abbraccio e io rivolsi lo sguardo verso la voce.Appena vidi la donna e l'uomo sulla porta,mi tornò alla mente il ricordo di una madre di 32 anni,capelli biondi illuminati dai raggi del sole,gli occhi azzurro chiaro come il cielo di quella giornata e del figlio.Accanto a lei il marito di 39 anni,i capelli di un castano molto scuro e gli occhi verdi come l'erba estiva del parco.Due nomi accompagnavano quelle due figure:Susan e Fred.
"Non è possibile..." Disse l'uomo,con evidente stupore in viso.Sia quest'ultimo che la donna mi soppesarono con lo sguardo,ammetto che cominciai a sentirmi un po' a disagio,essendo al centro dell'attenzione,ma non più di tanto,sapevo chi erano quelle persone. "Sì,è lei.Mamma,papà,
Linsdey,spero vi ricordate di Vanessa,la mia vecchia migliore amica." Disse Logan,dopo una lunga pausa di silenzio.Vidi Susan,la madre di Logan,portarsi le mani alla bocca e una lacrima scenderle sul viso. "Vanessa,sei davvero tu?Non è un'illusione?" Chiese il padre,Frederick,per tutti Fred o Freddy,al posto della moglie. "Sì,sono io.È stupendo rivedervi,mi siete mancati tutti quanti." Risposi,togliendoli così ogni dubbio.A quel punto non resistemmo più,io,Susan e Linsdey,che fin a quel momento era rimasta in silenzio,scoppiammo in piangere,ma non erano lacrime amare di tristezza,ma di nostalgia,un'amicizia ritrovata dopo troppo tempo.Fred abbracciò la moglie,Logan mi avvolse tra le sue braccia,
poggiando una mano sulla mia testa,cullandomi.Linsdey si unì all'abbraccio dei genitori,mentre il piccolo Lucas guardava la scena con aria spaesata,chissà cosa stava pensando,circondato da tutte quelle persone che piangevano.
"Mamma,stai bene?" Chiese il piccolino a un certo punto.Lui non poteva conoscermi,non era ancora nato. "Sì stellina,sto bene." Replicò,coinvolgendo anche lui nell'abbraccio.Io e Logan nel frattempo guardammo quella scena con la tenerezza negli occhi che brillava.Ridemmo entrambi,una risata cristallina e pura che mi salì dal profondo del cuore.Non me ne capitava una da non so quanto tempo,quindi la lasciai uscire fuori,insieme alle lacrime.

Passai il resto della giornata insieme a Logan e la sua famiglia,come ai vecchi tempi,prima che si trasferissero a Washington.Una volta avvisati i miei genitori e,dopo che i Lerman mi ebbero invitato,rimasi a mangiare e dormire a casa loro.Non mi ero mai sentita così bene e libera,una sensazione straordinaria.
Dopo cena,quando salimmo in camera sua,io e Logan ci argionammo su tutto quello che era successo in quegli anni.A quanto pare,anche lui non era più riuscito a fare molta amicizia dopo la sua partenza.
Quando dovemmo dormire,lui mi prestò il suo sacco a pelo e una sua maglietta bianca con scritto sopra 'I ❤ Washington' con un cuore al posto della parola love,mentre sua sorella un paio di leggins neri da abbinare,dato che non avevo un pigiama da mettere.Visto che eravamo cresciuti ormai,ci imbarazzava cambiarci i vestiti uno di fronte all'altra,quindi io andai in bagno e lui rimase nella sua stanza.Naturalmente la maglia di Logan era enorme,mentre i leggins di sua sorella erano quasi della mia taglia.Una volta entrata nella sua camera,lo vidi sistemare il sacco a pelo vicino il suo letto.Da piccoli dormivamo anche nello stesso letto,ma eravamo piccoli,e adesso in due non ci stavamo.Indossava un paio di pantaloni fin troppo lunghi per le sue gambe agili,erano di un motivo a quadri blu e bianchi.La maglia era a maniche corte color cobalto,forse un po' troppo attillata,e metteva in risalto gli avambracci e i bicipiti e tricipiti.La linea dei pettorali e addominali era ben definita da quella fottuta
t-shirt.Arrosii violentemente.
Quando mi notò fece una risatina per il mio rossore. "Sì,in effetti è un po' stretta la maglietta." Pronunciò Logan con un sorriso di scherno sulle labbra,come se l'avesse fatto apposta a indossarla.Si avvicinò a me prendendomi il viso tra le mani,mentre io mi aggrappai delicatamente ai suoi avambracci. "Buonanotte." Disse,dandomi un bacio sulla fronte,come faceva anche quando eravamo piccolini.Lui si è sempre comportato come un fratello maggiore nei miei confronti.Anche se ero io più grande di lui di un paio mesi. "'Notte,fratellone." Dissi scherzosamente,dopodiché lo abbracciai. "Mi sei mancato un sacco.Sono contenta che tu sia tornato."
"Ah,davvero?E io che pensavo ti fossi dimenticata di me." Disse,ma si tradì da solo,perché si mise a ridere.Mi staccai solo per dargli una spinta scherzosamente. "Che stupido,non sei affatto cambiato in questi anni." Ribadii io,andandomi ad accomodare sul sacco a pelo,mentre lui si sedeva sul letto. "A parte gli scherzi,mi sei mancata anche tu." Continuò con la voce addolcita. "Spegnete la luce e dormite!" Urlò sua madre dalla cucina. "Certo,mamma!" Ribatté lui,poi rivolgendosi a me: "Forse è meglio che dormiamo adesso,domani c'è scuola e vorrei evitare di prendermi una sgridata.Buonanotte Vane."
" 'Notte Logan." Dopodiché spense la luce e cadetti in un sonno profondo.Mi addormentai con il sorriso stampato sul viso,cosa che mi capitava di rado.Purtroppo quella felicità sarebbe durata per qualche mese,fino a quando un fatto orribile sconvolgerà la mia vita e quella di Logan.

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