CAPITOLO 24 - CORRI OLLIE! CORRI!

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Dopo la mia caduta emotiva quel sabato notte, il giorno dopo avevo riaccompagnato Meg in stazione.

Avevo l'umore ulteriormente sotto i piedi a causa della partenza della mia amica e al fatto che non ci saremmo riviste per almeno altri quattro mesi. Ormai eravamo abituate a stare lontane per lungo tempo, ma ciò non toglieva che ogni volta separarsi fosse straziante, e che la sua mancanza nei giorni seguenti fosse decisamente più forte del normale.

Così, quella settimana, ci stavamo sentendo su Skype, o per telefono, più del solito. Quella ormai era una tecnica consolidata negli anni: dopo i nostri incontri ci tenevamo in contatto più spesso, fino a quando la nostra solita routine non riprendeva a pieno regime.

Era giovedì sera e la mia settimana di lezioni terminava lì, dal momento che quel week-end c'era il ponte per la festa del patrono della città e, tra un sorso di tè e un altro, stavo facendo due chiacchiere con Meg, la quale quella settimana si era autoproclamata mia psicologa personale.

«Allora, mi dica, come si sente oggi?» mi incitò a parlare fingendo una voce professionale.

«Non dovresti farmi questa domanda mentre sto seduta su uno di quei divani tanto comodi che si vedono nei film, e tu su un'ampia poltrona dall'aria costosa, invece che su queste sedie da ufficio ammazza chiappe?»

Dovevo pur mantenere alto l'umore con qualche battuta, anche se mi sentivo sotto un treno dopo che Luke aveva deciso di darsi per disperso per l'ennesima volta. Quel ragazzo poteva insegnare ai peggiori criminali al mondo come darsi alla latitanza.

«Sì, ma noi siamo in versione film da due soldi autoprodotto, quindi ci dobbiamo accontentare dei mezzi a nostra disposizione.»

«Le solite fortunelle insomma, neanche una sedia comoda in questa vita mentre vieni messa sotto torchio!» commentai sbuffando.

«Non provare a deviare il discorso, Ollie, non mi incanti, ho una laurea in "sparare cazzate per sviare l'attenzione su di me", e una specializzazione in "mi piace farmi del male da sola", parlo per esperienza personale, quindi non mi freghi. Ti ho lasciata in pace questi giorni dopo la mia partenza, ma è giunto il momento di affrontare la cosa.»

Non potevo contraddirla, in fondo non aveva mai insistito sull'argomento quando aveva notato che non ero pronta ad aprirmi e, ad essere onesti, non mi ci sentivo ancora.

«Ma possibile che tu non abbia mai nulla da raccontarmi? Perché devo essere sempre io a parlare? La nostra amicizia è reciproca, sento che in questo periodo non sto facendo nulla per te» chiesi infastidita.

Ci avevo riflettuto in quei giorni, e mi era parso che tutto fosse ruotato intorno alla mia situazione, mentre Meghan si era limitata ad ascoltarmi pazientemente e ad aiutarmi in tutti i modi in cui poteva. Aveva addirittura preso un maledetto treno per venire in mio soccorso, volevo anche io poter fare qualcosa per lei, che fosse anche solo starla a sentire parlare tutto il giorno di materiali da costruzione e della loro composizione chimica, di cui francamente non capivo assolutamente un tubo.

«Mmm... ecco... in realtà una cosa ci sarebbe...» La vidi abbassare la testa per l'imbarazzo e iniziare a giocherellare nervosamente con le mani; si trattava sicuramente di qualcosa di grosso se reagiva così.

«Che è successo? Sputa subito fuori il rospo! So già che si tratta di qualcosa di importante se ti nascondi sotto i tuoi capelli da me!» Conoscevo ogni movenza di quella ragazza e il preciso significato di ogni suo piccolo gesto, non poteva sfuggirmi.

Le sue giade si risollevarono, appuntandosi titubanti su di me. «Ok, parlerò! Ma ci tengo a precisare che non te l'ho detto prima perché era successa quella cosa con Luke e non volevo aggiungere altra carne al fuoco. E poi non è nulla di così rilevante.»

Si stava giustificando ancor prima di iniziare: pessimo segnale! Era meglio riportarla velocemente sull'argomento principale della conversazione altrimenti avrebbe cercato di sviare.

«Meg! Parla! Veloce!» affermai perentoria.

«Ok...» Una piccola pausa e un respiro profondo da parte sua, prima che buttasse tutto fuori come un'eruzione vulcanica improvvisa. «Io e Matt ci siamo baciati quella sera al locale. Ecco, l'ho detto!»

L'aveva detto sì! A una velocità supersonica, tanto che inizialmente temevo di aver capito male, facendomi ipotizzare che avesse detto: "Io e Matt ci siamo braccati", o "Io e Matt ci siamo bruciati", mi pareva più sensato anche un "Io e Matt ci siamo bersagliati", tutto ma tranne ciò che mi era sembrato di udire. Poi invece mi resi conto che era stata detta "quella" parola con la lettera "b", che mai avrei immaginato pronunciata in una stessa frase contenente il nome della mia amica e di Matt.

«CHE COSAAAAAAAAAAAAAAAA?!?» Tirai fuori un urlo che probabilmente avrebbe sentito lei stessa anche senza l'utilizzo dei nostri computer. Ma capite che appena ricollegato nella mia mente il significato di quella affermazione non potevo far altro.

«Oh, santo cielo, stai calma! Non è nulla di che, è successo per puro caso!» mise le mani avanti, cercando di sminuire l'accaduto.

Ah, no, non mi avrebbe incanta con la storia della casualità. Era una carta che conoscevo benissimo, avendola utilizzata io stessa molte volte.

«Certo, come no! Sei scivolata e gli sei andata a finire addosso proprio sulle sue labbra. Meg, non mi voglio ripetere, quindi ora tu mi racconti tutto nei minimi dettagli, e sottolineo la parola DETTAGLI!» Mi stavo già mettendo comoda sulla sedia per poter ascoltare meglio quella storia.

"Ma dove sono i popcorn quando servono?!?"

Sospirò sconfitta, prima di assecondare la mia richiesta. «D'accordo... ti ricordi che ad un certo punto sono andata in bagno e tu ed Henry siete rimasti sulla pista da ballo con gli altri?» Le feci cenno di sì con la testa, incitandola a proseguire, visto che quella non era la parte che mi interessava maggiormente. «Uscita dal bagno stavo tornando da voi e lungo il corridoio l'ho incontrato. Abbiamo iniziato a punzecchiarci come al nostro solito e, ad essere sincera, non mi ricordo neppure più di che accidenti stavamo parlando, anche perché ero leggermente brilla. Ricordo però che tra i vari scambi di battute c'è stato questo in cui lui mi ha detto: "Ma lo hai mai conosciuto un uomo con le palle?" e io che prontamente gli ho risposto: "No, Matt, guarda, stavo aspettando solo te!" e quel cretino che fa? Prende mi tira a sé e mi bacia, trascinandomi nella parte di corridoio meno illuminata. Io poi ammetto di non essermi tirata indietro, ma ribadisco che è stato solo un colpo di testa dettato dal momento e dall'alcool!»

Ero del tutto rapita da quella storia così avvincente. Ma sapevo che aveva tralasciato qualche sordido particolare, così non persi tempo e continuai ad indagare. «Ma come cavolo è successo? Cioè, io puntavo più sul fatto che vi saresti ammazzati per la fine della serata, non che sareste finiti a limonare in qualche anfratto buio!»

Scrollò le spalle rassegnata. «Che ti devo dire, Ollie? Secondo me, dopo una lunga riflessione, è stata proprio colpa di quel continuo infastidirci reciprocamente. Quella continua tensione da entrambe le parti deve aver tramutato il desiderio di scavargli una fossa per nasconderci il suo cadavere in desiderio sessuale. È l'unica spiegazione plausibile.»

Io non riuscivo ancora a credere a quello che le mie orecchie avevano appena sentito. Era lo scoop dell'anno! Ora capivo come si sentiva tutta eccitata Meg dai miei continui racconti.

«E come è stato? Coraggio, non mi ti far cacciare con le pinze i dettagli scabrosi del vostro tète à tète!»

«Ok, non lo nego, il bacio è stato proprio WOW! Roba da sentirsi Rossella O' Hara in "Via col vento". Mi ha letteralmente tolto il fiato. Sembrava che quell'attaccarci continuo nel corso della serata fosse stato in preparazione per quel momento, dove tutta la nostra rabbia è esplosa in un bacio. E poi nulla da dirgli fisicamente, mi sentivo stretta in un ammasso di muscoli, dannazione!»

Oh, sì, il bacio le era proprio piaciuto, altrimenti non avrebbe perso tempo con tutte queste spiegazioni, la conoscevo troppo bene.

«Io oramai credo che per voi due punzecchiarsi e darsi fastidio siano i vostri strani preliminari. Sì, sì, ormai non ho più alcun dubbio!» sostenni, accompagnando il tutto con un cenno di assenso della testa.

«Ollieeeeeee! Ma che vai dicendo? È stato un errore, d'accordo? Uno stupido e stramaledetto errore! Nulla di più! Non c'è bisogno di ingigantire la cosa!» strepitò indignata.

Sì, come no, non ci avrei creduto neanche se mi avessero pagato, ma volevo continuare le mie indagini, così glissai sul mio parere personale e tornai a incalzarla. «Lo hai sentito poi? O non so, ci hai parlato dopo?»

«Non quella sera. Dopo essere rinsavita sono praticamente corsa via per tornare da voi, anche se lui continuava a chiamarmi su quel maledetto corridoio, e per il resto della serata l'ho ignorato. Invece, da quando sono tornata qui, mi tampina praticamente tutti i giorni su Facebook. Inizialmente ha cercato di riprendere il discorso del bacio, ma come ha visto che non avevo intenzione di dargli corda abbiamo ricominciato a darci fastidio come al nostro solito.»

Ora capivo perché quando avevo incontrato Matt il giorno prima in facoltà con Ry, era rimasto attaccato al suo cellulare per tutto il tempo. Mi sembrava un po' strano che non mi importunasse di continuo, ma credevo si stesse organizzando per qualche serata con una delle sue solite conquiste. Adesso invece, con quelle informazioni, cominciavo a fare due più due.

«Non vorrei, dati i precedenti, che dopo tutto questo infastidirvi via web non vi dedichiate al sesso telefonico» insinuai, ridendo divertita da quello scambio di ruoli. Ora finalmente potevo essere io a mettere il dito nella piaga.

«Non è per nulla divertente, Ollie, proprio per niente! Quello continua a molestarmi, in quanto mia amica dovresti dirgli qualcosa!» ribatté piccata.

«A Matt? E tu credi davvero che se anche lo minacciassi quel soggetto si fermerebbe? Quel ragazzo ha tanti difetti, ma gli va riconosciuta una tenacia fuori dal comune!»

Meg sospirò affranta dal non riuscire a trovare una soluzione per liberarsi dal suo stalker.

"Che bello, adesso ognuna ha il proprio personale!"

«Già, questo è vero. Per quanto lo tratti male non molla proprio. Ora però possiamo per un attimo passare a te? Visto che per il momento il mio problema è in una situazione di stallo?»

Ah, cavolo, mi ero dimenticata che avevamo iniziato quella conversazione per parlare del mio problema con Luke. Peccato tornare alla dura realtà, mi stavo divertendo così tanto!

«Cosa vuoi che ti dica, Meg? Che mi hanno toccata profondamente le parole che mi ha scritto? Che quel bacio mi ha sconvolto tutti i sensi? Che adesso so che con lui è qualcosa di più di un semplice errore commesso una sera da ubriachi? Che lo desidero da morire? Che mi fa male quando sparisce in questo modo? Sì, lo ammetto, è tutto vero! Non posso più nascondermi e sono anche stanca di farlo, questo è semplicemente ciò che provo nonostante non abbia alcun senso logico, perché lui è qualcosa che mai mi sarei sognata di volere. Io avrei bisogno di stabilità nella mia vita, come vorrebbero i miei genitori, invece lui incarna l'esatto opposto: lui mi sfida, lui spesso mi innervosisce e, poco ma sicuro, neppure mi piace. Ma c'è qualcosa... qualcosa con questo ragazzo che è viscerale. Lo sento nella pelle, nella testa, in tutti i miei stramaledetti sensi, e anche se non ci capisco assolutamente nulla io mi arrendo, Meg, io mi arrendo a lui, perché per me lui è diventato come l'aria che respiro: è inevitabile!»

La mia confessione era terminata, avevo scoperto le mie carte ormai. Le cose stavano così: Luke mi piaceva, bramavo poter passare del tempo con lui e sapere cosa pensasse, volevo che continuasse a sfidarmi con quel suo sguardo strafottente, e desideravo continuare a scoprire me stessa con lui, perché mi faceva stare bene. Per una volta nella mia vita mi sentivo accettata.

«Era ora che lo ammettessi, cavolo! Ma io non ti sto chiedendo questo, perché, onestamente, dopo averti vista in lacrime con quel foglio in mano per me era tutto chiaro. Quello che ti sto chiedendo è perché invece di stare qui a chiacchierare con me, a rimuginare sul per chissà quale folle motivo lui non si faccia vivo, tu non stia correndo da lui. Questo non è uno di quei stramaledetto film d'amore che ti costringe a vedere Henry, né un romanzo rosa in cui il protagonista corre a prendersi la ragazza che desidera. La vita reale è tutt'altra cosa. Spesso, Ollie, non tutto ciò che vogliamo ci viene in contro, e tu devi essere abbastanza forte e sicura di te, amica mia, da andare a prendertelo, se lo vuoi davvero.»

Fissai per un lungo istante il volto della mia amica, interpellandomi sulla domanda che mi aveva posto: ero sufficientemente forte da poter andare da lui di mia iniziativa ed ottenere da sola ciò che agognavo?

Ripensai alla sera in cui avevo ballato da sola su quella pista, all'ebbrezza che avevo provato nel sentirmi sufficientemente forte e sicura di me da fare una cosa simile.

"Dannazione, sì che lo sono!"

Meg riuscì a leggere all'istante la decisione che avevo preso senza che aprissi bocca e, con un sorriso dolce in viso, mi spronò. «Allora cosa aspetti? Per citare in modo rivisitato uno dei miei film preferiti: "Corri, Ollie, corri!"»

E lo feci davvero.

Ed eccoci nuovamente qui! Allora, siete felici o no per questa rivelazione?  A quanto pare Ollie non è stata la sola a ricevere un bel regalo di compleanno quella sera ;) E adesso che succederà? La nostra Ollie ha scoperto le carte in tavola e nel prossimo capitolo ci sarà il fatidico confronto! Come andrà a finire? Eheheh io non parlo, lo scoprirete presto! Di norma e regola avrei dovuto pubblicare questo sabato, ma non so se faccio in tempo perché quel giorno ho un matrimonio, dipenderà tutto da che ora rientro! Altrimenti ci vediamo domenica mattina con la scimmietta ed il topino ;)

Ed ora passiamo agli ormai famosi saluti... si va con l'Indonesiano oggi... neppure serve ormai che esprima la mia paura per quello che sto per scrivere...

  UNTUK PIYAMA BERIKUTNYA! 

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