Capitolo 20.

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Non risponde.

Faccio finta di niente o...?

Resto a guardarlo. Sembra assente.

Non ce la faccio, mi sporgo sul tavolino e gli accarezzo la mano. Luca salta subito sull'attenti come se si fosse appena risvegliato.

"Ehy, va tutto bene" Sussurro. "Sono io"

"Lo so" Sorride con aria stanca.

"Tutto okay?" Lo guardo incerta.

"Sì Clau, non ti preoccupare" Risponde secco.

Respiro lentamente e decido di non andare oltre, distogliendo lo sguardo. Adesso è lui a guardare me.

"E' la solita cosa" Borbotta, riferendosi alla nostra relazione.

"Okay" Rispondo.

Mi guarda. Sembra deluso.

"Okay?" Sussurra. "Solo okay?"

"Luca, ne parliamo sempre!" Allargo le braccia sostenendo il suo sguardo. "Abbiamo due patti se non sbaglio. Uno lo stiamo svolgendo perfettamente, l'altro... Non abbiamo altra scelta" Alzo le spalle. "Ci è andata così, cosa ci possiamo fare?" Cerco di farlo ragionare. "Mi dispiace, dispiacerà anche a te... Ma per ora va in questa maniera. Da giugno in poi si vedrà!"

"Non cambierà niente, lo sai? Non pensi che le persone parleranno male, inventandosi le cose?"

"Sai quante persone si inventano ogni giorno cose?" Mi avvicino. "E chissene frega! L'importante è non fare niente di avventato, come vorresti fare tu. Io non ci riesco, mi dovrai aiutare. Ti chiedo solo questo"

"Seh vabbè..." Distoglie lo sguardo. "Ti dico che mi fai andare fuori di testa e tu mi chiedi di farti restare concentrata... Sembra che tu sia nella mia vita per provocarmi!"

Sembra un bambino! (Un bambino bellissimo, sia chiaro) Mi viene da ridere.

"Beh, ti è andata bene direi... Non trovi?" Mi metto a braccia conserte accavallando le gambe protraendomi verso di lui, che non sposta lo sguardo dai miei occhi.

"Smettila. Non otterrai mai niente così" Sibila innervosendosk.

Inizio a giocare con i miei capelli, arrotolandomi una ciocca presa a caso sulle dita.

Mi alzo, e sculettando vado a sedermi accanto a lui, non più di fronte.

"Ne è proprio convinto, Prof?" Sussurro sbattendo le palpebre.

Si avvicina.

"Non mi ero mai accorto avessi un tic agli occhi. Tutto bene? Hai bisogno di qualcosa?"

"Bastardo" Dico a denti stretti tornando a sedermi dov'ero, vedendo un ghigno comparire sul suo volto.

Prendo il cellulare. Una chiamata persa da un numero sconosciuto.

"Che cosa succede?" Si fa serio.

"Niente, un numero sconosciuto" Sorrido tornando a lui.

"Richiama! Oppure... Salvalo, così potrai vedere chi è!"

"Non ne ho voglia!" Esclamo, giocando con le sue mani. Ne prendo una, la metto prima a confronto con la mia, la stringo. "Adesso sono con te!" Aggiungo poi guardandolo negli occhi, notando un bagliore attraversare i suoi occhi. Sorride. Sorrido anch'io.

Mi sporgo e lo bacio.

"Attenta" Mi copre con la mano la scollatura, lanciando un'occhiataccia al ragazzo dietro di sé che mi stava fissando da quando siamo saliti.

Mi alzo, mi sistemo la gonna e mi siedo a cavalcioni sul mio ... Professore. Oh mio dio. Mi stacco, tornando al mio posto seduta, con il volto completamente bordeaux.

Si avvicina. "Cosa succede?" Fa passare lo sguardo nuovamente dal ragazzo ai miei occhi. "Claudia, che cos'hai?"

"Lei..." Mi schiarisco la gola. "Cioè..." Lo guardo, sperando capisca. Fortunatamente lo fa. Raddrizza la schiena, porta i gomiti fuori dal tavolino e passa il resto del viaggio di nuovo in silenzio. Ci è rimasto male, di nuovo.

Non ne faccio una giusta.

Metto gli auricolari e ascolto la musica fino a quando arrivo a destinazione. Lo saluto, ma sembra fare finta di niente. Scende con me, solo che lui, senza degnarmi nemmeno di uno sguardo, va direttamente verso l'altro binario.

Ancora più delusa, inizio ad incamminarmi verso casa.

Dopo pochi passi, alle spalle sento qualcuno. Mi volto di scatto, e distinguo il ragazzo di prima non poco distante da me. Mi sta fissando, ha il telefono all'orecchio. La schermata home. Sta solo fingendo.

Mi guardo intorno allarmata, cercando Luca. Il cuore batte forte.

Aiuto. Dove sei? Ho paura.

Prendo il cellulare anch'io e lo chiamo.

Risponde subito.

"Sì?"

"P-Puoi tornare indietro? Per favore..." Dico con voce tremante, e mentre il ragazzo si avvicina, io risalgo sul treno.

"Claudia, dove sei?"

"Sono salita. Tu dove sei?"

"Stavo andando al mio. Aspetta... Forse ce la faccio" Lo sento correre. "Come stai?"

"Aspetti! Non chiuda!" Cerco di strillare al capo treno. Le persone all'interno, fortunatamente gentilissime, fanno tutte passaparola. Luca risale in tempo le scale del sottopassaggio, e inizia a correre. Io scendo e gli vado in contro, le porte si chiudono.

"Grazie!" Rispondiamo in coro.

Mi abbraccia, e dopo chiede: "Stai bene? Che cos'è successo?" Si guarda intorno. "Ti ha fatto qualcosa?" Mi volto. Il ragazzo ci fissa per qualche minuto, poi se ne va.

"No... Però mi è preso un colpo quando si è avvicinato all'improvviso. Fingeva di stare al telefono, ho notato la schermata... Non era in chiamata" Inizio a piangere, e a tremare incontrollatamente.

"Va tutto bene" Mi stringe più forte. "Shh... Sei al sicuro, non ti preoccupare" Mi accarezza i capelli.

Non respiro.

"Claudia... Claudia, ascolta la mia voce" Fa pacato. "Va tutto bene, non c'è pericolo. Se n'è andato, nessuno ti tocca. Sei qui con me..."

"Vuoi andare a casa? Ti accompagno"

Lo guardo.

"Davvero?"

"Certo!" Sorride, accarezzandomi la guancia destra. "Non ti devi preoccupare, siamo insieme"

"No, è che... Tu... Il tuo treno..."

"È partito qualche minuto fa. Non ha importanza. Vuoi tornare a casa? Stiamo tranquilli e cerchiamo di passarci sopra?"

"Va bene" Annuisco.

Alla prima fermata scendiamo.

Mi dà un bacio sulla fronte, e tenendomi stretta a lui ricomincio a camminare. "Dai, andiamo. Va tutto bene" Sussurra.

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"Quando ero fidanzata con il mio ex, un suo amico ci provava spudoratamente. Forse te l'ho già detto..." Inizio, sedendomi sul divano con lui. "Una sera, eravamo a scuola. Sai quando cammini cammini, e tutte le strade portano a Roma? Ci siamo trovati fuori scuola. Abbiamo deciso di entrare, così! Era la notte bianca del liceo, quindi ci siamo intrufolati. Nella mischia, io ho perso il mio ex, e il suo amico mi è sempre rimasto accanto. Qualche volta ci provava, ma lo scansavo. Ho minacciato di dirlo, ma non smetteva..." Ricordo che cercava in ogni modo possibile il contatto fisico. Mi viene la nausea se ci penso. "Morale della favola, aveva bevuto qualche bicchiere ed io mi sono salvata al pelo, perché un ragazzo l'ha fermato chiedendogli dove fosse il bagno ed io sono scappata" Inizio a piangere, rivivendo quel momento. "Non l'ho mai detto a Matteo, non mi avrebbe creduta"

Luca mi stringe forte a se.

"Ho riprovato la stessa cosa, te lo giuro. La stessa paura. Lo sguardo era uguale, viscido da far venire il voltastomaco... Solo che qui per un attimo non ho visto via d'uscita..." Piango, e questa volta lascio che esse cadano direttamente sul mio viso, sui vestiti e sul divano.

"Ce n'è sempre una" Mi ricorda lui. "Però hai fatto bene a chiamarmi. Se ti fosse successo qualcosa... Già ho avuto il terrore di non fare in tempo" Mi dà un bacio sulla fronte. "Per carità, so che sei intelligentissima e sono certo avrai avuto un piano B, però... "

"No dai..." Cerco di non pensarci, di modo da cambiare argomento, così che anche lui possa tornare un po' più sereno. "Va tutto bene" Scaccio le lacrime. "Non è successo niente, stiamo bene... E viva la vita!" Mi sforzo di sorridere, nonostante il cuore ancora a mille e le mani tremanti. "No?"

Sorride tristemente anche lui e annuisce.

"Basta guardare le cose brutte, vediamo anche quelle positive"

Non posso vederlo così.

Mi dà un bacio sulla fronte.

"Sei bellissima" Sussurra guardandomi negli occhi. "E sei fortissima. Indipendente, libera, vera, matura..." Il suo sorriso si allarga. "Ma resti sempre la mia piccolina. Questo concedimelo" Mi stringe forte a lui.

"Ti amo Gigante" Sussurro.

"Ti amo Principessa. Non ti accadrà mai niente di brutto, te lo prometto"

"Ti faccio la stessa promessa" Rispondo con decisione guardandolo negli occhi. Lui sorride. Mi bacia la mano.

"Ne sono certo, ti conosco oramai" Sussurra.

Sorridiamo.

Lo bacio

Mi prende le mani dolcemente, e se le porta alla bocca, donando un dolce bacio ciascuno.

"Mi regalo mas bonito" Sussurra guardandomi negli occhi. Rido.

"Eres tù" Gli accarezzo la guancia con la sinistra.

"Y tù eres el mio, mi amor" Mi bacia. "Te quiero... Y te amo!"

"Te amo... Y te quiero!" Rispondo.

Un altro bacio.

"Tua sorella... Non c'è pericolo? I tuoi?" Fa lui ritraendosi.

Già... Mia sorella?!

"Oddio!" Esclamo alzandomi. "Scusami solo un istante..." Sorrido andando ad ispezionare casa.

Infatti, la nanerottola sta facendo i compiti in cameretta e mia mamma è in garage che sta sistemando delle cose.

"Come avete fatto a non accorgervi che ero arrivata, scusami?" Domando a mamma.

"Io me ne sono accorta... Poi ho visto che non eri da sola e ho deciso di lasciar stare! Ma io quel ragazzo l'ho già visto... " Mi guarda.

"No, non credo... Viene nella mia scuola, come fai ad averlo visto?" Cerco di sviare. "Vabbè... Comunque okay, Ciao!" La saluto.

"Claudia.."

Mi volto.

"E' carino! Si ferma per cena? Prova a chiederglielo!" Sorride.

"Mamma!" Esclamo strabuzzando gli occhi, per poi tornare da Luca.

"Ci sono tutti! Manca mio papà" Rido tornando a sedermi con lui. "Mia sorella è in camera però..." Storco il naso.

"Va bene così, non ti preoccupare" Scuote il capo. "Sono tornato per accompagnarti e assicurarmi che andasse tutto bene. Ho controllato, il ragazzo non c'è... Però... Tieni un'occhio di riguardo... Lo so, fa schifo, però è così! Non rinunciare a spostarti con un mezzo che è tua consuetudine prendere, questo mai... Ma..."

"Tranquillo, ho capito" Sorrido. Quanto è dolce.

"Okay..." Resta lì in silenzio, a guardarmi. "Per il resto... Come va? Ti ricordi qualcosa di quello che abbiamo visto oggi?"

"Sì!" Annuisco, sforzandomi di ricordare. Il vuoto.

"Stai mentendo?" Ride.

"Sì!" Annuisco.

Ridiamo, io arrossisco violentemente.

"No, ehy... Non è assolutamente un problema. Va tutto bene, erano complesse, e poi... Con quello che è venuto dopo... Figurati, chi ci pensa più! E' perfettamente normale, non ti preoccupare minimamente. Magari però riguardale!"  mi consiglia.

Ma... Se lo facessimo adesso?

Lo guardo. Lui sembra aver intuito, e fa cenno di no con il dito indice.

"Io adesso levo le tende. Ho disturbato abbastanza!" Ride.

"Per niente invece. Anzi, mi hai salvato la vita. Te lo ricordo!" Gli sorrido per ringraziarlo.

"Non ho fatto nulla che non dovessi fare, come persona... E come figura" Un altro tentativo sottile per ricordarmi di mantenere e rispettare i ruoli. Ottimo!

Fingo un sorriso.

"La ringrazio infinitamente" Sto al gioco avviandomi alla porta. "Le devo un favore enorme, Le prometto che rifarò tutto quanto impuntandomi. Le chiedo scusa per averLa trattenuta più del previsto, Le auguro di passare una buona serata"

Con la sua compostezza impressionante, si dirige anche lui all'ingresso.

"Grazie. Anche a te" Sta per andarsene. "Salutami i tuoi... E la sorellina, naturalmente!"

"Sarà fatto senz'altro" Rispondo chiudendo. La porta non si chiude. Guardo in basso, da dove si distingue la punta della scarpa nera che la tiene aperta. La spalanco, e mi ritrovo faccia a faccia con lui, a due centimetri di distanza dalle sue labbra.

"Mi lasci andare così? Veramente?" Sorride.

Quel sorriso irresistibile...

Sorrido anch'io, e lo bacio. Apro la porta quanto basta per permettermi di uscire, per poi richiudermela alle spalle e continuare a baciarlo.

"Ti amo" Sussurra. "Sei speciale"

Mi viene da piangere. Davvero, ho le lacrime agli occhi.

Questo ragazzo ha la capacità, quando comunica, che sia parlando, scrivendo o anche solo guardandoti, di trasmettere il significato di ogni singola parola che usa. In questo caso, mi sto sentendo davvero importante per lui.

"Ehy!" Sussurra sorridendo, accarezzandomi il volto. "Che cos'hai? Non mi credi?"

Lo abbraccio.

"Ti amo" Sussurro. "Ti amo davvero..."

Resta un attimo in silenzio, poi mi stringe anche lui, mi accarezza i capelli.

"Anche io ti amo davvero"

Scoppio a piangere.

"Scusami... Non lo so perché sono così, però..."

"Non lo dire più, basta..." Si stacca. "Smettila di scusarti per quella che sei! Sei sensibile, divertente, intelligente, creativa, simpatica, sottile, elegante, bellissima, e non c'è niente di male in questo" Mi scaccia un'altra volta le lacrime. "Davvero, non hai niente che non vada. Mettitelo in quella testolina meravigliosa e super fantasiosa..." Sorrido. "E vediamo di farcelo restare. Va bene?"

Annuisco.

"Tu sei speciale" Singhiozzo.

"Non ho niente di ché!" Scuote il capo. Lo guardo.

"Stai scherzando? Hai una pazienza infinita, sei intelligente da morire, divertente, preciso, unico, sempre pronto a difendere chi ami, ad aiutarlo. Mai una parola detta a sproposito, sempre così dirette e così vere dannazione!" Esclamo con enfasi. Lui ride. "E' vero!" Rido anch'io. "E chi non si accorge di chi sei, quanto vali, e ti critica solamente... Lasciali parlare. Tutti. Non ne vale la pena. Dimostragli che nemmeno li senti da dove sei tu!"

"Vorrai dire da dove siamo noi!" Mi prende per mano, e il mio cuore fa una capriola.

"Sì" Riesco soltanto a replicare.

"Benissimo. Adesso facciamolo veramente. Dobbiamo dare il massimo per concludere l'anno al meglio, ricordalo. L'obiettivo è uno. Piano piano però... Non si fa tutto subito"

Scuoto la testa, ritornando in me.

"Assolutamente"

Ci guardiamo negli occhi e ci capiamo.

Ci salutiamo, lui se ne va, io chiudo.

Sto per andare sul divano, quando mi ricordo una cosa. Corro indietro.

"Luca!" Si volta subito.

Gli corro in contro.

"Mi manderesti un messaggio quando sei arrivato a casa per favore?"

Sorride. Mi accarezza la guancia.

"Certo! Ora torna dentro, sennò i tuoi si preoccupano..."

"Okay..."

Lo bacio e ritorno in casa, chiudendo.

Vado in cameretta a farmi lo zaino.

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