CAPITOLO 58

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Passò un mese, in cui riuscimmo a tenerci lontano dal pericolo, allenandoci e girando Nallen.

In quanto stato di contadini vivemmo principalmente razziando qualche campo, giusto il minimo per la sopravvivenza, ma fummo presto obbligati ad isolarci, in quanto Degorio diffuse delle informazioni sul mio aspetto, cosa che prendemmo come avvertimento e, in un certo senso, rivincita.

Più volte pensammo di cambiare regione, ma ciò avrebbe reso a Gideon più difficile rintracciarci. Da quando se ne era andato non avevo avuto più sue notizie e, anche se Chaot si trovava dall'altra parte del Regno, un mese mi sembrava eccessivamente lungo.

Spesso la notte, oppressa dal pensiero di non rivederlo più, non riuscivo a dormire e mi alzavo per delle passeggiate notturne vicino a dei corsi d'acqua. Questo però, con il tempo, aveva iniziato a gravare su Rubyo, che trovava il modo di seguirmi in ogni momento. Per non infastidirlo quindi, avevamo iniziato a stabilirci sempre più regolarmente affianco a dei corsi d'acqua, fino a raggiungere il lago di Zehr.

In quanto però, centro dei principali effluenti ed emissari di Nallen, la zona era densamente popolata il che rendeva difficile nascondersi. Tuttavia, più popolazione significava più cose da rubare, che fossero queste cibi o vestiti. Così facendo, trovammo il modo per sopravvivere senza troppi sforzi, avendo anche la possibilità di sanare le ferite in modo rapido e ottimale.

Passarono così altre due settimane in cui l'ansia divenne asfissiante.

«Forse dovremmo andare a Chaot e-»

Rubyo scosse la testa.

«È inutile adesso. Vedrai che starà già ritornando e se ce ne andiamo ora, potrebbe non trovarci.»

«È da tre settimane che me lo dici. Eppure non è ancora tornato!»

«Vedrai che starà bene.»

Di nuovo. Oramai avevo perso il conto di quante volte mi aveva ripetuto sempre la stessa cosa. Capivo che non potesse realmente saperlo e che le sue non potessero essere altro che presunzioni, frasi di circostanza dette per farmi sentire meglio. Ma non riuscivo a sopportare tutta quell'attesa, tutto quel tempo passato senza far nulla.

«Ora riposati un po'.»

Annuii e mi raggomitolai su me stessa, ma non riuscii a chiudere occhio. Non ero per niente stanca e l'assenza di Gideon si faceva sentire sempre di più.

Qualche ora dopo, ancora incapace di addormentarmi, mi avvicinai ad un emissario del lago. L'acqua non era salata, ma troppo bassa per essere attraversata da un Kelpie. Mi allontanai di qualche chilometro, costeggiando il corso d'acqua, sicura di essere seguita da Rubyo, che oramai non si sforzava più neanche di restare nascosto.

«Lyra torniamo indietro.» Propose Rubyo alle mie spalle.

«Tra poco sarà l'alba, voglio vederla dal mare.»

«Ma è ancora lontano.»

«Muoviamoci e faremo in tempo.»

Rubyo non si oppose più e proseguimmo per un paio di ore.

«I Kelpie non preferiscono le acque dolci?»

Annuii. «Però forse ha fatto prima dal mare...»

Sentii Rubyo sghignazzare. «Non volevi andare al mare per vedere l'alba?》

«Si. Anche.» Aggiunsi.

«Lyra, cosa provi adesso?» Mi aggrottai, chiedendo spiegazioni. «Adesso che Gideon non c'è...»

Mi fermai per un istante, poi ripresi a camminare. Non volevo che Rubyo raggiungesse il mio fianco così da potermi vedere in volto.

«Sono preoccupata.» Dissi sincera.

«Perché?»

Non era forse chiaro il motivo? Ma di nuovo, mi limitai a rispondere sinceramente.

«Perché temo che lui sia ferito... o peggio.»

«Perché lo temi?»

«Perché gli voglio bene.»

«Come un amico? O di più?»

Ora avevo capito il motivo di quelle domande così scontate e non riuscii a nascondere la mia lieve irritazione.

«Pensavo avessimo già discusso di questa cosa.» In quel momento raggiungemmo il mare. «Non so cosa provo, ma non capisco perché ti importi saperlo.»

«P-per la battaglia. Questa cosa potrebbe distrarti. O in futuro... quando sarai riconosciuta come Principessa, sarà complicato far accettare un essere dell'Altro Sole come Monarca.»

«Perché? Creerebbe l'unione perfetta tra i due Regni.» Riuscii a percepire Rubyo irrigidirsi alle mie spalle.

«Quindi ti piace... »

«Ho solo immaginato lo scenario.»

Sentii i suoi passi avvicinarsi. «Allora immagina se io dovessi scomparire. Cosa faresti?»

«Ti cercherei ovunque.»

«E se dovessi morire?»

A quel punto non resistetti più e mi girai verso di lui, ritrovandomi il suo volto a pochi centimetri dal mio. Era più vicino di quanto pensassi. Il mio cuore saltò un battito.

«Morirei con te.»

Vidi la pupilla di Rubyo dilatarsi a quelle parole. Evidentemente non si aspettava quella risposta.

«E del Regno, che ne sarà?»

«A quel punto avrò perso tutto. Tu sei la mia casa e la mia famiglia. Che devo farmene di un Regno intero, se sarò sola?»

Uno strano luccichio gli comparve negli occhi, tuttavia sembrava come oscurato da un velo di tristezza.

«E che ne sarà del popolo?»

«Se fallisco a proteggere anche solo te, come potrei essere in grado di proteggere un popolo intero?»

«Ma è il mio compito proteggerti! Non il contrario!»

In quel momento, il sole iniziò a fare capolino dall'orizzonte, riflettendosi sulla superficie dell'acqua. In un punto però, i riflessi apparirono stranamente più chiari, quasi accecanti.

Inevitabilmente fui attratta dal bagliore di quella luce e, cercando di coprirmi gli occhi, mi avvicinai all'acqua che, in quel punto, appariva più viscosa.

Man mano che mi avvicinavo, l'intensità della luce diminuiva, finché non mi fu possibile distinguere una sagoma.

Iniziai a correrle in contro.

Avevo visto quel bagliore una sola volta nella mia vita ed apparteneva a Gideon.

Rubyo, capendo le mie intenzioni, mi seguii.

Ma mi sbagliavo.

Nell'acqua galleggiava il corpo esile di una ragazza, apparentemente della mia età, con dei capelli e una pelle tanto bianchi da ricordare spaventosamente Gideon. Non ci misi molto a capire che quella ragazza davanti a me era un Kelpie e, con l'aiuto di Rubyo, la tirai fuori dall'acqua salata sapendo quanto nociva poteva essere.

In quel momento notammo il suo corpo ricoperto di ferite e la veste di seta bianca, imbrattata di sangue. Solo allora realizzai cosa fosse la sostanza vischiosa che la circondava nell'acqua.

«Se-i... Lyra, vero?»

La ragazza fece uno sforzo incredibile anche solo a pronunciare quelle poche parole.

Guardai Rubyo, che con un cenno del capo affermò la mia intuizione: quel Kelpie stava morendo e noi non potevamo far nulla per salvarla.

«Si.» Dissi.

«Ho un messaggio... da parte di Gi-» Una fitta la obbligò ad interrompersi.

«Gideon!» Esclamai.

Lei annuì debolmente.

«Dice di- andare da lui, il più velocemente possibile. Ha bisogno di voi.»

Parlava molto lentamente e a tratti, ma il messaggio era chiaro. Il mio cuore iniziò a palpitare così forte che temevo potesse uscirmi dal petto. Sentii le lacrime pizzicarmi gli occhi, mentre i miei peggiori incubi si stavano rivelando realtà.

«Lui dov'è?!» Ma non mi rispose.

«Ti prego dimmelo. Come sta?» Ma la giovane Kelpie continuava a tacere, forse per esitazione, forse per debolezza.

«Se sei venuta fino a qua per lui deve essere tuo amico. È anche il mio e io vorrei salvarlo, ma solo tu puoi dirmi dov'è.»

«Siamo stati catturati.» Mi si gelò il sangue nelle vene. «Ma lui mi ha aiutata a scappare, promettendo di recapitarti il messaggio.»

«L'hai fatto. Brava.» Dissi, cercando di rassicurarla.

«Sono state le persone che vi hanno catturato a ridurti così?» Chiese Rubyo.

Lei annuì.

«Hanno ferito anche Gideon?»

Annuì di nuovo.

«È vivo?»

«Lo era... l'ultima volta che l'ho visto. Ma era in pessime condizioni.»

Un colpo di tosse scosse il suo corpo intero.

«Chi vi ha catturati?»

«Il Monarca.»

Sbarrai gli occhi e il mio corpo si immobilizzò. Cosa ci faceva a Chaot? Di una cosa ero certa però, se Gideon fosse stato ancora vivo, Markus lo avrebbe sicuramente portato al Palazzo.

La ragazza, che per tutto quel tempo era rimasta stesa sulle mie gambe, con uno sforzo immane fece leva sui gomiti, alzandosi verso di me.

«Ha detto che gli dispiace, che non voleva trascinarti in tutto questo, che, tornando in dietro, non lo avrebbe mai fatto.» La Kelpie mi bisbigliò all'orecchio quelle parole che mi suonavano prive di senso.

Dopo di che, esplose in getti d'acqua, lasciando dietro di sé, nel palmo della mia mano, solo delle gocce di mercurio.

Guardai Rubyo, senza parole. Era perplesso quanto me, ma riuscii a notare nei suoi occhi anche una punta di rabbia e indignazione, con qualcos'altro che non fui in grado di distinguere.

«Per raggiungere il palazzo passeranno sicuramente da Krat.» Dissi.

«Li fermeremo là.» Acconsentì Rubyo e, senza esitazione, ci incamminammo.

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