XVI. L'invasore: Peggio del diavolo

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Tra i presenti aleggiava un vistoso sconcerto.

Sia Jack che Anne sobbalzarono, al suono di quel nome che alle loro orecchie assumeva le note della più inquietante melodia, un requiem che minacciava di far tremare le loro ossa.

L'appellativo Ned Low era conosciuto tra i pirati, e tra i navigatori delle americhe in generale, come quello dell'uomo più sadico e infame che solcasse i mari. Le storie sul suo conto erano semplicemente agghiaccianti, e ravvivavano la sua orrida nomea quando venivano raccontate nelle locande e nelle strade.

Lavy, però, così come Charles che in quel momento era al suo fianco, di fronte a Benjamin Hornigold, non aveva battuto ciglio. Nessuno dei due era spaventato, anche se per motivi differenti.

"E così il bastardo ha fatto la sua mossa. Mi aspettavo qualcosa da lui per il modo, come dire, poco cordiale, con cui ci eravamo lasciati prima che partissi. Ma che conquistasse addirittura il forte..." Charles scrutò Benjamin con occhi sottilissimi, taglienti e curvi come due falcetti.

Nel suo sguardo albergavano tante cose, notò Hornigold: rabbia, disappunto, determinazione, accusa, forse un pizzico di frustrazione. Ma non paura. Per quella non c'era mai spazio dentro al cuore del capitano della Ranger.

"Spiegami come cazzo è potuto accadere, e spera di essere convincente." sibilò questo.

"Ned Low è un pezzo grosso? Scusate ma non l'ho mai sentito nominare, perché sembra che tutti qui attorno abbiano ricevuto una scopa in culo all'improvviso?" Lavy non era stata toccata affatto dalla questione dal punto di vista emotivo, ma a causa dell'inconsapevolezza e non della spavalderia, come invece era per Vane.

Hornigold non sapeva se provare invidia o pena nei suoi confronti, ma ciò che di certo sorse in lui fu lo stupore. Era facilmente leggibile nelle sue iridi solitamente semi serrate e di ghiaccio, in quel momento più visibili per le palpebre spalancate.

Prima che Vane potesse rinfacciarle di essere proprio l'ultima arrivata, oltre che una sprovveduta, Jack prese la parola, attirando l'attenzione di Lavy e degli altri con un plateale colpo di tosse. Intorno, nel frattempo, i corsari avevano iniziato a riversarsi sulla spiaggia, alcuni diretti a tavole calde e bordelli in un gruppetto capitanato da Hector, altri in cerca di un posto dove sdraiarsi e riposare dopo la traversata in mare.

Solo Anne, Danny, Nick e Kidd erano rimasti ad ascoltare nei pressi del bagnasciuga. Oltre al colosso Henry Jennings, che dava già l'idea di starsi esaltando per come si stavano mettendo le cose.

"Edward Low è il più grande figlio di puttana dei sette mari, ecco chi è." esordì Rackham, strappando un ghignetto divertito a Anne. "Gli piace torturare gli equipaggi delle navi che depreda, ama fare del male al prossimo, è un sadico che prova piacere nel sentirsi in totale controllo degli altri e, come se non bastasse, adora i duelli all'ultimo sangue, perché naturalmente ne è sempre uscito vincitore facendo scempio dell'avversario. Le storie che ho sentito su di lui sono abbastanza macabre da farmi risalire la cena in gola ogni volta."

Lavy alzò un sopracciglio, ostentandosi impressionata. "Un chirichetto, insomma." sbottò con sprezzo.

"Sì, sì, è peggio del diavolo e tutto, ma bando a queste cazzate da cagasotto, voglio sapere perché Nassau è in mano sua quando tu ne eri in controllo durante la nostra assenza." Vane tornò a volgere le proprie parole appuntite come rasoi verso Hornigold, che resse la sua occhiata al veleno senza lasciarsi mettere in soggezione.

Sospirò e lo fissò dritto in volto, come a ricordargli la sua fama e posizione. Come a puntualizzare che non era nella posizione di gettare accuse approfittando del momento.

"Ebbene, è stato proprio perché tu, Jennings e Sabers avete deciso di abbandonare l'isola per quello stupido galeone, che Low si è trovato in posizione di vantaggio per fare la sua mossa. Sembrava che stesse aspettando proprio che partiste. Difatti, due giorni dopo si è presentato con la sua ciurma e ha conquistato il forte sfruttando il fattore sorpresa." Hornigold aggrottò le sopracciglia, mentre i ricordi tornavano a galla nella sua mente. "Aveva circondato il perimetro con tre navi, mentre a est, dall'interno, i suoi uomini sferravano attacchi via terra per arrivare all'entrata principale. Ci superavano in numero di almeno cinque a uno, non potevamo resistere e così siamo fuggiti."

"Quindi, era questo il motivo..." Lavy fu folgorata da un'illuminazione improvvisa.

Dentro di lei ripresero forma le immagini di quell'uomo, Ivan Trader, che le aveva chiesto di uccidere uno tra Jack e Anne, ma che lei aveva ingannato insieme a quest'ultima. Non ci aveva pensato due volte a farlo ammazzare, poiché l'aveva riconosciuto come partecipante di quella notte terribile sulla Dama Negra, la nave degli orrori di Boyd Lafonte. Anche se in seguito aveva scoperto che era un mercenario, e non un membro effettivo della sua ciurma.

"La ragione per cui qualcuno ha usato quel cane che si spacciava per un uomo di Hornigold così da metterlo contro Vane era avere Nassau libera. E immagino che quel qualcuno fosse proprio questo Ned Low."

"Direi che è molto plausibile, visto come stanno le cose." convenne Jack. "Secondo il suo piano, Hornigold, per non farsi nemico il capitano Vane ci avrebbe permesso di partire per la spedizione e così Low si sarebbe trovato in vantaggio, senza quasi nessun oppositore a Nassau. Anche se avete scoperto l'inganno però non siete risalite a lui, e la spedizione si è tenuta lo stesso. Così è riuscito a mettere in atto la sua invasione ugualmente."

Le deduzioni del compagno parvero tutte lecite a Vane, e a conferma di ciò, il ricordo del suo incontro con Low prima di partire riaffiorò. Il suo sorrisetto vincente, gli occhi di sangue grondanti di malizia, l'aura letale che emanava, come se il suolo attorno a lui fosse ricoperto di piante velenose e mortali.

Provò odio nei suoi confronti, e delusione nei propri per non essersi accorto di quel sotterfugio orchestrato dietro le quinte. Ci era cascato come un ragazzino ingenuo per assecondare le sue ambizioni a caccia di un tesoro naufragato. E ora che lo aveva ottenuto, rischiava di diventare privo di ogni valore. Ogni suo sforzo vano.

Pur senza conoscere Ned Low, Lavy Thomson non si era fatta ingannare dal suo trucchetto. Lui invece sì. Era assolutamente imperdonabile.

"C'è una cosa che mi puzza, però." affermò d'un tratto Kidd, sorprendendo tutti. "Come faceva Low a superarvi in numero di così tanto? So che la sua ciurma è ampia, ma immagino non conterà più di sessanta uomini... per avere un così grande vantaggio, più due navi oltre alla sua, dovrebbe possedere almeno cento combattenti."

Anne guardò Kidd, ammaliata dalla sua parlantina pacata e capacità deduttiva. In quello le ricordava un po' Jack, in un certo senso, sebbene i suoi tratti fossero molto più delicati, diversi.

Anche Lavy fece lo stesso, più interessata però alle conoscenze pregresse che Kidd aveva su Low. In fondo, navigava da molto. Che possedesse informazioni anche sugli altri più famosi pirati? Di certo non era dalla parte di Low, dato che il suo ritrovamento era avvenuto in mare aperto, in un naufragio su un'altra imbarcazione.

"Ci ho pensato anch'io." ribatté Hornigold. "L'unica conclusione possibile è che ci sia qualcuno alle sue spalle. Qualcun'altro interessato a far sua Nassau, usandolo."

Le sue parole piantarono il seme della paranoia nella mente di Kidd, che infatti volse lo sguardo al suolo con aria pensosa e assorta.

Anche Vane assunse un'espressione truce, cercando di venire a capo di quel mistero.

"Questo Low è troppo imprevedibile, da ciò che so non è mai nemmeno entrato nella flotta di un capitano di fama maggiore. Il suo presunto alleato del cazzo potrebbe essere chiunque. Faremo prima a catturarlo e strappargli tutte le unghie finché non parla."

"Mi piace l'idea." affermò Lavy con un ghigno, attirando di conseguenza a sé le occhiate sorprese di ogni presente per essere stata d'accordo con Charles Vane forse per la prima volta in assoluto. Dal canto suo, lei scrollò le spalle, noncurante. "Quel sacco di merda ha provato a usarmi come vittima sacrificale nella disputa tra te e il vecchio Ben, gli farò capire cosa succede a chi pensa di potermi fottere."

"E come pensi di fare, Lavy?" chiese Flicker, rimasto nelle retrovie ad ascoltare, come sempre.

"Per il momento riposiamoci dal viaggio, sosteremo alla Steady Dock Inn. Penserò a un piano e dopo mi confronterò con te." indicò Vane con il mento, senza nemmeno menzionarlo.

"Se sentirò di averne bisogno, ti ascolterò, nel frattempo cercherò di vedermela da me mentre te ne stai a far nulla e bere birra." bofonchiò l'altro.

Tutti pensarono con sbigottimento che sarebbe stata dura uscire da quella situazione con la totale avversione per la collaborazione che quei due avevano l'uno per l'altra.

Ma ognuno sapeva anche che, come per l'assalto al galeone, se si fossero uniti sarebbero stati in grado di fare qualunque cosa. Per uscire indenni da quel nuovo pericolo, Vane e Sabers erano cruciali. La fonte da cui sgorgava la speranza era ravvivata semplicemente dalla loro presenza, e dalle certezze che infondevano nei cuori di chi li seguiva.

Con l'aiuto dei capitani Hornigold e Jennings, poi, le probabilità di successo aumentavano ancor di più.

"Dove si trova Low adesso?" chiese Jack Rackham, rivolto a Benjamin Hornigold.

"Nelle ultime settimane di solito risiedeva al forte, ma spesso esce in mare per razziare perché è convinto che nessuno possa spodestarlo con i mezzi che ha ora. Potrebbe essere via."

"Se così fosse, quando tornerà avrà una brutta sorpresa, quel cazzone." grugnì Anne.

In seguito a quelle eleganti parole, su cui perlomeno erano tutti d'accordo all'unanimità, la conversazione cominciò a scemare, e Lavy si diresse verso l'altura oltre la spiaggia dove si trovava la locanda, nella zona più residenziale della città dove casupole e modeste abitazioni si disperdevano tra le tortuose stradine e i vicoli lerci.

Nick e Flicker la seguirono, così come Kidd, che aveva ormai deciso di restare con la sua salvatrice.

Il sole iniziava a levarsi alto nel cielo con l'approssimarsi del mezzogiorno, il fruscio delle chiome in cima alle palme sparse sul litorale accompagnava il tonfo degli stivali costante e attutito dalla sabbia, i versi saltuari dei pellicani si mescolavano al canto dei gabbiani e delle cicale in un'armonia sonora.

Quella quiete apparente nella quale i quattro sguazzavano celava, dietro una patina impercettibile, il caos che di lì a poco si sarebbe scatenato su di loro.

L'atmosfera alla Steady Dock Inn era chiassosa come Lavy la ricordava: un luogo perfetto per chi sentiva il bisogno di nascondersi in bella vista, confondersi nell'esuberante folla quotidiana. Ma anche un posto dove aumentavano le possibilità di ritrovarsi una coltellata dietro la schiena.

Insieme ai tre accompagnatori accomodati attorno a lei, Lavy sedeva a uno dei tavolini tondi, gli occhi fissi sul boccale di birra che aveva appena ordinato dalla grezza signora al bancone in fondo alla sala. Il circondario era gremito di rumori più simili a latrati che voci umane provenienti dagli avventori già brilli di pomeriggio, o in stato di frenesia per l'aria conviviale che aleggiava.

I capelli della piratessa discendevano lungo le gote rosee, incorniciandole il viso spento dalla smorta penombra che la luce esterna gettava sulla sua figura. La testa chinata in avanti e lo sguardo bieco annunciavano tutta la sua riluttanza a interagire col prossimo.

Nel frattempo, ascoltava Flicker e Kidd che avevano preso a discutere delle conseguenze che le ultime novità avrebbero avuto su di loro, mentre Nick si guardava attorno con disagio a causa del troppo frastuono.

"Questa faccenda di Low è un bel problema. Senza l'accesso al forte non avremo nemmeno dove depositare il carico del galeone, non può restare all'infinito sulla Susan, specialmente se salperemo di nuovo in breve tempo." Flicker appariva frustrato più che scosso dalla situazione. Sebbene all'apparenza fosse calmo e posato come suo consueto, Lavy lo captava dal tono di voce appena incrinato rispetto al solito.

Come aveva detto Flicker, a Nassau il forte veniva usato per depositare le merci, che poi i vari capitani decidevano di smerciare nel momento più propizio ai ricettatori sparsi nelle Americhe. Dunque, il problema rischiava di diventare anche economico per loro, che non avrebbero potuto utilizzare il tesoro conquistato con sudore.

"Già." confermò Kidd. "Conviene a tutti trovare un modo per sbarazzarsi di quel tipo. Oppure, nel caso in cui dovesse rivelarsi troppo difficile, si potrebbe tentare di trovare un accordo..."

"Vorresti fare affari con uno come Ned Low? Ma hai sentito cosa diceva su di lui Jack?" borbottò Nick di rimando. "Va cacciato al più presto e basta."

"Dico solo che potrebbe essere necessario se-"

"Kidd, tu sei l'ultimo arrivo, quindi non sai tutto, ma ti ricordo che Low ha tentato di ingannarmi. Non hai prestato attenzione prima, oppure hai altro in mente?" Le parole di Lavy furono come dei rasoi approssimati alla sua gola allo scopo di incalzare. L'espressione stessa della ragazza sembrava sussurrare non mi fido di te.

Kidd capì che il suo salvataggio era avvenuto per bontà d'animo, ma di non godere affatto della fiducia del capitano Sabers. Ma la verità era che cercava solo un posto in cui nascondersi, e non sembrava giusto farlo nella ciurma di una persona come lei, senza dare nulla in cambio. Forse le sue conoscenze potevano tornare utili per suscitare maggiore buona disposizione nella ragazza.

Proprio in quel momento, i suoi occhi serpentini si spalancarono, dopo aver notato qualcosa alle spalle della sua interlocutrice. Un'ombra furtiva che si era staccata solo in quel momento da un gruppo di persone al tavolino dietro il loro.

Lavy si accorse troppo tardi del pericolo.

Ma non Flicker e Nick.

Quando lei si voltò, vide le sagome dei due compagni circondare da lati opposti l'uomo col pugnale proteso nella sua direzione, pericolosamente vicino alla sua schiena.

La katana e il moschetto gli sfioravano il collo e una tempia in un alone minaccioso, la luce pallida della morte lampeggiava negli occhi dei due possessori delle armi.

"Cosa credi di fare, amico?" tuonò sottovoce Flicker.

L'espressione di Lavy fu dapprima basita quanto quella di Kidd alla visione del suo assalitore. Ma si tramutò rapidamente in un ringhio di rabbia vivida e pulsante.

Il viso pallido e lentigginoso dall'aria afflitta dell'uomo dai capelli rossicci riprese forma anche nei ricordi di quella notte. Lavy riconobbe all'istante un altro dei fantasmi che infestavano i suoi incubi.

E fu per quel motivo che smise di ragionare. La vista le si annebbiò. I denti furono stretti fin quasi a farla sanguinare dalle gengive.

Le due sciabole furono estratte all'unisono.

Sotto gli occhi inorriditi dei tre compagni, Lavy emise un ruggito assordante, gutturale, roteando al contempo le lame ricurve simili a saette.

La testa dell'assalitore fu troncata di netto con un solo tondo, in un fiotto di sangue vivo che bagnò ogni cosa nelle vicinanze.

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