Non sparate sul receptionist!

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Era incredibile come il buon umore di una bella giornata potesse svanire in pochi istanti! Un secondo prima se ne stava spaparanzato sul divano a cantare stronzate, e un attimo dopo si ritrovava davanti Lilith che esordiva con una semplice quanto disarmante frase: hanno sparato ad Azazel.
Era chiaro da subito che non fosse in condizioni gravi perché la tentatrice era tranquilla, ma comunque era un evento non esattamente piacevole!
Subito Lucifero abbandonò il divano e le stronzate e si diresse verso la casa del messaggero, dove si era rintanato per riprendersi dallo spavento e dalle ferite.

La dimora di Azazel era adiacente al palazzo reale, al sicuro fra le mura della capitale, con un piccolo giardino quadrato che accoglieva gli ospiti. Per essere la casa di qualcuno direttamente a servizio della famiglia reale, era piuttosto semplice ed Azazel la voleva esattamente così.

"Ammetto di non ricordare l'ultima volta in cui ho messo piede qui" commentò Lucifero, entrando dalla porta in legno su invito della compagna del ferito.

"Di certo siete abituato a tutt'altro sfarzo" rispose la donna, facendogli strada verso la camera da letto "Posso offrirvi qualcosa?".

L'ospite scosse la testa ed andò subito da Azazel, che se ne stava seduto contro un cuscino e nel frattempo era concentrato sul tablet dell'hotel.

"Non starai mica lavorando?!" esordì il Diavolo, favendolo sobbalzare.

"Oh... no... cioè... Salve, boss!".

"Salve un par di balle. Metti giù quel coso! Sei ferito! Vedi di riprenderti e lascia perdere qualsiasi altra cosa!".

"Mi ha colpito solo di striscio. Ho i riflessi buoni, io! Sono qui solo per non destare sospetti, potrei benissimo tornare alla reception anche subito!".

"Non dire cagate e metti giù quell'aggeggio, o giuro che lo disintegro!".

Azazel obbedì controvoglia. Dovette raccontare quanto accaduto e lo fece con tranquillità e calma.

"Mi parli come fosse successa una cosa da niente!" si indispettì Lucifero "Ti hanno sparato!".

"Non mi ha fatto male. Solo di striscio. Nulla di grave!".

"Nulla di grave?! E se non era di striscio? Se non fossi riuscito a reagire in modo adeguato? E se ci fosse stato qualcun'altro dietro o davanti al bancone? Se avesse colpito qualche ospite o dipendente in modo serio?".

"Se ci fosse stato. Se avesse colpito. Non è successo. Non serve agitarsi. Domani torno subito al lavoro".

"Ma tu sei fulminato! Non hai niente di meglio da fare?! Cazzo, Azazel! Vai a pescare! Mettiti a fare la calza! Cerca cantieri stradali!".

Azazel era perplesso da quella reazione. Tanto casino per niente! Provò ad allungare la mano verso il tablet ma Lucifero glielo sottrasse in fretta.

"Come mai siete tutti così ossessinati da questi hotel? Tu, Lilith, mia moglie... chiunque!".

"Immagino ognuno per una ragione diversa, capo".

"La situazione si è fatta troppo pericolosa e complicata. Sarebbe proprio il caso di chiudere e sparire per un po'".

"Voi potete farlo. In mezza giornata nel vostro mondo sembrate ringiovanito e rinato. Come un fiore reciso che finalmente viene messo in un vaso con l'acqua. Vi farebbe bene e noi possiamo gestirlo in autonomia. D'altronde anche Ahriman non lavorava molto in hotel negli ultimi anni, si occupava solo del lato burocratico. Potreste fare lo stesso e seguire solo i processi".

"Ma non sarebbe la stessa cosa!".

"Non sarà mai la stessa cosa. E voi lo sapete. Senza Ahriman, non sarà mai la stessa cosa...".

Lucifero rimase in silenzio, non sapendo come ribattere a una simile affermazione.

"Perdonatemi" mormorò Azazel "Non era mia intenzione infierire. È solo che a molti piace l'hotel, gli hotel, come ospiti e come dipendenti. I miei figli lavorano per la regina, io senza gli alberghi non saprei che fare tutto il giorno!".

"Mi vengono in mente un milione di alternative valide".

"Lo so. Ma non le voglio! Che dovrei fare? Il pensionato che bada ai nipoti? Non fa per me! Alla reception mi diverto, il mio lato pettegolo può esprimersi al meglio senza problemi e incontro chi all'Inferno non potrei mai vedere".

"Capisco...".

Azazel non era abituato al silenzio. Lui amava parlare, ascoltare, e in quel momento trovava difficile intavolare una conversazione con chi evidentemente non aveva tanta voglia di chiacchierare.

"Capo... mi rendo conto che non sia semplice, specie ora che in hotel spuntano tutti i mentecatti in cerca di demoni, ma...".

"Va bene, ho capito. Penserò come gestire la cosa! Prossima settimana c'è pure un'udienza...".

"Lo so. Sono tra i convocati. Che dovrò dire?".

"Limitati a rispondere alle domande con sincerità e basta. Siamo già fortunati ad avere un primo processo così presto...".

"Ok. Capito. Però...".

"Non so che altro dirti, Azazel. Perdonami, ho davvero molto per la testa. Molto più di quanto non vorrei".

"A questo sono abituato, sinceramente...".

Lucifero si lasciò sfuggire un mezzo sorriso. Guardò fuori dalla finestra, che dava sul giardino, notando la moglie del messaggero che si occupava di alcune piante.

"Sono un casino, Azazel. E incasino tutto quel che mi circonda".

"Avete le vostre ragioni per essere un casino. Nel bene e nel male".

"Molto nel male, direi. E tu non sei più obbligato in alcun modo a seguire il mio casino, lo sai. Perché ti ostini a starmi attorno?".

"E voi perché vi ostinate a tenere aperto l'hotel per farci contenti? Che domanda del cazzo! Piantatela di pensare a stronzate e ditemi piuttosto cos'altro avete di nuovo che vi incasina".

Il Diavolo si voltò a guardarlo, consapevole di avere davanti un demone messaggero e un ex angelo vigilante che sapeva sempre quel che doveva dire. Il piccolo Azazel...

"Una donna mi ha detto che l'anima di Ahriman si trova nella Gehenna" confessò.

"Una donna? Che donna? E quando? E perché? E come fa a saperlo? E...?".

"E che cazzo ne so io?! Me lo ha detto e potrebbe essere vero".

"Sì, ma... cosa cambierebbe? Nel senso... mettiamo che sia vero. Che si fa? A nessuno è permesso andare nella Gehenna, per ovvie ragioni, e anche se decideste di andarci riuscendo a recuperare l'anima, poi che ci fate?".

"Lo so. Lo so..." ruotò gli occhi al cielo Lucifero.

"E allora perché ci pensate? Cioè... lo so perché ci pensate! Siete in grado di ricreare un corpo e per riportarlo in vita ci vuole l'anima, dato che è morto da mortale. Ma non si può! E lo sapete meglio di me...".

"Io sono stato riportato in vita. Sophia mi ha riportato in vita".

"Era una cosa diversa. Perché noi non accettiamo patti da mortali che ci evocano per guarirli da malattie incurabili?".

"Perché noi non dobbiamo interferire con la vita e la morte. Se un mortale è destinato a morire, non c'è nulla che noi demoni possiamo fare per salvarlo".

"Bene. Ripetetelo. Lentamente. E datevi una risposta".

"Io non sono solo un demone".

"Ma Ahriman non è un mortale del vostro universo e riportarlo in vita infrangerebbe una delle regole infrangibili. Potreste ritrovarvi in una situazione di assoluto svantaggio, senza contare che solo un folle entrerebbe di propria volontà nella Gehenna!".

Il messaggero notò lo strano ghigno sul  volto del suo superiore e sospirò. A che serviva parlare di regole e follia con Lucifero? Fiato sprecato!

"Pensate a ciò che avete" tentò, come ultima risorsa "Una moglie, dei figli che hanno bisogno di un padre. Rischiare la vita, rischiare chissà quale conseguenza per voi e per loro, è...".

"Da coglioni, più che da folli".

"Lo avete detto voi, non io...".

"Già... hai ragione".

"Ma non riuscite a levarvi dalla testa l'idea di andare in quel buco per verificare che davvero sia lì".

"Se è lì, significa che la sua morte non era prevista. Potrei riuscire a riportarlo in vita. Forse è destino che sia in vita!".

"E anche se così fosse?! Non potete riportare in vita i morti in questo universo! Credetemi, vi capisco! Anch'io, se potessi, riporterei in vita chi ho perso. Ora la ferita è recente, molto recente, e vi fa sragionare, ma...".

Azazel non aggiunse altro. Capì che era inutile, parlare al muro aveva più senso.

"Pensiamo all'udienza" parlò Lucifero "Poi si vedrà".

"Giusto" annuì Azazel.

"Quanto vorrei fossimo ancora ai tempi in cui certa gentaglia veniva impiccata...".

"In alcuni posti c'è la sedia elettrica...".

"Non c'è soddisfazione. Il suono del collo che si spezza è uno dei più eccitanti che esistano. E nemmeno Dio ha idea di quanto avrei voglia di rompere il collo a quei due figli di puttana".

"Lo vogliamo tutti. E lo faremo quando le loro anime scenderanno all'Inferno!".

"E nel frattempo vediamo di rendere la loro vita terrena una merda!".

"Amen, fratello!".

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