Puro e oscuro

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La polizia allontanava continuamente curiosi e fotografi dall'ingresso dell'hotel, presidiato da giornalisti e impiccioni da quando si erano diffusi i filmati con le ali spalancate dei giovani angeli e demoni. L'opinione pubblica si era divisa tra chi ci credeva fermamente, volendo vedere con i propri occhi, e chi dava dei creduloni e dei fessi ai sopracitati. A varie trasmissioni televisive venivano invitati testimoni oculari e frequentatori dell'hotel, che si era fatto molto più affollato in quegli ultimi giorni. Tutti tentavano di capire cosa fosse vero e cosa no, magari cogliendo qualche dettaglio e scattando foto di nascosto.
La sicurezza lavorava assiduamente, per garantire privacy agli ospiti e per evitare guai ai sovrannaturali presenti.
Tutti speravano che quella situazione si risolvesse al più presto, anche se gli affari non andavano così bene da un pezzo. La tensione era notevole, dipendenti e ospiti eterei stavano attenti a non commettere errori, ma per il momento tutto filava liscio.

Lilith gironzolava per i tavoli del casinò con un mezzo sorriso. C'era chi la chiamava per portare fortuna e soffiare sui dadi, dando una bella controllata alla scollatura, e chi tentava di toccarle il sedere. Normale amministrazione, sempre la stessa storia.

"Ma tu sei una demone, bella figa?" domandava un uomo di mezza età.

"Se ti fa eccitare, mi metto le corna in testa e faccio la cattiva" ammicò lei, divincolandosi e lasciando quella zona.

Non riusciva più a concedersi agli umani, non dopo quello che avevano fatto ad Ahriman. Non riusciva a sopportarli. Lucifero le aveva detto di darsi del tempo, e probabilmente aveva ragione, ma lei non sapeva cosa fosse la pazienza. Doveva passare per la parte dell'hotel dedicata agli angeli, lì in teoria non si sarebbe trovata qualche arrapato tra i piedi e la cosa la rendeva quasi felice. L'elegante edificio in vetro era luminoso e moderno, ci si riusciva a specchiare sul pavimento lucido. Era strano vederla lì ma aveva ricevuto un invito e camminò fino al salone che dava sul grande giardino interno. Lì trovò Camael, l'angelo dell'amore puro, seduto a un tavolo ad attenderla. Si alzò quando la vide, invitandola a sedersi con un inchino.

"Grazie..." mormorò Lilith, piuttosto confusa.

"Ti ho portato dei fiori" rispose l'angelo, porgendole un mazzo di rose bianche e oro.

"Sono... fiori del Paradiso?".

"Sì. Ho pensato che non ti fosse mai capitato di riceverli".

"No, in effetti. Come mai volevi vedermi?".

Camael era in evidente imbarazzo, con gli occhi verdi che si erano fatti più grandi del solito.

"Annusali. Ti faranno sentire meglio".

Lilith era perplessa ma obbedì, abituata alle strane richieste degli ospiti. Il profumo che sprigionavano era unico, inebriante e avvolgente. In effetti si sentì meglio, più felice per qualche istante. Avevano una nota familiare, sorrise riconoscendola.

"Le ha create Lucifero" intuì Camael "Ma, ad ogni modo, ognuno ci percepisce qualcosa di diverso. Allietano le anime dei defunti e nutrono quelle che ancora devono nascere".

"Perché mi racconti questo?".

"Dopo quel che è successo ad Ahriman, ho pensato ti servisse un po' di conforto celeste. So che mi cercavi, tempo fa. E poi ci sarebbe un'altra questione che però...".

"Sì, è vero, ti cercavo. Ma non parliamone qui".

Insieme, i due raggiunsero il giardino esterno. Le farfalle si posavano sul mazzo candido, attratte dal profumo.

"Dato che tu governi l'amore..." parlò Lilith, continuando a camminare assieme all'angelo "...volevo sapere com'era possibile che mio figlio si fosse così rimbambito dietro a quella femmina. Così tanto da non vedere il male che gli stava facendo".

"L'amore è una forza piuttosto misteriosa e complessa" sospirò Camael "Purtroppo può soggiogare anche la mente più razionale, portandola a compiere le cose più assurde e stupide".

"E chi lo ha stabilito? Chi ha deciso che lui dovesse per forza innamorarsi di lei? Dov'era scritto? Chi lo ha ordinato? Sei stato tu?".

"Calmati! Io non faccio nascere l'amore. Nemmeno Dio può! Io lo faccio crescere, aiuto a preservarlo".

"E perché non hai fatto in modo che il mio bambino la smettesse di correre dietro a quella troia?!".

"Fosse così semplice, ne sarei lieto! Sai quante coppie mal assortite ci son nel mondo? Io invio dei segnali, dei suggerimenti, ma si devono cogliere. E quasi nessuno è disposto ad ascoltare, quando la forza che rappresento li avvolge".

"Sì ma lei non lo ha mai amato! Quella Magdalena lo ha sempre preso in giro!".

"Lo so, e credimi se ti dico che mi piangeva il cuore a vederlo. Lui era follemente innamorato! Lo era come raramente mi capita di vedere. Un animo puro e buono come il suo...".

"Come ho fatto ad avere un figlio così?!".

"Questo non te lo so dire. Ma Lucy ogni tanto ha i suoi momenti...".

"Di cretineria con le femmine? Non farmi ripensare a Sophia, che è meglio!".

"Che brutta faccenda pure quella. Eppure lo hai visto. Innamorato e imbrogliato. Tale padre, tale figlio".

"Il gene della coglionaggine".

"Andiamo!" storse il naso Camael "A te non è mai capitato?".

"L'unico uomo a cui potrei collegare me e un eventuale sentimento d'amore è Lucifero. Ma ciò che ci lega è diverso, più complesso e particolare. Qualcosa che non mi aspetto capisca un angelo".

"Mi sa che certe cose le capisco meglio io, demone!".

"Provamelo!".

Lilith ghignò e l'angelo rispose a quel ghigno, pur mantenendo un'impeccabile compostezza.

"Il portatore di luce ti ha trovata quando non avevi un altro posto dove andare. A differenza dell'uomo a cui eri destinata, ti ha lasciata libera di compiere ogni scelta in autonomia. Non ti ha mai costretta a far qualcosa, puoi andare dove vuoi e con chi vuoi. Eppure torni sempre da lui. Eppure lui torna sempre da te. Lui se ne va, ma concede a te di trovarlo. Tu sei la madre dei demoni, hai avuto figli con chiunque, eppure solo a lui hai concesso di starti accanto mentre ne crescevi la prole. Questo, mia cara, è amore".

"Io sono la donna di tutti e di nessuno".

"Tu sei il lato oscuro della luna, quello che nessuno in realtà vede. Tranne chi è più vecchio della luna stessa e l'ha vista nascere".

Lilith rimase in silenzio. Non sapeva che dire. Quell'angelo parlava davvero in modo strano!

"Non c'è amore più grande di quello di una madre" continuò Camael "Quello di un padre è diverso, anche se può essere altrettanto intenso a volte".

La tentatrice non era convinta. Sorrise nel vedere Lucifero avvicinarsi fra i viottoli fioriti.

"Camael..." lo riconobbe il proprietario dell'hotel "Le hai portato dei fiori. Hai deciso di abbandonare il lato casto e puro e di provare il piccante?".

"Non dire eresie!" arrossì l'angelo.

"Non essere in imbarazzo. Lilith è la migliore in questo campo. Vero, cara?".

Lilith sorrise. Camael si indispettì ancora di più. "Non sono qui per questo! E comunque non sarebbero affari tuoi".

"Permalosetto! Come stai, Cammy? Era da un po' che non bazzicavi per qua".

"Sto bene. Ho visto tuo figlio Kairos. È adorabile in Paradiso mentre studia botanica e anime con Duma. Davvero adorabile. E Kaila l'ho vista alla festa ed è stata in grado di parlare in quattro lingue diverse in pochi minuti davanti al mio naso. Notevole".

"Grazie...".

"Dove sono Lailah e le piccole? Ho saputo che Kaila andrà in una specie di collegio punitivo. Vero?".

"Vero. Anche se la mia idea era punirla, mentre per lei è stato una specie di regalo gradito. Mia moglie ancora mi chiede per quale motivo l'abbia premiata invece che sgridarla per quanto fatto".

Camael sorrise divertito.

"Lei e le gemelle mi aspettano in camera e tra poco le raggiungo" continuò Lucifero "Se vuoi passare a trovarle...".

"Prima però hai quell'altra da raggiungere, giusto?" alzò un sopracciglio Lilith "L'ora è sempre quella".

"Quell'altra? Quale altra?" inclinò la testa Lucifero "Di che parli?".

"Vai via tutte le sere. Sparisci, sei irraggiungibile, sempre alla stessa ora. Dove vai, se non da un'altra donna?".

"Non c'è nessuna altra donna!".

"Un uomo, dunque?".

"Lilith, non tutto ruota attorno al fatto che infili l'uccello da qualche parte! O mi faccia infilare l'uccello da qualche parte...".

"Guarda che non ci sarebbe niente di male!".

"Lo so. Ma non lo faccio. Non in questo caso!".

Camael arrossì varie volte, davanti a simili discorsi. Non era bravo con il demoniaco, ma intuiva il senso in generale di quel che si stavano dicendo.

"E allora che fai? Non mi piace quando hai segreti con me. Succede sempre qualche casino!".

"Io lo so! Io lo so!" sorrise raggiante Camael "È per quel bambino, vero? Vai dal bambino!".

"Quale bambino?!" si accigliò Lilith, con le mani sui fianchi "Hai avuto figli in giro senza dirmelo?!".

"Ma no! Ma che dici?!".

"E allora di che bambino parla Camael?".

"Camael dovrebbe farsi i cazzi propri!".

Lo sguardo di Lucifero si posò sull'angelo, che ridacchiò imbarazzato.

"Non pensavo fosse un segreto, chiedo scusa" riuscì a dire, indietreggiando.

"Non è un segreto. Solo che... oh, fanculo! Sta parlando del figlio di Magdalena".

Lilith rimase in silenzio qualche istante, elaborando quanto appena sentito. Poi scoppiò a ridere sadicamente, agitando le mani soddisfatta.

"Lo sapevo!" esclamò, contenta "Lo sapevo che non potevi limitarti solo a un semplice processuccio umano, mio bel demone! La vendetta! Stai tramando la vendetta e nel peggiore dei modi!".

"Di che stai parlando, scusa?".

"Del bambino! Lei ha ucciso il nostro e noi uccidiamo il suo, giusto? È di questo che stiamo parlando! Mi piace! Adoro quando fai il sadico bastardo! Voglio esserci quando lo ammazzi! E magari darti una mano...".

"Lilith, io non faccio certe cose" rimase stranamente impassibile il proprietario dell'hotel.

"Per qualcun'altro magari no. Ma per nostro figlio...".

"E che cosa otterrei, uccidendolo? Non riavrei di certo indietro chi ho perso. E a quella donna credimi se ti dico che di suo figlio le importa meno di niente. Soffrirebbe più per il cane!".

"Bene! Ammazziamo il cane!".

"Lilith!".

La tentatrice sbuffò, incrociando le braccia.

"Potresti... portarla da lui" suggerì Camael, timidamente.

"Così lo uccido quando è distratto? Ottima idea! Dove si trova?".

"In una casa famiglia" le spiegò il Diavolo, litigando con l'accendino per accendersi una sigaretta. Odiava non poter usare i propri poteri, ma troppi umani impiccioni gironzolavano ultimamente!

"In una casa cosa?! Che roba è?".

"Un specie di orfanotrofio spacciato per qualcos'altro. Con entrambi i genitori in galera, e nessun'altro disposto a prendersene cura, è rimasto da solo. Nell'attesa di scoprire se potrà essere o meno adottato, nel caso i genitori perdessero la patria potestà".

L'espressione della tentatrice cambiò. Non era più sadica e infastidita, percependo il lei una nota malinconica farsi strada.

"È rimasto da solo?".

"Già...".

"E perché tu vai da lui?".

"Gli compaio davanti, non vado fisicamente da lui. Perché non saprei. Mi parla di Ahriman. Gli voleva molto bene ed erano legati".

"Ti parla di Ahriman? Davvero? Allora... va bene, portamici!".

"Solo se non fai casino!".

Lilith promise e Camael si lasciò sfuggire un sorriso soddisfatto.


Il bambino, solo nella sua stanza, li vide apparire e ne fu molto felice. Aspettava quella visita con impazienza, la cosa più bella della giornata, e si chiese chi fosse quella donna mai vista.

"Lei è la mamma di Ahriman" spiegò Lucifero e il piccolo capì.

Parlarono a lungo, facendo attenzione a non farsi sentire al di fuori di quelle quattro mura. Quando fu stanco e pronto a dormire, il ragazzino si infilò sotto le coperte e augurò la buonanotte, invitando entrambi a tornare a trovarlo. I due demoni si congedarono e riapparvero all'hotel, nelle stanze del proprietario. Lilith si sentiva strana, confusa. Fino a qualche ora prima aveva desiderato ardentemente sgozzare quel bambino e mostrare la testa alla madre, mentre ora provava uno strano affetto. Quel bambino aveva perso Ahriman, così come lo aveva perso lei, e versava lacrime per lui esattamente come lei!

"Domani vuoi tornare da lui?" chiese Lucifero, affacciandosi sulla grande terrazza e guardando la città dall'alto.

"Sì" ammise lei, stupendosi per questo "Parlarci mi ha fatto sentire meglio. Perché?".

"Non lo so. Fa star meglio anche me. Forse perché era più vicino lui di noi a nostro figlio...".

"Io sono la madre di tutti i demoni" sospirò la tentatrice "Ho figli con tutti loro, o quasi. Il mio corpo è stato creato per generare la vita, brama farlo. Eppure ultimamente non penso ad altro che all'unico nostro erede. Non riesco a pensare di poter essere di nuovo madre di altri, con altri demoni con cui creare progenie. Quando guardavo Ahriman, provavo un sentimento d'amore e orgoglio che non ho più riprovato".

"Triste da farlo sapere al resto dei tuoi figli...".

"Loro se ne sbattono. Sono cresciuti selvaggi, bestie infernali. Ahriman era una specie di...".

"Bestia rara?".

"Bestia unica. E quel bambino, con il suo sguardo e i suoi racconti, mi ha fatto tornare in mente quando era qui, accanto a me. È come se... me ne fossi innamorata a prima vista!".

Lucifero non parlò. Il vento lo infastidiva leggermente, portandogli i capelli e il fumo della sigaretta sul viso.

"Il potere di Camael è l'unico che temo" ammise, dopo qualche istante "Ti fotte e nemmeno te ne accorgi. Ti cambia la vita senza muovere un dito. Mi spaventa molto più della folgore del Cielo".

"Esagerato..." sorrise Lilith "A te spaventa solo perché ti vengono i capelli dritti al solo pensiero di dover vedere tua figlia con qualche stronzetto vicino. Completamente rimbecillita dietro al coglioncello di turno".

"Oh sì. Quello sì che mi mette i brividi. Potrei minacciare Camael di farlo diventare il mio appendiabiti se solo ci prova. Ma so che non mi ascolterebbe".

"Solo una domanda: come sapeva il marmocchio umano del nome Ahriman? Non lo chiamavano Armand tra gli umani? E come giustifichi le tue apparizioni? Trucchi di magia? Effetti speciali?".

"Beh..." titubò qualche istante il Diavolo, evitando di guardarla negli occhi "Potrei avergli raccontato alcune cose".

"Quali cose?!".

"Diciamo che non solo Kaila ha aperto troppo la bocca, ultimamente...".

Lilith spalancò gli occhi, indecisa se insultarlo o picchiarlo. Ma inspiegabilmente si trattenne, capendo che fosse l'unico modo per avvicinare quel bambino in modo sensato.

"E ora?" balbettò, sforzandosi di mantenere un certo contegno "Che farai? Col piccolo, intendo. Per questo hai richiesto la revoca della potestà genitoriale al processo? Vuoi... prenderlo con te?".

"Non lo so. Non ci ho pensato. Ma non voglio che torni a vivere con due assassini. Tu sì?".

"Io lo vorrei qui con me. Mi ha proprio folgorata. Dopo dovrò mandare un messaggino a Camael...".

Il mazzo delle rose bianche era stato portato in camera e la tentatrice lo annusò, sorridendo. Il demone invece era ancora in terrazza, rientrò a sigaretta terminata e tentò di sistemarsi vagamente i capelli.

"Andiamo a letto" lo invitò Lilith "Vedrai come avrai i capelli quando avrò finito con te!".


Capitolo tutto per tammarosoprano3 che voleva rivedere il piccolo e terribile Cammy in azione!

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