Tra Terra e Inferi

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Raggiungere la Gehenna non era facile, si trovava nella zona più remota ed aspra dell'Inferno, dove ben pochi osavano addentrarsi. Il vento turbinava e sollevava sabbia e polvere, resti di corpi morti e frammenti di anime perdute. Si udivano lamenti, pianti incessanti di dannati infernali, che Lucifero aveva ascoltato per troppo tempo per farci caso. Ormai erano poco più di un brusio di sottofondo per lui, nonostante a volte fossero assordanti.
Ad ali spalancate, in grado di attraversare ogni tempesta, l'antico sovrano degli Inferi raggiunse le alte fiamme che delimitavano l'ingresso alla voragine chiamata Gehenna. Un tempo i fuochi di Gehenna erano tutt'altro, pire sacrificali che richiedeva Mammon nei tempi antichi, ma ora quei tempi erano lontani e quelle alte fiamme erano ormai parte dell'Inferno. Nessuno andava oltre, nessuno osava farlo, ma Lucifero non si fermò. Camminò senza alcun problema nel fuoco, giungendo fino alla soglia di quel cratere di cui non si scorgeva il fondo. Le fiamme lo delimitavano ma una volta andati oltre non vi era altro che oscurità e un inquietante silenzio. Il demone rimase qualche istante su quella chiglia e poi prese un profondo respiro e andò oltre, consapevole che il tempo all'Inferno scorreva in modo diverso e non poteva permettersi ripensamenti. Cadde nel buio, risucchiato da una forza che lo richiamava verso il centro, come un buco nero oltre a cui nessuno sapeva bene cosa aspettarsi. Stranamente si ritrovò a sorridere, buttandosi in quell'ignoto, cadendo per un tempo che non seppe calcolare. Atterrò su un pavimento nero e lucido, con un singolo battito d'ali che poi richiuse. Si guardò attorno, tutto era scuro e l'unica luce era quella che la sua essenza creava. Accese lo sguardo aranciato e, sistemando la giacca, iniziò la sua ricerca.

"Benvenuto! Facciamo un bell'applauso al nostro ospite di oggi!".

La presentatrice invitò Azazel a prendere posto, tra gli applausi del pubblico. Il demone messaggero aveva seguito il consiglio del suo capo e di Minosse, decidendo di comparire in uno show televisivo per raccogliere consensi tra i mortali che seguivano la vicenda di Ahriman e dell'omicidio. Prese posto con calma, consapevole di dover utilizzare le parole al meglio. Non era di certo un problema: le parole rientravano nel suo potere da messaggero! Dono che sua figlia Zika aveva ereditato ma divenendo una ben più inquietante banshee.

"Grazie per essere qui" salutò ancora la presentatrice.

"Grazie a voi per l'invito" annuì Azazel.

Assieme al demone, in studio si erano accomodati esperti di vari settori come famosi avvocati, psicologi e opinionisti pronti a dire la loro sul delitto.
Fu ricostruito in breve quanto successo, tra i commenti agitati del pubblico.

"Lei era un grande amico della vittima, vero?" mormorò la presentatrice, seduta accanto ad Azazel "Ci può raccontare qualcosa di lui?".

"Era il mio capo" spiegò Azazel "E sì, potrei definirlo mio amico. Lo conoscevo fin da ragazzino, mi piaceva lavorare per lui. Era un uomo buono, generoso, che cercava sempre di aiutare. Era come... incapace di vedere la crudeltà delle persone e soffriva nel vedere altre persone soffrire".

"Per questo ha fatto di tutto per aiutare la sua futura moglie e assassina?".

"Sì, lui non sopportava vedere gente infelice. Lui era sempre allegro, veniva al lavoro sorridendo e canticchiando, invitandoci a fare lo stesso".

"È stato un brutto colpo apprendere quel che era successo. La notte di Natale. Sappiamo che siete stato voi a dare la notizia al personale e all'altro socio. Dev'essere stato terribile!".

Azazel si concentrò, consapevole di dover calcare la mano per scuotere le coscienze.

"Sì, è vero" sospirò "È stato terribile. Eravamo felici, capite? Era la notte di Natale, stavamo festeggiando. Con la famiglia, con gli amici... eravamo felici! In hotel si festeggiava, a casa si festeggiava... e poi è arrivata la polizia. Ci è sembrata una notizia così terribile da non poter essere vera! Armand non era solo un capo. Per noi era un amico, un collega, un fratello, un nipote... un figlio! Ci siamo stretti l'un l'altro in silenzio, non credendo un solo secondo alla storia del suicidio. Lui era solare, ottimista, come una luce che entrava dalla porta e ci illuminava la giornata. E, scusate la parola, quei due bastardi ce lo hanno portato via!".

La presentatrice allungò la mano verso quella di Azazel, con gli occhi lucidi.

"Lavorava da tanto per Armand?".

"Da quando era aperto il Kerigma, l'hotel che lui stesso ha progettato. Era un ragazzo dotato, sapete? Aveva appena compiuto diciotto anni quando ha disegnano quell'edificio. A vent'anni lo ha inaugurato e io ero lì, alla reception, pronto ad accogliere gli ospiti".

"E il suo socio?".

"Era la sua guida. Gestiva altri hotel altrove, tutti prestigiosi, e lo aiutava".

"Ora è lui che gestisce gli alberghi, giusto? Ed è l'avvocato che si occupa della causa".

"Sì, non ha voluto lasciare in mano ad altri una questione così personale e importante. Combatterà, e noi con lui, per far avere l'ergastolo a chi ci ha portato via Armand. A chi ha portato via Armand al Mondo! Un giovane talentuoso, buono e generoso. Chiunque lo abbia conosciuto può raccontare quanto fosse speciale!".

La presentatrice approfittò di quella frase per far partire un filmato, con interviste a ospiti e dipendenti dell'hotel. Tutti ricordavano Ahriman con nostalgia, con affetto, raccontando annedoti ed episodi, spiegando quanto fosse sempre disponibile e gentile. Sullo schermo comparve Gabriel, che ricordò come amasse andare a pescare dalle spiagge dell'Avgerinós. Michael pose l'accento sulla voglia di difendere i deboli e aiutare chi aveva bisogno. Lailah parlò con tenerezza, pensando a lui da bambino.
Ascoltando tutte quelle parole, Azazel capì che non era assolutamente necessario calcare la mano: il pubblico si stava commuovendo con la semplice realtà dei fatti. Intravide Lucifero, che però non rilasciò dichiarazioni e andò oltre. Quelle registrazioni dovevano essere di qualche settimana prima.

"Sappiamo che in hotel ci sono stati dei problemi" riprese la presentatrice "Vi hanno addirittura sparato!".

"Sì, abbiamo avuto qualche problema col nuovo marketing. Funziona, gli ospiti sono aumentati considerevolmente, ma purtroppo anche i matti!".

"E ora è il socio di Armand a gestire tutto? Come capi sono figure simili? Quel che è successo deve aver cambiato alcune cose...".

"Ha interferito in alcune dinamiche, sì. E sì, per certi aspetti sono simili mentre per altri non potrebbero essere più diversi. E per fortuna gestisce le cose perché sinceramente è una figura che attira gli svalvolati come le mosche ma sa anche come gestirli...".

"Sua figlia lo ha definito il Diavolo in diretta!".

"Mia figlia per me ha trovato epiteti peggiori, mi creda! Poi essere il Diavolo non è tanto male, se ci pensiamo. Punisce chi se lo merita, giusto?".

"E tenta le persone, spingendole verso il peccato".

"Magari soggiornare da noi è un peccato" ridacchiò Azazel "Le porte sono aperte, liberi di andare e venire. Si chiama Kerigma mica per niente...".

"Può spiegarci l'origine di questo nome al pubblico presente?".

"È un termine biblico antico. Indica una salvezza, una rivelazione, un annuncio. Una rivelazione di fede per chi non crede. Armand amava questo aspetto".

"Era molto credente?".

"Era più vicino agli angeli di me, questo sicuro. Magari ora gli spetta il Paradiso, chi lo sa. Io avrei preferito rimanesse in vita...".

"Ma, dopo tutto quel che è successo, non avete mai pensato di chiudere gli hotel?".

"Sì, sinceramente l'idea è balenata in mente a molti. Ma poi abbiamo pensato ad Armand e a quel che voleva, a quanto ha lavorato per il Kerigma. Chiuderlo significava annullare tutto ciò per cui si era impegnato tanto e con passione. Non lo avrebbe mai voluto. Lui avrebbe voluto che il suo sogno proseguisse e tutti noi ci impegniamo per portare avanti questa idea".

"Ma non deve essere facile".

"No, non lo è...".

La presentatrice aveva gli occhi lucidi, il pubblico applaudiva. La mortale chiese di farsi raccontare altri aneddoti e pensieri, che Azazel narrò volentieri. Gli umani presenti erano commossi, affezionati a quel ragazzo dai capelli rossicci e lo sguardo gentile, e chiedevano a gran voce l'ergastolo per gli assassini. Il messaggero era soddisfatto: aveva ottenuto esattamente quel che voleva!

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