19. Ubriaca di lui

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Kate:

Per fortuna siamo riusciti a prendere l'aereo, solo che abbiamo viaggiato completamente separati.
Lui in prima classe, io in quella business, perciò ho passato le ultime otto ore in compagnia di una signora che accanto a sé aveva i suoi figli piccoli, e ovviamente non hanno fatto altro che strillare per tutta la durata del viaggio.
Ora mi sta scoppiando la testa, ma grazie a Dio, l'aereo ha appena atterrato!

Mi alzo per prendere la valigia dalla capelliera, solo che non appena la tiro fuori, uno zaino che è accanto, mi cade sopra la testa.
Inizio a imprecare mentalmente, quindi raccolgo lo zaino e quando mi alzo per rimetterlo a posto, della mia valigia non c'è più traccia.
Si è volatilizzata nel giro di cinque secondi?

Mi giro da tutte le parti, allarmata, e finalmente il mio sguardo si sofferma su un ragazzo che in questo momento sta facendo la fila per uscire dalle scale anteriori e in mano ha proprio ciò che cerco!
Davanti a me c'è una signora, così cerco di passarle a fianco, ma mi becco un'occhiataccia. 
«Mi scusi, devo passare. Quel ragazzo ha la mia valigia.» Le faccio cenno, ma lei sbuffa, scocciata.

«Faccia la fila!» mi risponde, acida.
«Ehi, hai la mia valigia!» urlo, ma il tipo prosegue senza sentirmi.
Inizia a scendere le scale e io seguo la signora davanti a me che non ha intenzione di spostarsi per nessun motivo al mondo.
Quando inizio a scendere le scale, però, mi accorgo di avere ancora lo zaino tra le mani che non ho rimesso a posto.

Merda!
E ora di chi è questo?

Mi blocco di scatto e non appena lo faccio, qualcuno mi finisce sopra, facendomi perdere l'equilibrio. Sgrano gli occhi e sbatto contro la signora davanti a me che a sua volta inizia a rotolare giù per le scale seguita dalla sottoscritta e da chiunque mi sia dietro. Gradino, dopo gradino, andiamo a sbattere al suolo.
La discesa finisce con me che mi ritrovo sopra la sua schiena e qualcuno che non so ancora chi sia, che è nella mia stessa identica posizione.
E per la cronaca, mi sta schiacciando in un modo non indifferente.
Penso di non riuscire più a respirare bene.

«Si spostiii, mi sta schiacciandooo!»
grida la signora sotto di me.
«Stanno schiacciando anche me!»
farfuglio con fatica.
Chiunque mi sia sopra, finalmente si alza e io mi concedo un respiro, quindi mi alzo anche io e cerco di aiutare la signora, che non appena vede la mia mano, mi dà un colpo.
«Non mi tocchi!» urla.
Ahia. Mi ha fatto male.
E io che stavo anche per chiederle scusa!
Faccio una smorfia di disappunto e la guardo malissimo, lei sbuffa e si allontana, quindi mi giro verso chi mi è dietro trovando un ragazzo che sta sorridendo. «Ti ho fatto male?»
Alzo lo sguardo, dato che è altissimo.
Osservo i suoi denti bianchissimi, il naso piccolo e infine degli occhi grandi e marroni contornati da lunghe ciglia nere e folte, insieme a dei capelli neri e cortissimi ai lati, mentre al centro,
leggermente più lunghi.

«Ehm, nooo.»
Stavo solo per morire soffocata.
In fondo, niente di grave!
«Scusa, è colpa mia. Avevo questo zaino in mano e non sapevo di chi fosse, così mi sono bloccata e...»
Ride. «E hai fatto un disastro» continua al posto mio. «In più ti sei anche beccata uno schiaffo dalla signora!»
«Sì, è vero, ma non mi ha fatto niente.»
Sorride e afferra la mia mano e la appoggia sopra la sua per poi guardarla attentamente.

«A me sembra di sì.»
Guardo anche io e noto che è tutta rossa.
Lui punta i suoi occhi sullo zaino che ho nell'altra mano e mi sorride.
«Comunque lo zaino è mio, me ne sono accorto poco prima di cadere sopra di te.»

«Kate» sento la voce di Ashton e mi giro di scatto trovandolo a pochi passi da noi.
Si sofferma a guardare la mia mano sopra quella del ragazzo e io la tiro di scatto.
D'un tratto non ricordo nemmeno più il motivo per il quale fossi così di fretta.
Ho un vuoto totale.

Il mio capo assottiglia gli occhi e mi regala un'occhiata di puro ghiaccio.
«Questo ragazzo era... era sopra di me, e io ho... il suo... zaino.»
Mi sento in dovere di dargli una spiegazione del perché mi stesse tenendo la mano, solo che mi accorgo dopo qualche secondo di essermi spiegata male.
Ashton, infatti, si avvicina rapido.
«In che senso, era sopra di te?»
Il suo tono è scontroso.

Mentre io lo guardo deglutendo nervosamente, il ragazzo accanto a me scoppia a ridere.
«Sono caduto sopra di lei, perché mentre scendevamo le scale si è fermata di scatto e... siamo caduti tutti.»

Così va meglio.

Ashton non risponde, limitandosi a guardarlo dubbioso, poi si gira verso di me.
«Dov'è la tua valigia?»
E io subito mi guardo attorno, ma non la vedo da nessuna parte.
«Oddio! La mia valigiaaa!» Inizio a urlare come una pazza, quando improvvisamente mi ricordo che stavo inseguendo quel ragazzo che l'ha presa per sbaglio.
«Un ragazzo ha preso la mia valigia e io... Oddio! Devo trovarlo!»

«Un ragazzo ha preso la tua valigia e un altro ti è caduto addosso. Di bene in meglio!» dice, sarcastico.
«Possibile che non stia mai attenta?»

«Non è colpa mia! Mi è caduto il suo zaino in testa e quando mi sono chinata per prenderlo, la mia valigia era già nelle mani di quel tipo.»

«Allora sarà già andato via. Addio valigia.» Mette le braccia conserte, guardandomi storto.
«Se anziché protestare, mi aiutassi a cercarlo, sarebbe meglio»
Mi innervosisco e lui mi fulmina con lo sguardo.
«Se tu aprissi gli occhi, sarebbe ancora meglio!» ribatte, alzando il tono di voce.
«Si può sapere perché sei nervoso, adesso?»
«Non sono nervoso.» Sbotta.
«Direi proprio di sì, invece.»
«Ragazzi, scusate. Potrei avere il mio zaino?» sento la voce del ragazzo accanto e mi giro verso di lui.
Glielo passo e lui mi sorride.
«Sì, scusami.»
Ci saluta imbarazzato, per poi allontanarsi.
Sicuramente sarà rimasto scioccato dal nostro litigio.

Con Ashton raggiungiamo l'interno dell'aeroporto senza dire una parola, finché poi parla di nuovo.

«Eri seduta con lui, durante il volo?»
Camminando allo stesso passo, mi giro a guardarlo.
«No, con una signora e i suoi figli. Perché?»
«Perché sembravate parecchio affiatati, come se vi conosceste da tempo.»
Mi guarda solo un secondo e io sospiro, intuendo il motivo del perché di quella scenata.
«Ci ho parlato solo per cinque secondi, prima che arrivassi. È per questo che eri così nervoso? Perché mi hai visto con lui?»
O forse perché mi teneva la mano...

«No, Kate. Perché avrei dovuto esserlo?»
«Per gelosia?» provo a dire.
Si volta di scatto e si ferma. «Non sono geloso di te.»
Ci mettiamo uno di fronte all'altra, incuranti della gente che ci passa accanto.
«Non so. Mi è solo sembrato.»
Arrossisco, stringendomi nelle spalle. Questa idea della gelosia mi rende stupidamente felice, tant'è che mi scappa un sorriso.
«Stai ridendo di me? Pensi davvero una cosa del genere? Illusa.»
Solo che non riesce a stare del tutto serio e sfugge un mezzo sorriso anche a lui, cosa che aumenta ancora di più la mia felicità.

«Sarò anche illusa, ma tu sei un gelosone.» Lo prendo in giro e rido.
Ashton lascia la valigia, allunga un braccio e mi fa solletico al fianco. «Ma smettila.»
Scatto all'istante.
«Ehi, fermo.»
«Soffri il solletico? Buono a sapersi.»
Dice, soddisfatto.
«Che intendi con buono a sapersi? Non osare!» gli punto un dito contro, provando ad essere seria. Ashton sorride.
La mano con la quale mi ha pizzicato, la appoggia sul mio fianco, creando molta più intimità. Ci troviamo in un luogo pubblico, con gente che viene e va, che chiacchiera e parla ad alta voce, eppure in questo momento mi sembra di essere completamente soli.

Lo guardo dritto negli occhi e arrossisco ancora di più. Non so perché, ma mi avvicino. Voglio sentire il suo profumo, e non stargli più lontana. Tutte quelle ore mi sono sembrate un'eternità da trascorrere senza la sua presenza al mio fianco.
Non diciamo più nulla. Lui guarda me, io lui, finché d'improvviso mi attira a sé, fino a che i nostri corpi, combaciano alla perfezione. Sussulto.

«Avrei voluto stare con te in aereo. Per questo, quando ti ho visto con quel tipo, non mi è piaciuto» si confida, serio.
Allungo il braccio e gli scompiglio i suoi capelli biondi, sempre perfettamente ordinati. Lo guardo e sorrido nel vederlo con i ciuffi fuori posto. È bellissimo.
«Ehi, che fai?»
Li rimette a posto e io rido. «Vuoi sempre tutto sotto controllo. Ma non va sempre come vuoi tu. Nella vita ci possono essere anche degli imprevisti.»
«Cosa intendi?»
«Che sicuramente pensavi avremmo viaggiato insieme. Quando invece è successo il contrario, ti sei innervosito e vedermi con quel ragazzo, ti ha fatto pensare al fatto che non potevi programmare cosa avrei fatto su quell'aereo senza di te. Come per esempio, conoscere qualcuno.»

Sposta la mano dal mio fianco, corrugando un po' la fronte. «Perché, scusa? Programmare le cose, ti fa già sapere in anticipo cosa succederà.»
Guarda il suo orologio al polso e sospira.  «Ora, per esempio, saremmo già dovuti essere in hotel. E invece, siamo ancora qui.»
«Sei troppo preciso. Troppo perfetto, Ashton. Dovresti lasciarti andare.» Gli dico, dolcemente.
«In realtà, con te, lo sto facendo anche fin troppo spesso.»
Dice, riferendosi al suo gesto di poco prima e alla nostra vicinanza in questo momento.
Respiro forte.
«E ti dispiace?» chiedo, un po' in ansia per la sua risposta.
Scuote la testa, immediatamente. «No, Kate.»
Sorride leggermente e io lo faccio a mia volta. «Allora perdi altri due minuti e abbracciami» lo sfido.
«E chi ti dice che voglia farlo?» Solleva un sopracciglio, mettendomi a disagio, anche se un sorriso aleggia sulle sue labbra. Mi sta prendendo in giro, ma non ci casco.

«Dimostrami che puoi lasciarti andare ancora di più.»
«Avevamo detto di essere amici» ribadisce, serio.
«Ashton, ho chiesto solo un...»
Mi prende per i fianchi, fissandomi negli occhi e poi, stavolta con entrambe le mani, mi attira a sé, si abbassa fino all'altezza del mio viso, e si avvicina così tanto da sentire il suo respiro. Mi blocco totalmente. Vado in tilt.
Lo guardo a occhi spalancati, con il viso in fiamme dall'imbarazzo.
Siamo a un passo da un eventuale bacio.
Occhi negli occhi.
Le sue mani sulla mia schiena premono forte e io sento brividi ovunque, insieme a una marea di emozioni che fanno a gara.
Vorrei mi baciasse e allo stesso tempo che non lo facesse perché non potremmo tornare indietro.

«Se mi lasciassi andare del tutto, ora ti bacerei.» Sussurra a un soffio dalla mia bocca.
«E perché non lo fai?» chiedo, drogata dalla sua vicinanza. Trattengo il fiato, con il cuore in subbuglio.
Non ho mai desiderato un bacio come in questo momento.
Non capisco più niente. Mi sembra la cosa più giusta del mondo, nonostante tutti i lati negativi che ne verrebbero a galla, a iniziare dal fatto che lavoriamo insieme ed è una pessima idea.

In questo momento però, non trovo nemmeno un motivo per il quale lo sia. E questo è un problema.

«Perché ci ragiono, prima di buttarmi su qualcosa. E un bacio, non è una buona idea per nessuno di noi.»

Detto questo, mi lascia andare. Ritorno a respirare solo dopo che mi dà le spalle e prende la sua valigia.
«Andiamo. Siamo in ritardo.» Commenta, come se niente fosse appena successo. Come se non mi avesse fatto un effetto devastante su tutto il corpo.

Faccio un altro respiro immenso e scuoto la testa.
Penso di essere un po' ubriaca. Ubriaca di Ashton Crew e del suo irresistibile fascino.
Lui mi piace.
Mi piace anche troppo.







"

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro