Capitolo 11

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La mattina dopo c'era un'aria frenetica alla Silkway: la sfilata che sarebbe avvenuta quella sera aveva messo in agitazione tutti.
Era il miglior biglietto da visita che potesse sottolineare l'inizio dell'affiancamento di Maurizio al padre Lorenzo nella posizione di comando delle Seterie; i cambiamenti erano già in atto e Cecilia Dondi lo sapeva bene: i colloqui per il posto di segretaria di Valerio Mercalli erano già iniziati e lei, per quanto non avesse esperienza nel settore, voleva quell'impiego a tutti i costi per fare Il tanto agognato salto di qualità.

                                   ***

《Ma devi proprio?》le chiese Antonio, mentre l'accompagnava.
《Certo che devo. È un grande passo per la mia carriera》rispose lei.
《Non eri felice ai confezionamenti?》insistette il ragazzo.
《Perché, tu sei felice alle tinture?》ribattè la giovane.
《Ecco...》cercò di formulare qualcosa lui.
《Beh, io non ho alcuna intenzione di passare tutta la vita a impacchettare stoffe》affermò la Dondi.
《Infatti non lo farai per tutta la vita, smetterai quando ci sposeremo...》le ricordò Grandi.
《Se fossimo rimasti a Seriate avrei pensato così. Ma siamo a Bergamo, e in città le donne non stanno certo chiuse in casa》replicò l'una.
《E va bene, ma stai attenta》si raccomandò l'altro.
Si congedarono con un bacio a stampo e frettoloso - con dispiacere di lui che voleva essere salutato più calorosamente - e lei continuò ad attraversare il cortile per andare al piano di sopra dov'erano gli uffici, passando davanti a Virginia De Sanctis, che stava rimproverando sua figlia Maria, che mentre fumava faceva gli occhi dolci a due magazzinieri.

                                  ***

《Smettila di comportarti così!》la ammonì l'una.
《Che c'è di male? Mica mi sono buttata tra le loro braccia!》rispose l'altra, continuando a fumare.
《Tu non sei come quelle quattro disgraziate ai telai che aspettano solo un uomo che le tiri fuori di lì. Tu puoi avere di meglio 》le ricordò Virginia.
《Certo, una figlia di nessuno che impacchetta vestiti per signore snob può permettersi grandi ambizioni...》replicò Maria, buttando la sigaretta in terra e schiacciandola con la scarpa, per poi andarsene.
Non erano mai stati facili i rapporti tra madre e figlia: Virginia era rimasta incinta molto giovane e non aveva mai parlato a Maria del suo padre naturale; a scuola la chiamavano figlia di nessuno, per questo non aveva mai avuto molte amiche ed era diventata dura e acida nei confronti di tutti, specie verso Elena, Beatrice e le sorelle Dondi, che vedeva così unite; ad ogni compleanno sognava che suo padre bussasse alla porta di casa, invece l'unico contatto che aveva con lui era un assegno mensile che quell'uomo misterioso faceva arrivare a sua madre.

                                   ***

Intanto Cecilia scese dall'ascensore e bussò alla porta dell' ufficio di Valerio Mercalli.
《Avanti 》disse la voce del giovane.
Quando la Dondi entrò, gli occhi di Mercalli si spalancarono: ne aveva viste di donne in vita sua, ma nessuna lo aveva mai lasciato letteralmente a bocca aperta come la ragazza in quel momento.
《Mi chiamo Cecilia Dondi e sono qui per il posto di segretaria》esordì lei, col più smagliante dei sorrisi: aveva capito immediatamente di aver suscitato qualcosa dentro di lui.
《Bene, mi faccia vedere le sue referenze 》rispose Mercalli.
《Io veramente non ho esperienza nel settore, anzi, a dire la verità vengo dal reparto confezionamenti》confessò Cecilia, guardandolo negli occhi.
《E mi dica, con tutte le candidate titolate che si sono presentate, perché dovrei scegliere proprio lei, signorina Cecilia senza esperienza?》sorrise Valerio con fare di sfida.
《Perché io imparo in fretta. E poi perché glielo leggo negli occhi cosa vuole》rispose Cecilia, accettando la sfida.
《E cosa vorrei secondo lei?》fece l'uno.
《Assumermi》rispose l'altra, sorridendo maliziosamente.
《La metterò alla prova per un mese. Poi deciderò se assumerla》decise il giovane.
《Non la deluderò 》promise la ragazza.

                                    ***

Uscì dall'ufficio e trovò Antonio, tutto sporco di tintura, ad aspettarla.
《Allora?》chiese il ragazzo.
《Mi ha concesso un mese di prova!》esclamò Cecilia.
《Sei bravissima, amore mio!》gioì lui, facendo per abbracciarla, ma lei lo trattenne.
《La tintura. Potresti sporcarmi i vestiti》gli spiegò.
《Hai ragione. Torno al lavoro. Ma sono così orgoglioso di te!》continuò Grandi, congedandosi.
Cecilia lo guardò allontanarsi: si sentiva quasi in colpa di aver fatto gli occhi dolci a Valerio Mercalli per ottenere quel posto di segretaria, ma non voleva assolutamente la vita di moglie e madre in cui voleva incastrarla Antonio.
Lo avrebbe sposato, un giorno, ma alle sue condizioni.

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