Capitolo 12

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Le ore passarono, e arrivò la sera.
Elena aveva preparato la valigia sebza destare alcun sospetto in suo zio.
L'unica a cui aveva comunicato il suo piano era stata Agata, che aveva accolto la notizia con emozione e sgomento al tempo stesso.
《Stai dicendo sul serio?》aveva esclamato.
《È il nostro sogno da quando avevamo quattordici anni 》le spiegò la Bassi.
《E tuo zio? Il signor Cristaldi? La De Sanctis? Cosa diranno?》continuò la Dondi.
《Maurizio e io fuggiremo questa sera, quando tutti saranno presi dalla sfilata》disse Elena.
《Sono contenta per te, per voi, ma mi mancherai 》fece Agata con tono triste.
《Anche tu》l'aveva abbracciata la giovane.
Quello sarebbe stato il loro ultimo abbraccio per un po' di tempo: una volta a New York, almeno per i primi mesi, lei e Maurizio avrebbero dovuto mantenere un basso profilo.

                                   ***

Certo, Elena doveva ammettere che le sarebbe mancato tutto di Bergamo: Le Seterie, il cortile delle palazzine dei dipendenti, il centro città e la periferia, i negozi che esponevano la loro merce e perfino le ciminiere delle fabbriche.
Ma se fuggivano era perché lì non avrebbero potuto essere felici, né tantomeno nel resto d'Italia o in Europa: dovevano superare l'oceano per vivere appieno il loro amore.
All'ora prestabilita cominciarono a venire gli ospiti: magnati della moda provenienti dall'Europa, dall'Asia e dall'Africa, dalle Americhe e perfino dall'Oceania avevano accettato l'invito di Lorenzo Cristaldi per celebrare la storia del marchio Silkway, riconosciuto in tutto il mondo.
                          
                                  ***

I dipendenti facevano tutti su e giù, e ogni tanto si fermavano a commentare tutto ciò che vedevano.
《Avete visto come sono colorati gli abiti degli stilisti africani?》fece Cecilia.
《E perché, quelli dall'Oceania, con tutte le piume?》notò Beatrice.
《Per me gli abiti migliori sono i nostri》affermò Antonio.
《Sei chiuso e ruffiano. Devi imparare ad aprirti!》lo rimproverò la sua fidanzata.
《Io invece apprezzo tutto il mondo!》esclamò Salvatore, sperando di essere considerato una persona di mentalità aperta davanti a Beatrice.
《Tutto il mondo femminile, forse》lo prese in giro Agata, che intanto cercava di non pensare al rischio di essere scoperti che correvano Elena e Maurizio.
《Cosa avete da scherzare? Stiamo facendo salotto?》li rimbeccò Maria De Sanctis.
《Oh sì, proprio salotto》replicò Cecilia, tirandole un bicchiere di champagne - preso di nascosto da Salvatore - sul vestito.
《Se non la smetti vado a dire che lo hai preso al piano di sopra di nascosto 》la ricattò poi.
《Provinciali!》li apostrofò Maria, andandosene.
Nel frattempo Elena e Maurizio si erano individuati tra la folla, avevano preso l'ascensore nel quale si erano baciati a lungo e dopo essere arrivati fuori, avevano preso la macchina di lui ed erano partiti alla volta dell'aeroporto di Malpensa, dove sarebbero volati fino a New York.

                                  ***

Intanto alla Silkway, mentre le modelle sfilavano e gli artisti commentano tra loro, Lorenzo si congedò da Chiara e Irene, e salì le scale fino al piano di sopra, guardando dall'alto quello spettacolo, che era tutto il suo mondo.
Successivamente si diresse nel suo ufficio, si sedette alla sua scrivania, tirò fuori carta e penna e cominciò a scrivere una lettera, con l'intenzione di sgravarsi di tutti i segreti che lo opprimevano, per essere finalmente libero.
Infine, prese una pistola, una calibro 9 che nascondeva nel cassetto segreto della scrivania.
Il colpo generò il panico in tutti i presenti.
La notizia fece il giro delle radio e delle televisioni: 《Questa notte si è suicidato il magnate della moda Lorenzo Cristaldi, proprietario delle Seterie Silkway, sparandosi con una calibro 9...》.
Questo trasmise la radio della macchina di Maurizio, il quale sbandò, facendo finire l'auto in un fosso.

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