Capitolo 2

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Bergamo, 1946

La guerra era finita da tre anni e il mondo aveva ripreso, seppur tra mille difficoltà, la vita di tutti i giorni: certo, il dopoguerra era stato durissimo e ancora lo era, ma la gente aveva assunto la consapevolezza che il peggio fosse passato e che ormai sarebbe potuto andare tutto solo meglio.
Le Seterie Silkway avevano ripreso la produzione esclusiva d'alta moda: convertendosi all'industria bellica non avevano conosciuto crisi, ma sapevano che dopo sei anni di austerità, i loro ricchi clienti volevano tornare a sognare senza badare a spese.

                                 ***

In quegli anni anche l'amicizia tra Maurizio Cristaldi ed Elena Bassi si era evoluta, trasformandosi in un amore passionale e proibito, da difendere con tutte le loro forze da ogni tipo di pregiudizio: lo avrebbero vissuto alla luce del sole, ma non nell'Italia del secondo dopoguerra.
《Eccomi qui, li ho trovati!》esclamò Maurizio, correndo da Elena, che lo aspettava nel cortile degli alloggi dei dipendenti delle Seterie, dove lei abitava con suo zio Vittorio.
《Li hai trovati?》chiese la ragazza con gli occhi luminosi di gioia: si riferiva ai due biglietti che il suo innamorato teneva in mano.
《Genova-New York, prima classe!》fece il giovane, baciandola con passione, ricambiato.
《Che bello, finalmente questo giorno è arrivato!》sospirò Elena.
《Anch'io lo aspettavo così tanto... Hai preparato i bagagli?》domandò il giovane Cristaldi.
《Ovviamente. Tengo la valigia pronta sotto il letto e lo zio Vittorio per fortuna non l'ha vista...》rispose la Bassi. Si baciarono di nuovo.
《Allora ci vediamo stasera alle undici sotto casa tua, tanto tuo zio si sarà addormentato 》propose Maurizio.
《Mi calerò dalla finestra, come sai》concordò Elena.

                                   ***

I due ragazzi passarono quelle ore di attesa come un'agonia; alle undici meno cinque minuti Elena si sincerò che suo zio fosse effettivamente addormentato, tirò fuori la corda di coperte che aveva costruito per incontrarsi clandestinamente con Maurizio e si calò dalla finestra: il ragazzo la aspettava di sotto.
Lei gli saltò al collo e si baciarono.
《Allora, sei pronta?》chiese il ragazzo.
《Non vedo l'ora di partire con te!》esclamò Elena.
《Dove credete di andare?》fece all'improvviso una terza voce maschile, perentoria, la voce di Vittorio Bassi, il quale non solo quella sera aveva fatto finta di dormire, ma aveva intercettato da giorni ogni mossa di sua nipote e del giovane Cristaldi. Era affacciato alla finestra del primo piano, dalla quale si era calata Elena poco prima.
《Zio...》
《Signor Vittorio...》
《Non vi muovete di lì. È il momento di porre fine a tutta questa storia!》disse secco l'uomo e scese in cortile, trascinando via la nipote per un braccio.
《Lasciami, lasciami!》si dimenava la ragazza. 《Maurizio!》gridò.
《Elena!》urlò anche lui.
Intanto si stavano affacciando vari curiosi dalle palazzine circostanti per capire cos' era tutto quel baccano alle undici della sera.
Vittorio chiuse a chiave sua nipote in stanza e sbarrò le finestre in maniera tale che non potesse aprirle; dopodiché prese Maurizio per un braccio e gli disse: 《Adesso ti porto da tuo padre, dovrai fare i conti con lui 》.

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