Capitolo 27

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Quel pomeriggio Maurizio volle che Valerio fosse con lui, nel momento in cui il gioielliere fosse arrivato nel suo studio: aveva bisogno del sostegno di un amico, per scegliere una fede nuziale da mettere al dito di una donna che non amava.
Il signor Corrado Mitelli arrivò puntuale alle quattro, come aveva promesso.
《Buongiorno, signor Mitelli》esordì Maurizio, stringendogli la mano.
Valerio fece altrettanto, specificando che era il testimone dello sposo.
《Signor Cristaldi, sono qui per farle vedere diversi modelli in oro giallo, bianco e rosso》cominciò il gioielliere.
《Io avrei pensato all'oro bianco...》fece Maurizio.
《L'oro bianco è molto carino, ma penso sia troppo semplice per la raffinata signorina a cui si sta rivolgendo...》lo corresse Mitelli.
Il ragazzo infatti stava pensando a Elena, non a Sofia.
《Allora lei cosa mi consiglia?》chiese educatamente.
《Un bel modello in oro giallo è quello che ci vuole》sorrise il gioielliere.
《Bene, allora sceglierei tra uno di questi modelli della fila centrale, anche se è difficile...》rispose il ragazzo, guardando attentamente i modelli in oro giallo.
《Io ai miei clienti do sempre un consiglio》disse allora Mitelli.
《Quale?》domandò Valerio curioso.
《Quello di scegliere una fede con la pietra preziosa del colore degli occhi della donna amata 》spiegò il gioielliere.
Maurizio notò tra i modelli un bellissimo esemplare di topazio imperiale, che rifulgeva nella sua tonalità marrone e lo scelse, sotto lo sguardo costernato di Valerio, che subito lo richiamò: 《Maurizio!》
《Che c'è?》fece quest'ultimo, trasalendo.
《Quella pietra è marrone! Gli occhi di Sofia sono azzurri...》gli ricordò l'amico.
Bruscamente riportato alla realtà, Maurizio si affrettò a optare per un modello in oro giallo con una pietra acquamarina.
《Prendo questo!》esclamò.
《Ottima scelta. Ci vediamo tra una settimana per le fedi》decretò Mitelli alzandosi.

***

Maurizio lo salutò e lo accompagnò alla porta, poi tornò verso la sua scrivania e si accasciò sfinito sulla poltrona.
《Stavi pensando ad Elena, vero?》chiese Valerio.
《Non riesco proprio a digerire il fatto di questa nostra presunta fratellanza. Non digerisco nemmeno che sto per sposarmi con Sofia. Vorrei non essere io a vivere tutto questo 》rispose Cristaldi.
《Ma non puoi delegare certo qualcun altro, anche se ti confesso che io accetterei volentieri, solo che Sofia non è il mio tipo, troppo altolocata》fece Mercalli, alludendo al suo tipo di donna e facendo sorridere l'amico, per la prima volta quel giorno.

***

Intanto, nel reparto dei telai, Agata stava dando degli ultimi ritocchi ad un vestito per una cliente molto esigente, e Antonio era venuto a confidarsi con lei sulla situazione che si era creata da quando Cecilia lavorava come segretaria per Valerio.
《Dovresti essere contento, ha fatto il salto di qualità 》commentò Agata, mentre lavorava.
《Ma io sono contento, anzi contentissimo, solo che quando ci sposeremo sarò io l'uomo di casa e sapere che lei potrebbe guadagnare più di me mi fa sentire in soggezione... Devo assolutamente chiedere un aumento al signor Vittorio...》rispose il giovane Grandi, che come al solito era un fiume in piena di parole.
《E tu sei sicuro che te lo concederà?》domandò la Dondi.
《Non lo so, speriamo di sì...》fece Antonio.
《Dai, andrà tutto bene 》lo rincuorò lei.
《Grazie che mi ascolti sempre, non so proprio come farei senza di te...》rispose sorridendo lui.
《Ne io senza di te》rispose l'una, e d'istinto lo baciò. Poi, ritraendosi immediatamente, aggiunse: 《Scusa...》
《No, scusa tu...》fece il ragazzo, a testa bassa. 《Devo andare alle tinture...》si congedò poi, tornando nel suo reparto.

***

Appena fu sola, Agata ebbe il coraggio di ammettere con se stessa, ad alta voce: 《Che disastro...》
《Agata?》la richiamò Elena.
《Ahhh!》urlò la Dondi, spaventata. 《Quando sei arrivata?》le chiese poi, ancora con l'affanno.
《Proprio adesso... E ho visto uscire Antonio, aveva una faccia... È successo qualcosa?》chiese la Bassi.
《È successo un casino》rispose Agata.
《In che senso?》chiese l'una.
《L'ho baciato 》fece l'altra.
《Tu hai baciato Antonio?》domandò stupita la prima.
《Stavamo parlando delle preoccupazioni che gli dà Cecilia col nuovo lavoro, e io ho sentito proprio l'impulso di baciarlo, capisci?》spiegò la seconda.
《Capisco》rispose la bergamasca.
《E se ho rovinato tutto? Se ho guastato la nostra amicizia? Adesso non riuscirò a guardare in faccia né lui né mia sorella...》si agitò la seriatese.
《Io penso che stasera dovremmo uscire entrambe》disse allora Elena.
《Andiamo alla Taverna Colleoni?》propose poi. Andavano lì ogni volta che volevano uscire.
《D'accordo. Che anche tu hai qualcosa da raccontarmi, ne sono sicura...》fece Agata.
Le due amiche uscirono dal reparto, incamminandosi verso casa.

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