Capitolo 65

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Quella sera alle sette Gianfranco venne a prendere Sofia sotto casa con la sua decappottabile: Giulia ebbe da ridire sulla sua scelta di passare l'ultima notte da nubile a teatro col migliore amico d'infanzia, ma la Lanciani di Vallefiorita rispose alla cognata che non poteva chiedere un addio al nubilato più bello.
Quando arrivarono alla Scala, si sedettero nella tribuna riservata alla famiglia di lei e attesero con trepidazione che si alzasse il sipario e andasse in scena la Traviata.
A Sofia piaceva molto quella storia proprio per il fatto che la protagonista, la cortigiana Violetta, sfidasse tutte le convenzioni del suo tempo per vivere un grande amore con il giovane studente Alfredo.
Ma quella sera, alla vigilia del suo matrimonio con Maurizio, si sentiva terribilmente lontana dalla famosa eroina romantica: anche lei, a suo tempo, sognava un amore romantico, e invece, per quanto tenesse al suo futuro sposo, immaginò la vita accanto a quest' ultimo improvvisamente comune, banale.
Si girò verso Gianfranco, e il pensiero di come sarebbe potuta essere la sua esistenza se avesse scelto lui e non Maurizio, la assillò per tutto il primo atto.

                                    ***

Anche il cuore di lui era in subbuglio: mai prima di quella sera, infatti, realizzò quanto aveva sempre sbagliato tutto, con Sofia: ad Elena aveva imparato a volere bene, ma Sofia era un'altra cosa.
Erano cresciuti insieme, conoscevano le più piccole, reciproche sfumature: l'idea che passasse la vita accanto a un uomo che non l'amava davvero, che la sposava per i suoi soldi, lo distruggeva dentro.
Quando si concluse il primo atto, Sofia schizzò fuori dalla tribuna, e Gianfranco le venne dietro.
《Che cos'hai? Sei scappata via così...》fece lui.
《Non posso continuare a vedere lo spettacolo 》rispose lei.
《E perché?》domandò il chimico.
《Violetta è riuscita a lottare contro tutto e tutti per Alfredo. Il loro è un amore travolgente, un amore che Maurizio non proverà mai, per me...》confessò la ragazza.
《Maurizio non ti ha mai amata. C'è sempre stata Elena nel suo cuore. In fondo l'ho sempre saputo. E nel mio, beh, ci sei tu. Ci sei sempre stata tu...》replicò Rizzieri, accarezzandole una guancia.
《Gianfranco...》ribattè la Lanciani di Vallefiorita, ma non fece in tempo a finire la frase che si ritrovò le labbra del suo migliore amico sulle sue.
Nessuno l'aveva mai baciata così: i baci di Maurizio erano a stampo, dati quasi come un compito da svolgere; quello di Gianfranco fu sconvolgimento, libidine, beato oblio.
《Non ho voglia di tornare dentro 》disse lei appena si staccarono.
《Nemmeno io》rispose lui.
《Ma dobbiamo fermarci...》ricordò l'una.
《Hai ragione》ammise l'altro.

                                   ***

Nel frattempo Maurizio era al Caffè del Tasso con Valerio; il suo amico gli aveva promesso un addio al celibato indimenticabile, invece avevano entrambi due facce lunghe che esprimevano tutto il loro scontento: il Cristaldi per un'unione che non voleva, il Mercalli per il due di picche che le aveva rifilato Cecilia Dondi.
A un certo punto, un particolare attirò la sua attenzione: Marco Valente beveva champagne circondato da diverse ragazze.
《Bastardo...》mormorò Valerio.
《Cosa intendi fare?》volle sapere Maurizio.
《Lo aspetterò fuori per capire cosa nasconde...》rispose Mercalli, seguendo Valente che si era congedato dalle sue ragazze per andare fuori a fumare una sigaretta.
《Marco!》esordì il ragazzo.
《Valerio! Che sorpresa... Il re della notte, come sempre...》osservò il pubblicitario.
《Neanche tu sei da meno, a quanto pare... Anche a quelle tipe promettevi un futuro in televisione, come a Cecilia?》fece allora Mercalli.
《Cecilia... Lei è bella, sì, e ha anche un bel caratterino. Ma viene dal paese, non ha né arte né parte, non saprebbe stare davanti a una telecamera ma arriverebbe a tutto per farlo. In confidenza, quelle come lei sono poco più che prostitute...》sorrise Valente, ma il suo sorriso fu cancellato da un pugno in faccia da parte di Valerio.
《Ma sei impazzito?》gridò quello.
《Al contrario, sono finalmente lucido!》esclamò Mercalli, tornando dentro.
《Che hai fatto?》gli chiese Maurizio, vedendolo con quell'aria allucinata.
《Che sto per fare, vorrai dire. Prendi la macchina, voglio andare alle case dei dipendenti a dire a Cecilia che l'amo!》dichiarò.
《Credo che mi unirò a te, confessando i miei sentimenti ad Elena!》affermò allora Maurizio.
Allora presero la macchina e partirono, mentre Valerio gridava al cielo notturno: 《Arrivo, Cecilia senza esperienza!》

                                   ***

Arrivarono alle palazzine dei dipendenti della Silkway che tutti dormivano; Valerio scese e si mise a chiamare a gran voce Cecilia, facendo svegliare molta gente.
《Valerio, si può sapere cosa vuoi?》domandò la ragazza, affacciandosi alla finestra.
《Marco Valente è un bugiardo. Maurizio e io lo abbiamo visto fare il cretino con delle ragazze, e a me ha detto, in confidenza, che ti considera una prostituta. E io gli ho dato un pugno a quel punto perché non sopportavo che ti offendesse. Io ti amo, Cecilia Dondi, e sono disposto a passare la notte qui fino a quando mi dirai che provi la stessa cosa per me 》gridò.
《Tutta la notte?》sorrise la seriatese.
《Tutta la notte》affermò il giovane.
E lei chiuse la finestra. Valerio abbassò tristemente il capo.
《Ci hai provato, amico...》lo consolò Maurizio.

                                   ***

A un certo punto sentirono il rumore di un portone che si apriva, e da esso uscì Cecilia, spettinata e in camicia da notte.
《Sei un pazzo, Valerio Mercalli, ma è proprio per questo motivo che ti amo!》esclamò saltando al collo di Valerio e baciandolo. Il ragazzo ricambiò. Quando si staccarono, Cecilia si rivolse a Maurizio: 《Elena è dai Bianchini 》
《Devo andare da lei...》fece Cristaldi, ma i suoi proposito furono sconvolti da una visione che sconvolse tutti: Irene stava avanzando verso le palazzine come un'erinni, un'espressione furente in volto, il trucco che le colava dagli occhi, una lettera in pugno.
《Dove sono quella sgualdrina e sua madre?》domandò riferendosi a Maria e Virginia.
《Sono in casa, ma andrai da loro con me》rispose Maurizio, al fine di evitare che sua sorella facesse qualche idiozia.

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