Capitolo 41

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"Non dici niente? eh...cara Allison? sai che sto dicendo la verità?" mi spintonò con forza., caddi sulle foglie, vicino all'acero che sembrò sorreggermi come a sostenermi, mi sembrava un vecchio amico più lui che tanti altri all'interno della caserma, in quel momento mi mancava Sara, in quel momento le lacrime iniziarono a riempirmi gli occhi.

"Mi dispiace, io non ho mai cercato tutte queste attenzioni, anzi! non me ne sono nemmeno mai accorta!" mi lagnai rialzandomi piano

"Voglio la verità! Sempre se sei sincera anche in questo momento o stai mentendo! pensi che non lo sappia?" chiese e io non capii, mentre mi tenevo il braccio che aveva accusato il colpo maggiore.

"tu sai...che cosa sai ?" sibilai, tenendomi anche la testa che era tornata a darmi noia forse nel momento peggiore.

"Ho sentito mia madre parlare con Wilson, so che tua madre è morta! Tu sei stata una bugiarda con tutti noi, sempre!" ormai Alissa urlava, era fuori di sé, non che potessi biasimarla, aveva ragione ero una bugiarda e lo sapevo bene.

"E vero! ma non potevo dirvi niente, mi é stato chiesto di non dirvelo, per proteggervi!" mi ripresi e iniziai a spingere la mia amica con più forza di quella utilizzata da lei poco prima, la rabbia iniziava a montarmi dentro, come se per tutto questo tempo avesse aspettato il momento migliore per esplodere, sapevo di avere un problema, ma in questo preciso istante la mia priorità era altro.

"Cosa stai facendo?" mormorò e il suo viso iniziò a cambiare forma, non avrei saputo dire chi era più arrabbiata in quel momento.

"Ti sto trattando..." esclamai, la mia amica stava quasi per cadere all'indietro, e la paura si era insinuata sul suo volto.
Afferrai il suo maglione color nocciola e la tirai vicina al mio viso, sussurrai "come tu stai facendo nei miei confronti, cara Alissa".
Mollai la presa sul suo maglione con lei che era ancora in bilico tra il cadere o il rimanere salda al suolo, cadde su una coltre di foglie, tuttavia il tonfo era pesante e una smorfia di dolore uscì da lei.
si rialzò in fretta e mi corse incontro tirandomi per i capelli, ruzzolammo in mezzo alle foglie, ora sembravano coriandoli storti, a mia volta presi i capelli di Alissa tra le mani.
Il ricordo di quando le coccolavo i capelli e le asciugavo le lacrime sembrava così distante.

"menomale che non siamo amiche"una espressione di rabbia di fece più intensa sul suo viso, tirai ancora più forte i capelli biondi, in risposta mugolò dal dolore, continuai "sennò avrei avuto più cura nel trattarti nel modo che meriti!" gli gridai addosso.

"sei sempre stata falsa!" continuò, mentre ci agitavamo aggrovigliata per il piccolo piazzale, l'autunno sembrava portare sempre scompiglio nella mia vita.

Mi alzai e la ragazza che non conoscevo più, mi prese per maglione verde muschio che indossavo e mi tirò di nuovo  a terra buttandosi sopra, cercai di togliermela di dosso, divincolandomi dalla sua presa, ma fu inutile aveva più forza di me, notai che le sua unghie avevano preso a mutare negli artigli del suo lupo, mi piantò le unghie a fondo nella mia carne, bloccandomi a terra, l'unica cosa che potevo fare era urlare dal dolore, era un dolore lancinante, pensai a lei. Per la prima volta capii cosa aveva in parte potuto provare, sapevo che stavo perdendo sangue ma non mi importava, non gli avrei dato la soddisfazione di vedermi piangere dal dolore, tuonò una risata amara provenire dalla ragazza che una volta era mia amica.
Mi divincolai e finalmente riuscì a staccarmi da quella presa ferrea, mi alzai per cancellare quella risata dal suo volto, gli avrei sferrato un pugno e speravo vivamente che se lo sarebbe ricordato, invece qualcuno mi prese di peso prima che potessi compiere il gesto che tanto bramavo.

"si può sapere che problemi avete?" dichiarò la persona che mi aveva alzato di peso, mentre Alec aveva preso al volo sua sorella, prima che riuscisse a tirarmi con sé di nuovo, in una lotta che ero sicura non avrebbe avuto fine tanto presto.

oltre a loro, c'era anche Rion che si era messo in mezzo tra noi due, come un arbitro che valuta la partita che stavamo giocando, non feci caso se ci fosse qualcun'altro, ero intenta a rimanere vigile, mentre il sangue macchiava il mio maglione verde muschio, che ormai era diventato quasi nero.

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