Capitolo 43

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Mi svegliai in preda al dolore, sudavo, non so per quanto avessi dormito, però mi sentivo come se avessi corso una maratona folle, portai d'istinto le mani sulle ferite ma qualcuno mi tenne ferma.

"Shh, va tutto bene. Non lo fare, ti farà più male così" aveva la voce sincera e cullante quasi come una ninna nanna.

"cosa? mi dispiace non volevo mentire" mugugnai aggiungendo anche dei versi incomprensibili, mi sembrava di avere la bocca impastata e gli occhi stanchi, mi passai una mano sul viso prima di aprire gli occhi, ero nell' infermeria della caserma, la porta indicava il numero 4, iniziava a piacermi quel numero, quel posto ormai mi sembrava la mia seconda stanza ero sempre lì, la rabbia iniziava ad essere talmente tanto un problema che nemmeno i farmaci che mi dava Row servivano quasi più, mi aveva spiegato non so quante volte che le compresse andavo prese a degli orari specifici, come se la rabbia che mi assaliva potesse avere degli orari precisi per presentarsi e bussare alla mia porta- si certo ed io sarei le lancette che aspettano l'orario esatto per esplodere - a quel pensiero sorrisi.

"shh, va tutto bene" mi prese una mano tra le sue "sorridi?" chiese.

"si, é un problema?" scoppiai a ridere più forte, maledicendomi per quell'azione.

"assolutamente no!" soffocò una risatina "posso quasi dichiarare che stai bene, visto che stai ridendo di gusto".
mi sembrava di aver bevuto e io non avevo mai toccato alcool in vita mia, avevo un mal di testa tremendo "pensi che siano arrabbiati tutti con me?" chiesi allarmata é dispiaciuta

"penso che se ne faranno una ragione, prima o poi. Ti vogliono bene, semplicemente il lupo scatta quando si sente tradito" mi spiegò, nel suo tono colsi una nota di disappunto.

"sei arrabbiato?" biascicai ancora con la bocca impastata, presumevo fosse per l'anestesia che avevano usato per ricucirmi la pelle.

"si...molto" sbuffò, si mosse sulla sedie come irrequieto di quella domanda.

Mi lagnai perché mi ero spostata per ascoltare meglio le sue parole, continuai con le domande "perché?".

"non ti doveva toccare" ringhiò, agitandosi ancora sulla sedia

"io non sono niente, sono solo la figlia del generale"

"non per me..." pensai di aver immaginato quelle parole, eppure le aveva dette.

"ho sete..." mugugnai cercando di alzarmi facendo fatica e subito lui mi prese tra le braccia, sorreggendomi, mi porse subito dell'acqua e ne fui grata, forse avrei smaltito prima questi effetti destabilizzanti che giravano per il mio corpo "non dovresti essere qui..." mi stropicciai gli occhi mettendo bene a fuoco la stanza, era sempre la stessa; "dovrebbe esserci lui e non tu" continuai, notai che nella stanza le lenzuola erano diventate grigie invece che marroni, almeno potevo dire che avevano cambiato le lenzuola nel corso del tempo, mi accorsi che guardava il muro, come se non volesse trattare quell'argomento.

"lo so, ci sono stati dei problemi con Wilson, come cercavo di spiegarti prima che arrivare quel guastafeste di Rion a cercarti" sbuffò, per riposizionarsi sulla sedia di nuovo inquieto, notai che aveva un graffio sotto l'occhio, non dissi niente riguardo quel particolare.

"Sei geloso di Rion?" sapevo che i lupi tendevano ad essere più gelosi, lo avevo notato con Alissa e Alec, lui era sempre geloso di chi scherzasse troppo nei suoi confronti.

"Fosse solo lui il problema..." ammise sincero, aveva un voce più roca e profonda come se fosse un'altra persona a parlare in quell'istante.
Gli sorrisi, dovevo ammettere che era davvero come un fratello maggiore.

"perché hai attaccato Luka?" scrutai la sua espressione, non sembrava sorpreso di questa domanda

"perché lui ti stava troppo vicino, mettendo le mani dove non...dovrebbe" i suoi occhi si scurirono e avrei giurato che il suo lupo fosse in agguato da qualche parte dentro di sé, forse era solamente dietro un angolo che aspettava il suo momento.

"perché mi proteggi?" confessai "lo fai per Hayden? te lo ha chiesto lui?" chiesi, trovando dello stupore nel suo volto, mentre stringeva il bracciolo della sedia, le nocche erano diventate bianche.

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