🥀 FLUME | HI THIS IS FLUME 🥀

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Artista: Flume
Album: Hi This is Flume
Anno: 2019
Generi: Elettronica, Sperimentale, Trap, Future Bass, Glitch, Wonky, Rap

Bentornati, cari sinfonauti! E bentornata anche a te, cara musica elettronica moderna che troppa poca gente ascolta! L'album che tratteremo oggi non è così sconosciuto, almeno non al livello degli altri, ma è comunque abbastanza strano da disorientare l'ascoltatore medio. Tra oceani di glitch aritmici, lead eteree ma sempre abrasive e progressioni caotiche, l'aria che si respira in questo disco è davvero avanguardistica. In effetti, nonostante l'uscita molto recente, Hi This is Flume ha avuto il merito di ampliare gli orizzonti di molti ascoltatori di musica elettronica che prima ascoltavano bass music classica (Melodic Dubstep, Trap, Future Bass ecc.), insegnando loro ad apprezzare lavori più sperimentali. Potete fidarvi ciecamente di me quando vi dico che non avete sentito niente di minimamente simile alla musica di quest'album. E che ci sono due possibilità: o vi schiferà abbastanza oppure dopo i primi ascolti inizierete ad amarla. Difficile che ci saranno vie di mezzo.
Cos'è Hi This is Flume? È un disco piuttosto breve ma pieno zeppo di texture uniche e floreali. Le tracce hanno un flow stupendo e si complementano alla perfezione, generando un'esperienza sempre coerente che toglie il fiato una volta entrati nell'atmosfera dell'album. Come ho già detto è pieno di glitch, arpeggi disarmonici e sintetizzatori piuttosto ruvidi, il tutto fuso con le sonorità Trap e Future Bass demolite e riassemblate per creare un ibrido mostruoso e paradisiaco. Nonostante tutto, però, l'album non sfrutta la componente avant-garde per creare un'atmosfera disorientante, viscerale o cosmica. No, no. La peculiarità di questo disco è che suona estremamente primaverile. In che senso "primaverile"? Nel senso che ogni suono risulta fresco e silvano, potente come un fiume in piena eppure delicato come il tocco di una foglia. La natura è uno dei molti temi sfiorati dal disco, che indaga la sua parte più esplosiva e vivace. Eruzioni di geyser e polline, fiori che squarciano l'asfalto per crescere, cascate che sembrano non finire mai... questo è il microcosmo d'immagini che l'album racchiude. Flume utilizza l'elettronica per catturare momenti organici come un folle impressionista, tanto che quasi ogni traccia è breve e densissima. Il vero tema centrale dell'album, tuttavia, è ancora più intrigante: si tratta della rinascita, della rifioritura e della trasformazione di qualcosa di vecchio in qualcosa di giovane e vibrante d'energia.
All'uscita di questo mixtape, Flume era già un artista parecchio affermato. Il suo album di debutto, infatti, era stato tanto acclamato da portarlo a vincere ben quattro Grammy Awards. Tutti erano in giubilo per questo giovane musicista australiano sbucato dal nulla con sonorità che avrebbero influenzato l'EDM per anni a venire. Anche il suo secondo album "Skin", seppure non amato da tutti a causa delle sfumature più commerciali, è stato considerato a lungo un ottimo lavoro. Ed è proprio Skin la chiave per comprendere il viaggio e la resurrezione che rappresentano "Hi This is Flume". Flume, infatti, ha iniziato a lavorare al disco nel 2018, una volta terminato un periodo di produzione per Lorde e Vince Staples. Ha dichiarato di aver cominciato a produrre un lavoro più sperimentale perché si era annoiato di rifare sempre le stesse cose ed era infastidito dal fatto che sempre più gente copiasse il suo stile. Voleva lasciarsi Skin alle spalle, così come le sue vecchie sonorità, e ricominciare daccapo con una produzione molto più avanguardistica e personale. Da questa intenzione deriva il nome dell'album "Hi This is Flume" dato che, nonostante egli fosse già conosciuto, non aveva ancora rilasciato niente completamente senza maschere. È il suo progetto più intimo, al riparo dagli ordini delle case discografiche e delle aspettative dei fan. Perciò è una sorta di rinascita, una primavera in cui finalmente sbocciano i fiori che sono rimasti troppo a lungo al riparo dal freddo invernale.
Questo taglio netto col passato è simboleggiato dalla seconda traccia "Ecdysis", parola che indica il processo di squamazione della pelle vecchia. Perciò Flume si toglie di dosso la pelle ormai troppo stretta, (Skin), e torna più forte e fresco di prima. Infatti nel psichedelico "visualiser" che si trova su Youtube (un fantastico video di 40 minuti che accompagna l'album), questa traccia è accompagnata da un deserto pieno di pelli di serpente abbandonate. La traccia seguente "High Beams" è un featuring con il folle rapper inglese Slowthai e nel visualiser appare la fantastica automobile che è presente anche sulla copertina del mixtape. Adoro come l'hanno conciata, riverniciandola e decorando l'abitacolo con tutte le cianfrusaglie che potevano trovare. Secondo me dà davvero un tocco magistrale all'estetica dell'album, ma è anche lo strumento mediante il quale Flume compie il viaggio alla ricerca di se stesso. Infatti lo assistiamo mentre vaga lungo questi paesaggi deserti accompagnato dalla musica, e inoltre lo vediamo cercare ossessivamente qualcosa. Guarda sotto le rocce, nelle pozzanghere d'acqua, in mezzo al fango... Le tracce successive sono piuttosto brevi, ma ognuna ha delle caratteristiche che la rendono memorabile a modo suo. Flume ci fa dimenticare dell'esistenza di strutture canoniche, articolando le progressioni seguendo l'ispirazione più che un disegno regolare, e riesce tuttavia a generare un'esperienza fluida e coerente. Le altre sparute collaborazioni (Eprom, JPEGMafia, SOPHIE...), inoltre, sono azzeccatissime e complementano il suo nuovo stile alla perfezione. Le tracce scorrono una dopo l'altra, ribaltando l'atmosfera ogni pochi minuti, ma non si ha mai l'impressione di un vagabondaggio senza direzione. Anzi, si direbbe che cementificano l'idea del mixtape come il risultato di un viaggio alla ricerca di se stessi, e quindi rappresentano tappe da percorrere una dopo l'altra con cuore aperto.
Ogni traccia, infatti, corrisponde a qualcosa di metaforico che Flume scopre durante il viaggio, nonostante sia difficile coglierlo visto che ciò è espresso mediante musica elettronica. Il visualiser, tuttavia, ci aiuta. Così, per esempio, "Dreamtime" pare simboleggiare il sollievo dopo una fatica, visto che nel video è riprodotta quando Flume si libera della pelle di serpente dopo aver scalato una montagna. Invece "Vitality" potrebbe rappresentare la definitiva intuizione della bellezza organica della natura, la ventata d'aria fresca che ci ricorda lo sterminato oceano di creature viventi con cui è possibile vivere in armonia. È complicato decifrare l'emozione che ha ispirato ogni traccia, ma d'altronde non è necessario. Per apprezzare davvero Hi This is Flume, infatti, non bisogna cercare di rivivere le tappe che l'artista ha attraversato durante il suo viaggio. Semmai bisogna percorrere le proprie tappe personali. Anche noi, ascoltando l'album, viviamo un viaggio intimo che appartiene solo a noi stessi e che solo noi possiamo comprendere. "Daze 22.00", "Voices" o "Is It Cold in the Water?" sono scrigni di emozioni e ricordi di cui nessuno ha davvero la chiave, in grado di toccare ognuno in maniera diversa. Magari Flume non era ispirato da un tramonto quando ha prodotto "Daze 22.00", eppure è proprio ciò che la traccia evoca in me. Per me racchiude l'insignificante gioia di un tramonto particolarmente intenso, magari condivisa con degli amici insieme all'infinita gratitudine nei confronti della natura e della vita. Il breve viaggio che s'intraprende ascoltando Hi This is Flume è diverso per ciascuno di noi. Ogni canzone evoca sensazioni differenti, astratte e profondamente familiari, e questo esodo continua fino all'ultima traccia "Spring". Finalmente arriva la primavera. Il viaggio è terminato ed è ora di rinascere, di fare tesoro di ciò che si ha trovato per proseguire il proprio cammino al di fuori delle frequenze dell'album. Nel visualiser Flume guida la macchina fin dentro l'oceano e poi si addentra lui stesso tra i flutti in una sorta di nuovo battesimo. Una volta finita l'odissea elettronica si torna nel mondo reale, ma le sensazioni non svaniscono. La natura è sempre lì, non una traccia ma un gigantesco organismo pulsante di vita, e così ogni ricordo che accomuna noi esseri umani appare come nodo in una rete troppo grande per essere concettualizzata. In conclusione, Hi This is Flume è un'autostrada di emozioni astratte che consiglio di percorrere a tutti. Forse l'ho osannata un po' troppo e l'ho fatta sembrare una life-changing experience, ma alla fine rimane un ascolto spettacolare e particolarissimo. Non temete se all'inizio il disco non vi fa impazzire, pure io ci ho messo parecchio per imparare ad apprezzarlo, e dategli una possibilità nei momenti in cui credete sia un buon sottofondo. Durante la primavera, per esempio. Non sto scherzando: ho intenzione di trasformare in un rituale annuale l'ascolto di quest'album durante le prime settimane di Marzo. L'ho già fatto una volta ed è stato fantastico, uno di quei pochissimi momenti in cui c'è davvero un colloquio unico tra cuore e musica. Ahh, quanto mi piace la musica. E voi? Avete dei dischi che ascoltate in particolari momenti dell'anno o in momenti specifici? Conoscete altri album che rappresentano un viaggio per l'artista e per l'ascoltatore? Credete che sia possibile instillare un'emozione in una traccia in modo da comunicarla universalmente in modo fedele? Come al solito sono disponibile per consigli, commenti, dubbi, perplessità... parlate che non uccido nessuno! Neanche se ascoltate trap. Sono sicuro che avete tutti gusti musicali fantastici e tanto solo gli stronzi vi giudicano negativamente per una cosa così banale. Detto questo siete i migliori. Ci vediamo al prossimo appuntamento con un altro album bello pregno di emozioni! Au revoir, sinfonauti!

Tracce Preferite: High Beams (feat. Slowthai) / Is It Cold In The Water? (Flume & Eprom Remix) / How To Build A Relationship (feat. JPEGMAFIA) / Voices (feat. SOPHIE & KUCKA) / Vitality / Daze 22.00 / Spring

Bizzarrometro: 3,5/5

Voto Personale: 9-/10

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