㊗️ THE FLAMING LIPS | YOSHIMI BATTLES THE PINK ROBOTS ㊗️

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Artista: The Flaming Lips
Album: Yoshimi Battles the Pink Robots
Anno: 2002
Generi: Dream Pop, Alternative Rock, Psychedelic Pop, Elettronica, Space Rock

Durante la scorsa puntata ho parlato di un disco che non era poi così sconosciuto, inadempiendo alla mia iniziale promessa di affrontare album davvero underground. Beh, nonostante Laughing Stock sia abbastanza conosciuto tra appassionati di musica, penso sia comunque un lavoro che passa inosservato di fronte ai gusti del grande pubblico. La stessa cosa si può dire di Yoshimi Battles the Pink Robots. Di certo non è un album particolarmente sconosciuto, eppure è uno di quei dischi che, alla stregua di Laughing Stock, rivela i suoi segreti solo dopo parecchi ascolti. Entrambi sono estremamente malinconici e sfruttano texture musicali che si rivelano sempre più ingegnose ad ogni riascolto. Yoshimi Battles the Pink Robots non è meno surreale di Laughing Stock (anzi, considerando gli artisti direi che lo supera) ed è egualmente triste pur indossando una maschera policroma e meravigliosa che nasconde un sottofondo di profonda impotenza esistenziale. Un momento prima si ride per il gusto di farlo e l'attimo dopo si piange per un motivo che sfugge eppure suona così familiare. È l'immagine di una bambina, innocente e piena di speranza, che affronta i giganteschi robot rosa pur sapendo di avere pochissime possibilità di vittoria. Ma non è come nei film, dove la sceneggiatura e la fortuna vengono in suo aiuto e le permettono di vincere grazie al coraggio e all'amicizia. Qui non c'è nessuno a osservare Yoshimi. È da sola contro delle bestie metalliche senza cuore e non ha nulla se non la sua innocenza per affrontare le difficoltà che si trova davanti con la consapevolezza di non poterle comprendere. Un atto di umana testardaggine che commuove ed esplora la delicata linea che separa la vita e la morte, la gioia e la malinconia, l'uomo e le macchine... che rappresenta la nostra vita quotidiana. Tutto è visto attraverso un filtro giocoso eppure drammatico, astratto e terribilmente concreto. L'atmosfera fantascientifica che permea tutto il disco è un'altra chicca che lo rende ancora più potente. È un modo per far tornare l'ascoltatore bambino, per spingerlo a meravigliarsi delle piccole cose. Delle storie appassionanti piene di astronavi e di piccoli eroi che fronteggiano ostacoli impossibili e poi spiccano il volo verso il prossimo pianeta, tutto mischiato a riflessioni sull'effimeratezza della vita filtrate dallo sguardo innocente di una bambina. Per questo non è un album pesante e eccessivamente filosofico, perché affronta temi spietati con una malinconia dolcissima.
Yoshimi Battles the Pink Robots, tuttavia, non è un concept album vero e proprio. Non narra una storia lineare come si potrebbe pensare (eccetto nelle primissime tracce), né descrive il proprio universo con le parole, preferendo lasciar parlare i suoni. I Flaming Lips hanno creato una specie di prodotto d'exploitation musicale, come se avessero avuto voglia di creare la colonna sonora del misto tra un sogno vibrante di colori e una serie tv fantascientifica per ragazzi. Il tutto restando piuttosto fumosi e ispirandosi a prodotti e persone abbastanza fantastici. Per esempio la "Yoshimi" a cui è intitolato l'album è Yoshimi P-We, ovvero la cantante di uno dei gruppi più folli del pianeta terra (e che amo): i Boredoms. Perché proprio lei? Perché secondo il frontman Coyne quando canta sembra che stia combattendo contro dei robot. Adoro questa spontaneità che permea tutto il disco, come se i Flaming Lips non avessero mai avuto in testa un filo logico concreto e si fossero sbizzarriti a seguire l'ispirazione più genuina per comporlo. Rafforza ancora di più la lente bambinesca con cui sono filtrati i temi dell'album e crea un'atmosfera meravigliosa che non ha bisogno di interpretazioni o metafore per poter essere apprezzata. Yoshimi, tuttavia, non è stata l'unica ispirazione per il disco. In molti hanno letto nei robot rosa del titolo (e nelle lyrics, che menzionano dottori e vitamine) un'allegoria alla lotta contro il cancro. Ovviamente Coyne ha risposto ai fan che l'interpretazione della musica è sempre a carico dell'ascoltatore, ma a quanto pare l'idea gli è piaciuta talmente tanto che nel 2007 ha collaborato con degli sceneggiatori di Broadway per scrivere un musical basato su questa idea. Nel musical la storia di Yoshimi diventa finalmente chiara: è una bambina che sta lottando contro il tumore al seno e immagina di combattere contro questo male in un mondo fantascientifico corrotto dal male. Se questo non basta a strapparvi qualche lacrima non so che altro fare. Anche perché la musica si barcamena perfettamente tra la dolce malinconia esistenziale e quella felicità pura e genuina che tutti abbiamo provato quando eravamo bambini. Come se il cancro non possa impedire a Yoshimi di divertirsi, pur rimanendo un'ombra che la segue ovunque va e la costringe a fare i conti con gl'incomprensibili sentimenti adulti della morte e dell'ingiustizia. Aaaah basta scrivere di ste cose perché altrimenti scoppio veramente a piangere. ANDATEVI A SENTIRE QUEST'ALBUM SUBITO.
Personalmente (e questa è un'opinione tutta mia) durante l'ascolto dell'album percepisco sempre la presenza del tema della crescita. Può essere forzata nel caso di Yoshimi, a causa del cancro, oppure naturale nel caso generale degli ascoltatori e delle lyrics di certe tracce. Per esempio la prima canzone, "Fight Test" parla proprio di un uomo molto pigro che non ha voglia di combattere e che si lascia travolgere dalle insicurezze. Coyne invita l'ascoltatore ad alzarsi e affrontare le difficoltà a viso aperto, seguendo il cuore senza reprimere l'istinto tutto umano di fare ciò che si ama. Come Yoshimi, una bambina che dovrebbe giocare e stare con i propri amici e invece è impegnata ad affrontare i robot rosa del disco. Le tracce seguenti sono tutte molto eteree e sognanti, surreali per il gusto di esserlo ma senza mai intaccare la fortissima componente emotiva che le permea. "Are You a Hypnotist??" è una canzone d'amore che cattura alla perfezione il bizzarro paradosso tra attrazione e incompatibilità. Parla di una persona manipolatrice che il protagonista non riesce a smettere di perdonare e, nonostante si distacchi dalla cornice narrativa generale, si aggiunge al campionario d'intima umanità che il disco dimostra. Una canzone particolarmente strappalacrime è "Do You Realize??", scritta per una fan giapponese che è morta di una malattia cerebrale dopo aver seguito la band nel tour precedente. È desolata come poche altre tracce e mischia il conforto dei piccoli piaceri della vita con la consapevolezza che tutto è destinato a morire e decadere. Quando Coyne canta "Do you realize that happiness makes you cry?" riassume l'atmosfera del disco alla perfezione. È così umile e giocoso, eppure dietro quest'innocenza si cela un vuoto incolmabile dato dall'insignificanza dell'uomo e dalla solitudine di ognuno di noi. La malinconia che contraddistingue Yoshimi Battles the Pink Robots è davvero unica, così sfumata e agrodolce da impedire di comprendere le emozioni che si provano ascoltandolo nonostante sia impossibile ignorarne la familiarità. Il ripetersi costante e dolcissimo della frase "do you realize" si ricollega al tema della crescita, della maturazione nel comprendere i meccanismi che animano l'universo. Che la fantasia è un modo per scappare dagli orrori della realtà. Che solo nei sogni siamo al sicuro dai robot rosa. Avverto questa crescita come psicologica, certo, ma anche come un bearsi nel mantenere la fantasia di un bambino e lo spirito d'avventura puerile che è sbagliato reprimere. Quest'umile capacità di meravigliarsi per le piccole cose per me è rappresentata dall'ultima traccia: "Approaching Pavonis Mons by Balloon (Utopia Planitia)". È completamente strumentale eppure mi fa sciogliere, come un sincero abbraccio di conforto da parte della vita. Qualcosa di bello creato solo perché è bello. Non posso fare a meno di immaginare Yoshimi che, contro ogni previsione, ha vinto contro i robot rosa (e il cancro) e ora si sta librando su un pallone areostatico per raggiungere la sua prossima meta. Tutta la folla sotto di lei l'acclama per la vittoria conseguita e si tiene per mano per festeggiare una piccola vittoria nella gigantesca guerra cosmica tra bene e male, tra il giusto e l'ingiusto. Ma come dice il nome tutto ciò è un'utopia, una fantasia che ognuno di noi abbandona nel momento in cui raggiunge l'età adulta, e la canzone si trasforma in uno dei pezzi al contempo più gioiosi e tristi che abbia mai sentito. La adoro alla follia. È la migliore conclusione possibile per un album che riesce a emozionarmi profondamente per tutta la sua durata. Come Laughing Stock, Yoshimi Battles the Pink Robots è un album umile e commovente e parla al cuore di tutti coloro che sanno immergersi nella musica fino a captare ogni suo sussurro. Richiede un po' di pazienza visto che l'atmosfera può non piacere a molte persone, ma le canzoni sono semplici e stupende una volta che si entra nel mood. Lo consiglio a tutti visto che non è un ascolto difficile, fidatevi di me quando vi dico che ne vale la pena. Spero che lo apprezzerete ;)
E voi? Conoscete altri album che mischiano alla perfezione felicità e tristezza? Vi è mai capitato di "connettervi" immediatamente all'atmosfera di un album e adorarlo fin dal primo ascolto? Cosa vi comunica la traccia "Approaching Pavonis Mons by Balloon (Utopia Planitia)"? Come al solito sono disponibile per consigli e discussioni sopra i massimi sistemi universali o quello che volete. Non fate i timidi, parlate! Esprimete il vostro pensiero. Ditemi se vi do in pasto solo lavori orribili o se avete almeno provato a sentire qualcosa! Senza feedback divento una cicogna triste :(
Ok, ora basta lamentarmi. Buon ascolto a tutti! Al prossimo episodio!

Tracce Preferite: One More Robot / Sympathy 3000-21 / Yoshimi Battles the Pink Robots, Pt. 1 / In the Morning of the Magicians / Ego Tripping at the Gates of Hell / Are You a Hypnotist?? / Do You Realize?? / Approaching Pavonis Mons By Balloon (Utopia Planitia)

Bizzarrometro: 1,5/5

Voto Personale: 8,5/10

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