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Senza neanche rendermene conto gli sono dietro e li sto seguendo da qualche metro di distanza.

Mi sembra di rincorrere un fantasma, qualcuno che non posso avere, qualcuno che non posso nemmeno toccare.

Mentre guardo con avidità i suoi capelli biondi e il suo completo, sempre elegante, penso che non ne vale la pena. Chi me lo fa fare di andargli dietro così tanto? Dovrei lasciarlo perdere come dice Jesse.

Ma poi, nello stesso istante, mi ricordo delle sensazioni che mi fa provare, completamente nuove e sorprendenti quanto spiazzanti.

Poi noto che la ragazza cerca di prenderlo per mano, ma lui si ritira. Non vuole alcun contatto se non quello fisico del sesso. Sta cercando di dimenticare qualcosa, qualcuno. Per forza. Ci si comporta in questo modo solo se si sta cercando di rinnegare una cosa che ci spaventa e che abbiamo paura di affrontare.

Dovrei palesarmi? Dovrei fermarlo per poterci parlare?

Sinceramente non so bene che cosa fare, non ho mai avuto un piano.

Dopo un po' di camminata fra le strade interne arriviamo davanti ad un hotel, non uno troppo esclusivo ma comunque un posto molto bello. D'altra parte non mi sarei aspettato di meno da lui.

Quando stanno per entrare mi viene l'impulso di urlargli, ma la mia voce non mi esce dalla gola. Non so che cosa mi stia fermando ma mi limito a rimanere immobile davanti all'entrata, guardandoli varcare la soglia per andare a vivere un'esperienza di sicuro molto immersiva con i loro corpi. Un'esperienza che vorrei che James facesse con me.

Rimango in questa posizione per circa due minuti, ma poi decido di tentare la sorte, entrando.

"Salve" saluto la receptionist. "vorrei una stanza solo per oggi"

"Purtroppo per oggi siamo pieni, ma da domani se ne liberano un paio" mi riferisce cortesemente.

"Capisco...però a me serviva oggi, non importa, grazie comunque" volevo solo stare nel posto in cui c'è anche lui e speravo di poterlo incontrare qua dentro.

Mi giro per tornare all'uscita ma proprio in questo momento sento i passi affrettati di qualcuno che sta scendendo le scale e subito dopo sento singhiozzi e pianti; quando mi giro, la ragazza che era venuta qua con James butta qualcosa sul bancone della reception e mi sorpassa, con i capelli in disordine, la felpa leggermente storta e il mascara tutto colato a causa delle lacrime.

Cosa è successo?

Perciò decido di tentare un'ultima cosa. Torno alla reception.

"Senta, ma mi potrebbe dire in che camera soggiornava quella ragazza? La conosco, conosco entrambi e vorrei andare a vedere se va tutto bene" spero me lo accordi.

"Beh senta, non posso dirlo, è per privacy" mi risponde, in realtà come mi aspettavo. Ma noto che ci sono ancora le chiavi che la ragazza ha lasciato sul bancone e leggo il numero: 55.

Sto per dire qualcosa ma Henriette, come recita la targhetta del nome, mi informa di una cosa:

"Comunque ricontrollando la disponibilità una camera singola ce l'abbiamo, se la vuole ancora, non è la nostra migliore però..."

Eccome se la voglio. Procedo a pagare e mi vengono consegnate le chiavi.

Mi dirigo immediatamente a cercare la camera 55 e non la mia. E' al primo piano.

Quando mi ci trovo davanti sento una scossa di tensione e paura, non so cosa potrei dirgli di preciso o come potrebbe reagire. Ma per questa volta non voglio pensare, voglio agire; perciò busso.

Dopo qualche secondo la porta si apre, rivelando un James a petto nudo, con solo un asciugamano legato in vita. La vista del suo corpo così tanto esposto come non è mai stato mi toglie il fiato.

E' bellissimo.

"William?! Ma che? Che ci fai qua!" esordisce facendo una faccia scioccata.

"Ti ho seguito, ti volevo parlare, te l'ho anche scritto ma non mi hai risposto" devo mantenere la calma.

"E allora ti metti a pedinarmi? Ma che cazzo di problemi hai?!" sbotta.

"Io ho dei problemi? Qua sei te quello messo male, James; per favore, fammi entrare e parliamo un attimo" dimmi di sì ti prego. Ne ho bisogno.

"No, te ne devi andare! Devi uscire dalla mia testa!" urla prima di richiudere la porta.

Sono nella sua testa? Mi pensa? SI!SI! PER FORZA!

"Allora vuol dire che rimarrò qua davanti ad aspettare un tuo ripensamento" per questo decido di rimanere davanti alla sua camera, non mi arrenderò, non ora.

Passano cinque minuti cronometrati, dato che guardo continuamente l'ora, quando finalmente la porta si riapre.

Stavolta, quando mi alzo, James è vestito.

"Entra" si limita a dire e io non me lo faccio ripetere due volte.

La camera è piuttosto spaziosa e praticamente immacolata.

Mi siedo di mia iniziativa sul divanetto in modo che lui mi si possa sedere di fronte alla poltroncina.

Ma prima si accende una sigaretta. Come sempre.

"Dì quello che mi devi dire e poi voglio che tu te ne vada" mi dice prima di sedersi.

"James, perchè non verrai più al Lerchet? Perchè continui a respingermi? Perchè neghi l'evidenza?" lo bombardo con tutte queste domande perchè non so se avrò un'altra occasione per farlo.

Mi aspettavo che avesse da ridire ma invece si limita a darmi una risposta.

"Uno: non voglio vederti; due: non mi interessi; tre: non sto negando un bel niente" ma che coraggio! Lo sta facendo ancora...

"La prima è l'unica a cui credo, alle altre no, dimmi la verità, ti prego; vedo che ti tremano leggermente le mani e eviti di guardarmi negli occhi, cosa che non fai mai, tu di solito penetri, con i tuoi maledettamente sexy occhi; per questo so che stai mentendo" voglio sentirgli dire che gli importa di me.

Scuote la testa.

"James perchè non vuoi ammetterlo? Di cosa hai paura?" chiedo, sporgendomi leggermente in avanti.

"Vattene William" sentenzia.

"Non fare così, non di nuovo!" mi alzo e mi avvicino a lui, ma nel momento in cui lo faccio si alza e si sposta leggermente.

"Mi sono innamorato di te James e so che per te è lo stesso, puoi dirmi che cosa ti tormenta...ti posso aiutare" cerco di tranquillizzarlo.

"No! Non puoi! Non potrai mai togliermi la sua voce dalla testa, le sue mani dal corpo e la sua mente dalla mia, non puoi! Non può nessuno, ora lasciami in pace, per favore!" riesco a sentire la sua sofferenza, lo vedo che sta per piangere. Cosa gli è successo? Di chi sta parlando? Cosa gli ha fatto?

"James lasciami provare, se me ne dai la possibilità..." non mi fa neanche finire, si intromette subito nel mio discorso.

"Ho detto vattene da questa maledettissima stanza! Non mi puoi salvare e io, io non posso stare...non posso!" sui suoi bellissimi occhi verdi è calato un velo di dolore così profondo che mi lascia senza parole.

"Non ho intenzione di arrendermi con te, James; nonostante senta che sarebbe più facile rimuoverti dalla mia vita. Tutti meritiamo di essere amati e io ci sarò per te, quando ti renderai conto di volerti sentire amato davvero da qualcuno, da me; sono stupido? Probabile, ma non mi importa, se così facendo ho ancora una flebile speranza di poter stare con te preferisco essere uno stupido" dicendo questo mi avvio alla porta "nel caso, se volessi dirmi qualcosa, per oggi la mia camera è la 32" aggiungo e poi me ne vado.

Nel mio cuore sento di aver fatto un grande passo e sento anche che lui ha finalmente capito quanto ci tengo dopo un gesto del genere.

Solo che continuo a domandarmi che cosa gli è successo, di che cosa stava parlando prima.

Deve aver subito qualcosa di davvero brutto per arrivare a questa situazione. Non oso neanche immaginare...

Vorrei così tanto poterlo aiutare. Rimango agitato per tutta l'ora successiva, mentre penso e ripenso camminando per la stanza. Verrà?

Lo spero davvero.

Passano altri venti minuti e quando ormai stavo finendo le speranze sento qualcuno bussare.

Mi precipito ad aprire ed è proprio lui, ma non nelle condizioni che pensavo. Lo trovo seduto a terra davanti alla porta, con una bottiglia di vodka in mano, quasi finita e una sigaretta nell'altra, che è ancora sollevata dopo aver bussato.

"Ma James! Oddio" lo sollevo e lo porto dentro.

Lui mi vomita su una spalla ma non dico niente, non avrebbe senso.

Non può ridursi così ogni volta che beve, ma perchè fa così...

E' pallido. Sta proprio messo di merda.

Mi tolgo la maglietta macchiata di vomito e rimango così, senza nulla nel caso dovesse risuccedere qualche incidente. Prendo una bottiglietta di acqua dal minibar e cerco di fargliene bere un po'.

"Willy..." mi ha richiamato così dopo tanto tempo che non lo faceva...

"Che c'è?" domando, non aspettandomi una risposta sensata dato le sue condizioni.

"Sono una merda" esordisce. E devo dire che non è proprio ciò che mi aspettavo.

Da un lato è vero, perchè si è comportato malissimo con me.

"Si, lo sei stato; ma c'è sempre tempo per migliorare" nel frattempo lo prendo e lo metto sul letto in una posizione che mi sembra comoda ma non lo metto sdraiato, dato che potrebbe essere pericoloso.

Prendo anche un pacchetto di cracker che era a disposizione della camera e gli chiedo se ne vuole un po'.

"No...no" trascina le parole "voglio morire"

Che cosa? So che è annebbiato ora ma non voglio rischiare, perciò mi siedo accanto a lui e gli inizio a parlare per tranquillizzarlo.

"Non dire queste cose, va tutto bene James, va tutto bene; ci sono io qua con te, non devi temere, non ti lascerò" mi avvicino sempre di più e alla fine lui si addormenta, con la testa appoggiata sulla mia spalla.

Lo guardo e sospiro.

E' così bello ma così fragile.

Questa posizione mi fa stare bene, non siamo mai stati così vicini per più di un paio di secondi.

Gli metto una mano fra i capelli e gli faccio una carezza veloce.

Più tempo passa più mi rendo conto di essere completamente innamorato, ogni centimetro del mio corpo lo desidera.

Dopo un po' però anche la mia stanchezza si fa sentire e inevitabilmente mi addormento, sempre in quella posizione.

L'ultimo mio pensiero prima di chiudere gli occhi è. "Sarà ancora qua quando mi sveglierò o sparirà di nuovo?"



Spazio autrice

Visto che questo capitolo è molto denso di avvenimenti piuttosto importanti mi prendo uno spazio per chiedervi cosa ne state pensando di questa storia😊❤️

Che cosa vi aspettate? ✨

Spero vi stia piacendo e noi ci vediamo con il prossimo capitolo ❤️‍🔥




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