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"IO STO IMPAZZENDO!"

Stamattina sono subito andato da Jesse, l'ho quasi svegliata e da quando sono arrivato non ho fatto altro che lamentarmi della situazione con James ma adesso l'espressione della mia cara amica inizia a darmi dei segnali e capisco che potrebbe non riuscire più a sopportarmi.

Ma d'altra parte da chi posso andare? Lei è l'unica amica vera che ho e di cui mi posso fidare, che mi capisce...e che mi sa dare buoni consigli su come agire.

"William, calmati per favore, è da quasi due ore che mi bombardi con informazioni di ogni genere e paranoie, e lasciami dire che stai esagerando; ma poi, scusa un attimo, quel bastardo mi ha fatto licenziare, ti tratta male come fossi una bambolina e tu pendi dalle sue labbra?! Ma è possibile?!" E mentre mi rimprovera (giustamente) continua a prendere piccoli sorsi del suo cappuccino che ormai sarà diventato gelato.

"Lo so, anche io non lo volevo ammettere ma Boyce mi è entrato in testa da quando mi ha quasi baciato nel bagno e sono sicuro che anche lui prova qualcosa di diverso dal suo solito per me...ti ho detto del libro no? Te l'ho detto? Mi ha regalato un libro autograf-"

"WILLIAM!" urla sbattendo la tazza sul tavolino di legno davanti al divano dov'è seduta rovesciando un po' del cappuccino "Me l'hai già detto mille volte, ogni singolo dettaglio! Ho capito che hai perso la testa per lui ma io ti avverto, finirai con il cuore spezzato e io sarò l'unica a rimanere a raccogliere i pezzi, come sempre...non ti fidare di lui Will, la sai benissimo qual è la sua reputazione..."

Da un lato sento che potrebbe avere ragione.

James Boyce è l'equivalente delle parole "approfittatore" "inaffidabile" e "egoista".
Ma sento che c'è qualcosa, qualcosa di diverso nel nostro, di rapporto.

Da come si comporta con me, da come mi guarda, come mi sfiora, mi sembra proprio...vero.

"Non credo, Jes, il mio istinto mi dice che questa volta sarà-"

Ma lei mi interrompe, non facendomi finire: "William, ora ti parlo con il cuore, lo faccio per il tuo bene: ti ricordi come sei finito l'ultima volta che hai detto così? Con Hanna? Lei ti ha spezzato il cuore e tu sei andato in depressione, non uscivi più, non parlavi...ho avuto paura in quel periodo che potessi fare qualche stupidaggine! Tu ti affezioni troppo alle persone e poi ci rimetti sempre. Non voglio vederti di nuovo stare così male; e in più aggiungerei a tutto questo il fatto che se avrai una storia con James sarà la prima vera che avrai con un ragazzo...perché tralasciando i baci che hai dato a qualche tipo non sei mai andato oltre, sei sicuro di volerlo fare, nel caso funzionasse in un primo periodo, proprio con lui?"

Ricordare Hanna mi fa sempre un brutto effetto, ma a molte cose che mi ha appena detto Jes in  effetti non ci avevo pensato.

Sono "vergine" in fatto di sesso con i ragazzi e l'idea ammetto che mi spaventa un po' quando mi trovo a pensarci.

Ma credo che con James potrei farcela, non sono mai stato così preso, però se andiamo avanti così dovrò aspettare altri vent'anni.

"Jes...so che lo fai per il mio bene ma credo di essere abbastanza grande ormai per giostrarmi questa situazione come ritengo opportuno; però tutti i tuoi consigli sono corretti e ne farò tesoro cercando di andarci piano e non esagerare; riconosco dove ho sbagliato con Hanna e ti chiedo scusa se ho straparlato ma sono confuso e avevo bisogno di parlarne con te, che sei la mia unica certezza" mi avvicino e appoggio la testa sulla sua spalla, lasciandomi andare.

Lei non dice nulla ma mi stringe al suo petto.

"Comunque ho trovato un lavoro..." Mi dice dopo cinque minuti di silenzio.

"Cosa?! Davvero? Dove? Sono così contento per te!" sono davvero felice che abbia un altro impiego, spero solo che sia alla sua altezza.

"Hai presente l'altro grande ristorante di lusso della città? Il Vermet, ecco...dopo che hanno visto nel mio curriculum che ho lavorato per il Lerchet mi hanno subito assunto e mi hanno anche offerto un posto da capo sala, in cambio di qualche piccola informazione..."

"Oh beh, è un posto magnifico, anche se non condivido al 100% il fatto di scambiare queste "informazioni"...alla fine l'importante è che a te piaccia; lo sai che mi sento ancora in colpa e in più ora tutta questa situazione con Boyce mi fa sentire una merda al quadrato" lo ammetto, innamorarmi di chi ha licenziato la mia migliore amica e...dio.

Ora devo andare a casa però, mi devo preparare per iniziare il turno del primo pomeriggio, quando si tratta di quest'ora arrivo prima di quando dovrei dato che c'è bisogno e il capo apprezza sempre.

Perciò ringraziando ancora altre mille volte Jes esco da casa sua.

Mi ricordo però che insieme al mio lavoro è allegata la presenza di James al ristorante. Viene proprio sempre, anche solo per prendere un pezzo di pane, gli deve piacere proprio tanto quel posto e ancora devo capire il perchè.

Una volta a casa mia mi faccio una doccia veloce e poi cerco la divisa pulita nell'armadio. Un armadio che ammetto che cade a pezzi, ma non lo voglio buttare perchè un pezzo è ricavato da quello che avevo da bambino nella mia cameretta e ho troppi bei ricordi legati a questo pezzo di legno.

I miei genitori ormai sono morti tutti e due, entrambi per tumori ai polmoni a causa del fumo, ed è anche per questo il motivo per cui non ho mai toccato una sigaretta. Ho sempre visto come si stavano riducendo i miei e mi sono ripromesso di non fumare mai.

Pensandoci bene tante cose in casa mia vengono dalla mia vecchia camera. C'è uno specchio circolare nel corridoio che usavo ogni giorno per controllare la pettinatura prima di andare a scuola; il posacenere di mia madre, quello con il bordo dorato e il fondo nero che tengo solo per ricordo; in un angolo della cucina c'è anche una canna da pesca che apparteneva a mio padre, la sua preferita, con cui ogni tanto andava a cercare di pescare pesci che non prendeva mai.

Ho il ricordo nitido di mio padre che torna da una delle sue battute di pesca con il secchio vuoto e del piccolo me che gli chiede perchè non abbia preso nulla; la sua risposta, ogni volta che glielo chiedevo, era sempre "Non vado a pescare è per quello che non prendo nulla". Per anni mi sono chiesto cosa intendesse, pensavo che scherzasse, ma poi ho capito, per lui non era tanto il bottino a spingerlo a continuare, mio padre amava l'atmosfera che la pesca portava con sè e trovava pace in quei momenti, quando era da solo con la sua canna da pesca e la sua sigaretta.

Nel suo posto preferito ci ho anche sparso le sue ceneri, quando è morto, perchè penso che lui avrebbe voluto così.

Ma ora sto divagando con i pensieri, devo andare a lavoro.

Mentre mi dirigo al Lerchet, nella solita strada che faccio sempre, noto un nuovo cartellone pubblicitario in particolare. E' quello di un profumo, ovviamente costosissimo, ma la mia attenzione è rivolta al modello che tiene in mano la boccetta: è James.

Non sapevo posasse per pubblicità o roba simile, anzi, pensavo facesse il completo mantenuto. Ma fatto sta che il fotografo deve essere stato di una bravura incredibile dato che è riuscito a far risaltare tutti i meravigliosi tratti del suo modello.

La luce illumina in pieno i suoi occhi verdi, che sembrano rifletterla, mentre i capelli sono sapientemente acconciati e gli incorniciano in modo spettacolare il volto.

E' meraviglioso in quella foto.

*BEEP! BEEP!*

Cazzo mi sono fermato in mezzo alla strada e il guidatore dietro ha giustamente perso la pazienza. Come dargli torto? Siamo a fine agosto e la città è piena, muoversi è già difficile normalmente senza blocchi.

Metto il braccio fuori dal finestrino e abbozzo una mossa di scusa, ma questo mentre mi supera mi urla comunque "Coglione!".

Mi fa piacere. Che bella giornata.

Arrivo finalmente davanti al Lerchet e prendendo un grande respiro cerco di ripetermi che devo ignorarlo, devo fargli capire che non può fare come vuole...ah dio, non ce la farò mai!

Ma ci devo almeno provare. Devo salvare almeno un minimo la mia immagine.

Ovviamente è seduto al tavolo 69, il suo. Però non lo guardo mentre gli passo accanto il che già comporta uno sforzo allucinante.

"Come stai William?" mi domanda una mia collega con cui però non ho praticamente mai parlato.

"Bene...bene perchè?" domando leggermente confuso da quella precedente domanda che non mi era mai stata fatta prima da lei.

"Ormai sei sulla bocca di tutti...mi vuoi dire cosa c'è fra te e il signorino Boyce? Se lo chiedono tutti dato che sei sempre a servire lui e qualcuno vi ha anche visto entrare in bagno insieme" ecco, questa non ci voleva. Non volevo che se ne iniziasse a parlare tanto, soprattutto fra i colleghi.

"Non c'è assolutamente nulla..." mi sforzo di leggere il suo nome sul cartellino dato che a memoria non me lo ricordo "non c'è nulla Katie"

Mi guarda un po' dubbiosa e poi ritorna in sala per continuare il suo lavoro senza aggiungere altro.

Dopo essermi sistemato un'ultima volta esco anche io e vado dritto al suo tavolo, dato che ormai sono diventato il suo cameriere personale.

"Cosa ordini?" chiedo con professionalità.

"Bruschette, ne voglio tre classiche" risponde altrettanto freddo. "il resto lo ordinerò dopo, quando arriverà il mio ospite"

Chi è? Non ha mai portato qualcuno, almeno che io ricordi.

Ma non gli posso dire niente, mi devo ricordare il piano. Farmi desiderare.

So che fallirà presto ma vorrei cercare di salvare le apparenze almeno un po', per non sembrare proprio uno di quei sottoni stratosferici.

Gli riporto il piatto velocemente e in quell'esatto istante si siede davanti a James un ragazzo di notevole bellezza...rosso con le lentiggini, alto, ben piazzato...

E questo chi è?

"Tesoro, tu cosa vuoi? Prendi qualsiasi cosa tanto ho già pensato io al conto" chiede James a questo nuovo arrivato.

L'ha appena chiamato "tesoro"? TESORO?! Ma che?!

Gli lancio un'occhiataccia poderosa mentre aspetto che questo ospite scelga dal menù un piatto.

"Prenderò una pasta semplice aglio olio e peperoncino, grazie" esordisce il nuovo arrivato.

"Kevin...di già il peperoncino! Quello lo sai che se aspetti ancora un po'..." e gli fa l'occhiolino. "Per me invece bastano queste bruschette, grazie"

Cosa ho appena sentito.

Ma cos'è il suo ragazzo? Il suo scopamico? Una sua frequentazione?

E poi fa tutte quelle cose con me...ma che bastardo! 

In effetti però Jes mi ha ricordato più volte della sua reputazione e non mi dovrebbe sorprendere non essere il suo unico interesse, ma invece mi importa molto e questo Kevin mi ha già rotto le palle.

Sorrido, annuisco e me ne torno verso la cucina, sempre fulminando con lo sguardo James.

"Ecco il suo piatto" glielo lascio bruscamente davanti.

"Ti ringrazio" e mi sorride. Cerco di fare lo stesso ma non so quanto sia riuscito.

Passo tutto il resto tempo a guardarli mangiare a mandargli occhiate...sembrano molto in sintonia.

Il mio cuore sembra essere diventato più pesante, sento una strana sensazione. Sono triste, arrabbiato...per questo Kevin!

Sono geloso.

Ma il massimo arriva quando entrambi, a distanza di circa un minuto, entrano in bagno.

Escono insieme dopo un quarto d'ora e mentre James si sistema la cravatta vedo che Kevin si aggiusta la cintura e capisco immediatamente cos'è successo là dentro.

E mi scatta un pensiero, che si ricollega al ragionamento di Jes: li porta tutti in bagno per il primo incontro? Fa così con tutti?

Immediatamente mi crolla un pezzo di ciò che avevo creduto. Non sono speciale per lui. Oggi poi mi sembra si sia quasi dimenticato di ciò che abbiamo fatto insieme, oggi aveva occhi solo per Kevin. Gli stessi occhi che guardavano me nello stesso modo ieri.

Aveva ragione Jesse. Io non ho nulla di diverso dalle sue solite avventure e lui è uno stronzo.

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