Capitolo 33

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Ci sediamo, e all'improvviso sembra che tutto intorno a noi svanisca, lasciando solo il nostro tavolo, con Bradley nervoso e il mio cuore che batte così forte che sembra voglia uscire dal petto.

La mia mente è presa da un vortice di pensieri finché Henry, con un gesto, mi riporta alla realtà, appoggiando delle foto della collana.

«Mentre facevo alcune ricerche, ho scoperto che questo tipo di ciondoli era di moda quasi dodici anni fa, forse anche qualche anno in più».

Dice, interrompendo il mio turbamento.

Sento un brivido di preoccupazione mentre ascolto le sue parole.

Potrebbe non significare nulla, forse apparteneva a una ragazza che aveva visitato il luogo dell'incidente.

«Cosa potrebbe significare?»

Chiedo, cercando di nascondere l'ansia nella mia voce.

«Ho pensato potesse essere un indizio. Sono tornato sul posto e ho chiesto ai residenti delle vicinanze. Hanno notato una macchina blu che è fuggita subito dopo lo schianto, ma non sono riusciti a prendere la tarda».

Stringo i pugni sulle gambe.

Cerco di penetrare, anche solo mentalmente, nel mistero che si cela dietro quelle parole, sperando di trovare qualche risposta che possa risolvere l'enigma del passato.

Un rumore dietro di me mi fa sobbalzare, mi volto e vedo Jessica far cadere a terra il vassoio e alcuni bicchieri di vetro.

Non riesco a decifrare la sua espressione.

«Va tutto bene?»

Domando, ma lei annuisce appena, gettando uno sguardo al tavolo.

Bradley si alza e tende la mano al padre.

«Grazie, ma non credo che tutto ciò possa aiutare Elisa a ricordare cosa è successo quella sera».

Dice, rivolgendosi poi a me.

«Andiamo?»

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