... 30 ...

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

"They are not only books."

Una donna le stava accarezzando la guancia, mentre lei riposava tranquilla. Le sussurrò di tenere duro e che qualcosa sarebbe cambiato di lì a poco, che non tutti i mali vengono per nuocere e che, soprattutto, le voleva bene. Ma non poteva restare con lei, non poteva più tornare lì per guardarla di nuovo da vicino come stava facendo in quel momento e come aveva già fatto prima, qualcuno presto se ne sarebbe accorto e ci sarebbero state gravi conseguenze. Così le toccò il cuore pulsante con una carezza e le lasciò un bacio sul braccio, poi, prima di dissolversi, la ragazza si svegliò e la vide proprio davanti a lei, in tutta la sua bellezza. La donna portò una mano alla bocca e le disse di stare zitta, poi guardò in cielo e di lei non ve ne fu più nessuna traccia.

<<Diego...?>> sussurrò.

<<Tranquilla fiorellino, siamo quasi arrivati.>> rispose.

La stava tenendo tra le sue braccia a mó di sposa, diretti verso il palazzo, dove la avrebbe lasciata dormire. Si era lasciato andare troppo e, dopo il bacio, la aveva morsa in preda ad una fame che solo il suo sangue avrebbe soddisfatto. Ed ora eccola lì, a corto di forze e mezza addormentata tra le sue forti braccia, la testa poggiata sul petto. Zoe si lasciò andare e crollò di nuovo in un sonno profondo, cullata dai passi decisi e svelti del principe.

. .. . .. .

Finalmente il Re trovò il bigliettino, posto con cura in una piccola cavità nell'enorme albero. Sembrava la tana di qualche animale, ma al suo interno non ve ne era traccia alcuna.
Prese il fogliettino spiegazzato e chiuso come una pergamena, lo aprì e lesse:

<<Aria: l'elemento più forte tra i quattro. La ragazza è una fata con delle bellissime ali blu, nata in una notte d'estate, 17 anni fa.>> girò il foglio. <<E siamo giunti alla quinta, la più importante. Ella è la figlia della luna, la perfetta reincarnazione della Dea più bella tra tutte. Bella e forte, guiderà le altre verso il loro destino. Nessuno indizio su di lei e tanto meno ve ne saranno altri, ma ricorda, Re dei vampiri: il mondo potrebbe scoprire la verità, un giorno.>>

Lesse quest'ultimo bigliettino almeno dieci volte, alla ricerca di qualcosa che nella volta precedente non aveva appreso.

Ebbe l'impulso di strapparlo ma si fermò appena in tempo, quella che reggeva in mano era la prova che gli serviva per trovare le ragazze, e, soprattutto, per dimostrare che non stava perdendo il senno. La cosa strana di quell'ultimo biglietto era che non era in rima come gli altri, e parlava dritto alla persona che lo avrebbe letto, ovvero Re Morgan.

Scese dall'albero con un balzo e si affrettò ad entrare a palazzo, stavolta scelse l'entrata principale. Se qualcuno avesse chiesto, avrebbe risposto che aveva voglia di passeggiare da solo. Perso tra i pensieri, iniziò a domandarsi come avrebbero trovato la ragazza vampira, come avrebbero dovuto identificarla. Per le altre non sarebbe stato molto difficile, tutte quelle che corrispondevano a quelle descrizioni sarebbero state mandate allo specchio del lago, l'unico posto dove tutte le dimensioni potevano avere l'accesso senza alcun problema e, soprattutto, non potevano varcare le altre dimensioni. Era un posto bellissimo, dove non batteva mai il sole, perché altrimenti i vampiri non potevano accedervi. Non c'era la luna che illuminava il paesaggio, a fare questo era chi lo abitava. Animali sconosciuti all'uomo vivevano lì in santa pace, completamente diversi da quelli abituati a vedere di tanto in tanto. Ce ne erano di tutti i tipi: eleganti fenici rosse che volavano e si riflettevano sul lago, cavalli con delle ali enormi e varie creature a cui nessuno aveva mai dato un nome. Ad illuminare tutto erano i fiori, con lo stelo altissimo e privo di spine. Mille colori diversi, mille tonalità di bellezza. E non era tutto, alcuni di questi, se toccati, producevano una melodia che rifletteva in tutto il lago. Era un posto enorme, nessuno sapeva se ci fosse un confine, perché chi vi era dentro non poteva restarci per più di cinque ore. Quelle non sarebbero bastate per attraversarlo tutto, quindi semplicemente nessuno aveva mai perso tempo a provarci. Allo scoccare delle cinque ore, i corpi li presenti si dissolvevano e tornavano al luogo d'origine. Era uno spettacolo mozza fiato, e gli animali non cercavano di aggredire le persone, tranne se attaccati.

Giunse di fronte al portone ma, prima di entrare, percepì un odore particolare. Si guardò intorno e scrutò nel buio quell'odore che non aveva mai sentito, ma non vide nessuno e bussò.

Diego era riuscito appena in tempo a saltare sul balcone e a nascondersi velocemente dentro. Pensò che fu’ una fortuna che Zoe, nella fuga, aveva preso la strada opposta a quella presa da suo padre. Il vampiro posò la ragazza sul suo letto, con delicatezza. Aveva aperto gli occhi un paio di volte ma non aveva detto una parola, e gli dispiaceva. La colpa era solo sua, non era riuscito a frenare la sua vera natura e lei ne aveva subito le conseguenze. Non sapeva nemmeno perché la aveva baciata, era stato il suo profumo, o c'era qualcosa di più sotto? Non riusciva a capirlo, ciò a cui pensava era che gli era dannatamente piaciuto, più di quel che voleva ammettere. Ma aveva sbagliato, e lo sapeva bene.

Lei era una schiava, lui un principe, suo padre se lo avesse saputo avrebbe fatto di tutto pur di separarli, anche uccidere lei e bandire lui dal suo regno.

Quindi la cosa più sensata tra tutte era quella di continuare con quel suo falso atteggiamento da menefreghista e trattarla ancora male, e soprattutto starle il più lontano possibile.

Lei era come una calamita, ma non di quelle che potevano combaciare con tutte le altre, di quelle che se provavi ad avvicinarti essa scappava via in quanto non compatibili. Ed era forse quella la cosa che lo attraeva a lei più di tutte, la consapevolezza del proibito lo aveva sempre eccitato e amava andare fuori dagli schemi.

E lei era lo schema più bello che avesse mai visto, l'enigma che voleva a tutti i costi risolvere.

La osservò bene, poi, con delicatezza, le tolse da dosso il mantello nero che aveva trovato nella casetta. Quando le riposò di nuovo la testa sui cuscini, lei aprì debolmente gli occhi e quelli si fermarono nei suoi. Due tonalità di azzurro così simili, eppure così diversi. Provò a parlare, ma era troppo debole e uscirono solo dei lamenti soffocati.
Si sentiva terribilmente in colpa. Ma perché? Era abituato a fare del male agli umani, e non conosceva la parola pietà. Lo faceva e basta, come se la sua natura potesse in qualche modo giustificarlo.

<<Principe...>> sussurrò lei con gli occhi socchiusi.

<<Pensa a riposare.>> le accarezzò i capelli sulla fronte.

Poi il principe si alzò e raggiunse la porta, quella sera non avrebbe potuto dormire nel suo letto, e per fortuna la camera accanto era libera.

<<Diego...!>>

Si girò e la vide seduta sul letto, i capelli sciolti lungo le spalle e lo sguardo triste. Il sangue secco sul collo, le labbra semi chiuse e gli occhi gonfi.

<<Dimmi.>>

<<Resta.>>

Non bastò altro per fargli cambiare idea e restare lì, con lei. Si avvicinò e le si sdraiò accanto, a distanza di sicurezza dal suo corpo. Si era sdraiata verso il lato dove stava lui e, nel silenzio, rimasero a guardarsi. Diego notò che stava tremando e si maledì mentalmente perché aveva scelto di non mettere coperte sul suo letto. Non ne aveva bisogno, i vampiri non sentivano freddo, ma lei si, e il suo naso era diventato leggermente rosso.

<<Hai freddo?>>

<<Sono abituata.>> rispose Zoe con un pizzico di malinconia.

Avrebbe dovuto prima chiedere il permesso, ma non gli importò e in un attimo se la portò vicino, stringendola tra le sue braccia. Poté sentire con le sue mani che stava tremando e aveva il respiro corto. Era particolarmente calda, anche se le braccia erano congelate.

<<Perché emani così tanto calore e allo stesso tempo sei più fredda di me?>>

Zoe starnutì e quel suono lo fece sorridere. Era così buffa quando non litigavano.

<<Credo di avere la febbre...>> rispose contro il suo petto.

<<È una di quelle malattie mondane? Non stai per morire vero?>>

Percepì il movimento delle labbra e capì che lei aveva sorriso, anche se non lo avrebbe mai ammesso.

<<Certo che no. Di solito dura qualche giorno, ma non credo di essermi mai sentita così.>>

<<Credo sia stata colpa mia, hai perso molto sangue e questo ti ha indebolita.>>

Non ricevette risposta, ma sentì il suo respiro più lungo e tranquillo. Si era addormentata. Non sapeva che tipo di malattia fosse, ma se provocava quei sintomi non era niente di buono.
Rimase nel silenzio ad accarezzare i suoi capelli, che erano morbidi sotto le dita. Si chiese come riuscisse prima a vivere per strada, a mangiare il necessario per vivere e a dormire su un letto di paglia, con una sola coperta per l'inverno. Capì che se era diventata quella che vedeva era solo per colpa di suo padre, e che se era diventata forte lo doveva solo a se stessa.

Gli balenò per un attimo in testa un’idea folle. Non le aveva detto che lui aveva un ulteriore potere: scavare nel passato delle persone e vedere con i propri occhi i ricordi. E voleva farlo, proprio in quel momento, mentre lei era priva di sensi intontita dalla febbre. Non se ne sarebbe nemmeno accorta.

Lo fece. Le posò una mano sul braccio nudo e scavò nei suoi ricordi.
Non fu subito facile, era riuscita ad alzare delle alte barriere nella sua testa e nemmeno lui riusciva ad oltrepassarle, ma poi lei gli strinse la mano. Le barriere crollarono come castelli di sabbia portati dal mare e una serie di immagini presero a scorrere nella sua testa.

La vide suonare, cantare a pieni polmoni e vide il suo vestito che ondeggiava nel vento. Sentì la rabbia che provava per le persone che non le davano niente. Sentì, attraverso il suo ricordo, il profondo amore che la legava a sua sorella. Poi sentì l’odio. Provò in prima persona ciò che provava lei quando il suo patrigno la guardava, la toccava. Provò disgusto. Sentì le lacrime, fredde e silenziose attutite dalle sue mani quando nessuno la guardava. Sentì la fame cieca, la fame capace di far fare qualunque cosa pur di mangiare. Sentì il dolore dovuto alla morte di quella che credeva sua madre, sentì il sapore del suo stesso sangue quando lui la picchiava. Quando la stuprava e la costringeva a guardare tutto. Poi sentì qualcosa di diverso. Vide la sua stessa immagine, lui che la trattava male, che la mordeva e che la baciava. Fu come baciare sé stesso. Sentì le farfalle nello stomaco, uno stomaco umano che era ben diverso dallo stomaco di un vampiro. Nel petto del principe non c’era un cuore che batteva e i sentimenti non li provava al suo stesso modo, ma quelli del principe erano ugualmente sentimenti forti anche se in modo diverso e se ne stava rendendo conto in quel momento mentre assisteva al film sulla vita di Zoe; mentre guardava con i suoi occhi ciò che quella ragazza aveva dovuto sopportare per diciassette anni. Stava per uscire dalla sua testa, quando si imbatté in dei ricordi cancellati. Dei ricordi scuri, bui, ricordi che erano come segregati in una parte del cervello chiusa a chiave, e che solo una magia potente avrebbe potuto portare di nuovo alla luce.

Uscì dalla sua mente e immediatamente si dimenticò di quei ricordi cancellati. Come se l’ultima parte di ciò che avesse visto non fosse mai accaduto.

<<Diego...>> sussurrò Zoe a bassissima voce.

<<Dimmi fiorellino.>>

<<Non farmi del male...>>

Non riuscì a rispondere. Quelle poche parole lo avevano congelato. Dopo tutto quello che aveva visto nella sua memoria, non aveva più intenzione di provocarle dolore. Di qualunque tipo. Ne aveva già passate troppe.

<<Ti prego...>> sussurrò ancora.

<<Qui l'unica a farmi del male sei tu.>>

Lei non rispose, quindi lui continuò.

<<Mi stai cambiando di giorno in giorno, e ogni giorno che passa mi rendo conto di essere prigioniero in una cassa, e che solo tu possiedi la chiave per farmi uscire. Non so se ora tu mi stia ascoltando, ma sappi che ti odio per questo. Ti odio così tanto che ho bisogno di farti del male, per sentirmi meglio. Ti odio così tanto che non riesco a stare nemmeno un giorno senza litigare con te. Ti odio così tanto che vorrei stringerti e farti mia ogni notte della mia vita. E si, sono geloso se so che un altro ragazzo ti parla e tu gli sorridi, perché io voglio che quei tuoi rari sorrisi siano solo per me. Voglio che i tuoi occhi mi guardino come non hanno mai guardato nessuno. Voglio che tu mi urli altre cento volte che sono uno stronzo e che ti sto rendendo la vita impossibile. E infine, voglio che le tue labbra mi bacino come se non fossimo sicuri di vedere di nuovo l'alba del giorno dopo.>>

Mai in vita sua era stato così sincero, e aveva detto tutte quelle cose ad un’umana che nemmeno poteva sentirlo.

<<Principe...>> mormorò lei, contro il suo petto. Non poteva vedere il suo viso.

<<Dimmi.>> rispose, con una carica di malinconia. Anche se fosse stata mezza sveglia il giorno dopo non avrebbe di certo ricordato il loro discorso.

<<Ti odio anche io.>>

Il principe non poté fare altro che sorridere e stringerla ancora più forte tra le sue braccia.

................

Qual è il vostro personaggio preferito?

~Artemide L. Rose⚘

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro